mercoledì 12 marzo 2014

Un ragionevole dubbio

Regia: Peter P. Croudins
Origine: USA
Anno: 2014
Durata: 91'





La trama (con parole mie): Mitch Brockden, un giovane assistente procuratore sempre vincente in aula, al termine di una serata di bisboccia con i colleghi finisce per investire un pedone sbucato dal nulla in una strada secondaria. Chiamati i soccorsi e timoroso per la carriera, l'avvocato lascia la vittima sola in attesa dell'arrivo dell'ambulanza. Neppure il tempo di finire divorato dal rimorso ed ecco che all'ufficio del Procuratore giunge il caso di Clinton Davis, uomo di mezza età con un paio di accuse di aggressione alle spalle testimone della morte di moglie e figlia, uccise da un detenuto in libertà sulla parola davanti ai suoi occhi: proprio Davis è accusato di aver assassinato la persona che Mitch ha investito, percuotendola alla morte con i suoi attrezzi.
L'avvocato, divorato dai dubbi, finisce per pilotare il processo in modo che Davis venga assolto, salvo poi scoprire sulla sua pelle che le accuse non dovevano essere poi così lontane dalla verità.








Doveste, per puro caso, essere colti dal ragionevole dubbio costituito dalla scelta di guardare, oppure no, questo film, eccomi pronto a giungere in vostro soccorso fugando ogni possibile deviazione dalla retta via: lasciate tranquillamente perdere.
Avete presente i thriller da poco che di norma sui canali Mediaset infestano i sabati sera privi di attrattive e di possibilità di portare a casa un risultato di una certa consistenza in termini di share?
Se la risposta è affermativa, allora avrete tra le mani il ritratto perfetto di questa robetta di qualità infima - sotto tutti i punti di vista, dalla pessima regia alla recitazione ancora peggiore - non capisco per quale motivo addirittura distribuita in sala e non dirottata direttamente sul mercato home video, che in questi casi di solito è il canale migliore per riciclare anche titoli che, onestamente, non meriterebbero neppure di essere prodotti.
Non che Un ragionevole dubbio abbia il potere di fare incazzare, scatenare chissà quali tempeste di bottigliate delle grandi occasioni, o pensare di ambire a qualcosa in più di una posizione nella seconda metà della top ten dedicata al peggio dell'anno dei prossimi Ford Awards, eppure l'impressione di essere stati fregati - o almeno, coinvolti in qualcosa di decisamente cestinabile - finisce per essere davvero ingombrante una volta archiviata la visone, che dalla sua ha solo ed esclusivamente la durata effettivamente esigua - un'ora e venti tonda tonda, titoli di coda esclusi -.
Il sospetto, comunque, comincia ad essere alimentato già in apertura da quella che vorrebbe essere una scena iniziale di grande impatto, di quelle studiate per sconvolgere il pubblico: peccato che, in termini di logica, si entri al volo e senza ritegno nel delicatissimo territorio delle assurdità da horror - una madre che corre in soccorso della figlia che grida spaventata e la allontana una volta accertatasi della sua incolumità senza neppure sincerarsi rispetto al motivo per il quale la stessa è rimasta così sconvolta puzza di stronzata lontano un miglio, ma tant'è - in grado di demolire un film con una singola sequenza.
Se, a questo, si aggiugono due interpretazioni legate ai main charachters al limite dell'imbarazzante - e mentre Samuel Jackson ormai pare la caricatura di se stesso, Dominic Cooper pare la caricatura di un attore senza alcuna possibilità di appello - ed uno script che definire prevedibile è un eufemismo, il danno è fatto: certo, il genere riesce comunque e per il rotto della cuffia ad imporre un ritmo ed una curiosità in grado quantomeno a stuzzicare lo spettatore rispetto all'idea che, forse, non si tratti dell'ennesimo thriller da due soldi con la risoluzione che ci si aspetta dietro l'angolo, e si giunge al termine senza patire particolarmente - se non per la già citata prova di Cooper, davvero imbarazzante -, ma la sostanza delle cose non cambia.
Un ragionevole dubbio è un film più che mediocre, una schifezza pronta ad attirare l'attenzione giusto dello spettatore occasionale da un paio di film all'anno che il giorno dopo corre a presentarsi al lavoro dal collega appassionato di Cinema affermando di aver visto un filmone di quelli che piacerebbero senz'altro anche a lui: dovesse accadere qualcosa di simile, ed il titolo in questione si rivelasse proprio questo, conoscete già la risposta.
Lascio alla vostra fantasia del momento, poi, la libertà di trattare con il suddetto soggetto aspirante cacciatore di gloria della settima arte come più vi aggrada: consiglio un bel biglietto in prima fila per vedere Cooper recitare Shakespeare.
Penso possa essere davvero una punizione coi fiocchi.




MrFord




"And all that i need is a doubt
that’s all one that feeds the mouth
one simple means is to leave it by the door
one time top lay is the time you play for
and you never set a limit
lean in to walk
there’s nothing missing from life."
John Frusciante - "A doubt" - 




16 commenti:

  1. vabbè, ma allora non mi ascolta proprio nessuno.... :)
    io l'avevo detto, uffa.

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    1. Ah, lo so. Ma ho voluto ugualmente dedicarmi ad una settimana di quasi totali schifezze. ;)

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    2. e io che pensavo di essere l'unica masochista in circolazione...

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    3. Ho voluto farmi del male anch'io. E non ho ancora finito, perchè prima di domenica arriverà un altro titolo terribile.

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    4. poison, se ti può consolare, in questo caso io mi fiderò

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    5. Lo apprezzo molto, Dantès, davvero. :)

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    6. Lo so lo so che fa schifo e mi fido dei vostri giudizi, ma anche io come bradipo e ford lo guarderò (non al cinema) mi servirà per i flop dell'anno :P

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    7. Dantès, non ti perdi proprio nulla.

      Nico, per il peggio dell'anno è una manna dal cielo! ;)

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  2. no, no poison anche io sono masochista, ogni tanto mi piace guardare appositamente schifezze per poi sminuzzarle nel mio personalissimo tritacarne...Ford, posso mettere anche la mia firma sulla tua recensione? Potrei averla scritta io....mi ci riconosco totalmente dalla prima all'ultima parola...

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    1. Se non altro avremo un titolo assicurato per le classifiche dedicate al peggio del 2014! ;)

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  3. io l'avevo detto che sarebbe stata una ciofeca, e senza manco il bisogno di vederlo.
    e, per quanto abbia sempre il ragionevole dubbio di fidarmi della tua parola, per una volta ti darò ascolto e girerò al largo.

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    1. E per una volta fai bene. Anche se, come già scritto e riscritto, un titolo come questo è perfetto per le liste dedicate al peggio!

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  4. Ne hanno parlato tutti così male che mi è passata la voglia di vederlo...

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  5. Ok perfetto, buono a sapersi. Lo cancello e faccio finta che non sia mai esistito...
    ;-)

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