lunedì 5 aprile 2010

Anamorph

E' dura, molto dura, più di quando ci si trova di fronte un film pessimo, confrontarsi con la visione di una pellicola che pare non aver lasciato nulla. O quasi.
Anamorph, tentativo d'imitazione di Seven senza il benchè minimo spessore rispetto alla pellicola ispiratrice, è uscito in sordina - e con un ritardo di anni - qui in Italia principalmente grazie alla presenza nel cast di Willem Defoe, che dopo essersi specializzato nel corso della sua carriera nell'interpretazione di personaggi schizzati e folli, qui interpreta un personaggio che schizzato e folle sembra soltanto.
In realtà, come le vittime della catena di omicidi che caratterizza la vicenda, è una preda anch'egli del serial killer "artista" che anni prima ha creduto di aver ucciso, e che, al contrario, si è preso tutto il suo tempo per preparare una vendetta come si deve.
Questa è quella che dovrebbe essere l'ossatura della trama: peccato che la sceneggiatura, scritta forse facendo un pò troppo affidamento su quella che dovrebbe essere la parte visivamente disturbante dell'opera, risulti macchinosa, lenta e poco credibile.
Un pò come i capelli - tinti o posticci, qui sta il dilemma? - corvini di Defoe, del quale è soltanto abbozzata la storia passata, così come le relazioni con i comprimari della pellicola, dal confidente e trafficante d'arte Peter Stornmare, al collega detective, fino a quella che dovrebbe essere la sua presunta fidanzata - ed anche in questo caso, perchè il personaggio interpretato da Defoe dovrebbe preoccuparsi tanto della migliore amica della sua ex, ultima vittima del serial killer prima della "morte"? E perchè dovrebbe incoraggiarla a frequentare gli alcolisti anonimi, lui che si attacca alla bottiglia ad ogni piè sospinto? -.
La stessa risoluzione della trama, giocata su un indizio che non aveva riferimenti precedenti nella pellicola, appare poco logica, come se il fotogramma finale che rievoca il concetto di anamorfosi nell'arte - unico punto interessante del film - possa bastare a distrarre lo spettatore da un lavoro mediocre ed insipido.
Sempre che alla fine uno riesca ad arrivare, data la verve scoppiettante e la tensione insostenibile dello script.
Se volete un consiglio, in caso vi trovaste ad affrontare questa "inquietante opera d'arte", arrivate fino alla comparsata del grande Mick Foley, e non spingetevi oltre.
Il punto più alto l'avrete già raggiunto.
Se Seven è seven, qui si arriva a stento all'uno.

"I wanna do bad things with you."
MrFord

2 commenti:

  1. I don't know what you've done to me,
    But I know this much is true:
    I wanna do bad things with you.
    I wanna do real bad things with you.

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  2. Captain Ford,
    we miss you, we miss your wild wave, your enchanting voice and your strange stories.

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