La trama (con parole mie): Johnny Marco è un attore strafamoso e strapagato, esponente dell'Olimpo dello stardom hollywoodiano. Vive in una camera d'albergo assediato da finti amici e lap dancers mattiniere, gira a vuoto su una Ferrari nera tra un servizio fotografico ed una conferenza stampa e programma un viaggio a Milano per la notte dei Telegatti.
Tutto vuoto, se non fosse per Cleo. Chi è Cleo? La donna della sua vita: sua figlia.
Sono davvero stupito.
Dopo Darren Aronofsky, un'altra regista che avevo bollato come pippa globale e castigato a bottigliate prepotenti dopo lo scempio di Lost in translation - che detestai, profondamente -, appare pienamente recuperata.
Ne avevo già avuto sentore con Marie Antoinette, che avevo molto apprezzato, ma il dubbio che l'ultimo Leone d'oro cadesse giusto giusto come un regalo riparatore dell'ex fidanzato Tarantino aveva incrinato la possibilità che, con Somewhere, Sofia Coppola potesse definitivamente redimersi ai miei occhi di spettatore: invece, sorpresa sopresa.
Dubbi infondati.
Devo dare ragione a Lorant, ed affermare senza alcun peso sul cuore che non solo Somewhere è l'opera migliore della figlia di tanto padre - anzi, Padrino, tanto per fare un pò di ironia spicciola da cinefilo -, ma è senza dubbio alcuno un grande film.
E perchè mai, si chiederà qualcuno, può essere così sconvolgente un film che, fondamentalmente, non parla di nulla?
Forse perchè di nulla non parla ma, al contrario, di un sacco di cose.
Grande intelligenza, (auto)ironia e leggerezza nel descrivere il dorato mondo delle stelle del Cinema, che vivono in camere d'albergo, tornano a "casa" trovandosi in mezzo ad una festa, si svegliano coccolati da spogliarelliste e si addormentano scopando l'ennesima sconosciuta: da antologia, in questo senso, il brevissimo dialogo tra Johnny Marco - che, per uno strano gioco del destino, presenta una straordinaria assonanza nel nome con il sottoscritto - e Benicio Del Toro, una chicca che quasi raggiunge, nei botta e risposta di culto degli ultimi mesi, il confronto Sly/Schwarzy/Willis nella chiesa di Expendables.
Grande sensibilità nel raccontare il rapporto con un padre "che non c'è mai" - quanto ci sarà, di autobiografico, nel dialogo in questione fra Johnny Marco e Cleo? -, tra i migliori passati sul grande schermo dai tempi di The wrestler - guarda caso, di nuovo l'altro ex grande odiato Aronofsky -, delicato e leggero anche nelle sue sfumature più tristi, e che trova negli sguardi a tavola per la colazione al Principe di Savoia di Milano e nelle partite a Guitar hero gli apici di due interpretazioni incredibili, che stupiscono per la freschezza nel caso della giovanissima Elle Fanning e per la grande performance del da sempre sottovalutato Steven Dorff, che personalmente avrei relegato nelle cerchie più basse degli interpreti del Cinema di serie b.
Grande abilità di narrazione, perchè se è vero che il minutaggio favorisce la visione, non è detto che sia lo stesso per la scorrevolezza, che appare fluida e quasi ipnotica, ma mai pesante, anche nelle scene più vuote e ripetute - i giri in macchina in apertura di pellicola, l'ozio nella piscina dell'hotel di L.A. -.
Ma quello che viene mostrato, in realtà, non è solo il vuoto di Johnny Marco, dell'attore strapagato, della gloria della settima arte, ma anche quello della gente comune, dall'aspirante imbucato alla festa al massaggiatore che si spoglia per mettersi alla pari con i suoi clienti, dall'autore dei provocatori sms inviati all'attore ai giornalisti in conferenza stampa.
E' un vuoto esistenziale, che si consuma a tutti i livelli, e che trova il suo sbocco, il suo sfogo, il suo motivo per non essere, soltanto quando nella nostra vita entra qualcosa di davvero significativo ed importante: che tendenzialmente non è un lavoro, il successo, il denaro.
Che aiutano, certo, e non poco.
E che tutti noi - inutile essere ipocriti - ci godremo come matti sguazzandoci selvaggiamente.
Ma che non sarà mai come quello sguardo d'intesa con tua figlia, che senza dire una parola ha già capito tutto, e anche di più.
Non sarà mai come una canzone stonata di un vecchio esploratore della vita.
Non sarà mai come le lacrime arrivate in solitudine, in una stanza troppo vuota, senza di lei.
Non sarà mai come il sorriso soddisfatto che si dipinge sul volto quando si capisce di essere arrivati da qualche parte.
Anche quando quella qualche parte è nel nulla.
Perchè nulla, a ben guardare, non è.
Somewhere, per l'appunto.
Il nowhere pare tutto alle spalle, perso nel nero di quella macchina rombante.
MrFord
"Sì perchè è un pò il vuoto di tutti noi,
ci sbattiamo tanto per chiuderlo,
ci proviamo e non ci riusciamo mai,
allora tanto vale conviverci."
883 - "Cumuli" -
finalmente qualcuno che, come me, non ha sopportato Lost in translation! Quel film mi ha fatto odiare Scarlett Johansson (e anche un po' Bill Murray), però di questo Somewhere ne parlano proprio tutti bene... sarà il momento di dare una nuova occasione a Sofia?
RispondiEliminami hai davvero (piacevolmente) stupito, pensavo avresti tirato bottigliate a questo film e invece mi ti sei trasformato in un perfetto radical chic. perché questo è un autentico manifesto del radical chic, c'è poco da fare :D
RispondiEliminacomunque per me il miglior film della coppola rimane il giardino delle vergini suicide, la più bella rappresentazione dell'amore adolescenziale che io abbia mai visto.
e comunque come si fa a non sopportare lost in translation (film parecchio simile a questo, tra l'altro)? già solo la presenza di scarlett e bill murray insieme è abbastanza per farne un capolavoro! se lo rivedi ora che sei diventato radical secondo me potresti rivalutarlo..
la citazione degli 883 l'hai messa per ricordarci che non sei radical chic?? in tal caso ci sei perfettamente riuscito uahahah XD
Bert: Scarlett io la detestavo già dai tempi di Ghost world - film bellissimo, al contrario! -, quindi in Lost in translation è stata più che altro un'aggravante.
RispondiEliminaMa ora è finalmente giunto il tempo di rivalutare Sofia Coppola.
Cannibale: devo dire che, se non ci fossi tu, mi sentirei davvero senza il mio antagonista, anche se darmi del radical chic non intacca la mia corazza da tamarro! ;)
Questo perchè con Cumuli mi difendo benissimo, e ho trovato Somewhere totalmente pieno, assolutamente non radical chic, pensa un pò!
Il giardino delle vergini suicide lo metto alla pari con Marie Antoinette, quindi dietro Somewhere. Lost in translation mi ha così stimolato bottigliate a nastro da farmi quasi odiare perfino il tanto amato Bill Murray.
Onestamente, cercherò di fare tutto il possibile per non rivederlo mai più. ;)
I gusti sono gusti. Per cui non mi permetto di dire nulla sul fatto che Lost in Translation è uno dei miei film preferiti. Mi piacerebbe che ne facessi una recensione negativa, per capire cosa non va.
RispondiEliminaStasera vedrò invece Somewhere, spero non mi deluda.
Sononera: facciamo così, per te e il Cannibale appena trovo la forza lo rivedo, così ne scrivo e chiariamo tutti i punti di vista. Del resto il confronto è una delle cose belle che il Cinema permette!
RispondiEliminaSono sicuro, invece, che Somewhere non ti deluderà. Se ha fatto ricredere me, assoluto oppositore della Coppola, non può che soddisfare al massimo una sua fan! :)
Subito dopo averlo visto ero parecchio deluso. Dopo qualche giorno, ripensandoci, l'ho leggermente rivalutato. Però continua a non piacermi, dovrei rivederlo.
RispondiEliminamai nessuno prima di lei aveva rappresentato alla perfezione la solitudine in cui noi divi inesorabilmente viviamo.
RispondiEliminaOttimista: a volte rivedere è utile per rivalutare un film. Anche se non dovrei dirlo, dato che così mi toccherà rivedere Lost in translation! ;)
RispondiEliminaUbi: che dire!? Concordo al massimo. Del resto, con Johnny Marco ci siamo intesi da subito: alcool, guitar hero e Chris Pontius come compare! :)
non sopporti megan fox, non sopporti scarlett johansson....
RispondiEliminadai ma come si fa?????
meno male che almeno su angelina jolie siamo d'accordo :D
Cannibale, che ci vuoi fare!?
RispondiEliminaSono un tipo esigente.
Sulla Jolie accordo totale. Bottigliate e via.
hai visto eh Ford? son contento che ti sia piaciuto, e son contento che inizi ad apprezzare Sofia :)
RispondiEliminaJolie e Megan le metto volentierissimo sul patibolo, ma Scarlett non si tocca sia chiaro!!
Lorant, con Somewhere non potevo che apprezzare il lavoro di Sofia. Ottimo film!
RispondiEliminaScarlett è davvero troppo antipatica per non meritarsi qualche sana bottigliata! ;)
Mmm....
RispondiEliminaTutto quello che hai scritto lo penso anche io, però secondo me il lato radical chic, un po' paraculo, appesantisce il film.
Sì, sì il vuoto esistenziale, tutto vero, però stiamo sempre parlando di gente che ha i miliardi e che si annoio girando in ferrari e mangiando in alberghi a 5 stelle...
Mah.
Film discreto, ma niente di più secondo me.
Inquietante la figura che ci fanno gli italiani, come al solito.
E sulla Megan e la Scarlett MrFord ha ragione; sono due cagne maledette!!! (come direbbe René Ferretti)
Val, sai che io sono un paladino del pane e salame, e se potessi infilare nei posteriori dei ricchi depressi le loro ferrari lo farei senza problema alcuno: la questione è che, secondo me, qui il vuoto riguarda quello che i rapporti umani perduti ci lasciano, e che, come nel caso della morte, non ci sono soldi o potere che possano cambiare le cose. Per questo mi è piaciuto.
RispondiEliminaO forse sarà che mi sento molto "padre", in questo periodo della mia vita. Chissà.
Per Megan e Scarlett grazie del sostegno, io però ci aggiungo anche la Jolie, e le rigetto tutte e tre dopo un pò di sane bottigliate. :)
Onde evitare:
RispondiEliminanon sono incinta io è incinta la sua amante irlandese con cui passa le notti dopo che io mi sono addormentata davanti ai suoi noiosissimi films.
Non c'è nessuna amante, irlandese o no, e anche se Julez non è incinta, sento di essere entrato nella fase della vita in cui ci si sente più padri che figli. ;)
RispondiEliminaMe lo stavo domandando infatti!!!
RispondiElimina^^
Teneri loro!
Angelina io la salvo, perché quando si impegna ed è ben diretta una bella performance la sa tirare fuori (vedi Changeling).
Val, muchas gracias!
RispondiEliminaAngelina, dopo The tourist, e considerato che neppure Changeling mi aveva fatto strappare i capelli, ormai non la salvo più.
E poi, sinceramente, ormai è troppo secca, l'ombra di se stessa, in qualche modo.
hai dato una lettura interessante che però non riesco a condividere. L'ho trovato odioso e - a suo modo - arrogante, come se volesse dirmi che per parlare di una vita insignificante bisogna fare un film altrettanto insignificante.
RispondiEliminaGiacometto, benvenuto!
RispondiEliminaPer il resto, che dire!? La Coppola sa effettivamente essere irritante ed arrogante, quindi posso capire in pieno il tuo punto di vista, anche se con Somewhere l'ho trovata finalmente cresciuta!