lunedì 4 ottobre 2010

Il cattivo tenente - Ultima chiamata: New Orleans

Dopo anni passati a strabiliare il pubblico con una sequela di documentari straordinari Herzog torna alla fiction e al film "di cassetta" - se di blockbuster si può parlare, quando è il sempre pazzo Werner a muovere la macchina da presa -, raccogliendo l'eredità di una delle opere migliori di Abel Ferrara e trasporando la figura del "cattivo tenente" nella New Orleans post-Katrina, vessata dai disastri, viziata dalla corruzione, svuotata dall'incapace amministrazione Bush.
Eppure non ci sono polemiche, nel lavoro di Herzog: tutto è lasciato in balia degli eventi, e del confronto fra le pochezze dell'uomo e la silenziosa, terribile incombenza del regno animale, presente nelle parti più visionarie, disturbanti ed apparentemente fuori luogo della pellicola.
Non aspettatevi, approcciando questo film, di ritrovare l'atmosfera di Grizzly man o de Il diamante bianco, piuttosto liberate la mente come sotto l'effetto di una qualche strana sostanza allucinogena e lasciatevi guidare dalla riflessione sulla perdizione, la caduta e il nuovo inizio di un uomo che rappresenta una legge che mai come ora, e mai come in una città nella situazione di New Orleans, è simile a quella della giungla, e vede la ragione soccombere al vizio, alla tentazione, al richiamo selvaggio - per l'appunto - dell'istinto.
Se, alla foce di questo torbido fiume, Il cattivo tenente firmato Ferrara mostrava la parabola discendente ed inesorabilmente disperata del suo protagonista, Herzog cambia registro soffermandosi sul grottesco e portando avanti il discorso che da sempre permea i suoi lavori, nonchè culmine di una delle sequenze più importanti ed imponenti del già citato Grizzly man: di fronte all'occhio del grizzly, imponente e selvaggio, il regista dichiara, pur di fronte alla bellezza di una creatura figlia della natura, di "non vedere nulla se non la furia cieca di un predatore".
Anche il mondo dell'Uomo, in tutto figlio delle regole della Natura, è legato a meccanismi di predati e predatori, che difficilmente potranno cambiare la loro essenza, o combatterla: non è un caso che i momenti peggiori di questo "cattivo tenente" corrispondano inevitabilmente ad un suo tentativo di "rigare dritto" e giocare secondo le regole - più o meno -.
Solo con il ritorno dell'istinto selvaggio tutti i pezzi del puzzle - e dell'opera agli occhi dello spettatore - cominciano a ricomporsi, dando origine ad una delle conclusioni più bizzarre, allucinate e disturbanti del Cinema che ho avuto modo di vedere di recente.
Non sarà più un animale da fiction - tanto per restare in tema -, ma Herzog ha ancora molto da dire alla settima arte e al suo pubblico, ed il suo studio quasi sociologico della terribile appartenenza "bestiale" dell'Uomo è paragonabile, pur se differente per metodo, partecipazione e percorso, a quello di Haneke.
Addirittura, travolto da questo turbine di autoriale eppure di pancia esplosione d'istinto, sono riuscito a farmi piacere Nicholas Cage ed il suo imbizzarrito parrucchino dal volume degno di una creatura uscita da un film di fantascienza.

MrFord

"If you walk with Jesus
he's gonna save your soul
you gotta keep the devil
way down in the hole."
Tom Waits - "Way down in the hole" -

6 commenti:

  1. Diciamo pure senza troppi giri di parole che non è il film adatto al momento jet lag totale.
    PROPRIO NO!

    RispondiElimina
  2. Lo dici solo perchè non hai gradito le iguane e i coccodrilli, ma vedrai che una seconda visione migliorerà le cose!

    RispondiElimina
  3. Ho rifiutato a priori, proprio come uno di quegli snob che odi tanto, di vederlo e l'unico punto a suo favore è la presenza di Herzog, penso.
    Io, Nicolas Cage lo odio.
    Fa sempre gli stessi film -ok, tolto questo e The weather man- sempre e solo cazzo di blockbuster, mi sembra Denzel Washington.
    Anche lui, a mio avviso, bollitissimo.

    Ford, non so perchè ma io aspetto The town di Affleck con smodata trepidazione. Che dici, esagero?

    RispondiElimina
  4. The weather man non mi era affatto dispiaciuto. Forse è il miglior film di Verbinski.
    Ad ogni modo questo è l'effetto che normalmente fa Nicholas Cage alle persone come si deve, quindi tranquillo.
    Però, devo ammetterlo, il film vale.

    RispondiElimina
  5. Per quanto riguarda The town, caro Dembo, che dire!?
    Un pò incuriosisce anche me. Staremo a vedere.

    RispondiElimina
  6. Uno dei pochi film nella nostra vita che abbiamo bloccato prima della metà,lui fastidiosissimo e la trama non interessante.Mi ha lasciato solo una gran voglia di vedere l'originale con Harvey Keitel!

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...