Pagine

sabato 24 marzo 2012

Il ragazzo con la bicicletta

Regia: Jeanne-Pierre e Luc Dardenne
Origine: Belgio
Anno: 2011
Durata: 87'



La trama (con parole mie): Cyril è un ragazzino con evidenti problemi comportamentali legati al suo abbandono da parte del padre Guy e alla permanenza in un istituto.
Nel corso di una delle sue continue fughe dallo stesso alla ricerca dell'indirizzo del genitore, Cyril incontra per caso la giovane parrucchiera Samantha, che prende subito a cuore la sua vicenda e si offre di ospitarlo come tutrice nei week end, nonchè di aiutarlo a rintracciare il suddetto padre.
Quando l'incontro con Guy non va come Cyril vorrebbe, il legame tra lui e Samantha cresce d'intensità, pur se minacciato dall'influenza negativa che il giovane Wes potrebbe esercitare sul suo futuro.
Cosa attenderà dunque il ragazzino sempre ai pedali della sua affezionatissima bicicletta? Una nuova figura materna o una vita sulla strada, con il soprannome di Pitbull?
Cyril, forse per la prima volta, avrà tutto nelle sue mani.



Devo confessare di non avere mai avuto un rapporto idilliaco con i fratelli Dardenne: per quanto, infatti, continui a pensare che siano una delle voci più importanti del panorama del Cinema d'autore europeo, mi sono ritrovato ad ammirare alcuni loro lavori - La promesse e Il figlio su tutti - e a detestarne profondamente altri - il pluripremiato ed incensato Rosetta -, nonchè a contestare la giuria di Cannes che, una volta sì e l'altra pure, tende ad assegnare la Palma d'oro ai due fratelli ormai francesi d'adozione.
Il mio approccio ad ogni loro nuovo lavoro, dunque, è sempre piuttosto cauto, dato il suddetto amore/odio che riescono a suscitare nel sottoscritto: con questo Il ragazzo con la bicicletta, insolitamente ignorato all'ultimo Festival di Cannes vinto dal pippone malickiano The tree of life, devo ammettere per la prima volta di essermi trovato di fronte ad un loro film soltanto discreto, incapace di farmi incazzare ed inveire, dunque, contro tutte le orde di radical chic che venerano i due fratelli più noti alla settima arte del Vecchio Continente o, al contrario, di lasciarmi senza parole, stordito dalla potenza di un Cinema che ha fatto dell'anti-spettacolarizzazione uno dei suoi punti di forza.
La vicenda di Cyril e Samantha, infatti, per quanto ricca di spunti decisamente interessanti e sempre in linea con una realtà durissima e mai conciliante, mi è parsa più debole rispetto a quanto i Dardenne sono soliti proporre, tanto da ricordarmi più il leggero e piacevole Tomboy - una delle sorprese più interessanti del Cinema transalpino recente - che non una delle storie tutte peso e sofferenza dei creatori del già citato Rosetta.
Ora, lungi da me criticare una pellicola perchè non abbastanza dura o senza speranza - la capacità di arrivare al cuore dello spettatore passa senza dubbio anche dall'ottimismo -, ma ho trovato in questo film una certa difficoltà di fondo - o meglio, incertezza - sulla direzione da far prendere all'intero lavoro: dall'inizio insistito ed irritante cucito addosso ai dolori del giovane Cyril all'incontro rivelazione con il padre in grado di far rivedere il giudizio precedente sull'irrequieto pre-adolescente, dalla vita con Samantha all'incontro con Wes, dal drammatico confronto finale con le due vittime della rapina in grado di lasciar presagire il peggio ad un'apertura che, più che orientata alla speranza, resta insapore come una realtà per la quale lottare è un affare di ogni giorno, un insieme di scelte una più difficile dell'altra da prendere per poter pensare di andare avanti - Samantha ed il suo compagno, Cyril e suo padre -.
In questo senso troviamo, forse, il meglio che quest'opera abbia da offrire, fatto di decisioni spesso e volentieri che più che di piacere o dolore risultano di sopravvivenza, come quelle dei due protagonisti, che trovano nel loro legame un modo per uscire da una realtà che potrebbe non offrire loro quello che vorrebbero: con un minutaggio maggiore e, forse, qualche scelta stilistica in grado di allontanarsi da quello che ormai è un consolidato standard - o clichè? -, forse, ci saremmo trovati di fronte ad una nuova pietra miliare targata Dardenne.
Invece restiamo qui a pensare a I 400 colpi e la sua eredità osservando il giovane Cyril lottare per la sua bicicletta, ultimo ricordo e lascito di un padre inadeguato e codardo, e in sella alla stessa affrontare ogni caduta e conseguenza delle stesse.
In fondo, con qualche graffio in più, resta sempre lei.
E se anche non sarà la migliore del mondo, sarà la sua: quella che viaggia al passo e alla marcia giusti, e che sa dove dovrà condurlo per tornare a casa.


MrFord


"Bicycle bicycle bicycle
I want to ride my bicycle bicycle bicycle
I want to ride my bicycle
I want to ride my bike
I want to ride my bicycle
I want to ride it where I like."
The Queen - "Bycicle race" -

19 commenti:

  1. Adoro il cinema dei fratelli Dardenne e forse non riesco a essere obiettivo fino in fondo.Non me la sento di parlare di capolavoro,( a mio avviso lo erano Rosetta, la Promessa e soprattutto Il Figlio ),ma questo resta comunque un gran film.Come sempre poco accomodante e giocato più sui silenzi che sulle parole ( anche se qui ci sono più parole che in qualsiasi altro film dei cineasti belgi ).A mio modo di vedere,il film non apre nè all'ottimismo nè alla speranza.Il ragazzo è condannato,come tutti i personaggi dei Dardenne,a un vuoto d'affetti e a una vita tragica, dalla quale pare impossibile redimersi.E quella scena finale, quello sguardo basso e privo di gioia, quell'aggrapparsi alla bicicletta come simbolo di identità e riscatto,ti resta nello stomaco per sempre,ti costringe a ripensarci e in qualche modo a provare vergogna.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottima analisi, Black.
      La promessa e Il figlio li ho adorati anche io.
      Rosetta, invece, mi è parso troppo, troppo, troppo anche per due grandi come i Dardenne.

      Elimina
  2. Carissimo, quando arriva quella visione? :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ho già visto e programmato per metà aprile, dato che sono in forte anticipo sulle visioni.
      Vuoi qualche anticipazione o aspetti?

      Elimina
    2. Assolutamente anticipazioni.
      Anche se ne può andare della nostra amicizia :)

      Cioè, te hai già in progrmma 20 recensioni e passa???

      fenomeno

      Elimina
    3. Ebbene sì, sono discretamente in anticipo. ;)

      Come anticipazioni ti posso dire che, come fu per Kynodontas, il film mi ha a tratti irritato tantissimo.
      Ma, nonostante questo, è impossibile non riconoscere la sua totale ed incredibile genialità, nonchè il crescendo finale, da paura. Una meraviglia.

      Elimina
    4. Grazie James, mi ritengo soddisfatto, anche perchè con te si rischia sempre moltissimo. :)

      Volevo dirti 2,3 cose però(ne parleremo molto più diffusamente poi).

      1 Sny è uno dei pochi film nella recente storia contemporanea ad aver tutta la vita dentro, tutta la vita del suo regista e, come una sineddoche, tutte le nostre. In questo senso qualsiasi paragone (come ad esempio Kinodontas, capisco perchè l'hai tirato fuori) con altri film non è nemmeno possibile.

      2 E', a prescindere dalla sua bellezza (per me irraggiungibile) uno dei film più COMPLESSI, COMPLETI E IMPORTANTI della nostra storia recente ma quasi nessuno sembra essersene accorto e la cosa mi disgusta. Beati voi che ad esempio ancora guardate gli Oscar :)

      3 Non sempre James devi vedere il genio, la sensibilità e la creatività di un regista sfornare prodotti in cui questo genio, questa sensibilità e questa creatività sono sfruttati a tavolino per produrre qualcosa di intellettualmente grande e complesso (per Kynodontas, film a tesi, poteva esserlo ad esempio).
      Secondo me qualche volta bisognerebbe riconoscere l'assoluta genuinità di un genio, il suo essere semplicemente quello che è. E qui io ho trovato una verità impressionante. Ovviamente mi riferisco alle tue irritazioni perchè credo di capire dove vuoi arrivare.

      Riguardalo James, mi faresti ancora più felice.
      Grazie lo stesso delle belle parole, ne avevo bisogno perchè io da 5 giorni non penso ad altro.
      Un caro saluto.

      Elimina
    5. Ovviamente il rivederlo te lo consiglio perchè davvero scopriresti mille cose nuove e particolari che non puoi aver visto.
      Io credo di rivederlo stasera.
      Ancora un saluto.

      Elimina
    6. Ho letto quanto ti ha sconvolto questa visione, e posso capirti.
      Sicuramente in futuro lo rivedrò, ma in genere cerco sempre di lasciar passare almeno un anno da una visione all'altra di uno stesso titolo, anche di quelli che ho amato.
      Se poi dovessi recuperarlo in dvd, tanto meglio.

      Elimina
  3. sono ancora una volta sorprendentemente piuttosto d'accordo.
    un film senza infamia e senza lode che non convince ma nemmeno irrita troppo...
    l'avevo visto nel periodo di classifiche di fine anno, quindi non ho avuto modo di scrivere la mia rece, anche perché non è una visione che mi abbia ispirato..
    comunque i dardenne sono troppo neorealisti per i miei gusti, strano tu non sia un loro fan accanito!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente potrebbero essere fordiani i Dardenne, ma ho sempre pensato che se la menassero troppo.
      Pane e salame ce n'è poco, nei loro film. Anche nei migliori.
      Quindi, incredibilmente, siamo totalmente d'accordo.

      Elimina
  4. Quindi questo non è un film francese? Avrei detto di sì.. Non so chi siano questi Dardenne ma il film l'ho visto e mi è piaciuto molto. Un film "senza finale" (espressione inventata da me) o.. indeciso? - il finale ce lo possiamo immaginare noi, nella vita non conosciamo il finale di nulla, in fondo, e a volte non abbiamo nemmeno una direzione, non viviamo certo per sfoggiare a fine giornata o a fine estate una morale della favola che ci cambierà la vita. Improvvisiamo. Quindi perché dovrebbe averla un film che racconta un pezzo di vita (non una fase).
    Io l'ho visto così, e il bello di essere incompetente è che non ho elementi per notare la mancanza dello stile-Dardenne :)
    E poi non c'è nulla di male ad attaccarsi ad una bicicletta - io ero attaccata ad un pupazzo e non uscivamo mai di casa, che sfigati, almeno Cyril vaga libero e incontra persone che potrebbero cambiargli la vita, quelle sì, anche se nel film forse non si nota oppure si nota ma non subito oppure si nota ma anche il contrario oppure... bah
    :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' interessante l'analisi di chi vede autori come i Dardenne "dall'esterno", è niente male il punto di vista sul finale.
      Se riesci, comunque, recupera La promesse e Il figlio, per me i due veri Capolavori dei Dardenne.

      Elimina
  5. Anch'io devo ancora recuperare parecchi film dei Dardenne. Questo non è certo favoloso ma mi è comunque piaciuto, l'avevo pure messo nella top 20 del 2011. Insomma, la penso più o meno come te. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottimista, secondo me Il figlio e La promesse devono essere i primi della lista, se ti mancano.
      In caso, aspetto di sapere che ne pensi tu. :)

      Elimina
  6. Questo è un film che volevo vedere: ricordo che mi commossi già dal trailer.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente è una visione consigliata, anche se i Dardenne in passato hanno realizzato cose decisamente più potenti.

      Elimina