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lunedì 20 giugno 2011

London boulevard

La trama (con parole mie): Mitchel, appena uscito di galera, è fermamente intenzionato a scrollarsi di dosso il mondo che ha lasciato alle sue spalle appena entrato in carcere, tre anni prima, a partire dal suo vecchio compare Billy.
Per farlo, cerca lavoro come guardia del corpo di una diva che a seguito di un'ascesa precoce e vertiginosa si ritrova, prima dei trent'anni, ad essere divorata da psicosi di vario genere ed ansia da incombenti paparazzi.
Inutile dire che il fascino da bel tenebroso di Mitchel risveglierà nella giovane Charlotte non soltanto i sentimenti schiacciati dall'isolamento, ma la spingerà a buttarsi di nuovo nella mischia, magari portando l'uomo con lei: peccato che, sulla strada per la loro nuova vita, i due debbano fare i conti con Gant, boss che vorrebbe a tutti i costi portare dalla sua Mitchel.

Esistono film capaci di rimanere sospesi, realizzati con professionalità e godibili eppure clamorosamente piatti e pervasi da quell'aura di "già visto" mai troppo utili se non si è in grado di coinvolgere adeguatamente lo spettatore.
London boulevard è uno di essi.
Se paragonato, infatti, a molte schifezze proposte in sala, la pellicola firmata da William Monahan - già sceneggiatore di The departed e Nessuna verità, tra gli altri - appare senza dubbio solida ed assolutamente onesta, di quelle da passarsi una serata con la sicurezza di aver assistito ad uno spettacolo ben realizzato eppure ugualmente associabile all'intrattenimento da distensione di cervello - specie nei periodi in cui lavoro e vita mettono lo zampino sulla soglia d'attenzione che è possibile sfoggiare al termine della giornata -.
Eppure, considerati il background dell'autore, la sceneggiatura e la serie di strizzate d'occhio portate all'indirizzo di pellicole dello stesso genere ma decisamente più potenti come The town o a registi esperti nella stessa materia ma assolutamente più ironici e divertenti - Guy Ritchie -, e non ultima la sensazione che la volontà dello stesso Monahan potesse essere quella di trasformare la storia di Mitchel e Charlotte in una sorta di nuovo cult londinese che potesse sostituire i passati Lock&Stock nel cuore degli appassionati, il risultato non può che perdere punti.
Come credo possa essere facilmente intuibile, dunque, Monahan non ha - e probabilmente non avrà mai -, dalla sua, il carisma o l'appeal di Ritchie, e benchè il cast risulti azzeccato - su tutti spicca un ottimo David Thewlis nell'incredibile ruolo di Jordan, unico personaggio ad avere tutte le potenzialità per figurare in un cult con tutti i crismi, seguito a ruota da Ben Chaplin - la storia naviga tranquillamente sui binari del già sentito senza deragliare ma senza neppure far gridare al miracolo.
Certo, il mestiere si vede ed il risultato minimo è comunque portato a casa, alcune idee risultano efficaci ed il ritmo non perde colpi neppure nei momenti della pellicola ritagliati per la storia che coinvolge i due protagonisti, preludio al crescendo del confronto tra Mitchel e Gant - il loro dialogo al ristorante vale tutta la pazienza portata nei momenti dedicati allo sbocciare dell'amore tra la Knightley e Farrell, che, almeno visti dall'altra parte dello schermo, paiono avere un'alchimia ed un affiatamento pari a quelli di uno sgabello ed una spugna di mare -, decisamente più movimentato e confacente al genere.
Ottimo, invece, il finale, che pur se anticipatissimo e chiaramente ispirato ad altri classici di caratura ben maggiore - Carlito's way su tutti -, dona uno spessore decisamente maggiore ai due amanti, che nella separazione definitiva trovano una dimensione decisamente più reale e clamorosamente più intensa.
In questo senso, aumenta il rimpianto rispetto alla scelta di Monahan di compiere il grande salto della regia senza lavorare con più intensità su questa sceneggiatura prima di consegnarla ad un cineasta più esperto che, forse, avrebbe potuto trasformare la storia di Mitchel in quella perla che lui stesso avrebbe voluto consegnare al pubblico.

MrFord

"I though it was all just a nightmare
I guess it was true
But now I'm left with a daily reminder of you."
Dropkick Murphys - "Rude awakenings" -

14 commenti:

  1. carisma e appeal di guy ritchie?
    la brutta copia inglese di tarantino??
    ma per favore!

    comunque il mio post batte il tuo 4 a 0
    uahahahahaha

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  2. Carisma e appeal rispetto a Monahan, chiaro!
    Mica ho scritto che Ritchie è meglio di Tarantino!
    Come al solito non riesci a capire una favazza del senso delle cose, ma a giudicare dai tuoi gusti pessimi e dal tuo post tutto incentrato sulla bollitissima coppia di protagonisti, non mi stupisce! ;)

    E comunque il fordismo prevede un quattro a zero nel primo tempo che si muta in un cinque a quattro per me nella ripresa, come nella migliore tradizione holly&benjesca! Aahahahahah!

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  3. Preferisco Guy Ritchie a Tarantino (Rocknrolla è imperdibile!).
    Se non altro perché è inglese, e gli Inglesi (per usare il vostro stesso slang!) battono gli Americani 100 - 0!!! :-D
    Ma la smettete di mitizzare Tarantino, che dopo Pulp Fiction e Jacky Brown (il migliore!) non ha fatto altro che vivere di rendita?
    Ma perché Tarantino piace tanto ai ggggiovani??? E' vuoto. E' solo forma (ripeto, ad eccezione dei due sopracitati).
    E' bravissimo tecnicamente certo, ma non ha nulla di dire.

    Buona giornata :-)

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  4. Ciao Biancaneve,
    direi che io sono ancora e sempre dalla parte degli States, e Cannibale lo sa bene dato che continua a pensare che io abbia combattuto la Guerra d'indipendenza e anche quella di Secessione! ;)
    Ad ogni modo, mentre sono d'accordo sul fatto che Tarantino sia vissuto di rendita per anni - Kill Bill e A prova di morte ne sono la prova, appunto, evidente - trovo che non ci sia proprio paragone tra lui e Ritchie, che ha confezionato qualche pellicola carina, ma niente di più. Jackie Brown splendido, sono d'accordo, mentre Rocknrolla mi è parso senza infamia e senza lode. E Bastardi senza gloria è magnifico.
    Mi sa tanto che qui verrà fuori una discussione interessante.
    Buona giornata a te!

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  5. P.S.:
    In realtà - e mi sembrava di averne dimenticato uno - di Tarantino salvo anche Kill Bill, che mi è paciuto molto.
    "Grindhouse": inguardabile.
    "Bastardi senza gloria": non posso dire che sia un brutto film, bellissime alcune sequenze, e ripeto, Tarantino come gira mi piace tantissimo, ma lo trovo appunto vuoto.
    Guy Ritchie allora lo trovo più genuino, con meno pretese. E per questo lo preferisco.

    Ora non ho tempo per approfondire, devo scappare, ma comunque è certamente una discussione interessante (e perdona la mia eccessiva didascalia).

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  6. Non so, forse proverò a recuperarlo... Tutto sommato Colin a me sta simpatico. Anche se il fatto che il regista sia lo sceneggiatore di The departed non fa certo pendere l'ago dalla sua parte, infatti è il film che mi è piuaciuto meno di Scorsese (non li ho visti tutti, me ne mancano due o tre) ed è preso pari pari da Infernal affairs.
    Sì, è vero, Tarantino ha vissuti per anni di rendita, ma con Bastardi è tornato ai vertici di pulp fiction.

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  7. Biancaneve, io ho trovato vuoto, per quanto girato benissimo, Kill Bill, mentre con Bastardi trovo che il vecchio Quentin sia tornato agli standard di Pulp fiction.
    Guy Ritchie, pur se genuino, non è ancora arrivato - e forse mai arriverà - ai livelli del ragazzaccio di Knoxville.
    Didascalia più che perdonata.
    Appena hai tempo torna pure, qui si discute sempre con piacere!

    Dembo, anche per me The departed è uno degli Scorsese meno incisivi, e Infernal affairs gli è comunque superiore. Mi ricordo, infatti, il dispiacere che l'Oscar arrivasse proprio con questo.
    Poi, per carità, meglio il peggior Scorsese che il migliore tra i tanti registi fuffa in giro. ;)
    A proposito, fratello: ho i biglietti omaggio per tutti per Cars 2, venerdì andiamo a vedere quello al posto di Apocalypto o rimaniamo sul pazzoide Mel e Cars ce lo spariamo la settimana dopo?

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  8. The Departed all'inizio mi era piaciuto, ma quando poi ho visto Infernal Affairs l'ho rivalutato. Come dice anche Dembo, a parte qualche aggiunta, sono praticamente uguali: stesse scene, stessi dialoghi...
    È vero che resta un buon film, ma insomma...

    Questo London Boulevard comunque mi sa che può aspettare. :D

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  9. Ottimista, concordo in pieno su The departed.
    E London boulevard ci sta per rilassarsi quando non hai altro da vedere, fondamentalmente.
    Così te lo godi e via.

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  10. Adoro queste frasi: "paiono avere un'alchimia ed un affiatamento pari a quelli di uno sgabello ed una spugna di mare"... XDXD
    Avevo già capito che non era il top di gamma ma così mi hai fatto scompisciare!

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  11. a me london boulevard è risultato abbastanza insulso, privo scopo e ragione.

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  12. Eddy, bentornato! Come sono andate le ferie?
    Muchas gracias, comunque! Mi è uscita proprio così! ;)

    Frank, a me è parso tutto sommato piacevole, ma davvero niente di memorabile o che richieda qualsiasi cosa in più di una visione di striscio.

    Eddy&Frank, il primo luglio - che è venerdì - farò un addio al celibato reloaded dalle mie parti. So che è lontano ed uno sbattimento, ma se vi venisse voglia di partecipare alla sbronza hangoveriana fatemi sapere via mail.

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