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mercoledì 26 agosto 2015

Joker - Wild card

Regia: Simon West
Origine: USA
Anno: 2015
Durata: 92'






La trama (con parole mie): Nick Wild è un tuttofare nell’ambito della sicurezza anglosassone trapiantato malvolentieri a Las Vegas che sogna di mollare tutto per cinque anni, comprare una barca e navigare dalla Corsica in tutto il Mediterraneo.
Quando una giovane prostituta d’alto bordo sua amica finisce per chiedergli aiuto dopo essere stata violentemente percossa dal figlio di un boss locale, e Nick, da buon cavaliere, accetta di sistemare le cose per lei, le carte sul tavolo della guardia del corpo cambiano: ritrovatosi con nuovi nemici, uno strano cliente e venticinquemila dollari, con una notte ancora da trascorrere nella Città del Peccato, decide di giocarsi il tutto per tutto al tavolo di Blackjack.
Riuscirà a guadagnare abbastanza da abbracciare il suo sogno lontano dagli States?
O l’alcool, la predisposizione alla sconfitta e la minaccia del padre del rampollo che ha contribuito a sbatacchiare intralceranno i suoi piani?








Tendenzialmente, la mia inguaribile nostalgia per il Cinema action anni ottanta rispetto alla penuria di proposte in grado di reggere il confronto attuale mi porta a considerare assolutamente imperdibile ogni proposta che garantisca la presenza nel cast di Jason Statham.
Se, poi, dietro la macchina da presa si trova Simon West, parte integrante della figata estrema che è stata la saga degli Expendables, i dubbi finiscono per scendere sotto zero: Wild Card, gioco di parole legato alle carte ed al cognome del suo protagonista, è un prodotto atipico, rispetto a quello che ci si aspetterebbe considerate le premesse, ovvero una sequela infinita di botte rifilate dal nostro inglese spaccaculi preferito ai suoi rivali di turno.
La vicenda di Nick Wild, infatti, è più una sorta di nostalgica riflessione sulla natura di outsiders che non il classico prodotto tamarro e sopra le righe che ci si aspetterebbe considerati i nomi sul cartellone, e che, paradossalmente, proprio in questa sua diversità mostra un fascino perso, ancor più paradossalmente, proprio nelle sequenze action a tutti gli effetti, appesantite da ralenti stile Matrix decisamente superati ed evidentemente accessorie rispetto alla vicenda principale narrata dagli autori.
La posizione del protagonista, loser nonostante le potenzialità, e perfino nella vittoria – si veda il suo ruolo nel confronto tra il boss e la sua amica, o la sequenza d’apertura, prevedibile eppure inaspettata, quantomeno rispetto ai fan di Statham – destinato alla polvere, rappresenta lo spunto più interessante di un action assolutamente atipico, non nuovo all’attore – era già capitato con il sottovalutato Homefront, che spiazzò anche questo vecchio cowboy, scritto, tra l’altro, da Sly in persona – e decisamente più legato all’aspetto crepuscolare di un certo tipo di eroe che non al suo essere un “buono”, o un “vincente”.
La parte di pellicola ambientata nel casinò, con Nick intento a giocarsi tutte le sue carte, i soldi ed i sogni sul tavolo verde alzando sempre di più la posta, infatti, è indicativa rispetto a quello che, probabilmente, West e soci vanno ricercando fin dai tempi dell’operazione Expendables già citata: purtroppo, una certa epoca è inevitabilmente tramontata, e per quanto noi si possa sognare e sperare di no, dobbiamo accettare il fatto di essere destinati a perdere la partita, probabilmente perché guidati da sogni che, in una certa misura, desideriamo rimangano tali proprio perché perfetti per spingerci un giorno dopo l’altro ad inseguirli.
Le presenze di Sofia Vergara, Milo Ventimiglia – un vero cane – e Stanley Tucci fanno, come Las Vegas, da sfondo ad una parabola da tramonto di fine estate incentrata – come è giusto che sia in questi casi – su un protagonista che è impossibile non amare, un lone wolf d’altri tempi in grado di ricordarci, purtroppo, che il West e la Grande Frontiera sono tramontati, e con loro i tamarri sopra le righe figli degli eighties, destinati ad una nostalgia che non potrà mai essere placata, come una sete dagli appetiti insaziabili, o la ricerca di chi non si accontenta di sopravvivere, ma finisce per voler vivere sempre di più, sempre un passo oltre.
E’ il grande limite ed il grande pregio di prodotti come questo, che segnano la fine di qualcosa eppure, in qualche modo, ne officiano l’immortalità: perché tutti quelli guidati da una certa passione, continueranno a sognare una barca nel cuore del Mediterraneo, ad anni lontani da tutte le quotidianità del mondo.
Che si riescano, oppure no, poco importa.
Quello che farà la differenza, sarà l’aver tentato, l’aver vissuto, l’aver lottato.



MrFord



"My odds are stacked
I've never been a gambling man
I've never had the winning hand
but for you I'd lose it all
my odds are stacked
I've never been a gambling man
I've never had the winning hand
but for you I'd lose it all
(baby I'd lose it all)."
The Overtones - "Gambling man" - 





21 commenti:

  1. L'ho visto un po' di mesi fa e, ad essere sincera, non mi aveva entusiasmato più di tanto...

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    1. Non è niente di eclatante, ma io mi ci sono ugualmente affezionato.
      Sarà per Giasone! :)

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    2. che è l'unico motivo per cui ho deciso di vederlo, fra l'altro! :)

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    3. Immagino che tu non sia l'unica! ;)

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  2. L'ho visto tempo fa,non mi ha colpito particolarmente.Anche qui cmq siamo dei completisti del Giasone,quindi se c'è lui,si guarda ;)

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  3. mi avete incuriosito...e anche io sono un completista del Giasone...

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  4. Un altro film di cui non conoscevo l'esistenza da recuperare assolutamente.

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  5. Altro film che non sembra essere nelle mie corde, ma ormai ho deciso di provare a riscoprire il cinema action, genere che, forse colpevolmente, ho sempre snobbato.

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    1. Mi fa molto piacere che tu abbia voglia di riscoprire il genere, Sal: se vuoi ti faccio una bella lista di recuperi necessari. :)

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    2. Non la rifiuto di certo questa offerta! :D

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    3. Allora mandami una mail, così ti faccio un bel listone come si deve!

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    4. Ho scritto all'indirizzo indicato sulla destra!
      Attendo trepidante.

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    5. Non mi è arrivato nulla, Sal!
      Rimanda: mrjamesford79@gmail.com

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  6. Manca il guizzo, hai ragione: eppure me lo sono goduto in gran scioltezza. :)

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  7. Ironico che tu definisca Milo Ventimiglia un vero cane.
    Non perché non lo sia, lo è eccome, ma perché ha lo stesso modo di recitare "mascellare" di Stallone, il tuo attore preferito, di cui è il degno erede. Non a caso ha anche interpretato suo figlio in Rocky Balboa...

    Quanto al filmetto è modesto e tranquillamente evitabile, però se non altro rispetto a certa robaccia action che consigli di solito non è nemmeno così tremendo. E' gia tanto! ;)

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    1. Ahahaha ma io non ho mai considerato Sly un grande attore: è semplicemente una Leggenda, e poco importa se il suo labbro recita meglio di lui! ;)

      Il film non sarà memorabile, ma è comunque meglio di tanta robaccia teen - quasi tutta - che guardi tu! ;)

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