Pagine

martedì 17 febbraio 2015

Emiliano (1984 - 2015)


Ricordo bene il pomeriggio in cui dimenticasti Love Gun sulla mia scrivania.
Era uno dei tanti che avevi passato a casa nostra, venendo direttamente dopo la scuola con Dario.
Fino a quel momento eri solo stato il migliore amico di mio fratello minore, una presenza fissa che, inevitabilmente, finivo per guardare dall'alto delle mie inquietudini adolescenziali, e poco di più.
Quel disco dei Kiss, invece, fu l'inizio di qualcosa che non mi sarei mai aspettato: uno dei più grandi amori musicali della mia vita ed un rapporto che finì per costruire un'amicizia che, seppur non profonda come quella che avevi con Dario, ci ha portato a condividere ricordi, sbronze, film, musica, esperienze, viaggi.
Ricordo quando chiedemmo a tua madre di concederti un giorno di tregua dalla punizione per farti venire a casa nostra per il set fotografico truccati da Kiss nella settimana del concerto cui ti portammo io e Fabio nel marzo del novantanove, ad oggi ancora uno dei miei preferiti, come se fossi un cuginetto, o un fratello aggiunto.



Con le superiori e la scelta di percorsi differenti non capitava più così spesso di averti in giro per casa, eppure le uscite con Dario, le prime sbronze insieme, i vostri anni a Bellaria - quelli, forse, in cui io fui più lontano che mai da voi - hanno mantenuto un legame che è tornato a farsi sentire più forte di prima nell'estate del duemilasei, quella delle sambuche alle Colonne e delle partite dei Mondiali alla Festa dell'Unità.
Forse è stato quello il momento in cui ho pensato che, in qualche modo, in tutti quegli anni e senza neppure accorgermene, eri diventato davvero un fratello acquisito.
Ricordo il video di "I'm a fuckin' easy lady", i sabati notte allo Zoe, i "Fantossi!", la fiaschetta che mi portavo dietro, quella volta in cui guardammo Clerks 2 tutti e tre insieme, io te e Dario, prima di prepararci all'ennesima nottata sulle note di una delle nostre rock band anni ottanta.
Ricordo il viaggio in Irlanda, dalle conquiste a Galway a Tommy in quel locale a Dublino con la sua mazzetta dei soldi e l'imbarazzo di trovare il modo di dirgli che ce ne saremmo andati, la miniera e le scogliere di Moher.


E poi le ricorrenze, le feste, il compleanno di Dario a fine agosto del duemilasette, prima che decidessi di trasferirti proprio nell'Isola di Smeraldo, di cominciare a viaggiare: Galway, New York, il Canada, l'Australia.
Anni in cui ci si è persi di vista, ma si è rimasti comunque legati.
E mentre da queste parti si metteva su casa, tu giravi il mondo ed alimentavi non solo la grande passione per la musica, ma esportavi una personalità sicuramente complessa ma intrisa della bontà del vero "good guy", del "Goonie", un pò come tutti noi, stretti attorno mezzi sbronzi quel giorno che pare lontano fin troppo.


Ricordo quando ci siamo visti alla fine di settembre, quando ci siamo sentiti per il mio compleanno con la promessa di organizzare un'uscita, e ricordo poco più di un anno fa, quando con Dario siamo venuti a cena a casa tua, completamente risistemata dopo il ritorno a Milano.
Ricordo il riso, l'antipasto, il whisky da discount che avevo portato, Warren Zevon in sottofondo, la foto che ho scattato e messo su Instagram con te e Dario sul tuo divano, ed uno spazio vuoto in mezzo.
Ora mi sento come se fossi seduto io, al tuo posto, di fronte a mio fratello, e tra noi, come in un abbraccio, il nostro fratello acquisito.
Mi sento come se tutti questi ricordi costruiti insieme fossero diventati di colpo solo miei.
E per quanto possa suonare grottesco, lontano da come io vivo e vedo la vita, è proprio così.
Hai deciso di andartene come una delle rockstar che abbiamo ascoltato, amato, condiviso.
Proprio come Jim Morrison, in quella vasca da bagno a Parigi.
Non voglio chiedermi i perchè, o una spiegazione rispetto a quello che può averti portato fino a quell'ultima canzone.
Non voglio chiederli a te.
Come ben sappiamo entrambi, "a volte sei tu che mangi l'orso, e a volte è l'orso che mangia te".
Così ora terrò per me e per le persone che ti hanno amato - e ti amano ancora, non sai in quanti mi abbiano scritto, in questi giorni - tutti questi ricordi, li racconterò un giorno ad Ale come parte della vita del suo vecchio, e un giorno gli regalerò quella splendida raccolta in quattro cd sulla storia del punk che preparasti per il mio compleanno di quel così "nostro" duemilasei.
Sono sicuro che ti avrebbe visto come uno zio un pò matto, e che ti avrebbe guardato per quello che sei stato: una persona speciale.
E ora non so come chiudere, perchè sento che è un pò come realizzare una volta per tutte quello che è successo: ma è giusto che lo faccia, per come sei stato tu, e per come sono fatto io.
E lo faccio nel modo più semplice possibile.
Ti voglio bene, Emi.
So long.





"Well I could call out when the going gets tough.
the things that we've learnt are no longer enough.
no language, just sound, that's all we need know,
to synchronise love to the beat of the show."
Joy Division - "Transmission" -



28 commenti:

  1. Magari non sarà lo stesso che fartele di persona, ma desidero farti le mie condoglianze.

    RispondiElimina
  2. Non ho molto da dire...
    Meglio dire vorrei dire tanto, ma molte volte valgono molto di più i silenzi.
    Un forte abbraccio James!

    RispondiElimina
  3. Non ti conosco di persona, ma ti conosco attraverso le pagine del tuo blog e penso che questo sia stato il post più sentito e doloroso che tu abbia mai potuto scrivere. Condoglianze.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'anno scorso ne avrei potuto scrivere uno anche più doloroso, ma ho evitato di farlo per non massacrarmi.
      In questo caso ce l'ho fatta, anche se avrei preferito che non fosse successo, e aver postato la classica recensione.

      Elimina
  4. Due anni fa un brutto male si è portato via un mio caro amico nell'arco di una decina di giorni,e sto ancora aspettando di riprendermi :/
    Non posso neppure immaginare come ci si possa sentire,sapendo che un tuo amico carissimo ha deciso di scrivere la parola fine di sua mano.
    Condoglianze sentitissime.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A dire il vero è molto strano, perchè è come se non ci fosse qualcuno o qualcosa con il quale prendersela.
      Senza dubbio avrei preferito condividere con lui qualche altro viaggio o bevuta, che non condividere qui con voi questo post.

      Elimina
  5. Ho perso mio padre un paio di mesi fa, improvvisamente. So che le parole in questi casi non consolano..però ti porgo le mie più sentite condoglianze, a te e a tuo fratello.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Beatrix. Non sapevo di tuo padre, quindi ricambio.

      Elimina
  6. difficile dire qualcosa, in questi casi. ti sono vicino, cowboy

    RispondiElimina
  7. Condoglianze anche da parte mia...

    RispondiElimina
  8. condoglianze, per quanto possano valere viste le circostanze....

    RispondiElimina
  9. Giusto per sdrammatizzare un pochino, e da buffone di corte quale sono questo è il mio ruolo, diciamo che, Kiss a parte, quella felpa dei Joy Division e la sua passione per il punk mostrano come avesse di certo dei gusti musicali migliori dei tuoi, Ford.

    Detto questo, pur non conoscendolo mi sembra che tu gli abbia reso omaggio nella migliore maniera possibile.
    Condoglianze. :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà sei tu che sottovaluti i miei gusti musicali, parte tamarra degli stessi esclusa. ;)

      E grazie.

      Elimina
  10. Caro Ford, per quanto possa valere, ti mando l'abbraccio più forte che ho.

    RispondiElimina
  11. Voglio sottolineare la parte più speranzosa di quanto hai scritto, quello che ti ha trasmesso non morirà mai perché ha influenzato te e in questo modo arriverà anche a tuo figlio.
    Si chiama immortalità, un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, senza dubbio.
      Eppure a questa immortalità avrei preferito una lunga vita da condividere.

      Elimina
  12. Che triste quando cominciamo ad essere accomunati anche dalla perdita degli amici. Un abbraccio, Ford!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ricambio, Gae. E sì, è triste davvero, in questi casi.

      Elimina
  13. Uno splendido saluto, di quelli che non si vorrebbe dare mai. Mi dispiace, Ford, ti mando un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio, anche se effettivamente avrei preferito non doverlo dare, questo saluto. O quantomeno non così presto ed in queste circostanze.

      Elimina