Regia: Joss Whedon
Origine: Usa
Anno: 2012
Durata: 142'
La trama (con parole mie): il Tesseract, magico e potentissimo artefatto in grado di segnare le esistenze di interi mondi, da tempo in mano allo Shield di Nick Fury, finisce nel mirino dell'esiliato e rancoroso Loki, alleatosi con i pericolosissimi Chitauri, una razza di alieni dalle belligeranti intenzioni di conquista.
Quando la situazione diviene particolarmente grave e le prospettive per la Terra paiono davvero poco rassicuranti, lo stesso Fury rispolvera un vecchio progetto di supergruppo in grado di contrastare minacce troppo grandi per le comuni difese: ed è così che il da poco "scongelato" Capitan America, il dio norreno Thor, l'instabile Bruce Banner - con il suo alter ego Hulk pronto ad esplodere -, i due letali agenti Vedova nera e Hawkeye ed il miliardario playboy filantropo ed esibizionista Tony Stark/Iron man si ritrovano a dover appianare tutte le loro divergenze giusto in tempo per ricacciare Loki ed il suo esercito nelle profondità da cui sono emersi.
Cominciamo con il botto: The Avengers è il miglior film di supereroi dai tempi de Il cavaliere oscuro.
Diverso, completamente lontano dall'ottica dark e giocata sull'inganno delle complicate architetture di Nolan, eppure incredibilmente efficace nel suo essere colorato, roboante, tamarro, casinista e larger than life.
Joss Whedon, prendendo spunto dall'affresco che i Marvel Studios hanno cercato di preparare nel corso delle loro produzioni degli ultimi anni - dall'Hulk del grande assente Edward Norton all'Iron man di Jon Favreau e Robert Downey Jr passando per i recenti Captain America e Thor -, riesce nell'impresa di convogliare in questo kolossal del genere l'azione sfrenata e gli effettoni necessari per lasciare il pubblico a bocca aperta, una nemesi interessante e sfaccettata - l'ottimo Loki interpretato da Tom Hiddleston -, una caratterizzazione dei personaggi funzionale e profonda ed un'ironia spiccata in grado di rendere quella che, a tutti gli effetti, dovrebbe essere una pellicola dalla forte connotazione drammatica - sempre nel suo ambito, ovviamente - una sorta di grande circo del divertimento anche di fronte ai momenti più "pesi" della stessa.
Merito di una grande sceneggiatura che dimostra lo stato di forma ottimo del papà di Buffy, in grado di rendere interessanti anche personaggi statici come Thor e il vecchio Capitano, caratterizzare al meglio anche i charatchers di contorno - l'agente Coulson su tutti - e lasciare che Iron man e Hulk divengano a tutti gli effetti i protagonisti assoluti, complici la consueta performance sopra le righe di Downey Jr e l'apporto fondamentale di Mark Ruffalo, certamente più adatto di Edward Norton a ricoprire i panni del Dottor Banner: di pari passo, la regia riesce a non deludere la parte più sguaiata dell'audience così come gli spettatori più avvezzi all'autorialità, che finiranno per ritrovarsi ad inneggiare presi dall'esaltazione neanche fossero gli ultimi dei nerd più accaniti dei fumetti di Mamma Marvel - il cui spirito, peraltro, è pienamente rispettato -.
E sempre parlando di sequenze memorabili, occorre riconoscere a questo The Avengers di aver centrato un filotto invidiabile di momenti cult, dai primi confronti Thor/Iron man - impareggiabile la testata del Dio del tuono - e Thor/Hulk all'apocalittica battaglia che vede i Vendicatori finalmente uniti fronteggiare l'esercito dei Chitauri nei cieli e per le strade di una Manhattan dominata dalla Stark Tower, in cui ognuno degli eroi trova il proprio spazio nella difesa e nell'offensiva e l'intero spirito dell'operazione si conferma dominato da una volontà di leggerezza e freschezza da fare invidia ai lavori di Edgar Wright: è proprio in questi frangenti che il personaggio di Hulk, profondamente drammatico e segnato da tormenti interiori che percorrono più di mezzo secolo di storia di "nuvolette parlanti", esce dal guscio che l'ha sempre caratterizzato - ricordo il noiosissimo polpettone che esibì in merito Ang Lee - per regalare al pubblico un nuovo lato della sua furia, che passa dal momento da brividi del "io sono sempre arrabbiato" - sequenza che ha provocato nel sottoscritto la stessa esaltazione di quella del camion ribaltato nel già citato Il cavaliere oscuro, per intenderci - ai due passaggi cult che vedono protagonista il gigante di giada e i due fratellastri Thor e Loki.
Il primo è una chicca di umorismo slapstick e profonda abilità nel delineare il personaggio, il secondo un piccolo Capolavoro di sguaiataggine da film action trash - quel "un dio piuttosto gracile" ancora mi lascia senza fiato -.
Un'esibizione dalla solo apparente mancanza di controllo che porta nuovamente alla ribalta Whedon e fa sperare benissimo per la realizzazione di un sequel che vedrà il gruppo di eroi fronteggiare una minaccia tra le più terribili e "cosmiche" dell'intera storia dell'Universo Marvel, invertendo di fatto una tendenza andata consolidandosi nelle ultime stagioni cinematografiche: in effetti la storia recente non era stata troppo tenera con le pellicole tratte dalle realtà superomistiche, tanto da insinuare il dubbio che le stesse fossero in procinto di diventare una sorta di ridicolo carrozzone in continua esibizione di mezzi sempre e solo sfruttati per le convenienze commerciali del momento, rischiando di trasformare il genere nell'involontaria parodia di se stesso.
The Avengers segna, di fatto, un nuovo punto di partenza, e fissa uno standard che, a mio parere, potrà essere superato soltanto dall'imminente ritorno del Batman nolaniano sugli schermi - previsto per quest'estate -: intrattenimento intelligente con tutto il gusto a metà tra il kitsch ed il sentimentale tipico degli eroi in calzamaglia, icone di una forma d'arte fin troppo sottovalutata come il Fumetto ed ora anche del Cinema.
Joss Whedon e i suoi Vendicatori hanno dato prova - non fosse bastato il pluricitato Nolan - che anche prodotti tamarri di questo tipo possono essere a buon diritto considerati figli più che legittimi della settima arte nella sua accezione migliore, in barba a tutte le credenze da "duri e puri" dell'autorialità sfrenata da saletta d'essai.
Perchè The Avengers è una ficata, senza se e senza ma.
Così una ficata da farmi rivalutare anche l'utilizzo del 3D, da me sempre osteggiato, e trovarlo funzionale.
Così una ficata da far risultare riduttivo il termine stesso.
Perchè ce n'è un altro, che ben si adatta alla situazione.
Che prendo volentieri in prestito dal vocabolario di un certo gigante verde.
The Avengers spacca.
E spacca forte.
MrFord
"We're insane but not alone,
you hold on,
and their gone,
like the sun we will live to rise,
like the sun we will live and die,
and then ignite again,
like the sun we will live to rise again."
Soundgarden - "Live to rise" -
Il primo è una chicca di umorismo slapstick e profonda abilità nel delineare il personaggio, il secondo un piccolo Capolavoro di sguaiataggine da film action trash - quel "un dio piuttosto gracile" ancora mi lascia senza fiato -.
Un'esibizione dalla solo apparente mancanza di controllo che porta nuovamente alla ribalta Whedon e fa sperare benissimo per la realizzazione di un sequel che vedrà il gruppo di eroi fronteggiare una minaccia tra le più terribili e "cosmiche" dell'intera storia dell'Universo Marvel, invertendo di fatto una tendenza andata consolidandosi nelle ultime stagioni cinematografiche: in effetti la storia recente non era stata troppo tenera con le pellicole tratte dalle realtà superomistiche, tanto da insinuare il dubbio che le stesse fossero in procinto di diventare una sorta di ridicolo carrozzone in continua esibizione di mezzi sempre e solo sfruttati per le convenienze commerciali del momento, rischiando di trasformare il genere nell'involontaria parodia di se stesso.
The Avengers segna, di fatto, un nuovo punto di partenza, e fissa uno standard che, a mio parere, potrà essere superato soltanto dall'imminente ritorno del Batman nolaniano sugli schermi - previsto per quest'estate -: intrattenimento intelligente con tutto il gusto a metà tra il kitsch ed il sentimentale tipico degli eroi in calzamaglia, icone di una forma d'arte fin troppo sottovalutata come il Fumetto ed ora anche del Cinema.
Joss Whedon e i suoi Vendicatori hanno dato prova - non fosse bastato il pluricitato Nolan - che anche prodotti tamarri di questo tipo possono essere a buon diritto considerati figli più che legittimi della settima arte nella sua accezione migliore, in barba a tutte le credenze da "duri e puri" dell'autorialità sfrenata da saletta d'essai.
Perchè The Avengers è una ficata, senza se e senza ma.
Così una ficata da farmi rivalutare anche l'utilizzo del 3D, da me sempre osteggiato, e trovarlo funzionale.
Così una ficata da far risultare riduttivo il termine stesso.
Perchè ce n'è un altro, che ben si adatta alla situazione.
Che prendo volentieri in prestito dal vocabolario di un certo gigante verde.
The Avengers spacca.
E spacca forte.
MrFord
"We're insane but not alone,
you hold on,
and their gone,
like the sun we will live to rise,
like the sun we will live and die,
and then ignite again,
like the sun we will live to rise again."
Soundgarden - "Live to rise" -