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lunedì 17 gennaio 2011

Tron legacy

La trama (con parole mie): Flynn, geniale programmatore, dopo aver sconfitto Master Control ed assunto il comando della Encom, sparisce misteriosamente nel 1989 lasciando suo figlio solo a chiedersi cosa fare della maggioranza delle azioni del maggior colosso informatico del mondo. Sam, divenuto adulto, si ritroverà, come suo padre prima di lui, per caso (?) nella rete, e dovrà lottare per salvare i due mondi.

I sequel, soprattutto a distanze di tempo siderali dall'originale come questo, hanno un'altissima percentuale di rischio di divenire patetiche rivisitazioni spesso malgirate e poco interessanti.
Fortunatamente, il regista Kosinski - probabilmente grande fan della prima ora di Tron -, senza troppe pretese e perdendosi nella pratica solo in una leggermente eccessiva durata, è riuscito a confezionare un omaggio in grado di ampliare in modo plausibile il plot originale, completamente girato con lo spirito easy che pervadeva, per l'appunto, la pellicola "madre".
Ho personalmente adorato, ad esempio, l'incipit quasi metacinematografico ambientato nel 1989, poco prima della scomparsa di Flynn, divenuto ormai famoso per essere il creatore del videogioco di Tron, all'origine di una serie di giocattoli ed affini che altro non sono se non le repliche dei personaggi presenti nel primo film, con tanto di locandina dello stesso appesa nella camera del piccolo Sam.
Lo stacco ed il passaggio al presente penalizza, in parte, la logica della trama, trasformando il figlio del programmatore ormai dato per morto in una sorta di 007 pronto per girare il prossimo episodio di Mission: impossibile, ma considerato che, a tutti gli effetti, ci troviamo di fronte ad una sorta di vero e proprio videogiocone, la cosa migliore appare da subito lasciarsi travolgere dagli effetti e dall'avventura senza farsi troppe domande, o pretendere chissà quali contenuti.
Il pezzo forte di questo secondo capitolo, infatti, risiede nella sua capacità di intrattenere senza necessariamente scadere nel fracassonismo da Transformers visto negli ultimi anni, tanto da apparire più appannato proprio quando gli sceneggiatori tentano di dare uno spessore maggiore ai protagonisti e ad approfondire il rapporto tra padre e figlio in entrambe le sue versioni - umana tra Flynn e Sam, in rete tra lo stesso Flynn e Clu, sua vecchia creazione divenuta il nuovo dittatore -: di nuovo, il compito degli attori è quello di interpretare anche i programmi creati dai loro personaggi, e così si finisce ad osservare il vecchio Bridges di fronte ad una sua versione ringiovanita a computer - ma il tempo, si sa, non si può davvero ingannare fino in fondo - capace di rifilargli una battutaccia su quanto inclementi siano stati gli anni con lui, e proprio per lo stesso motivo, a quanto sembra osservando Bruce Boxleitner, mantenendo Tron celato dietro casco e tuta integrali, senza che Alan debba necessariamente prestargli fisicità.
Proprio rispetto a Tron si ha una delle intuizioni migliori dello script, che vede l'eroe del primo film tramutato nel tirapiedi senza volontà di Clu in questo secondo capitolo, almeno fino a quando, nel convulso finale, si intuisce una redenzione del programma nata dal suo vecchio legame con i creatori.
L'idea, inoltre, di inserire una nuova razza di creature nate e sviluppatesi nella rete, perseguitate da Clu ed incarnate dalla sopravvissuta Quorra, risveglia le analogie con Matrix e, quasi ironicamente, porta a chiudere una sorta di triangolo temporale fra questi film che paiono dovere così tanto gli uni agli altri.
Ma è l'azione, con gli effetti speciali, a farla davvero da padrona rispetto all'evolversi della trama, ritagliandosi i momenti migliori e fornendo a tutti i fan di allora la possibilità di vedere come sarebbero potuti essere i mezzi e gli abitanti dell'incredibile mondo della rete se nel 1982 i computer fossero stati quelli di oggi.
Chi può dirlo!? Forse c'è davvero un pò di Tron nella nostra realtà tecnologica.
C'è solo da sperare che non nasca un Clu alla ricerca della perfezione totale, perchè come tiene a ricordare lo stesso Flynn a suo figlio, "non c'è niente di più lontano dalla perfezione del nostro mondo".
Ma che ci possiamo fare!? A noi, in fondo, piace così.


MrFord


Invece di una citazione di testo musicale, torno con la mente all'ottima colonna sonora firmata dai Daft Punk, che regalano anche al pubblico un'apparizione in perfetto e pieno look "tronesco". Mitici.

6 commenti:

  1. Io l'ho apprezzato particolarmente proprio per la sua vena easy...non credo che lo rivedrò. Sono convinta che certi film siano fatti solo per vederli al cinema. ;)

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  2. Effettivamente l'utilizzo degli effetti lo rende perfetto per la sala, ma ti dirò, dovesse ricapitarmi, magari anche fra qualche anno, lo rivedo volentieri, giusto per intrattenermi un pomeriggio sul divano, magari di nuovo insieme all'altro, come ho fatto ieri.

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  3. scrivi molto bene, davvero. Ma non posso esimermi dal linkarti una cosa che ho scritto io su Tron legacy

    http://asserzionempatica.blogspot.com/

    torno sicuro ;)

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  4. Muchas gracias, Ubi.
    Anche tu, del resto.
    Il tuo post mi ha sfiziato non poco.
    Tornerò anche io.
    Tieniti forte, dunque.

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  5. Grazioso alla vista,completamente dimenticabile.L'unica cosa che non mi posso dimenticare è Olivia Wilde con la tutina nera superaderente,anche se quella parrucca le stava malissimo ;)
    http://hdwallpapers.pm/wallpaper/olivia_wilde_tron_legacy_quorra_hd-wallpaper-859315.jpg

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    1. Io avevo apprezzato, dalla colonna sonora alla messa in scena. Non sarà cult come l'originale, ma ci sta.

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