A volte esistono film che paiono quasi un monito: "non ne fanno più, così".
Classici e cult per antonomasia, spesso ingigantiti da una fama che ne amplifica le qualità anche quando le stesse non possono essere definite quelle di un Capolavoro, capaci di non invecchiare ed affascinare il pubblico anche quando a separare l'audience dall'opera ci sono generazioni, culture, idee.
Nick mano fredda è senza dubbio un esponente - illustre, per giunta - di questa categoria, e considerato che non l'avevo ancora visto è stato una sorpresa anche più coinvolgente di quanto mi sarei aspettato alla vigilia della visione: onestamente, infatti, credevo che avrei assistito all'amarcord di un'epoca ormai dimenticata filtrato attraverso il velo che, spesso, rende i "colori" di opere come questa un pò meno brillanti, rendendo palese il fatto che, probabilmente, fa qualche decina d'anni film di quel genere saranno considerati dal pubblico nato dagli anni settanta in poi alla stregua dei muti più "statici" dagli spettatori odierni.
Il film di Stuart Rosenberg, al contrario, acquista con il passare dei minuti e la tipica, impossibile resistergli interpretazione di Paul Newman, uno degli uomini più affascinanti della Storia del Cinema - roba grossa, a mio parere è l'unico a potersela giocare con Marlon Brando, da questo punto di vista -, un linguaggio sempre più universale capace di comunicare con chi sta di fronte allo schermo a prescindere dalla sua età cinematografica, anagrafica o culturale.
Ma tutta questa sbrodolata seriosa e tecnica non varrebbe nulla senza Nick - Luke nella versione originale, e ancora non capisco quali fossero stati i motivi dei responsabili dell'adattamento italiano per un cambio di questo genere -, straordinario protagonista e simbolo di una volontà ferrea, indomabile e legata a doppio filo con una libertà non tanto fisica, o di circostanza - in fondo, anche all'interno della colonia penale dalla quale continuamente fugge il nostro non avrebbe vita così difficile -, quanto spirituale.
Ricordo quando nel magnifico Il cavaliere oscuro - Nolan è sempre Nolan - Alfred raccontava a Bruce Wayne del brigante incontrato ai tempi del suo servizio militare che saccheggiava i beni della Regina per poi liberarsi dei diamanti gettandoli via, facendo riferimento ed un evidente paragone con il Joker.
"Esistono uomini la cui unica regola è il caos", recitava più o meno quel racconto.
Nick, con la sua voglia continua di sfidare lo status quo di qualsiasi regola o imposizione, se non addirittura la vita stessa, e Dio - meravigliosi i suoi monologhi rivolto al cielo -, il sorriso beffardo e la freddezza di un consumato giocatore di poker - e tornano subito in mente altre due piccole meraviglie come La stangata e Butch Cassidy -, mangia cinquanta uova, continua a rialzarsi ad ogni pugno incassato, finge improbabili cambi di rotta, invia foto di una vita che i detenuti possono solo sognare la notte, o immaginarsi accanto ad un provocante lavaggio di macchina, per poi giurare che sia solo un falso, fugge, ritorna e fugge di nuovo alla ricerca di un significato che pare impossibilitato a raggiungere, ma che non vuole certo gli sia imposto da altri.
Meglio ritrovarsi con quel sorriso anche ad un passo dalla morte, solo come un eroe dei tempi andati, venerato dagli amici ed odiato dai nemici, ma sempre rispettato come qualcuno che, anche nella sconfitta, vince sempre.
Tornando alla mitologia personale, potrei quasi dire che Nick mano fredda riesce a tenere i cavalli, mangiare la polvere e vincere il rodeo allo stesso tempo.
Senza mai perdere quel sorriso, neanche per un secondo.
MrFord
"She remembers how the world was the day he left
and now how that world is dead
a good man is hard to find."
Bruce Springsteen - "A good man is hard to find" -
Ciao Ford, molto bello il paragone con Brando, sono daccordissimo con te.
RispondiEliminaNewman è fantastico.
Stangata e Butch Cassidy miti totali.
Anche questo sembra ottimo, vedrò di recuperarlo al più presto.
Ogni tanto mi riguardo la dedica del vecchio Joe, e mi emoziono come un pupo.
Per un attimo io sono ESISTITO nella sua mente.
Sublime.
Brando e Newman sono i due uomini più fighi della Storia.
RispondiEliminaSeguiti a ruota da Clint.
Staccati metto Johnny Cash e John Wayne.
Ammazza che quintetto.
Pensa che ora, sul desktop, ho una foto mia e del vecchio Joe. Abbracciati. Che dici, la posto!?
Naaa.
RispondiEliminaMagari falla vedere solo a me.
Così mi faccio un quadretto da tenere sul comodino.
Io ci metto anche Elvis.
Nella lista, intendo.
Dopo te la mando via mail.
RispondiEliminaLa foto, intendo.
Elvis grandissimo.
Anche il pappagallo.
QUESTO E' UN SEX SYMBOL altro che Russel Crowe
RispondiEliminaBeh, Russell non può nulla contro Paul.
RispondiEliminaMa Paul era di una pasta di cui quasi nessuno è fatto.
Un mito vero, nonchè un pezzo d'uomo d'altri tempi. Grandissimo.
Filmone! La storia di uno che "non ci sta". Un po' è vero che "non ne fanno più, così", e comunque non a Hollywood, dove una sceneggiatura del genere ora verrebbe probabilmente trattata in modo buonista e politicamente corretto.
RispondiEliminaOttimista, ovviamente concordo.
RispondiEliminaPaul Newman mitico, un film d'altri tempi, ma con due palle così.
Avercene anche ora!