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mercoledì 8 settembre 2010
Twin peaks Stagione 1
Per la terza volta, torno ad affrontare la serie che ha cambiato il mondo del piccolo schermo tra gli anni ottanta e novanta: ricordo quando - credo fosse il 1991 -, nel pieno delle scuole medie, attendevo terrorizzato ogni nuova puntata temendo - e segretamente sperando - che apparisse Bob, il mio vero, enorme, terribile spauracchio dell'infanzia.
Bob, al secolo Frank Silva, pare illuminò Lynch quando, da decoratore - collaborò con il regista anche in altre occasioni nello staff tecnico -, venne "sorpreso" dal regista nascosto dietro una scenografia durante la realizzazione del set, e fu immediatamente scritturato nel cast, pur non essendo mai accreditato nei titoli di testa della serie.
Ammetto che, ancora oggi, un brivido percorre la mia schiena ad ogni sua comparsa, figlio della paura ormai radicata che, nonostante i film horror all'epoca visione quotidiana, si faceva strada nel mio cuore alla vista di quest'uomo perfettamente normale, privo di maschere o trucchi, eppure semplicemente terrificante.
Grazie a Julez - che ben conosce il finale, e quindi, purtroppo, l'assassino di Laura Palmer, ma non la serie -, torno di nuovo al confine con il Canada, in quel luogo che appare lontano da tempo e spazio frutto del connubio artistico fra Mark Frost e David Lynch, che crearono il pilota della serie scommettendo che non sarebbe mai andata in onda e finirono per sfornare la pietra angolare del piccolo schermo dell'epoca.
Con Laura Palmer moriva un'epoca e ne nasceva un'altra, così come a Twin Peaks.
La giovane reginetta, conosciuta in tutta la cittadina e vero e proprio idolo e modello, scopre con il suo sacrificio il marcio celato oltre la maschera di perbenismo e natura incontaminata del luogo, rivelandosi ricettacolo di tutti i segreti più sordidi e terribili degli abitanti perduti in esso.
Come un agnello sacrificale, Laura assume il ruolo di portatrice di un peso che nessuno dei suoi concittadini pare essere in grado di sopportare almeno fino alla sua morte, capace di innescare, ricordo di una (fasulla) epoca d'oro ormai alle spalle, una catena di eventi che porteranno alcuni a morire, altri a crescere, a smarrirsi o a ritrovare se stessi.
Agente - in tutti i sensi - esterno di questo processo è Dale Cooper, mandato dall'Fbi per indagare su Ronette, collega di Laura scampata al suo assassino, e Teresa, un'altra giovane uccisa dallo stesso uomo tempo prima, in un altro stato: con il suo mood strambo e maniacale, Cooper avrà il compito di smuovere le acque quasi fosse un emissario di Laura stessa - e i sogni dell'agente, specialmente con l'incedere delle puntate, lo definiranno sempre più come tale -, unico vivente in grado di cambiare lo status quo di Twin peaks.
Inizialmente bocciata dal network, poi divenuta una sorta di miniserie di soli sette episodi, questa prima stagione affronta la vicenda partendo da un punto di vista noir per virare, con l'ultimo capitolo, all'onirismo e al grottesco che sarà motore della seconda serie, che grazie all'immediato successo della prima avrà una durata nettamente superiore.
Mi riservo i momenti migliori proprio per quando avremo completato la visione, in parte per non incorrere in spoiler - ricordate la vicenda Grey's anatomy? -, in parte perchè ci sarebbe così tanto da dire rispetto alla creatura di Frost&Lynch da riempire non un post, ma un blog intero.
Del resto, parlando con il cuore, il terrore o la testa, non riesco a togliermi il pensiero che Twin peaks sia stato il Lost del vecchio millennio, e che la sua importanza, un pò come i Nirvana per la musica, sia stata fondamentale nel determinare, in qualche modo, la fine di un'innocenza.
Bobby, fidanzato tradito e traditore di Laura, al funerale della giovane grida di rabbia: "Volete sapere chi l'ha uccisa? Siamo stati tutti noi."
Incredibile quanto avesse ragione.
MrFord
"Idiots psychology, promising equality
so where is the land of the free?
Stop it you're killing me."
Therapy? - "Stop it you're killing me"
Quando avevo 11 anni tutti i miei compagni guardavano Twin Peaks e sapevano suonarne la sigla. Io avevo il divieto di accesso a TP e non sapevo suonare neanche Clementi.
RispondiEliminaGrazie per avere la pazienza di farmi superare il trauma!
IL CULT per eccellenza. ADOROOOOOOOOO
RispondiEliminasu twin peaks totalmente d'accordo. la serie tv più geniale e grandiosa di tutti i tempi (sì, anche più di lost!)
RispondiEliminae pure io ero terrorizzato, ma roba da star male, da bob. mai visto essere più spaventoso (ma pure la madre di laura con la sua faccia sconvolta mi dava, e mi dà tuttora, i brividi)
E il tema principale della serie? No dico, dove lo mettiamo?! Inquietante come quello di Profondo rosso, (stra)famoso come quello dello Squalo.
RispondiElimina"Ci serve una barca più grossa!"
(Citazione necessaria)
Non fosse venuto Lost l'avrei considerato razionalmente insuperabile. Credo invece che il sorpasso sia avvenuto. Lo rivedrò anch'io in dvd visto che l'ho regalato l'anno scorso in cofanetto dorato a mio fratello. E' ora che i doni tornino ai donatori.
RispondiEliminaJulez: superiamo tutto, insieme.
RispondiEliminaQueen: supercult totale, senza dubbio.
Dembo: ti rispondo con un'altra grande citazione, "C'era un pesce nella macchina del caffè".
Cannibale: geniale e grandiosa, assolutamente. Ma Lost resta in cima. Che dire di Bob!? Anche rivedendolo ora, un pò mi fa venire la fotta (citazione di e per Dembo again). Così come da brividi Laura e sua madre - hai presente le scene della stanza rossa, con Laura e il suo sguardo da matta!? -.
Dae: anche io ho comprato il cofanetto dorato. Stupendo. Anche i contenuti. Lost numero uno a vita. Ma Twin peaks è proprio appena dietro.
Dai, troppo facile!! Ma per chi mi hai preso!!??
RispondiEliminaLo devo dire?
Non la conosco.
Bella figura, tsè.