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martedì 19 dicembre 2017

Columbus (Kogonada, USA, 2017, 100')





Io e Julez abbiamo abbandonato Milano per trasferirci in quel di Lodi nel gennaio del duemiladieci: eravamo ancora in quella fase in cui si progetta, i Fordini non erano ancora arrivati e la possibilità che accadesse ci metteva di fronte alla scelta di vivere in un posto con case dai costi sicuramente inferiori a quelle della grande città ed un'atmosfera più vivibile e a misura d'uomo, nonostante i servizi fossero tutti quelli che ci si aspetta di sfruttare e trovare.
Lavorando a Milano e vivendo di pendolarismo, però, ho dovuto aspettare sette anni per cominciare a vivere la mia nuova città, sfruttando il periodo da casalingo che ha caratterizzato gli ultimi dodici mesi: del resto, a volte, basta cambiare velocità - come cantava Battiato - per scoprire sfumature che non riusciamo a notare quando corriamo.
Ma per quale motivo sono qui a scrivere della mia riscoperta di Lodi? In realtà perchè, come un fulmine a ciel sereno, il coreano Kogonada porta sullo schermo una delle sorprese più interessanti di questa fine anno, un film indie di quelli in grado di mettere d'accordo i radical in stile Cannibal e i tamarri più selvaggi come il sottoscritto: personalmente, nella lista delle città che vorrei visitare degli States non è mai stata presente Columbus, nell'Ohio, uno di quei luoghi che ho sempre considerato "tra il nulla e l'addio" più che sulle cartoline in grado di alimentare i sogni di tutti noi da questa parte dell'oceano.
Eppure, con un tono pacato e sottovoce, un ritmo lento che conquista proprio per il suo incedere, nessuna traccia di pretenziosità ma, al contrario, una profonda umanità nella rappresentazione dei protagonisti, il regista coreano regala un piccolo gioiello ancora, purtroppo, non distribuito in Italia: una storia di scoperta di se stessi e degli altri, di superamento del dolore, di crescita, di rapporti complicati e di luoghi che nascondono storie in grado, neanche fossero una canzone o un film, di curare le nostre ferite.
Il legame costruito e narrato dall'autore tra Jim e Casey, uno dei più intensi che non sfoci in una storia d'amore o nel sesso che abbia visto sullo schermo nell'ultimo periodo, passato attraverso gli edifici di Columbus, le storie personali di entrambi, i diversi modi di affrontare ostacoli, gioie e dolori, conquista sequenza dopo sequenza, e mostra come sia possibile portare sullo schermo un grande film senza alzare la voce, sfruttare effetti speciali o scene madri, ma semplicemente raccontando una storia che si aveva la voglia e la necessità di raccontare e rimanendo sinceri nel farlo.
Un plauso va senza ombra di dubbio al già citato Kogonada, delicato ed intimo come non mi capitava di incontrare un autore dai tempi di cose che ho amato tantissimo come Departures, ai suoi due attori protagonisti - che incarnano le tensioni, gli avvicinamenti e le distanze dei loro personaggi neanche fossero loro stessi - e di una città che diviene una rivelazione, come un luogo in cui si arriva per caso, senza amarlo o conoscerlo neppure troppo, e ci si ritrova a considerare parte della propria vita.
In fondo, i luoghi che viviamo sulla pelle possono essere considerati quanto le persone cui ci leghiamo nel corso della nostra esistenza: si lotta, si litiga, si distrugge, si costruisce, si ama, si piange, si balla con la musica al massimo fuori da una macchina in un parcheggio.
Un luogo e una persona sconosciuti diventano un passo alla volta come parte della famiglia.
Quello che accade guardando Columbus.
Che parte sottovoce, quasi con la paura di dichiararsi come un film d'autore, e finisce per lasciarci a bocca aperta, incerti se essere felici come all'arrivo della primavera o piangere come nel cuore del più malinconico degli autunni.



MrFord



8 commenti:

  1. segnato, grazie per averne parlato ^_^

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  2. Dirò un'amara verità. Mi sono addormentato.
    Sarà stata la sera sbagliata. Saranno stati dialoghi che non mi dicevano molto, sull'architettura e dintorni. O quella precisione formale così perfettina. Riproverò però.

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    1. Non è un film semplice, o di quelli che ti incollano alla sedia. Eppure, l'ho trovato bellissimo.

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  3. Un film così cannibale che viene promosso pure dalle tue parti? Devo sbrigarmi a vederlo, insomma.

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    1. Assolutamente. Anche perchè secondo me ti piacerà moltissimo.

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  4. Sul serio ti è piaciuta questa cannibalata radical-chic?
    Ormai sei diventato un mio discepolo, bravo! ;)

    Ma quindi Lodi è la Columbus italiana?

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    1. Purtroppo per me e per il fatto di dover concordare con te, sì. Molto, anche.

      E direi di no. Ma la sto scoprendo un pò allo stesso modo. ;)

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