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domenica 23 aprile 2017

Steve McQueen - Una vita spericolata (Gabriel Clarke&John McKenna, USA/UK, 2015, 102')




Penso non ci siano dubbi rispetto al fatto che Steve McQueen sia stato uno degli attori più cool di tutti i tempi.
Personalmente, credo che soltanto in due potessero superarlo, uno in bellezza - Paul Newman - ed un altro in carisma - Marlon Brando -.
Ma tant'è.
Per me, il vecchio McQueen sarà per sempre quello "che tiene i cavalli", il mitico protagonista de L'ultimo buscadero di Peckinpah, uno dei film di riferimento della mia formazione di cinefilo e non solo.
Ma anche l'icona di Getaway!, La grande fuga, Bullit e chi più ne ha, più ne metta.
Nonchè l'emblema di uno spirito libero, ribelle, senza peli sulla lingua, devoto alla vita così come a velocità, donne, alcool, rischio.
Uno che non toglieva il piede dall'acceleratore, quando si trattava di qualcosa che amava.
E Steve McQueen amava alla follia l'automobilismo.
La 24 ore di Le Mans, film uscito dopo numerose e non felici vicissitudini produttive all'inizio degli anni settanta, era l'incarnazione su pellicola di quell'amore.
Da non amante della guida, proprio il titolo che il veloce Steve ha amato di più è paradossalmente uno dei pochi della sua filmografia ancora a mancarmi, anche se attraverso questo interessante documentario si assiste non solo alla realizzazione del suddetto film, ma anche allo scontro tra McQueen ed il suo sogno di portare se stesso all'interno di quello che era il suo lavoro, quasi dovesse completarlo per la prima volta con la passione.
Emblema della "candela che brucia dai due lati", espressione di una virilità non tanto ostentata, quanto vissuta attraverso la sicurezza in se stessi e l'amore per il rischio, McQueen in realtà rappresenta principalmente l'antieroe romantico che passa da stronzo e che, al contrario, per la sua trasparenza risulta più pulito di tanti finti bravi ragazzi, un uomo devoto alle sue passioni e pronto a giocarsi il tutto per tutto per esse: in un certo senso, con tutti i suoi difetti, un personaggio così è di quelli che si trovano raramente, a prescindere dai compromessi accettati a malincuore o rifiutati palesemente, o degli eccessi.
Il percorso compiuto, dapprima come produttore e quasi regista e dunque come "semplice" attore, sempre come pilota, all'interno di quello che era il progetto più importante della sua carriera, non solo rende il mito McQueen fallibile e grandioso proprio per la sua sconfitta, ma anche e più di quanto non si percepisca dall'esterno come pane e salame, dall'influenza sul figlio Chad - che probabilmente vorrebbe essere il padre - alla lettera ai "pezzi grossi" rispetto al riconoscimento economico per il pilota Piper, che perse una gamba durante le riprese, dalla sua prima moglie alle innumerevoli avventure, dall'atteggiamento molto "cocky" ad un cuore che si sente battere ben oltre le poltroncine della sala, o il divano di casa.
Steve McQueen visse al massimo della sua velocità, ed in tutta serenità, quando il tumore ai polmoni che gli costò la vita - e che pare derivasse dall'amianto presente nelle tute da pilota che spesso indossava - se lo stava portando via, dichiarò serenamente "di aver finito la benzina".
Per uno che, probabilmente, non si sarebbe mai fermato, tanto di cappello.
Ed in tutta onestà, quando anche per me arriverà la fine della corsa, vorrei poter affrontare la cosa allo stesso modo: coscienza dei propri limiti e palle, quantomeno, per sfidarli.
Anche se tutti sappiamo che con la morte non si vince.
Perchè a volte capita che, nella sconfitta, si trovi un segreto ancora più profondo.



MrFord



14 commenti:

  1. fico, cercherò di vedere questo documentario ^_^

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  2. Ed ecco che sei tornato alle tue solite fordianate: un documentario, e per di più su un personaggio fordianissimo.
    Ti preferivo quando recensivi a sorpresa commediole italiane... ;)

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    1. Ahahah beh, non vorrai mica che smetta di essere fordiano da un giorno all'altro! ;)

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  3. Un documentario davvero molto bello e "adrenalinico" nonché appassionante, lui è un mito e lo sarà sempre ;)

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    1. Dici benissimo. Lui è un mito, e il documentario molto interessante.

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  4. Mi hai fatto venire in mente che non credo di aver mai visto un film con Steve McQueen XD

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    1. Cartellino rosso per Lazy e possibilità di truccarmi come più le aggrada momentaneamente sospesa causa BLASFEMIA
      ;)

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    2. Eh lo so Dembo,me ne vergogno abbastanza XD
      Mi tocca recuperare di corsa!!!!

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    3. Dembo ha ragione.
      Cazzo, McQueen spacca i culi a raffica!

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    4. Sono salva!Ho visto inferno di cristallo XD
      100 anni fa,ma so che l'ho visto.
      Ho guardato la filmografia,non vedo niente altro che mi interessi recuperare...tutta roba stravecchia di generi che non mi attirano molto.Sopravviverò,immagino ;)
      (ho già una watchlist abominevole di titoli prodotti prima della mia nascita che vorrei recuperare nonsocomenonsoquando,capitemi)

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    5. I recuperi non finiscono mai, senza dubbio.
      Ma il vecchio Steve, cazzo, si deve recuperare solo per lui. :)

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    6. Santo Steve, altro che Netflix! :)

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