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domenica 5 febbraio 2017

Oltre le colline (Cristian Mungiu, Romania/Francia/Belgio, 2012, 150')




Il Cinema d'autore è senza dubbio una brutta bestia, per il pubblico non avvezzo quanto per i suoi più strenui ed agguerriti sostenitori.
Chiunque affermi il contrario, per me, è solo qualcuno che, più che amare il Cinema, vuole darsi delle arie affermando che schiaffarsi Andreij Rublov di Tarkovskij è stata una passeggiata - e, ve lo assicuro, non è così - e che lui o lei vive mangiando pane e mattonazzi: in realtà, così come per quello mainstream, anche il Cinema d'autore ha le sue vette himalayane e le sue piacevoli scampagnate, a prescindere da stile, vicende narrate o tono della pellicola.
Cristian Mungiu, che qualche anno fa irruppe sulla scena internazionale vincendo la Palma d'oro con il fantastico Quattro mesi, tre settimane, due giorni, a mio parere e nonostante la grande drammaticità dei suoi lavori, appartiene alla seconda categoria: Oltre le colline, recuperato in clamoroso ritardo in vista del più recente Padre e figlia, nonostante le due ore e mezza piene, l'uso di piani sequenza basati su inquadrature pressochè fisse - che mi ricordano tanto Ozu o Gitai - ed il grande dramma portato sullo schermo come una riflessione del rapporto tra Libertà di Fede e di Pensiero, e nonostante la febbre che aveva colpito l'intera famiglia Ford ai tempi della scellerata settimana di questa visione, è sceso nello stomaco del sottoscritto pronto a colpire e scaldare neanche fosse la più goduriosa delle sambuche, scomodando paragoni importanti con un altro grande nome attuale figlio dell'Europa Orientale, il Bilge Ceylan di C'era una volta in Anatolia e riuscendo - come già era accaduto per il suo lavoro precedente - a portare sullo schermo anche e soprattutto le posizioni palesemente non condivise dal regista senza per questo ridicolizzare o snaturare le stesse.
La storia - tristissima - di Voichita e Alina, e delle ossessioni che la distruggono costando ben più di un cuore spezzato alle due protagoniste, è una tra le più drammatiche che mi sia capitato di approcciare nelle ultime settimane - e forse mesi - da spettatore, resa ancora più vivida dalle interpretazioni e dalla messa in scena volutamente povera e decisamente tutto tranne che spocchiosa - prendi e porta a casa, Malick! -: il confronto tra la Fede cieca e l'Amore cieco - ed io sono e sarò sempre dalla parte del secondo, sia chiaro -, porta ad una conclusione che vede solo perdenti, ed in quell'indicazione "oltre le colline" lascia andare qualsiasi speranza si possa nutrire nel cuore di trovare un giorno un punto d'incontro per due posizioni diametralmente opposte eppure in grado di smuovere nell'animo umano passioni così grandi ed incontrollabili da risultare paurosamente simili.
Del resto, alla base di una o dell'altra c'è un sentimento che non potrà essere messo in discussione da alcuna prova o argomentazione razionale, e che, al contrario, si alimenta e fortifica proprio nel momento in cui si pensa di essere rimasti soli a credere in quello in cui si vuole credere, che questo qualcosa esista oppure no, e che si parli di un qualche dio, o del sentimento che qualcuno non mostra più per noi.
La cosa più assurda sta proprio nel rendersi conto di quanto questi estremi finiscano per avvicinarsi nei momenti migliori o peggiori delle nostre vite, e quanto ancora più assurdo possa apparire tutto dall'esterno, quando razionalmente ed estranei alle vicende guardiamo il mondo come spettatori - i due poliziotti nell'ultima sequenza, potentissima - e giustifichiamo il dolore dell'inverno sapendo che, inevitabilmente, giungerà anche la primavera.
Almeno fino a quando non si fermerà il Tempo.




MrFord



 

8 commenti:

  1. Bel blog, ti leggo, sfoglio e seguo volentieri.

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    1. Grazie, e benvenuto.
      Sfoglia pure quanto vuoi, siamo qui per questo. :)

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  2. Cristian Mungiu è un regista straordinario. Ho appena comprato il dvd del suo Un padre, Una figlia, e non vedo l'ora di guardarlo. Questo e Quattro mesi, tre settimane e due giorni sono due film imperdibili.

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    1. Un padre, una figlia ancora mi manca, ma i precedenti fanno davvero ben sperare.
      Mungiu spacca.

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  3. La Fede è un tema che digerisco solo se trattato da un fuoriclasse come il da te detestato Terrence Malick.
    Questo me lo tengo per quando ho voglia di farmi una dormita... anzi no, mi sa che non ce la faccio nemmeno in quel caso. :)

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  4. Grazie della segnalazione, me lo segno... Anche se non sembra, adoro questo genere

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