Pagine

domenica 29 maggio 2016

Money monster - L'altra faccia del denaro

Regia: Jodie Foster
Origine: USA
Anno:
2016
Durata:
95'






La trama (con parole mie): Lee Gates, spigliato e senza scrupoli presentatore di uno show televisivo dedicato alla finanza, di settimana in settimana intrattiene e suggerisce al suo pubblico il modo migliore per fare soldi.
Quando Kyle Budwell, che seguendo il consiglio di Gates ha investito i suoi risparmi in un potenziale affare perdendo tutto, in diretta televisiva prende in ostaggio programma ed anchorman giurando vendetta ad un sistema che l'ha privato di ogni cosa, le regole del gioco cambiano, e Gates si ritrova costretto a lottare per la propria sopravvivenza nella speranza che la producer Patty Fenn possa riuscire ad essere determinante come sempre dietro le quinte.
Ma quale verità si nasconde dietro Money monster ed il desiderio di vendetta di Budwell?










Per quanto non lo si voglia mai ammettere apertamente, o non regali la felicità, o la vita eterna, il denaro influenza gran parte della nostra società, costringendoci a fare i conti con i conti, le preoccupazioni, le aspettative, gli status symbol e la voglia di apparire: se non esistesse, o non ne fossimo in una certa misura dipendenti, potremmo essere liberi dai condizionamenti, dalle costrizioni del lavoro, da molte delle regole che, da secoli, sono alla base della civiltà, giuste o sbagliate che siano.
Jodie Foster, attrice dotatissima ma regista non particolarmente brillante, con il suo quarto lungometraggio realizza forse il suo lavoro più interessante, appoggiandosi proprio sull'analisi di questo nodo fondamentale facendo leva da un lato ai riferimenti alla crisi economica che ha attraversato il mondo negli ultimi anni e dall'altro sul ritmo e la leggerezza di un thriller d'azione, o una commedia nera, sfruttando un George Clooney cui pare sia stato chiesto espressamente di restare il più sopra le righe possibile in modo, con ogni probabilità, da rappresentare al meglio il lato predatorio di questo oceano che continuerà a portare il flusso di denaro lungo le stesse correnti mentre i pesci piccoli fanno la fame con gli scarti.
Il confronto tra il presentatore televisivo interpretato dal succitato Clooney ed il ragazzone arrabbiato Kyle Budwell, cui presta volto Jack O'Connell, promettente attore anglosassone già protagonista di prodotti ottimi come '71 e Starred Up, è di fatto quello che ognuno di noi - a meno che chi legge non sia dall'altra parte della barricata - vive sulla pelle ogni giorno, dalle notizie al telegiornale ai conti di fine mese, dagli standard imposti dalla società "social" - agghiaccianti le sequenze in strada con tanto di riprese fatte con gli smartphones ed i conseguenti video da milioni di visualizzazioni su Youtube - alle false speranze date non solo ai giovani, ma anche a tutti coloro i quali desiderano solamente fare tesoro dei propri risparmi e trasformarli in qualcosa che sia più di una promessa per il futuro.
In questo senso, le accuse di Kyle rivolte ai "veri criminali" pongono l'accento allo stesso modo di altri titoli - comunque più validi - come il recente La grande scommessa o in precedenza Margin Call, Wall Street o Americani sul conflitto sotterraneo che probabilmente sempre esisterà tra chi possiede ed amministra il denaro e chi lavora per ottenere una parte irrisoria dello stesso, finendo spesso fagocitato con i propri averi dalle creature dei burattinai di banche, società d'investimento e televisioni: una condizione, quella di Kyle, fuori dalla Legge e sbagliata ma paradossalmente comprensibile, con la quale si finisce per empatizzare nonostante l'innegabile carisma di Clooney e del suo Lee Gates, gigione e oltre misura.
Il film nel complesso, probabilmente, non resterà nella memoria a differenza di cult come quelli già citati, ma ha il pregio di scorrere rapido come un thriller, e di far riflettere lo spettatore da un nuovo punto di vista nonostante la problematica del rapporto tra società e denaro sia più vecchia del Cinema stesso.
E quando la polvere si è depositata, e l'unica domanda che resta è "Cosa dovremo inventarci lunedì prossimo?", l'inquietudine aumenta: quale prezzo la società e noi che ne costituiamo le fondamenta dovremo pagare affinchè il grande spettacolo possa proseguire?
E soprattutto, fino a quando saremo disposti a pagarlo?





MrFord





"Money, get away
get a good job with more pay and you're O.K.
money, it's a gas
grab that cash with both hands and make a stash
new car, caviar, four star daydream,
think I'll buy me a football team."
Pink Floyd - "Money" -







10 commenti:

  1. Non ne avevo ancora sentito parlare,segno!
    Sembra interessante :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'argomento è interessante senza dubbio.
      Solo, non aspettarti il filmone del secolo. :)

      Elimina
  2. La Foster la conosco solo come attrice, non ho mai visto un suo film, sono curioso di vedere come se la cava.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza dubbio meglio questo che il terribile Mr. Beaver! :)

      Elimina
  3. Lo aspetto. Bel cast, nonostante la mia antipatia per Clooney, e soprattutto felice che O'Connell compaia più spesso al cinema: in Skins, aveva un personaggio mitico. ;)

    RispondiElimina
  4. Il tuo parere non troppo entusiastico mi fa molto ben sperare e diventa sempre più un film su cui puntare il mio money! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Te lo do io, qualche consiglio d'investimento: così procuro una bella bancarotta a Pensieri Cannibali! :)

      Elimina
  5. Ho deciso che O'Connol è diventato per me come Tom Hardy: si guardano a prescindere i film dove recitano.
    Questo film mi sa un po' di paraculo, ma lo guarderò sicuramente ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. O'Connoll merita sempre, concordo in pieno.
      Il film non è strepitoso, ma si guarda.

      Elimina