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sabato 28 marzo 2015

Missing New York

Autore: Don Winslow
Origine: USA
Anno: 2014
Editore: Einaudi




La trama (con parole mie): Frank Decker è un detective della polizia di Lincoln, in Nebraska, ha trentacinque anni, una carriera promettente ad attenderlo - si dice sia il candidato più probabile per la successione nel ruolo di Capo della Polizia locale - ed un matrimonio che, se non fosse per i figli che non arrivano, prosegue senza alcun problema apparente.
E' un uomo tutto d'un pezzo, vecchia scuola, reduce dell'Iraq, legato all'istinto ma anche ad una solida etica morale.
Quando la piccola Hayley Hansen scompare, la sua vita cambia: la promessa fatta alla madre della bambina di ritrovarla a tutti i costi, infatti, diviene la miccia pronta a far esplodere la sua intera impalcatura sociale: mollato il lavoro e lasciato naufragare il matrimonio, con i risparmi del padre da sempre messi da parte per una casetta da pesca sul lago Deck comincia un viaggio per le strade degli USA che lo porterà, in oltre un anno di ricerche, sulle tracce di chi, forse, sa dove la piccola può essere finita.
Sempre che sia ancora viva.








A prescindere dal fatto che ora sia padre, ci sono argomenti che mi sono sempre stati a cuore: uno di questi, e forse uno di quelli cui sono maggiormente sensibile, è la violenza o l'abuso rispetto ai minori.
Parallelamente, e considerando materie decisamente più leggere, trovo che il fascino del "lone rider" legato alla strada, agli errori e disequilibri tanto quanto agli slanci irrefrenabili e passionali sia uno dei più irresistibili presenti nella realtà così come nella finzione.
Don Winslow, uno degli autori che ho più amato nel corso degli ultimi dieci anni, con questa sua ultima fatica è riuscito alla perfezione ad unire i due elementi appena citati: una storia crime dal ritmo serrato del thriller d'alta scuola unita ad un main charachter destinato a rimanere nel cuore del lettore per lungo tempo, umano e vivo come piacciono da impazzire da queste parti.
Perchè Frank Decker, o Deck, come perfino sua moglie Laura ama chiamarlo, è un tipo old school, tutto d'un pezzo, abituato a battersi ma non per questo incline a farlo, deciso quanto delicato, generoso quanto profondamente egoista: del resto, salvare qualcuno - specialmente quando il qualcuno in questione è l'emblema dell'innocenza e della meraviglia -, è un pò come salvare se stessi.
Era dai tempi dell'Harry Hole di Nesbo o degli Hap e Leonard di Lansdale - e non sto certo parlando di piccoli calibri - che non mi capitava di imbattermi in un protagonista con il quale empatizzare così tanto: la scommessa di Deck nel mettersi alla ricerca della piccola Hailey Hansen, il suo viaggio attraverso un'America lontana e distaccata quanto partecipe e viva sulle note del più che proletario Springsteen trasformano Missing in un romanzo on the road tra i più appassionanti che il genere possa offrire, lontano senza dubbio dai fasti de Il potere del cane ma non per questo non in grado di tracciare solchi profondi nel cuore di chi lo affronta.
Ma non voglio trasformare il post di questo lavoro che ho sentito profondamente nelle budella in una recensione nuda e cruda: voglio sia chiaro il brivido provato nel seguire pagina dopo pagina le imprese di un uomo comune, che potrebbe essere un amico, il vicino, un fratello, o un genitore - non se la prenda male il vecchio Deck - deciso a rendere il luogo in cui viviamo un posto migliore, fosse anche solo per l'innocenza probabilmente perduta ma ugualmente e profondamente cercata di Hailey.
Tutti noi sappiamo bene che seguire il valzer dei giorni ponendosi domande ed affrontandole non è il più facile dei modi in cui vivere, tanto quanto sia più semplice scoprire come essere indifferenti - o lasciarsi catturare dal fascino di un ruolo "limitato" - che non tentare a tutti i costi di cambiare le regole, sovvertire il Destino, portare chi non l'avrebbe mai sospettato davanti ad un banco dei testimoni, a prescindere dalla posizione sociale, il conto in banca, il numero di favori che in questi casi si finisce per essere pronti a chiedere, pur se a malincuore.
C'è chi va a caccia di nuovi "talenti", senza alcun obbligo fisico o remora morale, e chi, al contrario, lotta per mantenere una parvenza di normalità ed equilibrio al cospetto degli individui di tale risma, quasi potesse sospendere il giudizio nonostante si augurerebbe per loro le più atroci sofferenze.
Probabilmente non sarò mai stupido, coriaceo o anche soltanto pronto quanto il personaggio creato da Winslow, in grado di risvegliarsi dal torpore modaiolo di Le Belve e I re del mondo finendo per confezionare la sua opera più matura dai tempi di Satori: la vicenda di Deck è quella di molti spiriti indomiti, coraggiosi o semplicemente cacciatori di gloria in attesa dell'occasione di una vita, quella fornita dallo sguardo di una madre che sarà eternamente riconoscente al salvatore della sua piccola, il suo amore, il suo sangue.
Ma comprendo il significato di ogni gesto, il senso di una ricerca anche senza speranza.
Quello della possibilità che Hailey ci sia, comunque vada.
Qualunque cosa resti.
E a conti fatti, è sempre sicuro che resti Frank Decker.
Perchè senza Deck, questo romanzo sarebbe solo un buon thriller.
E i sogni on the road non avrebbero la stessa forza.




 MrFord




"Licence, registration, I ain't got none,
but I got a clear conscience
'Bout the things that I done
Mister state trooper please don't stop me..."
Bruce Springsteen - "State Trooper" -












19 commenti:

  1. Come sempre Winslow non delude, con Durrenmatt in testa e l'on the road nel cuore.

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    1. L'unica delusione, per me, fu Le belve.
      Ma con questo pare essersi ripreso alla grande.

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  2. L'unico libro che ho letto di Winslow è "Il potere del cane" (capolavoro) e non riesco ad avvicinarmi a un altro suo libro perché non riuscirà mai neanche lontanamente ad avvicinarsi alla potenza di quell'epopea criminale e non voglio restarne deluso. Però mi tenta, questo libro, e mi ricorda tanto "La promessa" di Durrenmatt. Non so, vedremo.

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    1. Il potere del cane è uno dei grandi Capolavori della Letteratura degli anni zero, senza dubbio.
      Capisco il tuo timore, ma prodotti come questo o Satori valgono assolutamente la lettura.

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  3. Mai letto nulla di Winslow, prima o poi dovrò decidermi a buttarmi a capofitto anche nella letteratura Thriller / Hard Boiled.

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    1. Consigliatissimo.
      Solo non partire con Il potere del cane, che è il suo meglio e rischia di abbassare il livello di tutti gli altri, comunque ottimi.

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  4. Piaciuto molto, ha un fascino tutto suo. Mi è piaciuto molto l'attacco in cui spiega meticolosamente cosa accade nei casi di scomparsa...

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    1. Verissimo, grande sequenza quella.
      Ad ogni modo, romanzo solido e di pancia con un protagonista perfetto.

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  5. Mai letto niente di questo autore, che vergogna, ho dato una sbirciata anche alle altre recensioni per capire da quale cominciare.
    Per le storie "on the road" ho un debole, che siano thriller o commedie, nella letteratura e al cinema.

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    1. Effettivamente è un autore tra i più importanti del genere degli ultimi vent'anni, andrebbe assolutamente recuperato!

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  6. Adoro Winslow! Non per nulla il mio prossimo lavoro ha un certo rimando a lui ;)

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    1. Winslow sa il fatto suo, senza dubbio. E Il potere del cane è una pietra miliare.

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  7. Va bene, se siamo tornati ai livelli de "Il Potere del cane" e' mio!!

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    1. Il potere del cane è irraggiungibile, ma è un ottimo romanzo. :)

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  8. Cinque anni di blog e sempre le stesse storie e gli stessi autori...
    Ford, mi fai sentire sempre più come Sandra Mondaini: che noia, che barba ahahah :)

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    1. In effetti ti ci vedo proprio bene, nei panni della Mondaini! :)

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  9. we forduccio, per la rece a 4 mani ci siamo persi di vista, dimmi se ti interessa ancora, così la facciamo ok? Un abbraccio :*

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    1. I tempi sono sempre molto stretti, appena mi libero un pò ci mettiamo d'accordo per la recensione!

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