Pagine

lunedì 9 giugno 2014

3 days to kill

Regia: McG
Origine: USA, Francia, Grecia, Russia
Anno: 2014
Durata: 117'





La trama (con parole mie): Ethan Renner è uno specialista della CIA nell'eliminazione dei bersagli, una vita passata sul campo sacrificando il matrimonio ed il tempo da trascorrere con la figlia ormai adolescente Zooey. Quando, a seguito di una missione naufragata, l'incaricata dell'eliminazione del misterioso Wolf decide di reclutarlo, all'uomo restano pochi mesi di vita a causa di un tumore che ha colpito il suo cervello ed i polmoni: tornato a Parigi per sistemare le cose con le due donne più importanti della sua vita, a Renner viene offerta in cambio dei suoi servigi una medicina sperimentale che potrebbe prolungare la sua permanenza sulla Terra.
Ethan accetta l'offerta, ma per adempiere ai suoi doveri di agente e a quelli di padre ritrovato dovrà dare fondo a tutte le sue energie, mantenendosi attivo e performante su due fronti. Spesso e volentieri contemporaneamente.








Kevin Costner mi è sempre stato simpatico, fin dai tempi di Bull Durham e Un mondo perfetto, senza contare il meraviglioso Balla coi lupi.
L'ormai molto ex guardia del corpo è un fordiano di quelli DOC, sempre in bilico con il pensiero tra la Frontiera e il vecchio West, ruvido abbastanza per spaccare qualche culo ma morbido il giusto, specie con chi decide di proteggere: rivalutato anche dal punto di vista attoriale con il recente Hatfield&McCoys, il vecchio Kev torna alla ribalta con un titolo action voluto fortemente dal tanto detestato - almeno da queste parti - Luc Besson che mescola il gusto di cose come Transporter e Io vi troverò ad un cast molto made in USA - oltre al regista McG, creatore della serie Chuck, e al già citato Costner, troviamo un'insolita e meno interessante del solito Amber Heard e l'ex giovane promessa Hailee Steinfeld, che dopo l'exploit de Il grinta pare essersi decisamente persa per strada -.
Fortunatamente per il sottoscritto ed il pubblico, però, 3 days to kill ha ben poco a che spartire - fatta eccezione per alcuni passaggi della trama ed il rapporto molto approfondito tra padre e figlia - con le porcate uno e due con protagonista Liam Neeson: nonostante, infatti, non ci si trovi di fronte a nulla di nuovo ed il plot risulti assolutamente banale e telefonato, l'approccio di McG risulta scanzonato ed ironico abbastanza da evitare allo spettatore noia ed incazzatura, sfruttando al meglio la componente quasi comedy e la variabile fornita dalla famiglia per stemperare le inverosimili situazioni action dure e pure, dettate nei loro tempi da due villains decisamente scadenti - l'albino pare una versione di serie b dell'omonimo di Banshee, mentre il famigerato Wolf manca del vero carisma di un lupo, come Scorsese insegna - ed un'eminenza grigia che vorrebbe dare alla pellicola il gusto per il thriller e lo spionaggio vero e proprio ma finisce per risultare più una macchietta poco utile ed ancora meno simpatica usata giusto come elemento esterno per togliere le castagne dal fuoco agli sceneggiatori in crisi, interpretata dalla ormai oserei dire sopravvalutata Amber Heard.
I momenti migliori del lavoro, dunque, finiscono per essere quelli espressi dalla mission impossible di Renner/Costner impegnato nel riconquistare la figlia adolescente Zooey, per anni ignorata a causa di un lavoro - quello dell'agente dei servizi segreti pronto a fare piazza pulita in qualsiasi condizione e situazione in men che non si dica - del quale la stessa non conosce nulla: i siparietti con la sua talpa molto poco volontaria nell'organizzazione di Wolf - padre non di una, bensì di due figlie - o con il contabile di origine italiana sono decisamente spassosi, più vicini al recente approccio Expendables che non ai seriosi polpettoni che paiono aver preso possesso di uno dei generi notoriamente più scanzonati del Cinema.
Non parliamo, dunque, di una pellicola memorabile - tutt'altro -, eppure momenti come quello nel bagno della discoteca con tanto di uscita in gloria in stile Bodyguard o la suoneria del cellulare di Renner con "I love it" pronta a risuonare nei momenti più impensabili riescono a trasformare un titolo come tanti altri in una variante piuttosto divertente e godibile dell'action condita dai rapporti tra genitori e figli.
Considerato com'era andata con i due Taken, direi proprio che quello del solido Kevin è tutto grasso che cola, finale zuccheroso ed assolutamente inverosimile compreso.



MrFord



"I got this feeling on the summer day when you were gone.
I crashed my car into the bridge. I watched, I let it burn.
I threw your shit into a bag and pushed it down the stairs.
I crashed my car into the bridge.
I don't care, I love it.
I don't care."
Icona Pop - "I love it" - 




16 commenti:

  1. Mah... più che brutto direi insignificante. Ho provato tre volte a scrivere la recensione ma mi sono accorto di non avere assolutamente nulla da dire. Appena uscito dal cinema mi ero già dimenticato tutto. Costner con il parrucchino proprio non si può vedere...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Brutto no, quelli sono i due Taken! ;)
      Per il resto, passa e va, ma almeno mi è risultato simpatico, nel complesso.

      Elimina
    2. Ma va la, che il primo Taken è una bombetta! !!
      :-D

      Elimina
    3. Una bombetta di bottigliate! ;)

      Elimina
  2. su kevin costner non sono per niente d'accordo, visto che a me è stato sempre sulle palle, fin dai tempi del noiosissimo Palla coi lupi. :)
    su amber heard nemmeno: più che sopravvalutata, sceglie sempre delle pellicole parecchio mediocri.
    sul film invece sì, visto che, pur nella sua inutilità, non l'ho trovato troppo malaccio e la parte migliore è quella che riguarda il rapporto con la figlia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei d'accordo con me a proposito di un film action che racconta i rapporti genitori/figli!? Ma che è successo!? ;)

      Elimina
  3. Boh, non mi ispira manco per sbaglio. Poi ogni volta che in città vedo il poster mi viene in mente la pubblicità del Rio Mare...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente il Rio Mare ha rovinato il buon Kev.
      Comunque, per una serata senza impegno, il film ci sta.

      Elimina
  4. Spero che sia un po' la rinascita del nostro Kevin , un attore che ha avuto un inizio esaltante , spegnendosi a poco a poco...
    E pensare che mi piaceva molto!
    :::)))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nella, questa non va considerata certo una rinascita, comunque per una serata a neuroni zero è perfetto! ;)

      Elimina
  5. mah io un occhiata gliela do, se è proprio brutto brutto lo disintegro xD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tranquilla: peggio di certa robaccia anche autoriale non può essere! ;)

      Elimina
  6. In giro non ne stanno parlando benissimo, però io al buon Kevin, nonostante il tonno, voglio molto bene.
    Che poi quando vuole ti tira fuori l'interpretazione perfetta. Vedasi Hatfield & McCoys.
    Cmq un'occhiata a questo penso di dargliela.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fratello, questa non sarà l'interpretazione perfetta di Kevin, ma è un film dei nostri, e per te cade proprio bene, con il rapporto padre/figlia. ;)

      Elimina
  7. A noi è piaciuto molto,Kevin riesce ad essere convincente nelle parti d'azione e simpatico nei siparietti tipo quando chiede al contabile italiano di spiegare alla figlia come si fa il sugo!!!
    Kevin ogni volta che lo guardo nella reclame del tonno,lo ingiurio!"coglione,in Italia per mangiare tonno in scatola vieni????" XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza dubbio meglio Costner di quell'altro scoppiato di Neeson nei due terribili Taken!
      A quel punto, è quasi più divertente la pubblicità del tonno!

      Elimina