Pagine

mercoledì 8 maggio 2013

Il sospetto

Regia: Thomas Vinterberg
Origine: Danimarca
Anno: 2012
Durata:
115'




La trama (con parole mie): Lucas ha quarantadue anni, è divorziato e lavora in un asilo, combattendo ogni giorno una battaglia a distanza con la ex moglie per la custodia di suo figlio Marcus. I bambini lo adorano, e lui è un membro assolutamente rispettato della piccola comunità in cui vive, fatta di persone che si conoscono da talmente tanto tempo da averci perso la memoria.
Un giorno, la piccola Klara, figlia del suo migliore amico Theo che vede in Lucas tutta la pace che non vive in casa propria, si avvicina così tanto all'uomo da costringere lo stesso a mettere una distanza tra loro: la bambina, sentitasi respinta, racconta una bugia che sconvolgerà la vita dell'amico suo e di famiglia.
Accusato dalla comunità di essere un pedofilo, Lucas verrà licenziato ed indagato dalla polizia, finendo per diventare il bersaglio di soprusi, violenze, accuse ed un moltiplicarsi di voci sul suo conto tanto pressanti da condizionare anche chi gli è più vicino.




Da mesi leggevo in lungo e in largo di questo film, che fosse dalle parti di Dae o del Cannibale.
Prima di poterne parlare come se fosse una recensione di tutti i giorni, però, lascerò che una digressione di vita vissuta si faccia carico di alcuni dei temi trattati dal lavoro di Vinterberg: non troppi giorni fa parlavo con un collega a proposito della mia recente condizione di paternità, che insieme ad una serie di sentimenti positivi e fortissimi - mi basta guardare il Fordino appena torno a casa perchè tutto possa cambiare, a prescindere da quello che accade all'esterno - ha portato nella vita del sottoscritto una sorta di aumento dell'aggressività atta a proteggere quello che consideriamo il nostro territorio, il nostro mondo, la nostra Famiglia.
Raccontando dell'episodio che citai ai tempi in cui parlai di Polisse, ricordo di aver affermato in tutta onestà che se dovesse capitare una cosa del genere a mio figlio, se anche dovessi nutrire soltanto il dubbio che un suo insegnante, un estraneo, un amico, un tizio qualsiasi potesse avere una qualsiasi mira nei suoi confronti, probabilmente andrei a cercarlo in modo da ricordare fisicamente che quello non è il genere di intendimento gradito dal sottoscritto.
Altrettanto onestamente, da ex obiettore e da democratico, ammetto che non mi scandalizzerebbe l'idea della pena di morte per i pedofili.
I bambini sono il nostro futuro, e spesso sono il ritratto di un'innocenza totalmente disarmata di fronte ad un mondo di adulti e di cose abiette come le violenze su di loro.
Il sospetto, uno dei titoli più potenti che abbia avuto occasione di veder passare dal Saloon negli ultimi mesi, è in questo senso una sfida: il pubblico, fin dal principio, sa bene, infatti, che il protagonista Lucas è innocente, e che il dramma della sua accusa e delle violenze ad essa conseguite sono legate alla bugia di una bambina che ha l'unica colpa di sentirsi rifiutata, a partire dalla sua stessa casa. Una bambina che continua ad essere innocente quanto il suo "persecutore" anche quando appare chiaro lo spirito per il quale la sua menzogna nasce e si sviluppa.
A ben guardare, e minuto dopo minuto, appare evidente che questo saggio di bravura del regista di Festen - felicemente bottigliato dal sottoscritto - e del suo protagonista - uno straordinario Mads Mikkelsen, premiato con la Palma d'oro per la migliore interpretazione maschile all'ultimo Festival di Cannes - non tocchi, in realtà, il tema della pedofilia quanto Million dollar baby non toccava di quello dell'eutanasia: l'associazione più vicina, infatti, è quella di lavori come Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti o The Village di Shyamalan, legati a doppio filo al potere della comunità e delle dicerie, dei sussurri e di una società pronta a stare zitta in coro in una chiesa la notte di natale - perchè, si sa, davanti a Dio è bene non alzare la voce - ed al contempo sempre al posto e al momento giusto quando si tratta di lasciare che il giustizialismo, la frustrazione, la violenza repressa ed il desiderio di dispensare una giustizia sommaria facciano il loro corso.
Certamente l'essere consci del fatto che Lucas sia innocente facilita in qualche modo - e non di poco - noi spettatori, eppure i meccanismi messi in moto dal crescendo di quest'opera assolutamente toccante sono ben più complessi di quanto si possa pensare, e più che nella vittima cui presta volto e cuore il fordiano Mikkelsen si finisce per immedesimarsi in Theo, padre della piccola Klara nonchè migliore amico di Lucas, o Marcus, figlio del "mostro" costretto a difendere il padre anche di fronte all'ignoranza e ad una violenza fin troppo simile a quella per cui il suo genitore finisce per scontare una pena insormontabile per qualsiasi uomo.
Perchè il peso della diceria, degli sguardi, del sospetto - per l'appunto - è qualcosa che va ben oltre ogni standard umano, e mette a nudo di fronte ad una società incapace di ascoltare e cercare ragioni che trascendano la pura e semplice manifestazione di vendetta - esemplare, in questo senso, il dignitoso e terribile ritorno al supermercato di Lucas dopo il pestaggio - anche quando mossa da legittimi dubbi e situazioni - come già detto, credo che io stesso reagirei scompostamente se mi trovassi con il Fordino al posto dei genitori dei bambini dell'asilo -.
A dare forza, inoltre, ad un'evoluzione clamorosa, un finale da brividi da ben due punti di vista: da un lato la stessa e già tanto criticata società, che dopo aver sdoganato - e a carissimo prezzo, si vedano la sequenza della chiesa già citata ed il confronto tra Theo e Lucas nella notte di natale - il presunto colpevole si dichiara pronta a salvare le apparenze ed accettarlo di nuovo come membro rispettabile di un distorto cerchio della fiducia - lampante l'esempio fornito dalla fidanzata di Lucas -, dall'altro la battuta di caccia, con quel colpo ad un soffio dal bersaglio grosso ed una sagoma stagliata contro il sole che potrebbe avere mille volti, compresi i più terribili per Lucas stesso: quello di se stesso, o di Marcus.
Perchè Lucas non conoscerà mai la pace.
Perchè un genitore non accetterà mai davvero l'idea che qualcuno possa aver approfittato di suo figlio in quel modo.
Perchè il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello ed il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.
Forse Lucas è l'uomo timorato, la comunità la tirannia degli uomini malvagi, e la violenza il pastore.
O forse è Klara a dover aver paura, perchè gli uomini malvagi potranno sempre approfittare di lei, e non ci saranno bugie o genitori o presunti tali a proteggerla come pastori.
Il sospetto, però, è che in questo mondo malvagio non esistano pastori, e si finisca a vivere da uomini timorati in attesa che giunga un'ombra stagliata nel sole, senza volto, a lasciare che la nostra fine appaia soltanto un incidente di percorso nella grande caccia della vita.


MrFord


"Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio."
Fabrizio De Andrè - "Bocca di rosa" -



37 commenti:

  1. e finalmente dopo molti bisticci concordiamo XD davvero un gran bel film da parte del danese del dogma che mi sta più simpatico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credo sia un'impresa impossibile essere più simpatici di Lars Von Trier. Comunque grande film, concordo.

      Elimina
  2. Grande James!

    Recensione degna di questo capolavoro (io ho buttato il 10, lo sai).

    Ma lo sguardo in chiesa ne vogliamo parlare??
    Quindi anche te per il finale proponi più letture, quale credi sia la più probabile?
    Ti rimando a un'interessante discussione su questo da me.
    Se la leggi poi rispondi comunque qui senza problemi.
    Eh, lo so, avere un figlio ti cambia tutto, tutto.
    Anche l'approccio filmico.
    Benvenuto nel club.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dae, credo che la lettura più probabile sia quella di un destino legato, appunto, al sospetto, per Lucas, nonostante l'innocenza.
      La sua vita in quel luogo e con quegli "amici" è finita per sempre.

      Elimina
    2. Ah, ma su questo non ci sono dubbi James, certo. No, più che altro la nostra discussione verteva se quello sparo e quella figura fossero vere o no. Io credo di no, che l'inferno e il terrore "interno" del protagonista siano tali per cui si immagina continuamente braccato

      Elimina
    3. O.k, sono a casa dei miei e c'è l'account di mio fratello :)

      Elimina
    4. Secondo me non importa che sia vero oppure no. La sostanza e la sofferenza di Lucas non cambiano.

      Elimina
  3. Non mi decido a guardarlo:mi sono messo in mente sia una visione troppo... "disturbante"...
    Massimiliano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente è molto disturbante, ma resta un grande film. Recuperalo!

      Elimina
  4. è un film che fa venire brividi veri lungo la schiena: e hai ragione su quel discorso dei figli. Cambia le nostre prospettive e la nostra idea di "democrazia" perchè se ci toccano qualcuno di caro non è più possibile ragionare a mente fredda....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Onestamente rispetto alla pedofilia l'ho sempre pensata allo stesso modo.
      Poi, certo, l'arrivo del Fordino ha amplificato alcune sensazioni. Come questo film.

      Elimina
  5. buon film, però non grandissimo. a distanza di qualche settimana dalla visione, non mi ha lasciato granché. a differenza di un film davvero grande come the master, più ostico durante la visione ma che mi è rimasto decisamente di più..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La sensibilità personale e le esperienze segnano il modo di farci segnare dai film. Tra questo e The master, indubbiamente due grandi film, emotivamente per me non c'è stato paragone.

      Elimina
    2. Scusa, ho un attacco di cagacazzismo che non riesco a trattenere: Ford, è verissimo quello che dici sul vissuto che in qualche modo condiziona il nostro approccio a un film, ma è anche vero che i due film citati non sono nemmeno lontanamente paragonabili, è come mettere a confronto Le donne di Mandingo con Indovina chi viene a cena.

      Elimina
    3. Grande commento, non c'è che dire.
      A questo punto attendo una replica in merito da parte del Cucciolo. ;)

      Elimina
  6. Una perfetta costruzione dei meccanismi che portano all'isteria e alla caccia all'untore: mi sono subito tornati in mente i fatti dell'asilo di Rignano Flaminio.
    Un tema delicatissimo e complicato affrontato con coraggio.
    Da incorniciare l'interpretazione del protagonista e la bambina è un mostro di bravura.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lucien, dici benissimo. Un film forte e coraggioso, che affronta un tema complesso da un'angolazione nuova.
      Mikkelsen e la bambina fenomenali, ma ottimo anche il resto del cast.

      Elimina
  7. Piaciuto anche a me ma con una piccola riserva. Ovvero l'accusa anche se da parte di un bambino è un pò sterile, e il rischio potrebbe essere quello di rendere impossibile il contatto tra adulti e bambini...visto con gli occhi di un non genitore

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà secondo me è interessante proprio per quello. Io per primo, come ho scritto, se ascoltassi un racconto del genere da mio figlio andrei subito a cercare il "colpevole", verità oppure no.

      Elimina
  8. Che bella recensione, ho sempre un certo timore quando decido di vedere film del genere. L'argomento trattato mi devasta, ho paura delle mie stesse reazioni che potrebbero animare molti dei miei incubi. E' proprio vero, quando diventi madre/padre, tutto cambia anche il tuo modo di vedere, soprattutto. Devo recuperarlo quanto prima però, assolutamente!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È un argomento tosto e toccante, e Vinterberg è riuscito a renderlo con grande intelligenza e sensibilita'.
      Per quanto da genitori sia dura, è da vedere senza dubbio.

      Elimina
  9. Come ben dici, un film davvero potente (e nonostante le bottigliate con più di un riferimento a Festen, visto il tema di fondo).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fortunatamente il risultato è ben più potente di quello del compiaciuto Festen. ;)

      Elimina
  10. Ho sentito parlare di questo film ed ora scopro che potrebbe anche piacermi. Diciamo che l'argomento di fondo è un terreno minato... facile scivolare nella retorica. Lo recupererò al più presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gae, mi piacerebbe molto leggere una tua recensione di questo film. Davvero.
      Recuperalo!

      Elimina
  11. E' nella mia lista di prossime visioni. La tua analisi mi ha convinta ancora di più!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È stata una delle visioni più interessanti di questi mesi. Da vedere senza dubbio al più presto!

      Elimina
  12. Ero titubante all' inizio anche perchè non è esattamente il mio genere, ma dopo questo tuo commento voglio proprio vederlo, sono curiosa! Bella la tua citazione di De Andrè!

    http://lovedlens.blogspot.it
    M.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Monica, questo è assolutamente da non perdere. Uno dei film più tosti che ho visto quest'anno.

      E De André ringrazia!

      Elimina
  13. è uno dei top lista... e non vedo l'ora.
    poi mads merita sempre ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedrai che non ne resterai deluso. E Mads in questo film spacca davvero.

      Elimina
  14. Bellissima rece, mi hai messo una grande voglia di vederlo. E il solo fatto che ci sia Mads amplifica ancor di più la voglia.
    Allora me lo porti domenica?
    ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Muchas gracias, Fratello!
      Tranquillo, te lo porto domenica, anche perchè questo è uno di quei film che non si possono perdere! Bellissimo!

      Elimina
  15. concordo al 100%, gran bel film, attore strepitoso, tematica toccante di cui si potrebbe discutere all'infinito e che il regista ha reso nel più struggente e delicato dei modi.
    Non voglio sfidare la tua dolcezza protettiva di neopapà, ma quella bambina io l'avrei presa a pugni e sputi in faccia ahahaahh ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Margherita, si vede che tu hai ancora l'impulsività della figlia! In fondo, il figlio di Lucas reagisce quasi così, no!? ;)

      Comunque, grandissimo film, profondo e toccante.

      Elimina
  16. Filmone enorme: sarà dura scegliere una #1 per la Stagione tra questo e Re Della Terra Selvaggia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo con te, Saix, anche se tecnicamente questo appartiene alla scorsa stagione. ;)

      Elimina