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lunedì 11 febbraio 2013

Zero dark thirty

Regia: Kathryn Bigelow
Origine: USA
Anno: 2012
Durata: 157'



La trama (con parole mie): Maya, giovane agente della CIA, è reclutata dall'Agenzia già dai tempi del liceo ed il suo primo incarico la vede avvicinarsi alla squadra che si occupa di scoprire il nascondiglio di Osama Bin Laden a seguito degli attacchi dell'undici settembre.
Quello che la donna non sa è che la caccia ad uno degli uomini più ricercati della Storia la occuperà per un decennio tra false piste, morti di compagni, cambi di Presidente ed un lavoro capillare e continuo che la condurrà dove nessuno più credeva, al luogo che sarà teatro dell'azione che porterà alla morte del leader di Al Quaeda nel maggio duemilaundici.
Le strategie ed i piani dell'intelligence per antonomasia filtrati attraverso la determinazione e le sofferenze di una combattente outsider.




Kathryn Bigelow è la regista con le palle più grosse in circolazione. Senza dubbio.
Come se non bastasse, direi che i suoi attributi sono di dimensioni e sostanza decisamente maggiori rispetto a quelli di molti anche più blasonati colleghi di sesso maschile.
Zero dark thirty rappresenta, in una certa misura, la rappresentazione migliore di queste qualità "di peso" della donna dietro la macchina da presa di cult assoluti come Point break o Il buio si avvicina: ispirandosi a fatti reali e sfruttando al meglio una sceneggiatura stratificata e complessa dell'ormai inseparabile Mark Boal - già penna dietro il vincitore dell'Oscar come miglior film di tre anni fa The hurt locker -, l'ex signora Cameron confeziona un thriller politico con risvolti d'azione che pare unire la complessità e la ricchezza di Homeland all'approccio a tutto campo di Michael Mann, pur peccando, soprattutto nella sua componente emozionale, di una certa freddezza di fondo segna una differenza tra questo ed i prodotti che fin dalla prima visione sono in grado di conquistare il titolo di instant cult.
A favore della Bigelow va comunque affermato che una materia scottante quanto la questione Osama Bin Laden dovesse essere necessariamente essere trattata con un certo piglio chirurgico per evitare che l'intero progetto naufragasse in una retorica di bassa lega pronta a sfruttare il dolore che ancora provoca negli States la ferita aperta da una delle più grandi tragedie della Storia umana recente, l'undici settembre duemilauno.
E la nostra tostissima Kathryn, che non ha affatto intenzione di cadere in trappole di questo genere, asciuga tutto quello che può essere asciugato e lascia che il suo mosaico prenda lentamente forma anche a fronte di un iniziale disorientamento del pubblico a fronte di dialoghi serrati ed informazioni intelligence-style, si prende il suo tempo - più di due ore e mezza paiono un'enormità, per quello che di fatto dovrebbe essere un action movie, eppure sembra quasi, al termine, di aver avuto soltanto un assaggio di tutte le sfumature della caccia a Bin Laden operata dalla CIA - ed esplode nei quaranta minuti conclusivi - quelli dedicati al raid che portò alla morte dell'allora leader di Al Quaeda - tutto il suo talento ed il suo rigore, confezionando una sequenza al cardiopalma nonostante l'ovvietà del suo esito - credo che il fatto che Bin Laden sia stato ucciso durante la missione in questione sia noto perfino agli spettatori meno informati del pianeta -, girata magistralmente ed in grado di portare direttamente sul campo - e con estremo realismo - l'audience facendola precipitare in un caleidoscopio di sensazioni che danzano tra colpi sparati quasi alla cieca ed i filtri della visione notturna, quasi fosse al centro di una sua interpretazione di quello che è stato il palcoscenico principale della scena videoludica degli ultimi anni - da Call of duty a Battlefield, il concetto dell'esperienza dello sparatutto in prima persona è ormai una realtà decisamente più consolidata dei tempi di Wolfenstein e Doom -.
Attorno alle vicende, agli interrogatori durissimi, alle vittime e agli attentati - vengono rivisitati quelli celebri di Londra e del Marriott Hotel in Pakistan - scopriamo le vite di agenti consacrati totalmente al loro lavoro e disposti a sacrificare una vita "normale", la famiglia e tutto quello che è possibile sacrificare non tanto in nome della Patria, quanto a fronte della necessità di affrontare un "male di vivere" che li soffoca una volta rimesso piede all'interno di una quotidianità troppo pressante - e in questo continua il discorso cominciato da regista e sceneggiatore con il già citato The hurt locker -: sono vite soltanto accennate, eppure fotografate con la potenza dell'istantanea da indagine giornalistica d'assalto, caratterizzate per sottrazione - in questo torna il legame con lavori clamorosi come The heat o Insider firmati sempre da Mann - e mai scontate.
E in testa al Navy seal di Joel Edgerton o al caposezione CIA di Kyle Chandler, troviamo lei, Maya, interpretata da una Jessica Chastain finalmente resa come una donna, e non come la bambola che vogliono troppo spesso dipingere - e che non è, con buona pace di chi la considera una figa stellare -: la sua crociata contro Bin Laden diviene il simbolo di un'emancipazione che, nonostante il progresso, le figure professionali femminili ancora non possono dire di avere ottenuto al cento per cento, che assume contorni quasi mitici e giovannadarcheschi anche in un finale magistrale, in bilico tra la gioia per una vittoria conseguita sul campo - perchè seppur Maya sia tenuta a seguire il raid dal campo base, è come se fosse accanto ai soldati in piena irruzione - e la consapevolezza di non avere un luogo a cui tornare, di essere sola nella pancia vuota di una balena volante che è anche un Paese cui ha dedicato dieci anni della sua vita senza sapere, di fatto, se la scelta fu per difenderlo o proteggere se stessa da una solitudine troppo pesante.
In questo senso Zero dark thirty potrebbe essere definito addirittura il manifesto della Bigelow, prima donna a conquistare l'Oscar come migliore regista e da sempre etichettata come cineasta profondamente maschile nell'approccio: come Maya, anche lei ha dedicato la sua vita ad una vittoria che potrebbe costarle più solitudini che allori e tappeti rossi.
Una vittoria che, tra l'altro, difficilmente si ripeterà quest'anno.
Perchè Zero dark thirty è un film così grande da non concedersi ad un'unica visione.
Ha bisogno di essere inseguito, braccato, conquistato: come l'avversario più pericoloso, o il sogno più grande.
Che, a ben guardare, è sempre come essere allo specchio e sfidare noi stessi.


MrFord


"Living in the big city
the American dream
is far roaming in the streets of greed
everywhere I turn I'm on a mission for more
but I aint selling my soul
with the dope theres no girl
I'm on a one way box to the top
hitting the strip but got a sound that would rally the block
I'm in the fast lane and I wont stop."
Cypress Hill - "Rise up" -


24 commenti:

  1. finalmente una recensione e un giudizio sensati.
    a parte le tue parole su jessica chastain, che mi hanno ricordato come questo fosse pur sempre un post scritto da te :D

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    1. Dovevo pur metterci il mio zampino, anche nella recensione di un film che è riuscito a mettere d'accordo perfino noi! ;)

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  2. ora mi hai fatto crescere le aspettative al massimo ...lo utilizzerò come fuoco di sbarramento contro Sanremo!

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  3. Per me lei qui è ancora più figa del solito.

    Comunque bella recensione, bel film, e concordo finale strepitoso.

    (Considerazione personale: la paranoia degli americani post 9/11 comunque è contagiosissima. Io ero a Los Angeles quel giorno e sul volo di ritorno, poco meno di una settimana dopo, io e mio fratello guardavamo con sospetto qualunque persona con fattezze genericamente arabe. Tutto ciò è terribile e purtroppo, sempre secondo me, film del genere seppur meravigliosi, non aiutano a appianare la situazione).

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    1. Muchas gracias per i complimenti alla recensione: film pazzesco, ricco di sfumature e chiuso alla grandissima. Senza dubbio uno dei futuri titoli dell'anno.

      La paura post-undici settembre aleggiò per molto un pò ovunque: ai tempi ero in Grecia, e tornando a casa in aeroporto tutti diffidavano di qualsiasi genericamente arabo, figurati.

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  4. Film splendido.
    Niente da aggiungere, hai già detto tutto tu. :)

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    1. Concordo in pieno. Film della madonna, come dice il Bardo.

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    2. concordi in pieno sul fatto che è meglio che io non aggiunga niente? :)

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    3. Concordo sul fatto che sia splendido. ;)

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  5. Salvo imprevisti, lo vedrò la prossima settimana! Ma si sente anche nel film la cover di "Nothing else matters" presente in uno dei trailer?

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    1. Non mi pare di ricordarmi di Nothing else matters. Ma la mia memoria è bruciata dai drinks, quindi non ci metterei la mano sul fuoco. ;)

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  6. sono molto curiosa di vederlo, ho aspettative alte e a quanto pare non verranno deluse!
    (Sai che , così, senza averlo ancora visto, ho pensato anche io ad Homeland?!La Chastain mi ha fatto pensare a Carrie Mathison!)

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    1. Le atmosfere sono le stesse di Homeland, con un pizzico di Michael Mann in più.
      Se dopo Beasts non ti piace neppure questo, ti mando i Navy seals al completo! :)

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  7. Recensione perfetta:effettivamente durante gli ultimi venti minuti di esplosioni, raffiche, pianti di bambini ed urla di donne,nero e verde di visori notturni più di una volta mi sono detto "Cazzo vuoi vedere che lo beccano davvero?!"...
    Detto questo, proprio in questo film Jessica da me sempre ritenuta bella ma troppo algida assurge al titolo di figa imperiale...
    Film superlativo, meglio di The Hurt Locker a mio gusto, si candida fin d'ora a pellicola dell'anno.
    Massimiliano

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    1. Fratello maggiore di The hurt locker, senza dubbio, e uno dei titoli più importanti dell'anno.
      Documento storico e, ad un tempo, perfetto dramma di fiction. Bellissimo.
      Per non parlare del finale.

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  8. grande grande cinema e, come sempre, grande anche il buon ford ;)

    comunque la chastain è figa!

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    1. Muchas gracias, Frank! Grande anche tu! :)

      La Chastain ha fascino, ma è meno figa di come la dipingono! ;)

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  9. Io ancora mi chiedo come si fa a passare 2ore e mezza di film /12 anni di vita in mezzo a quel parterre di maschioni senza inchiavardarsene manco uno... Frigidaire lei quanto l'emozioni di questo film. A Katherine sei divorziata fattene una ragione e vai oltre, la vita è bella con un pò di caxxo!

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    1. Sai quanto mi sia piaciuto, ma che posso dire!?
      Quelle come Maya vivono per il lavoro, quindi niente cazzo e niente inchiavardate! :)

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  10. Grande recensione, mi hai messo l'hype a 1000, è li parcheggiato in attesa.
    In questi giorni me lo sparo sicuro!

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    1. Fratello, muchas gracias! :)
      Sparatelo appena puoi, è una bomba!

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  11. ciao ford, concordo.
    per me è uno dei film più belli degli ultimi anni.
    dico solo che, col blitz finale, le mie chiappe sono state teletrasportate dalla poltrona del cinema sull'elicottero dei canarini. e lì ci sono rimaste fin dopo i titoli di coda.

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    1. Ciao Metiu, effettivamente siamo di fronte ad un filmone totale, che tocca Storia e politica così come emozione, tecnica e concetto di Cinema ad ampio respiro.
      Già supercult.

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