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mercoledì 21 marzo 2012

Restless - L'amore che resta

Regia: Gus Van Sant
Origine: Usa
Anno: 2011
Durata: 91'



La trama (con parole mie): Enoch è un adolescente che ha perso i genitori in un incidente d'auto, cacciato dalla scuola dopo una rissa e frequentatore abituale dei funerali di sconosciuti.
Proprio nel corso di uno di questi conosce Annabel, una sua coetanea malata di cancro.
Tra i due nasce una complicità che sfocia quasi immediatamente nell'attrazione, e quella che normalmente potrebbe essere riconosciuta come la storia che si identifica nel "primo amore", giocata tra l'ironia di una condizione senza speranze ed una rinascita legata alla comprensione del fantasma di un giovane kamikaze giapponese morto durante il secondo conflitto mondiale.
Aggiungendo al tutto una spruzzata di Darwin.
Ma la condizione di Annabel, inizialmente compresa da Enoch, rischia di creare non pochi problemi con l'avvicinarsi dei termini dati dai medici.




Gus Van Sant è finalmente tornato.
Lo dico con estremo piacere e soddisfazione, perchè l'eccessivo accademismo di Milk - pur discreto - e l'irritante radicalchicchismo di Paranoid park mi avevano fatto dubitare della forma del regista di Seattle, autore di alcuni miei cult personali - il magnifico Drugstore cowboy su tutti - nonchè di pietre miliari del Cinema recente - Elephant -.
Ed eccolo, invece. Pronto a contraddire tutte le mie perplessità.
Restless è un film bellissimo, senza se e senza ma.
E' il lato gentile, poetico e commovente di Hesher.
E proprio come quest'ultimo, una delle visioni più sorprendenti di questa prima parte dell'anno.
Non è facile, ma davvero per nulla, toccare temi quali morte e malattie terminali senza cadere nel ridicolo involontario o nell'eccessiva retorica, e ancor meno parlarne senza mostrare alle stesse il fianco - o un equivalente dello stesso - nel corso della pellicola.
Van Sant, grazie all'apporto dei bravissimi Henry Hopper - figlio dell'indimenticato Dennis - e Mia Wasikowska, regala al suo pubblico una pellicola che arriva a sfiorare la morte senza mai farla entrare davvero, surreale e magica eppure estremamente cruda e realistica, onirica quanto il già citato Drugstore cowboy ed onesta come le parti migliori di Will Hunting.
Speravo di poter scrivere di più, analizzare a fondo le scene, l'incedere sottovoce di un ottimo script, l'incalzare di una colonna sonora strepitosa, e invece mi ritrovo senza parole, quasi stessi cercando immagini da un ricordo vissuto che non vuole farsi fotografare del tutto, sfuggente e sorprendente come la vita, sempre pronta a buttarci per terra per poi raccoglierci e, con uno sguardo a metà tra una madre e un'amante, ricordarci che è ora di alzarsi, e dare tutto, fino all'ultimo secondo.
Ed è proprio questo, che ho trovato straordinario in questo film: la spontaneità che l'esistenza - o la morte - ci stimolano in modo che possano essere sovvertite le regole, sorpresi i nostri compagni di viaggio, aggirata la Natura, accettati i fantasmi, così come le vittorie e le sconfitte.
E tutto senza che le cose assumano quella pesantezza quasi religiosa che i massimi sistemi cercano di imporci, al contrario lasciando che l'energia di due giovani esistenze - seppur minate da grandi traumi - ci travolga quasi fossimo noi mascherati per l'Halloween da passare con la ragazza appena conosciuta di cui non abbiamo ancora il coraggio di ammettere di essere innamorati, quella stessa che ci bacia "perchè è questo che fa una fidanzata", e intanto ci lascia stecchiti parlando di Darwin e dell'evoluzionismo.
Per non parlare di scene pazzesche come la messa in scena della morte, che potrebbe far gridare al miracolo cinematografico o farci scoppiare a piangere per la sua potenza, o la voglia di vivere e di vita che sprigiona una storia così, da primo all'ultimo secondo.
Personalmente, io sarei più un tipo da terapia d'urto come il già citato Hesher, che pare in guerra con il mondo ed invece è il suo più fidato aiutante.
Eppure, accanto alla prodigiosa Annabel, sento di poter abbassare la guardia, abbandonarmi come ad un massaggio e lasciare che siano quei silenzi a dire tutto, i nomignoli affettuosi e le carezze, i baci ed un sesso da adolescenti che riesce a far rimpiangere uno dei passaggi più difficili delle nostre vite: quello che al desiderio di essere accettati ed amati oppone la voglia di affermarsi come singoli.
Ma tutte le parole che potrei lasciar sviolinare qui non potranno darvi la reale dimensione della forza di Restless.
Guardatelo e basta.
E lasciatevi travolgere.
Sarà come quell'amore che non si scorda mai.


MrFord


"E insieme visitate la notte
che dicono è due anime e un letto
e un tetto di capanna utile e dolce
come ombrello teso tra la terra e il cielo
lui ti offre la sua ultima carta, il suo ultimo prezioso
tentativo di stupire quando dice
"è quattro giorni che ti amo,
ti prego non andare via, non lasciarmi ferito."
Francesco De Gregori - "Pezzi di vetro" -


 .

42 commenti:

  1. Anche la tua recensione lascia senza parole.. e il trailer è carinissimo e semplice, insomma un altro film su un tema delicato ma rappresentato in maniera non pesante, che non ho visto e che ora vorrei vedere..
    [oggi con un solo post mi hai fatto segnare tre film che vorrei vedere: oltre a questo anche Hesher e Animal Kingdom. Per fortuna American History X l'ho già visto e ho potuto spezzare la catena di link ;) ]

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    1. Elle, muchas gracias.
      Questo film, per me, recupera il Van Sant migliore, ed è perfetto per questo inizio di primavera.
      Dei tre che ti sei segnata, Animal kingdom è il meno interessante: comunque trovi i miei post sia su quello che su Hesher!

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    2. MrFord!, mon dieu, me li sono segnata proprio perché ho letto i tuoi post! :)

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    3. Elle, mi sono rincoglionito. Sarà l'età! :)

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  2. Visto.
    E' un film assolutamente delizioso che in alcuni momenti mi prendeva con la tristezza per poi farmi scoppiare letteralmente in una risata.
    In questo film pulsa la vita con le sue contraddizioni costanti e non è che resta, c'è.

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    1. Alma, concordo in pieno.
      Un film profondo eppure leggerissimo. Davvero un gradito ritorno per Van Sant.

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  3. Un film da cui lasciarsi cullare e poi travolgere. Il tocco magico di Van Sant sull'età in cui ci forma.
    Geniale la citazione da "Pezzi di vetro" (che fra l'altro è una delle mie canzoni preferite di De Gregori). Come ti è venuta in mente?

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    1. Lucien, muchas gracias!
      Pezzi di vetro è anche una delle mie canzoni preferite di De Gregori, e mentre vedevo il film continuavo a pensare alla frase "è quattro giorni che ti amo, ti prego non andare via, non lasciarmi ferito".
      Non potevo non metterla.

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  4. errata-corrige
    "sull'età in cui ci si forma"

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  5. film molto carino, ma veramente niente di eccezionale, soprattutto se paragonato al resto che van sant ha fatto.
    il suo principale difetto è la mancanza di originalità, ma naturalmente questo per te non è certo un difetto, semmai un pregio... ahahahah :D

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    1. Ovviamente uno spettatore irrecuperabile come te non poteva apprezzare un film leggero e delicato come questo, il ritorno di Van Sant al suo meglio dopo l'inguardabile Paranoid Park e il troppo classico Milk.
      Non mi stupisci più, ormai! Ahahahahaahah!

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    2. troppo classico milk è vero.
      però pure questo non è certo il massimo dell'innovazione.
      anzi....
      paranoid park, quello sì che era figo e originale!
      ma era troppo negativo per un amante dei buoni sentimenti come te ahahah

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    3. Paranoid Park, che non mi pareva così negativo, è stato un vuoto esercizio di stile di quelli che possono piacere solo ai radical chic come te, senza contare che non è stato altro che un segone gigante di Van Sant che si sarebbe fatto in tutte le salse il protagonista!

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  6. In realtà sto film mi incuriosisce parecchio, nonostante le numerose recensioni discordanti...

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    1. Stargirl, io l'ho trovato davvero bellissimo.
      Pare fatto apposta per la primavera.

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  7. Film molto bello (al contrario del pretenzioso Paranoid Park), una storia romantica ma non solo, in cui si vede davvero la crescita dei personaggi, che è un po' anche la nostra. Il tutto condito di scene memorabili e toccanti, senza buttarci dentro facili sentimentalismi.
    Ottima recensione!

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    1. Joy, muchas gracias!
      Tra l'altro, concordo in pieno a proposito di Paranoid Park, senza dubbio il film peggiore di Van Sant.
      Con Restless il regista torna finalmente ai bei tempi.

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  8. Non so. Quando si trattano argomenti così ho sempre il timore che si cada nella retorica anche se, allo stesso tempo, so che non deve essere per forza così. Rimango molto indecisa anche se la tua recensione lo porta proprio su un palmo di mano e anzi, complimenti. Ci penserò su.

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    1. Cyb, la tematica non è facile, è vero.
      Eppure questo film riesce ad andare oltre la retorica portandoci a sorridere anche nei suoi momenti peggiori e più tosti.
      Io te l'ho buttato lì: fai un tentativo! :)

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  9. Irriverent Escapade21 marzo 2012 alle ore 11:32

    Delicato il film. Concordo con Young Cannibal sul fatto che non ci sia da urlare al capolavoro. Ma resta comunque delizioso.
    Una menzione speciale, però, la devo a te, alle parole che hai usato e al corollario fatto con Pezzi di vetro. Grazie, dal cuore.

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    1. Irriverent, secondo me è il miglior film di Van Sant dai tempi di Elephant e Last days.

      Pezzi di vetro è una meraviglia. De nada. :)

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  10. E' in programmazione su Sky da questa settimana, ci sto girando attorno da un pochino...

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  11. non so perché ma questo van sant l'avevo un po' snobbato. doveva essere una di quelle visione da "quando avrò tempo e voglia, forse me lo vedo". ora invece sono incuriosito parecchio.

    paranoid park mi è piaciuto, l'ho percepito come un tragico inno alla vita dopo i molto più cupi e disperati Elephant e Last Days.
    Milk l'ho trovato un po' troppo fuffo e poco incisivo, bello ma anche freddo. a van sant comunque ci voglio bene per Da Morire, un cult del mio passato che non vedo da troppo e che è ormai giunto il momento di recuperare.

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    1. Scusate se mi attacco....Da Morire..un cult con i controfiocchi davvero!

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    2. Da morire devo rivederlo, sono mille anni circa che non passa sui miei schermi!

      Per il resto, sia Paranoid Park che Milk sono buone pellicole, ma certamente ben lontane da quello cui mi aveva abituato il vecchio Gus!
      La mia preferita, comunque, resta Drugstore cowboy!

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  12. La scena della messa in scena teatralizzata della morte è davvero pazzesca, mi ha spiazzato!

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    1. Concordo in pieno, Margherita.
      Una delle più intense del film.

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  13. Grande James! Una recensione impeccabile per un film davvero bello. Sono felice che anche tu l'abbia apprezzato e mi trovo d'accordissimo con il tuo punto di vista. ;)

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    1. Muchas gracias, Melinda!
      E' un film leggero e toccante, perfetto per iniziare la primavera!

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  14. Anch'io la pensavo come Frank. Sicuro che prima o poi l'avrei visto, continuavo a rimandare, ma dopo una recensione come questa sono finalmente costretto a recuperarlo. :)

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    1. Ottimista, sono molto curioso di sapere che ne pensi.
      Aspetterò la tua recensione, dunque!

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  15. Mannagg.. è na vita che voglio vederlo ma per una cosa o per l'altra non trovo mai l'occasione giusta.. dopo questa recensione cercherò di accorciare ancor più i tempi

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    1. Pio, se riesci recuperalo al più presto. Merita alla grande e ci sta da dio con questo periodo.

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  16. Elephant è il mio preferito di gus. Un vero film horror nella più profonda delle accezioni...
    Non mi ispirano i film "romantici" e meno ancora quelli che affrontano temi difficili. Però le tue tre birre fanno ben sperare. Provo a recuperare ;)

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    1. Eddy, condivido la tua posizione su Elephant. Per me resta il vertice della produzione di Van Sant, anche se il mio preferito "del cuore" è, appunto, Drugstore cowboy.
      Comunque il voto di Restless è strameritato.
      Recuperalo.

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  17. Fino ad oggi 'sto film l'ho sempre evitato. Dopo questa recensione, e dopo avere recuperato quella del mio mentore cinematografico (Mariarosa Mancuso) mi sa che lo recupero. Ma Hesher è davvero così bello? Io, vedendo 500 film l'anno, ho la regola dei 20 minuti: se dopo 20 minuti sono annoiato a morte, spengo senza rimpianti. Con Hesher ho spento dopo 15 tanto era lo schifo. Il tuo è uno dei pochi blog che ne parla bene. Dammi un buon motivo per riscarc.. ehm.. recuperarlo!

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    Gran sommovimento di sopraccigli, a Cannes. Non solo era una tenera storia d’amore – genere sdegnato dai festivalieri – ma una “Love Story” con malattia terminale. Attacco di snobismo acuto, tra i critici americani, contro un film di adolescenti dove vale la medicina secondo Hollywood: man mano che si avvicina il giorno della fine, l’eroe o l’eroina sono sempre più affascinanti, si direbbero il ritratto della salute. Rifiuto sdegnato, un po’ dappertutto, per un film contemporaneo ambientato a Portland dove gli attori vestono redingote, pantaloni a scacchi, cappottoni e altre carinerie vintage (anche una divisa da kamikaze giapponese durante la Seconda guerra mondiale). Roba da far dire: il regista presta più attenzione al guardaroba che agli attori. A parte il fatto che i costumi in un film non sono un accessorio secondario, la schiera dei lamentosi & disprezzanti meriterebbe la visione forzata di “Elephant” o di “Paranoid Park”. Una volta, due volte, tre volte, finché la mano batte per terra in segno di resa, e con voce strozzata il malcapitato urla: “basta! pietà!”. Era da “To Die For” – “Da morire”, con una Nicole Kidman simil Barbie in carriera tv, ripresa mentre legge le previsioni del tempo facendo balenare un doppio senso anche dietro la parola “precipitazioni” – che Gus Van Sant non girava un film guardabile senza sbadiglio. Vogliamo proprio ricondurlo ai ragazzini ripresi di nuca nei corridoi della scuola? In “Fight Club”, romanzo di Chuck Palanhiuk e film di David Fincher, i gruppi di supporto per malati terminali fornivano emozioni genuine agli stanchi della vita. Enoch e Annabel si incontrano a un funerale, entrambi da infiltrati. Lui ne frequenta parecchi, dando giudizi (tra uno e l’altro, disegna con il gesso la sagoma di un cadavere e lì si sdraia). Somiglia a Harold in “Harold e Maude”, il ragazzino che per attirare l’attenzione della mamma simulava suicidi in piscina o in garage (lo salverà una vecchietta con la crocchia). Somiglia in bello, essendo l’angelico figlio di Dennis Hopper, mentre l’amata è Mia Wasikowska, che con il taglio di Mia Farrow di “Rosemary’s Baby” somiglia a Carey Mulligan.

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    1. Antonio, senza contare che neppure con i film peggiori che mi siano capitati io adotto la tecnica dei 20 minuti - e ne vedo anche io centinaia l'anno - dato che può sempre capitare che arrivi la sequenza che ribalta la nostra posizione in merito, Hesher rappresenta una delle commedie "dolciamare" più riuscite di questo inizio anno, nonchè un'ottima riflessione sul superamento del dolore, un pò come questo Restless.
      Fossi in te, metterei da parte la tua consuetudine, e li vedrei entrambi fino in fondo. :)

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  18. Bene, recuperato (grazie a te, altrimenti chissà quando lo avrei visto!). Film indimenticabile. Sicuramente il primo bel film di Van Sant (il resto è tutto dimenticabile o allucinante secondo me, e non ho visto ancora Milk e Paranoid park). Rimarrà sempre un gran mistero come anche un regista che detesto possa fare film così belli. A contrario, rimane anche un mistero che l'autore di The Wrestler possa fare L'albero della vita o Il cigno nero.

    Forse è la dimostrazione che una buona sceneggiatura è molto più importante di un buon regista?

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    1. Antonio, sono molto contento che ti sia piaciuto.
      La sceneggiatura è sempre importante, ma il bello del ruolo del regista è che può sorprenderci, come è stato per te in questo caso - anche se Van Sant ha fatto grandi film, recupera Drugstore cowboy! - o per me con The wrestler, che mi fece ricredere su Aronofsky, che avevo sempre giudicato come un pippone da competizione! ;)

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  19. Sinceramente, a me come film ha detto molto poco. Non è brutto, quanto moscio. E la frase finale del kamikaze: "La vita è complicata, la morte no" l'ho trovata davvero irritante e pressapochista.
    Una pellicola da casalinghe, a parer mio, nulla di più [con tutto rispetto per le suddette]

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    1. Giacomo, è un film che è piaciuto moltissimo o per nulla.
      Probabilmente tocca alcune corde, oppure no: io l'ho trovato leggerissimo e profondo ad un tempo.

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