Pagine

giovedì 9 febbraio 2012

Secuestrados

Regia: Miguel Angel Vivas
Origine: Spagna
Anno: 2010
Durata: 85'



La trama (con parole mie): Jaime, Marta e la loro figlia adolescente Isa sono i componenti di una ricca famiglia della borghesia spagnola che di recente si è trasferita in una splendida villa lontana dalla città.
La sera della loro prima cena nella nuova abitazione, con Isa in agitazione a causa di un litigio con la madre e in attesa che il fidanzato la passi a prendere, tre rapinatori fanno irruzione prendendoli in ostaggio e minacciandoli per ottenere carte di credito e oggetti di valore.
Mentre Jaime viene portato in città da quello che pare il capo in modo da poter prelevare tutto il possibile dai conti correnti con la minaccia costituita dalle due donne in mano ai suoi due complici, però, in casa scoppia il finimondo: il ritorno dei due uomini non sarà davvero quello che si sarebbero aspettati.




Alcune pellicole, quasi per definizione, paiono portare nel loro bagaglio polemiche e pareri profondamente discordanti, e riescono ad essere in grado di far parlare anche in maniera diametralmente opposta i loro spettatori: senza dubbio Secuestrados può essere considerata parte del gruppo, così come prima di lei furono i due Funny games firmati Haneke e, ancora più indietro, Arancia meccanica.
Certo, è chiaro fin da subito che in questo caso ci si trovi di fronte a qualcosa di ben diverso e ben lontano dal Capolavoro kubrickiano e più simile ai survival della storia recente come il clamoroso Eden Lake: il lavoro di Vivas, consigliato dal mio fratellino Dembo e molto chiacchierato nella blogosfera non arriva ai livelli di turbamento e tensione del gigantesco lavoro di Watkins, eppure il regista spagnolo confeziona una pellicola realizzata alla grande - con più di una strizzata d'occhio a De Palma, evidentemente omaggiato, ed il Gaspar Noè di Irreversible -, d'impatto, violentissima e decisamente efficace.
Sinceramente, alcune delle critiche mosse a questo lavoro - accusato di essere profondamente reazionario, soprattutto osservando l'utilizzo e la caratterizzazione dei personaggi dei rapinatori, due su tre albanesi, uno dei quali assolutamente folle - mi sono parse addirittura eccessive, anche e soprattutto perchè la sensazione più straniante emersa nel corso della visione è quella di una desolazione morale, fisica ed umana che coinvolge tutti i protagonisti, e di una freddezza che pervade lo spettatore lasciando spazio più all'attenzione per la resa visiva dell'opera che non per l'effettivo "trauma da visione" presente al contrario nel già citato Eden Lake - ansia dal primo all'ultimo minuto - o in lavori come l'altrettanto potente The woman.
I protagonisti di questo Secuestrados appaiono profondamente distanti dal pubblico, talmente chiusi nelle loro imperfette umanità da risultare - vittime e carnefici - quasi fastidiosi, dai ricchi borghesi per i quali, almeno in linea teorica, si dovrebbe parteggiare, ai tre rapinatori: in particolare, data una caratterizzazione maggiore legata all'approccio "da protagonisti" alla vicenda di questi ultimi, osserviamo quanto tutti, dal più professionale leader al suo compatriota - come detto, fulminato a mille - per giungere al "collega" spagnolo - per certi versi il peggiore, con il suo ruolo di talpa e di passivo aggressivo - risultano squallidi per l'atteggiamento quanto e prima che per la violenza perpetrata, e la sensazione è che si sia assistito, nonostante il finale per certi versi estremo, ad una mera esibizione di talento da parte del dotatissimo Vivas.
Proprio la tecnica del regista - per quanto, forse, eccessivamente reiterata nel suo utilizzo - legata al piano sequenza è obiettivamente sbalorditiva, e anche l'uso dello split-screen, normalmente non particolarmente apprezzato in casa Ford, risulta funzionale ed interessante, specie nei momenti in cui vengono presentate sequenze di pari importanza e tensione, e gli occhi finiscono per rimbalzare sconvolti da una parte all'altra dello schermo: il climax appena precedente alla conclusione, con l'incontro dei due piani sequenza e, di conseguenza, delle due metà dello schermo, resta un momento unico nel suo genere, nonchè uno dei passaggi più interessanti cui abbia assistito dai tempi della riscoperta del succitato Noè e del sorprendente Il segreto dei suoi occhi.
Forse è troppo poco, per una pellicola di questo genere, arrivare a coinvolgere soltanto per il talento da esecutore del suo regista, ma chissà che il futuro non riservi a Vivas uno sceneggiatore di livello che gli permetta di smussare gli angoli - l'inutile incipit tutto votato esclusivamente allo shock provocato nello spettatore -, non strafare e puntare, più che agli occhi, al cuore e allo stomaco dell'audience: qui, sarà per un'eccessiva confidenza con i film da morti ammazzati come se piovesse, più che il saggio di un ottimo regista, non mi è parso di trovare altro.


MrFord


"I just wanna be kidnapped
tied and gagged and bound to the chair
if you dare.
I'm just kidnapped
'cause you're stealing my love
and I swear you don't care."
Gary Moore - "Kidnapped" -



20 commenti:

  1. ecco, questo è nella lista delle cose da vedere!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente, almeno per la tecnica, merita una visione. Ci sono un paio di piani sequenza da paura.
      Poi, per il resto, può colpire tantissimo o risultare eccessivo.

      Elimina
  2. un altro survival horror su persone sequestrate, anzi secuestrados?
    che fantasia! cos'è, il milionesimo degli ultimi mesi?
    al momento nun gliela faccio a vederlo.
    se poi ha avuto pure parere più o meno positivo da ford, passo proprio.. :))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cannibale, se hai visto quell'horror di Breaking dawn, puoi tranquillamente spararti anche questo, che almeno offre passaggi tecnici notevoli! ;)

      Elimina
  3. Secondo me la freddezza che si prova per i personaggi è voluta, come per rendere la cosa ancora più reale e "naturale".
    La realizzazione tecnica favolosa e il finale coraggioso, -anche se ultimamente si vede sempre più spesso- rendono secondo me il film un buon prodotto.

    Sono curioso di Kill list!
    ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dembo, la parte tecnica è stata davvero la cosa migliore.
      Per il resto, rispetto a cose come Eden lake o The woman è troppo distante.
      Per Kill list attendi, pochi giorni e lo posto! ;)
      Ci si vede domenica!

      Elimina
  4. la sensazione di distanza nei confronti di tutti i personaggi in scena è (volendo confidare nelle doti degli autori) fortemente voluto, forse per creare un effetto-Funny Games, che però riesce solo fino a un certo punto.
    innegabile la qualità stilistica e tecnica, anche secondo me quella che da' più valore alla pellicola.
    il nome di Vivas, secondo me è da tenere d'occhio ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Einzige, sicuramente è da tenere d'occhio. Uno con una tecnica come questa vale certamente la pena.
      Spero solo che, con il prossimo film, cerchi di uscire un pò dagli schemi, oltre a stupire con la sua bravura! ;)

      Elimina
  5. Ottimo! L'avevo già aggiunto alla lista dopo aver letto la recensione di Einzige. Un altro parere tutto sommato positivo fa aumentare la curiosità. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottimista, vale la visione anche solo tecnicamente.
      Comunque è un film interessante, sono curioso di scoprire che ne pensi!

      Elimina
  6. Molto interessante come pellicola perché il regista ci sa davvero fare. Peccate per gli stereotipi razzisti che fanno cadere troppo in basso la sceneggiatura.
    Mi è piaciuta parecchio la iper-violenza alla arancia meccanica.
    Niente male il finale!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eddy, io non ho visto tutti questi stereotipi razzisti, tutto sommato.
      L'iper violenza, più che Arancia meccanica, mi ha ricordato Irreversible.
      Ad ogni modo, il regista ci sa davvero fare, hai ragione.

      Elimina
    2. Oh dio... i buoni spagnoli borghesi e i cattivi dell'est, li ho visti solo io? :P

      Elimina
    3. Mah, io ho visto gli spagnoli odiosi e anche parecchio idioti nel gestire la situazione, e i rapinatori che sono rapinatori, poco importa se albanesi come in questo caso.
      Tra l'altro, il peggiore dei tre invasori - il finto buono, diciamo - non è proprio spagnolo?

      Elimina
    4. Si, ma guarda caso è quello che fa la parte dell' (tra mille apicetti, chiaro!) "innocente". A me ha puzzato parecchio...
      Rimane che comunque è un film molto godibile se lo si affronta per quello che è, cioè un pulp-ettone molto ben diretto.

      Elimina
    5. Ti dirò, Eddy. A me quel finto "innocente" è parso il peggiore di tutti, pure del pazzo squilibrato!
      Detto questo, concordo in pieno su quello che dici del film.

      Elimina
  7. Non conoscevo questa pellicola. In tutta probabilità la vedrò, è solo che io ho un serissimo problema con la ricerca eccessiva e gratuita della provocazione. È una cosa che mi manda in bestia, e mi sa che è il caso di questo film.

    Ma io posso commentare ancora su questo blog? ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Elio, posso capirti.
      Anche io ho lo stesso problema, ma ti assicuro che c'è di infinitamente peggio, in quanto a provocazioni.
      E la regia è ottima.

      Certo che puoi commentare, il divertimento è proprio quello! ;)

      Elimina
  8. se mi capita vedo di vederlo e poi ti dico la mia

    RispondiElimina