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sabato 21 gennaio 2012

Mr. Nice

Autore: Howard Marks
Origine: Galles
Editore: Giano
Anno: 1996 (in Italia 2001 e 2010)



La trama (con parole mie): Dennis Howard Marks è ed è stato molte cose, nel corso della sua vita. Nato in un paesino del Galles da una modesta famiglia di lavoratori ha sognato di essere Elvis, si è laureato in fisica al prestigioso Balliol College, è divenuto il trafficante di droghe leggere più importante della storia, è stato una quasi spia dell'MI6, ha avuto rapporti con esponenti dell'IRA, della Mafia, della French Connection, è scampato ad una condanna in Inghilterra ed è stato perseguitato dalla DEA neanche fosse il più pericoloso dei criminali al mondo, ha scontato anni nel terribile penitenziario di Terre Haute, il peggiore degli States, è stato latitante per anni assumendo numerose differenti identità, ha accumulato e perso milioni, vissuto in numerosi Paesi e trafficato in altrettanti, fino ad arrivare a guadagnarsi il soprannome di Marco Polo per il ponte che costituì tra Oriente ed Occidente.
Ma soprattutto, Howard Marks è ed è stato un figlio, un padre ed un marito.
Ed ancora di più, un esploratore appassionato della vita.
Mr. Nice è la sua autobiografia.





Senza dubbio, prima di cominciare, devo ringraziare il mio fratellino Dembo per avermi fatto conoscere questo libro e, indirettamente, Howard Marks.
Ora, potrei stare qui a sproloquiare e raccontarvi, quasi idealizzandole, le imprese come trafficante di hashish e marijuana di uno dei veri pionieri del settore, uno dei più rivoluzionari ed estrosi personaggi della storia del crimine, un uomo che a quasi vent'anni ha scoperto di amare il rito della fumata - "High time" fu il primo libro che si dedico alle sue imprese, giusto per rimanere in tema - e ha deciso che procurare lo stesso piacere a quante più persone possibili arricchendosi e provando brividi unici nel contempo era quello che avrebbe voluto fare nella vita, ma non lo farò.
Cercherò di parlare il meno possibile, infatti, dell'aspetto più noto della vita di Howard Marks, in parte perchè ho sempre detestato il "fenomeno Scarface" che porta fin troppi ragazzi - e non solo, purtroppo - a considerare il crimine cool quasi fosse un'affermazione di potere e potenza, in parte perchè non sono le imprese come trafficante ad avermi colpito maggiormente, nel corso di questa autobiografia, ma l'uomo che le ha compiute.
Howard Marks, infatti, è riuscito subito ad entrarmi nel cuore grazie ad un innato carisma ed uno spirito da cercatore che, senza dubbio e più di una spiccata intelligenza, è stato il vero motore di ogni suo successo, e benzina per il riscatto nelle ore più buie: un ragazzo nato in un paesino di minatori nel cuore del Galles che da adolescente sognava di imitare Elvis, mosso quasi esclusivamente dalla curiosità e dalla voglia di scoprire il mondo ed il posto da occupare al suo interno, è arrivato ad essere considerato una sorta di quasi profeta, viaggiando in tutto il mondo - stupendo il passaggio del suo viaggio lungo il confine pakistano, dove nessun occidentale era mai stato, alla scoperta del mondo di contadini che vivono e muoiono su montagne che non hanno frontiere fabbricando l'hashish migliore del mondo - senza perdere lo spirito guascone e generoso di chi adora essere circondato dalle persone che ama, che dichiara che offrire una bevuta, cibo e una fumata a chi lo desidera resta uno dei più grandi piaceri della vita, che soffre per gli amici perduti lungo la strada ed anche per i nemici - ancora una volta, ottimi i passaggi che vedono Marks provare rimorso profondo per l'ufficiale che si tolse la vita quando il processo intentato contro di lui dalle corti inglesi fallì, o il momento in cui rifiutò di insultare la Spagna per evitare l'estradizione negli Usa, o ancora la punta di dispiacere per gli acciacchi fisici della sua nemesi più terribile, l'agente della DEA Lovato -, che nel carcere più duro e terribile degli Usa - Terre Haute, nell'Indiana, l'incubo di ogni detenuto - riesce a sopravvivere alla paura e allo sconforto mantenendo rapporti equilibrati con i membri delle più svariate organizzazioni criminali del mondo.
Un racconto di vita, questo, che ho associato immediatamente ad Educazione di una canaglia del mitico Edward Bunker, e che nonostante le differenze tra i due protagonisti mostra l'altra faccia di chi vive - o ha vissuto - oltre la legge e soltanto con il suo talento e la sua passione è riuscito non soltanto a trovare un riscatto, ma anche una nuova via verso il successo.
Da questo punto di vista, e al contrario della rabbia di Bunk, l'umanità di Howard Marks sta tutta nell'affetto che lo lega a luoghi e persone, dai lavoratori umili per le strade di Bangkok - di intensità notevole la vicenda di Sompop e la catenina protettiva che quest'ultimo gli regalerà - alla sua famiglia, dai genitori - da brividi il momento di sconforto vissuto dal protagonista nel corso della sua detenzione negli Usa, quando il costoso avvocato fu pagato grazie alla vendita della casa che i suoi comprarono da giovani, o la paura di Marks stesso di fronte all'idea di non riuscire a tornare in libertà in tempo per ritrovare i suoi vecchi ancora vivi - ai figli, fino alla compagna di una vita Judy, anch'ella autrice di un libro che racconta il loro rapporto, dalle sbronze dei giorni di gloria alla magia della prima figlia annunciata nella cornice di Campione d'Italia fino al dramma del loro arresto a Palma.
E tra Hong Kong, Manila, Bangkok, Karachi, il Canada, gli States, l'Europa - il passaporto di Mr. Nice, una delle identità assunte da Howard nei suoi anni di latitanza, pare si trovi ancora sepolto da qualche parte nei giardini pubblici dell'appena citata Campione, e sono curiose le testimonianze "da straniero" del Nostro a proposito di Padova, Napoli o Palermo - il viaggio di quest'uomo dalle mille risorse pare non conoscere una pausa neppure quando è la DEA, espressione della potenza dello stato più incredibile e terribile del mondo a muovergli guerra finendo per allontanarlo da amici, parenti, moglie, figli e soprattutto dalla libertà, quella stessa che - e sono sicuro che Howard Marks per primo la pensa così - vale decisamente più di una ricchezza spropositata.
Anche perchè, in fondo, per quanto se la sia goduta, il buon Mr. Nice ha dichiarato in più di un'occasione che se le droghe leggere fossero state legalizzate lui avrebbe volentieri fatto parte dei più accesi sostenitori di questo passaggio: del resto - e sono parole del vecchio How che condivido - se le droghe - tutte, nessuna esclusa - fossero vendute in farmacia e distribuite come prodotti approvati dalla legge, almeno la metà delle organizzazioni criminali mondiali - non soltanto quelle non violente come fu sempre per  Marks ed i suoi compagni, ma anche le più pericolose - verrebbero debellate senza il bisogno di alzare un dito, e ognuno di noi sarebbe libero di scegliere di essere dipendente da una sostanza accettandone le conseguenze - come è già con alcool e sigarette -.
Ma se così fosse, che ne sarebbe di quel brivido che ci spinge a muovere sempre un passo oltre?
Non è difficile trovarlo.
In fondo, Howard Marks lo ha capito in un momento ben preciso della sua vita.
Il momento in cui, tra decine di identità che lo avevano accompagnato in tutto il mondo e negli anni, venne determinata la sua più importante.
Il momento in cui fu chiamato papà.


MrFord


"You and me
and the guy from the Sparks
hanging out with Howard Marks
we're the three musketeers yeah
gather round with your beers yeah
there's no need for the fears."
Super Furry Animals - "Hangin' out with Howard Marks" -

14 commenti:

  1. Bel pezzo Ford!
    E comunque Howard Marks non s'è fatto mancare nulla in fatto di associazioni a delinquere O_O Tutte, eh!

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    1. Muchas gracias, Melinda!
      Direi che non si è mai fatto mancare la voglia di esplorare il mondo e la vita, a modo suo.
      Il resto è tutta cornice.
      Grande Marks!

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  2. Un paio di settimane fa ho visto il film tratto dal libro, ma secondo me non ha reso giustizia alla storia.

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    1. Lucien, il film non l'ho ancora visto, ma certo il libro è una bomba.
      E Marks un personaggio incredibile.

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  3. ecco un altro film che ho da vedere da un casino di tempo.
    bel pezzo, james ;)

    con quell'accostamento a Eddie mi hai spronato subito :D

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    1. Frank, prima di vedere il film schiaffati il libro. Ne vale davvero la pena.
      Marks è una specie di Eddie in versione "yeah!", quindi assolutamente dei nostri!

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  4. Anche a me Bunker piace molto soprattutto per il suo realismo e la sua credibilità innata, ne scrissi qualcosa qui quando lessi Little boy blue.

    La figura di Marks non la conosco, lo metto nella lista dei libri da leggere.

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    1. Bunker è un mito, e Little boy blue mi piacque tantissimo.
      Marks è una versione più "leggera" di Bunk, eppure è profondo allo stesso modo.
      Recuperalo!

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  5. Grande, grandissimo Marks. E un complimento a te, fratello, per aver interpretato così bene la Morale e la Storia di questo grande pioniere della libertà(di fumare).
    Ottimo libro, lo consiglio a tutti.

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    1. Dembo, hai detto proprio bene.
      E grazie a te che me l'hai fatto scoprire.

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  6. già mi attirava poco il film, figuriamoci un libro consigliato da ford... :D

    grandi super furry animals, comunque! allora non ascolti solo il boss (ma l'hai sentito il suo nuovo singolo? per carità!)

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    1. Cannibale, invece questo libro dovresti proprio leggerlo: Marks è il tipo genio e sregolatezza che piacerebbe ad un egomaniaco come te! :)

      Super Furry Animals grandi, ma il Boss di più, anche se non ho ancora sentito il nuovo singolo!

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  7. bello! l'ho visto qualche settimana fa.

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    1. Bella, il film mi manca ancora, ma il romanzo di certo merita. Se ti capita, recuperalo.

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