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giovedì 29 settembre 2011

Attack the block

Regia: Joe Cornish
Origine: Uk
Anno: 2011
Durata: 88'


La trama (con parole mie): Sam è un'infermiera che abita in una zona poco raccomandabile di Londra, ed una sera, al suo rientro a casa, viene rapinata dalla baby gang guidata dall'ombroso Moses. Quando il peggio pare prospettarsi per la ragazza, una strana creatura piove letteralmente per le strade della periferia permettendole la fuga e dando inizio a quella che può essere tranquillamente definita come un'invasione aliena a tutti gli effetti.
I piccoli criminali, dopo aver ucciso lo strano essere, dovranno infatti cercare di giocare al meglio sfruttando il "fattore campo" per sopravvivere e sgominare gli agguerriti figli dello spazio giunti in massa dopo di lui, stringendo una non proprio solida alleanza con la stessa Sam.
Chi vincerà la partita? La strada o lo spazio profondo?



Che fosse un anno buono per la cara, vecchia Inghilterra si era capito già dallo scorso inverno, quando, complice la segnalazione del Cannibale, in casa Ford fu scoperta quella meraviglia delle meraviglie di Misfits, una delle candidate più importanti al titolo di mio personale serial dell'anno, cui sono seguiti il trionfo de Il discorso del re - per la verità un film assolutamente dimenticabile - alla notte degli Oscar, la riscoperta in terra italiana di This is England e l'attesa sempre più fervente del nuovo Batman firmato Nolan.
Eppure, le meraviglie nate sotto la Union Jack non sono finite, perchè dal cilindro di Joe Cornish salta fuori quasi a sorpresa questo piccolo gioiellino spassosissimo pronto ad allietare il nostro rientro ufficiale alla routine che segna la fine dell'estate: un mix clamorosamente azzeccato di sci-fi, humour in pieno stile Edgar Wright - giustificato anche dalla presenza di Nick Frost nel cast -, un pò di sana violenza ed effetti speciali pane e salame ma clamorosamente efficaci come piacciono dalle mie parti, complici della creazione di alcune tra le creature cinematografiche più interessanti che mi sia capitato di incontrare negli ultimi anni della mia vita di spettatore insieme a Christopher il gamberone ed il mostro gigante spaccatutto di Cloverfield.
Gli invasori ciechi e dai denti fluorescenti di questo intelligentissimo Attack the block, un pò Stitch e un pò Critters, catturano l'attenzione dello spettatore fin dalla prima apparizione, guadagnandosi la scena quasi quanto i giovani protagonisti umani ed offrendo, oltre ad un sano intrattenimento, anche qualche riflessione neppure troppo scontata - l'azione dei feromoni dell'alieno femmina come vero e proprio traino della furia cieca a tutti gli effetti delle orde dei maschi è clamorosamente associabile alla condizione media di noi terrestri - da affiancare alle tematiche sociali legate alla situazione delle periferie che dalla Francia all'Inghilterra ha spesso e volentieri fatto parlare di se negli ultimi anni - altro momento magico, il richiamo a L'odio grazie all'utilizzo dello splendido pezzo Assassin de la police di Cut Killer e Ntm, uno dei migliori della colonna sonora del film firmato Kassovitz -.
Una rivincita delle periferie che pesca a piene mani da un immaginario sicuramente noto ma che riesce a ritagliarsi una sua identità, e trova sei suoi giovani e sbandati protagonisti una sorta di nucleo di fratellini minori degli indimenticabili condannati ai lavori socialmente utili del già citato Misfits, che pur non giungendo alle vette offerte dal serial riesce a fotografare una realtà spesso e volentieri spiacevole trasformandola in una riflessione celata dall'intrattenimento puro e semplice: e l'affermazione finale di Moses, acclamato dalla folla come una sorta di salvatore a fronte della battaglia con gli alieni, ha il sapore di una chance di riscatto data a tutti i figli del "fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene".
Il tutto senza mai dimenticare quanto può essere utile sapersi prendere in giro - i personaggi di Ron e Brewis sono un esempio lampante -, giocare con i propri mostri e non dimenticarsi mai da dove si viene.
Una cosa che qui da noi, ultimamente, pare essersi persa.
Non ci resta che sperare in una bella, sanguinosa, adrenalinica invasione aliena.

MrFord

"She comes to take me away
it's all that i needed
I don't breathe another lover
I'm an alien
you're an alien."
Bush - "Alien" -


10 commenti:

  1. Ne parlano tutti benissimo e io, ché l'horror comedy è il mio genere preferito, non l'ho ancora visto. Non è mica giusto.

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  2. Simone, non credo di dover essere io a dirti come colmare la lacuna! ;)

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  3. una delle cose che mi ha colpito maggiormente è stato il legame tra immagine e suono... praticamente tutto è un suono, anche lo hip-hop slang... yeah!

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  4. grazie per la citazione, che mi sembra una pubblica ammissione della mia grandezza intellettuale e pure, massì, morale ahahaha :D

    sul film questa volta siamo d'accordo, quindi fino a qui tutto bene

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  5. Vincent, è vero, è stato fatto un grandissimo lavoro sul suono e sulla colonna sonora, anche se io mi sono distratto tutto il tempo guardando i fichissimi mostri! ;)

    Cannibale, le uniche pubbliche ammissioni che potrei fare al tuo indirizzo sono quelle che lasciano spazio alle sole bottigliate! ;)

    Per quanto riguarda il film, una volta ogni tanto esistono anche cose così interessanti da riuscire a superare anche la distanza apparentemente incolmabile che ci separa! ;)

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  6. Concordo in pieno, ottimo adrenalinico film, davvero spassoso.
    Senza misfits probabilmente non avremmo questo film, e Wright mi sembra di aver letto da qualche parte che è co-produttore o co-sceneggiatore o co-qualcos'altro. Cmq ci ha messo lo zampino, e si vede.
    E poi, quanto cazzo fa brutto Moses?

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  7. Dembo, Wright ci ha messo lo zampino eccome. Un pò come Misfits, più o meno volontariamente.
    Ad ogni modo, gran ficata.
    Moses fa bruttissimo, l'avrei visto bene ne L'odio.

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  8. ehehehe lo sapevo che ti sarebbe piaciuto!
    davvero un grande film.

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  9. spetaccolo di film! colonna sonora ottima, idee e personaggi geniali, una Londra suburbana che fa veramente paura: cos'altro chiedere?

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  10. Frank, parole sante. Grande davvero.

    Einzige, direi che qualcosa poteva anche esserci: ma chiedere troppo quando le cose vanno bene sa davvero di ingordi. Quindi ci basta così!

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