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sabato 20 agosto 2011

Un tram che si chiama desiderio

Regia: Elia Kazan
Origine: Usa
Anno: 1951
Durata: 122'

La trama (con parole mie): nella New Orleans popolare, una giovane coppia vive in un piccolo appartamento nato come nido d'amore e divenuto il volto di una famiglia scossa dall'impetuoso carattere di Stanley Kowalski, ruvido operaio dal fascino e dai modi animaleschi sposato con Stella, giovane di provincia. Quando la sorella di quest'ultima, Blanche, si stabilisce da loro dopo quella che doveva essere una breve visita, iniziano i problemi: Stanley e Blanche, che incarnano due passionalità diametralmente opposte, si daranno battaglia sul campo che costituisce l'emotività di Stella, dando vita ad uno dei drammi sentimentali più intensi e meglio interpretati della Storia del Cinema.



Ricordo la prima volta in cui Un tram che si chiama desiderio passò sugli schermi dell'allora casa Ford ancora non proprio casa Ford. Era un agosto torrido di quasi una decina d'anni fa, e sfruttando il deserto della città e l'assenza di fratello e genitori potevo godermi visioni a ripetizione accompagnate da continui rifornimenti di cibo e beveraggi assortiti ad ogni ora del giorno e della notte.
Nel pieno della visione, già rapito da uno straordinario bianco e nero, dallo script tratto da una piece di Tennessee Williams, dall'incredibile tensione erotica e sentimentale che montava minuto dopo minuto attraversando tutti i protagonisti, incappai nella storica scena della maglietta strappata di Stanley Kowalski e di quello "Stella! Stella!" gridato a squarciagola ai piedi della scala affinchè sua moglie tornasse da lui dopo essersi rifugiata da una vicina a seguito di uno scontro legato, tanto per restare in tema, alla sorella Blanche.
Rimasi letteralmente folgorato: non soltanto pensai che nessuno - donna, uomo o animale che fosse - avrebbe potuto resistere al richiamo di uno degli attori più affascinanti e magnetici della Storia del Cinema, l'uomo del cotone in bocca e del burro nel culo, il terrificante Kurtz e l'unico in grado - vecchio, grasso e in sedia a rotelle - di far letteralmente scomparire Johnny Depp al massimo del suo fascino dall'inquadratura nel semisconosciuto ed ottimo Il coraggioso, per la regia dello stesso Depp, ma che l'intensità di una sequenza di quel genere fosse in grado di diritto di portare Un tram che si chiama desiderio tra i più grandi Capolavori del Cinema americano.
Eppure, questa magnifica pellicola rivela ben più di una singola - pur incredibile - sequenza: la lotta serratissima tra Stan e Blanche, giostrata attraverso la brutalità passionale del primo e la fragile, disturbata psiche della seconda, il ruolo di Mitch - amico fraterno ed ex commilitone di Kowalski - all'interno della stessa, il crescendo di turbamenti, desideri e violenze - più emotive che non fisiche o mentali -, il rapporto tra le due sorelle, la regia ispiratissima di Kazan - direi quasi che ci si trova dalle parti del suo Capolavoro -, la fotografia fumosa e più in tinta con il noir che non con un dramma sentimentale, per non parlare delle incredibili performances dei due protagonisti sono parte del calderone di una delle opere fondamentali ed imperdibili per ogni appassionato di Cinema, e non solo.
Un film che incolla allo schermo e scava nel cuore e nel sesso ancora oggi, a sessant'anni dalla sua uscita in sala, e rivela tutta la potenza di una scrittura dirompente resa ancora più incisiva dal meglio che la settima arte possa offrire.
Alternando momenti di delicato intimismo - principalmente legati ai deliri di Blanche - ad esplosioni di fisicità vere e proprie - Stan con i suoi "gattacci" e un'irruenza quasi ubriacante anche nel comunicare la propria felicità, dalla birra stappata e scossa al pigiama della prima notte di nozze "sventolato come una bandiera" per festeggiare la nascita imminente del figlio che aspetta da Stella - il film scorre con una tale armoniosa esplosività che pare quasi di assistere all'eruzione di un vulcano, o all'esibizione di un pugile tanto elegante quanto potente, in grado di stupire pubblico ed avversari con la grazia delle sue movenze per poi sferrare il colpo decisivo con decisione, cattiveria e quella fame inestinguibile che vibra nel cuore degli inquieti figli della Passione.
Tutti quelli che, almeno una volta della vita, hanno sentito il brivido di quello "Stella!", e sanno bene di essere stati, e di ritrovarsi sempre, da una parte o dall'altra di quella scala, e chissà se sarà sempre così o se, un giorno o l'altro, le ferite saranno così profonde da farli sussurrare "non torno più indietro".

MrFord

"Better hide your heart, better hold on tight
say your prayers, 'cause there's trouble tonight
when pride and love battle with desire
better hide your heart, 'cause you're playing with fire."
Kiss - "Hide your heart" -


11 commenti:

  1. l'ho visto una sola volta, su rete4 in una tredicesima serata estiva che si è conclusa all'incirca verso le 5. La scena del "Chiunque lei sia: ho sempre fidato nella gentilezza degli estranei." è una delle mie scene preferite di sempre.

    PS: secondo me avresti potuto postarlo al ritorno di Cannibale.

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  2. Bert, praticamente una scena sì e una no trovo momenti memorabili in questa meraviglia, ed anche se la tentazione è stata forte, ho pensato fosse inutile sprecare una perla del genere per quel degenerato di Cannibale! ;)

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  3. Capolavoro!!! uno di quei lavori che fanno adorare il cinema!!

    Ottimo come descrivi Marlon Brando, un'icona in tutto e per tutto, l'attore per definizione...

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  4. Julez, WOW sì. Che bella la sirena! :)

    Vincent, un Capolavoro senza tempo, e come giustamente sottolinei anche tu, uno di quei film che giustificano tutto l'amore possibile per il Cinema.
    Brando era un mito, per me resta la personificazione del magnetismo animale. Stratosferico.

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  5. bella cosa, hai scritto. è un film (della madonna) che ho visto quando ero ancora una giovinotta e ricordo che mi colpì profondamente la sua fisicità. non lo rivedo da allora. male, molto male! devo recuperarlo.

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  6. Ciku, un filmone della madonna davvero.
    Riguardalo, e goditi l'intensità di ogni scena e tutta la dirompente fisicità di Brando.

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  7. Questo lo devo assolutamente recuperare perchè, più che io, d'accordo con te è mia moglie che non manca ad ogni inquadratura di dire: "cazzo che figo che è marlon brando"

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  8. Gae, a prescindere da Brando - e comunque è difficile -, questo è un film che nessuno dovrebbe perdersi. Vedrai.

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  9. ancora con la fissa di definire un capolavoro questa lagna.
    va bene che sei innamorato di brando, però questo film è invecchiato peggio di vasco rossi...

    oddio adesso ho esagerato: diciamo quasi peggio

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  10. Cannibale, ormai sei un caso senza speranza di incoscienza cinematografica!

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