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sabato 14 maggio 2011

Satori

La trama (con parole mie): Nikolaij Hel, esperto di arti marziali, figlio di una nobile russa decaduta e di un avventuriero, cresciuto da un generale giapponese che si è posto in dovere di uccidere al termine del secondo conflitto mondiale, viene liberato dai servizi segreti americani dopo anni di prigionia per essere rimesso in campo come spia in un intricato incarico che prevede cambi di identità, traffici d'armi ed omicidi teso tra Pechino, Tokyo, Mosca e Saigon. Un incarico praticamente suicida.
Ma Hel ha due cose a spingerlo ad osare in una partita complessa e ricca di sfumature: il desiderio di riconquistare una libertà perduta da anni e l'amore ritrovato tra i biondi capelli di Solange, ex prostituta, partigiana, combattente e chissà cos'altro.
E sul filo che separa la vita dalla morte, ci sarà sempre la possibilità di arrivare al Satori, l'illuminazione.


In casa Ford, Don Winslow gode da anni di grande stima, essendo l'autore non soltanto di romanzi tesi, scorrevoli, dal grande ritmo e dalle palle quadrate - ormai è un pò come il mio Michael Mann letterario personale -, ma anche di uno dei libri che più ho amato in tutta la mia vita di lettore, Il potere del cane.
Quando seppi che il nuovo lavoro dello stesso Winslow consisteva in una sorta di prequel delle avventure del protagonista di una serie di spy stories di qualche decennio fa, ammetto di essermi sentito perplesso rispetto alla riuscita dell'operazione: in fondo - e generazioni di autori lo dimostrano -, per uno scrittore è fondamentale instaurare un rapporto simbiotico con i suoi personaggi, specchio assoluto della crescita interiore e non solo di chi tiene la penna in mano.
Invece, Winslow è riuscito a stupirmi anche questa volta, lontano dalla "sua" California, dal surf e dai traffici di droga, alle prese con un personaggio che pare una sorta di incontro tra Ethan Hunt e Jason Bourne per le strade di una gelida, invernale Pechino prima e nel cuore dell'afosa Saigon poi.
In particolare, la prima parte del corposo volume - siamo attorno alle cinquecento pagine -, incentrata sul passato di Nikolaij e Solange, sulle tradizioni giapponesi e gli intrighi politici nella Pechino di Mao, in più di un'occasione ha liberato brividi lungo tutta la mia schiena, scoprendo che le vette del succitato Il potere del cane potevano essere raggiunte di nuovo: esempio perfetto la notte della lotta con il torturatore Kang ed il confronto finale con Vorosenin, ufficiale russo obiettivo primario della missione di Hel tra i palchi dell'Opera di Pechino.
La prosa di Winslow, liscia come l'olio eppure tecnica quanto basta per non risultare spocchiosa, è una vera e propria bomba ad orologeria, pronta a scoppiarti in mano quando meno te lo aspetti, lasciandoti a bocca aperta quasi avessi davvero raggiunto il famigerato satori, rivelazione illuminante in grado di cambiare le sorti della partita a go che volenti o nolenti giochiamo con karma e destino.
Paradossalmente, la prima metà del romanzo risulta così avvincente e clamorosamente ben scritta da nuocere alla seconda, altrettanto intrigante ma, a tratti, soprattutto nel finale, soffocata dalla risoluzione delle molte sottotrame disseminate nelle quattrocento e più pagine precedenti: niente che possa pregiudicare la qualità dell'insieme, di livello assolutamente altissimo, più che altro una piccola delusione per i fan di lunga data di questo incredibile narratore che - come il sottoscritto - sono stati sfiorati dal pensiero che le vicende di Nikolaij Hel potessero, in qualche modo e come poco fa da me auspicato, riuscire a raggiungere l'affresco de Il potere del cane in testa alle produzioni dello stesso autore.
Il rammarico, inoltre, di dover già rinunciare ad un charachter divenuto con il passare dei capitoli progressivamente sempre più winslowiano e, soprattutto, alla poliedrica Solange - il flashback sul suo passato resta uno dei momenti più intensi dell'intero romanzo - è molto, ma purtroppo difficilmente vedremo il vecchio Don cimentarsi di nuovo con le avventure di Hel, considerata la saga di Trevanian cui lo stesso Winslow si è ispirato e l'ingombrante spessore di un protagonista già scritto nella sua fase di maturità e, pertanto, impossibile da far crescere come si vorrebbe.
Resta, comunque, un esperimento riuscito questa operazione in pieno stile cinematografico di recupero di Nikolaij Hel - non mi era ancora capitato di leggere il prequel di una saga già conclusa da un altro autore, in letteratura -, una lettura memorabile per gli amanti del genere e non solo, in grado di mescolare al thrilling tipico delle spy stories tutti gli elementi del Cinema d'avventura classico in cui amore e morte si intrecciano in una danza macabra e sensuale.
Roba d'altri tempi, che per alcuni potrà risultare tendenzialmente troppo old school.
Ma classe da vendere, e fiato sospeso fino all'ultima pagina.
Avercene, di romanzi così.

MrFord

"These are the fruits of what has been haunting you,
I know it's hard to find.
something good from that past that was handed to you,
you did just fine."
Satori - "Finding your place" -

5 commenti:

  1. anche se è su roba giappo, è una la lettura di cui ne vale la pena

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  2. AH ma stiamo parlando di Satori e i Bee Hive?
    FICO, aveva dei lunghissimi capelli viola, era innamorato di Licia, ma siccome lei la dava a Mirko, poi si metteva con Marika che era una mezza matta.
    Come mai la mia trama è così diversa dalla tua?

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  3. Suara, vale la pena sì, cazzo. Bellissimo.

    Julez, è perchè si è scelto di tenere segreta l'omossessualità latente ed evidente di Satori, che in quegli anni non poteva fare outing! ;)

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  4. Sembra promettere bene. In effetti dal buon Winslow non ci si poteva aspettare di meno!

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  5. Fratellino, il buon Winslow non delude mai.
    Se hai tempo sparatelo, è davvero una ficata.

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