Tra gare di crossfit, impegni di famiglia, lavoro e stanchezza cronica che finisce, weekend escluso, per abbattermi sul divano ogni santa sera, il Bulletin torna dopo due settimane di silenzio portando in dono recuperi e nuove proposte da piccolo schermo, novità da grande, Maestri e registi alla prima esperienza dietro la macchina da presa, cult dei tempi che furono riproposti per i sabati sera Cinema con i Fordini. Insomma, un pò di carne al fuoco.
MrFord
IL METODO KOMINSKY - STAGIONE 2 (Netflix, USA, 2019)
La commedia "da terza età" è da decenni una solida sicurezza su piccolo e grande schermo, quando è ben scritta e condotta: Il metodo Kominsky, che pare la versione da casa di riposo di Californication, cavalca quest'onda alla grande anche con questa seconda stagione, prendendo con un sorriso sornione per il culo quel Tempo e quel decadimento fisico che prima o poi colpiranno anche i più forti e i più fortunati tra noi.
L'alchimia tra Douglas e Arkin, ottimi protagonisti, è perfetta, i dialoghi brillanti, l'equilibrio tra commedia e dramma ben dosato: senza dubbio non saremo di fronte al titolo destinato a rivoluzionare il mondo del piccolo schermo, ma Il metodo Kominsky rappresenta una di quelle piccole certezze che, arrivati a fine giornata, possono garantirvi di addormentarvi sul divano soddisfatti di non aver perso tempo di fronte a qualcosa che non è valso la pena.
SCRUBS - STAGIONE 3 (ABC, USA, 2003)
Dopo anni di "silenzio", è tornato a fare capolino sugli schermi del Saloon uno dei Classici da piccolo schermo dei primi Anni Zero, Scrubs, perfetto per alleggerire ogni giornata pesante e, nonostante i quasi vent'anni di età, ancora spassoso nonchè nuovo mito dei Fordini, che adorano le avventure "del dottore giovane che fa arrabbiare il dottore pazzo", chiara allusione a Perry Cox, uno dei miei personaggi preferiti di sempre quando si tratta di piccolo schermo.
Una proposta sempre fresca e perfetta per le cene in famiglia, ormai diventate una specie di circo all'interno del quale i Fordini impazzano impedendo una visione impegnativa o anche solo vagamente tale: meglio, allora, fare un giro sulla macchina del tempo e tornare ai tempi in cui il buon J.D. veniva vessato continuamente da Cox, perfetto nel trovare sempre il nomignolo giusto per il suo protetto, nonchè per la sua vittima preferita.
THE IRISHMAN (Martin Scorsese, USA, 2019, 209')
Scorsese, inutile dirlo, è un Maestro. Nel corso della sua carriera dagli anni settanta ad oggi ha regalato al pubblico titoli che hanno fatto scuola, e che sono diventate le basi del Cinema americano: Mean Streets, Taxi Driver, Toro scatenato, Fuori orario, Quei bravi ragazzi, L'età dell'innocenza, Casinò, The Aviator, fino al più recente The wolf of Wall Street sono esempi fulgidi della grandissima capacità di raccontare di un grandissimo autore che raramente ha deluso il suo pubblico - nel mio caso, porto ancora nel cuore la ferita dell'inutile Hugo Cabret - e solo di recente ha finito per lasciarsi andare a dichiarazioni buone più per la pubblicità ed il marketing che non per la settima arte vera e propria.
Assodato tutto questo, ho approcciato The irishman con il rispetto e la pazienza del caso - duecentonove minuti di film non sono proprio pochi -, considerati il livello indiscutibile dei talenti scesi in campo da una parte e dall'altra della macchina da presa: e per due terzi della sua impegnativa durata, ho pensato che il vecchio Marty si fosse fatto seppellire dalla nostalgia realizzando la versione amarcord del già citato Quei bravi ragazzi sfruttando le nuove tecnologie per ringiovanire i protagonisti - scelta pessima, per quanto mi riguarda: quando sei vecchio ti muovi come un vecchio, per quanto bravo tu possa essere in qualità di attore - e perdendosi in dialoghi e rimembranze di un'epoca che fu, forse addirittura anche per lui come narratore.
Poi, di colpo, nell'ultima ora il senso di tutto questo lavoro prende forma, e The Irishman diventa una riflessione profonda e commovente sul Tempo che ci porta via tutto, dalla salute a chi amiamo, dagli amici ai nemici, dai ricordi al mondo in cui abbiamo vissuto, progressivamente lasciato alle spalle dalle nuove generazioni. E anche il più glaciale degli assassini si ritrova a fare i conti con qualcosa che ha meno remore di lui.
FROZEN 2 - IL SEGRETO DI ARENDELLE (Chris Buck&Jennifer Lee, USA, 2019, 103')
Attesissimo dalla Fordina, accanita fan di Elsa e Anna, Frozen 2 era la visione "obbligata" da sala del Natale incombente, ennesima produzione monstre di Mamma Disney, colosso sempre più grande e sempre più potente, dentro e fuori dalle sale: morto di stanchezza al termine di una settimana impegnativa su più fronti e affrontato dopo una cena al ristorante greco, Frozen 2 mi ha messo duramente alla prova nonostante la durata, dandomi l'impressione di essere più un'accuratissima operazione di marketing globale che non una storia che gli autori avevano davvero l'esigenza di raccontare.
Certo, la realizzazione è perfetta, almeno due o tre dei pezzi della colonna sonora sono notevoli, le tematiche profonde ed interessanti - come giustamente Julez faceva notare al termine della visione, per molti versi ricorda la saga, comunque superiore, di Dragon Trainer -, le trovate visive funzionali, ma l'impressione è che manchi in una certa misura l'anima di un lavoro che è più figlio del mercato che non della narrativa, sia essa scritta o portata sullo schermo.
In un certo senso, Frozen 2 è come il Natale quando si scopre che quel vecchio signore che scende dal camino in realtà non esiste. Non si perdono la gioia e la curiosità per i regali che arriveranno, ma senza dubbio una buona parte della magia.
GROSSO GUAIO A CHINATOWN (John Carpenter, USA, 1986, 99')
A fare visita ai Fordini per il loro più recente "sabato sera Cinema" è giunto nientemeno che Grosso guaio a Chinatown, cult totale che ha cresciuto con grande soddisfazione questo vecchio cowboy, portando gioia e grande godimento ad ogni nuova visione: divertissement tamarro firmato da John Carpenter ed interpretato da un bulgarissimo Kurt Russell, è un giocattolone costruito su scene cult che si susseguono una dopo l'altra, e che, come per i più recenti film con protagonista The Rock, ha colpito molto più la Fordina che non il Fordino, innescando una reazione contraria a quella di Frozen 2, visto la sera precedente. Curioso come, a volte, questi scambi portino i due piccoli del Saloon in direzioni opposte, alimentando il bello delle loro differenze.
Per il resto, il bambino più grande della casa si è goduto l'ennesima visione delle peripezie di Jack Burton, con i combattimenti cinesi, le botte, le battute, le esplosioni verdi, i mostri e chi più ne ha, più ne metta: per quanto possa dirne Cannibal, di tamarrate di questo tipo, purtroppo, non ne esistono più, ed è una vera fortuna non solo averle vissute, ma permettere di viverle anche alle nuove generazioni.
L'IMMORTALE (Marco D'Amore, Italia/Germania, 2019, 116')
L'ultima immagine che gli spettatori di Gomorra avevano di Ciro Di Marzio detto l'Immortale, il personaggio cardine dell'intera serie - ancora più della sua nemesi nonchè fraterno amico Genny Savastano - era quella del cadavere del solitario criminale che sprofondava nelle acque del Golfo di Napoli, preludio ad una lotta che Gennaro avrebbe dovuto compiere da solo da quel momento in avanti. Marco D'Amore, che a Ciro ha prestato carattere e volto fin dal principio, prese a quel punto in mano il charachter che gli aveva dato la notorietà approfittando di un film da lui stesso diretto per realizzare una sorta di spin off di Gomorra che raccontasse l'infanzia dell'Immortale, cui più volte si era fatto riferimento nel corso delle stagioni del serial.
Il risultato è senza dubbio qualitativamente buono per essere di produzione nostrana - e per essere un titolo "di nicchia" e di genere -, ha dalla sua una certa energia, l'ottima trovata di tenere nascosto il dettaglio più importante per la pellicola stessa e la serie intera dalla campagna di lancio e di marketing, un finale che manderà in visibilio i fan di Gomorra ed un Ciro finalmente raccontato fin dai tempi della sua infanzia: d'altro canto, però, occorre ammettere che per chi non venisse direttamente dalla produzione Sky legata alla saga dei Savastano L'immortale risulterebbe godibile e fruibile solo in parte, e che lo stesso, in fondo, altro non è se non una "puntatona" della stessa riadattata al grande schermo per introdurre quelli che, senza dubbio, saranno i cardini della storia della quinta stagione.
Per chi, come il sottoscritto, era legato alla figura di "Ciruzzo", è stato un ottimo antipasto per la stessa. Che, a questo punto, non vedo l'ora di affrontare.
Tu i vecchi film li fai vedere ai Fordini, io al Bolluomo, che solitamente mi delude per le reazioni tiepide ç__ç
RispondiEliminaBeh, stiamo compiendo entrambi un'operazione di educazione cinematografica, tieni duro! :)
Elimina"Mamma Disney" ha dominato il boxoffis del 2019 (7 titoli tra i primi 10, tra cui il 1°, il 2°. il 4°, il 5° e il 6°)
RispondiEliminaIl colosso disneiano conosce i suoi polli. Sono sempre finali prevedibilissimi, happyending assicurati, sappiamo tutti che Biancaneve non morirà, che Dumbo volerà e che Scar farà la brutta fine che merita... ma al cinema ci andiamo lo stesso.
Abbiamo bisogno di questi riti. Proprio perché sappiamo che il mondo assomiglia più ad Auschwitz che a Disneyland e non vogliamo essere sommersi dalla tristezza.
Senza dubbio Mamma Disney conosce bene le regole del marketing, ma è altrettanto vero che abbiamo bisogno anche un pò di bei sogni, altrimenti sarebbe un disastro. ;)
EliminaGrosso guaio a Chinatown, un film che non invecchierà mai ;)
RispondiEliminaPuoi dirlo fortissimo, cazzo! :)
EliminaDevo recuperare Scorsese e Frozen. :)
RispondiEliminaPer Scorsese armati di pazienza, e non affrontarlo in un giorno di stanchezza! ;)
EliminaQuante belle cose in questo bollettino!
RispondiEliminaPartendo dai vecchietti di Kominsky che si sono dimostrati ancora una volta una garanzia e passando per Scrubs che non dimostra nessuno degli anni che ha: rivisto finalmente con costanza e ordine l'anno scorso, ha rallegrato anche le mie cene!
Stesso tiepido consenso per The Irishman, anche se io sono rimasta fredda anche di fronte al finale. Sarà che ero stanca, sarà che mi aveva confuso o che non così nuovo mi è sembrato il racconto, per quanto ovviamente ben fatto.
Se Frozen me lo concederò a breve, sperando in un orario non troppo affollato di bimbi urlanti, i fordini han visto prima di me quel grosso guaio. Devo preoccuparmi.
Per una volta ho avuto un pò di materiale! :)
EliminaI vecchietti spaccano sempre, così come Scrubs, talmente divertente e fresco da aver coinvolto anche i Fordini.
Irishman ostico, molto, ma con quell'ora finale per me si è guadagnato voto e fiducia. Frozen è stata una grande operazione commerciale, forse poco sentito, ma sicuramente valido.
Grosso guaio un recupero da fare prima di subito! :)
D'accordissimo su Kominsky, l'ho pure rivisto con mia madre. Scrubs mi ha accompagnato per moltissimi anni durante la mia vita e Cox è un mito assoluto. Frozen e L'immortale penso che li vedrò sto weekend (il primo solo perché devo portarci mia nipote...). Grosso guaio a Chinatown che viaggio incredibile nei ricordi dell'adolescenza. The Irishman sto cercando ci capire come e quando riuscire a vederlo (la durata è effettivamente troppo impegnativa).
RispondiEliminaCox spacca, uno dei personaggi più interessanti del piccolo schermo di sempre.
EliminaPer il resto, scegli bene il giorno per affrontare Scorsese. ;)
Voto troppo alto per The Irishman, considerando che non mi sembra averti convinto più di tanto. Cosa inaspettata, visto che è un film parecchio Fordiano.
RispondiEliminaA me, come sai, ha convinto ancora di meno, ma questo era già da tenere in conto, considerando la mia difficoltà con i mafia movies. E con le fordianate. :)
Tra i "vecchini", meglio allora Il metodo Kominsky, anche se per questo secondo giro sono fermo al primo episodio.
Scrubs bel recupero, per un po' di leggerezza te lo appoggio.
Frozen era la bambinata disneyata che in maniera sorprendente mi era piaciuta abbastanza, ma con questo secondo la magia non so se si ripeterà...
P.S. Grazie per avermi spoilerato che Babbo Natale non esiste ahahah ;D
Irishman non mi ha convinto, almeno fino all'ora conclusiva. Lì trova una dimensione che da senso a tutto. Ma oggettivamente, è troppo fordiano per te, anzi, mi pare ti sia piaciuto fin troppo! ;)
EliminaI vecchini spaccano, e anche Scrubs.
Frozen, a questo secondo giro, potrebbe convincerti meno che al primo. Ma è sempre la mia impressione. ;)
Jack Burton ci sarà sempre. ;)
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