Nonostante le settimane piene di un maggio lavorativo piuttosto intenso, anche a questo giro il Saloon è riuscito a presentarsi all'appuntamento con il Bulletin con due cocktail di grande fordianità pronti, sulla carta, a rendere questa insolita primavera autunnale decisamente interessante, che si parli di piccolo o grande schermo: saranno riusciti nell'intento, o anche per titoli "di sicurezza" si sarà concretizzato l'agguato delle bottigliate?
MrFord
COBRA KAI - STAGIONE 2 (Youtube Originals, USA, 2019)
Lo scorso anno, quando a sorpresa uscì per Youtube Originals la prima stagione di Cobra Kai, pensai che sarebbe stata un'operazione nostalgia perfetta per i vecchiacci come me, che ancora oggi, quando nessuno li vede, posano nel colpo dell'airone che permise all'underdog Daniel LaRusso di battere il favorito Johnny Lawrence nell'All Valley Tournament per gli under diciotto dell'ottantaquattro.
Invece, amarcord a parte, gli autori di Cobra Kai non solo finirono per attualizzare le vicende degli ormai ultracinquantenni Daniel e Johnny, ma anche per rendere profondo, divertente e a tratti drammatico un serial che suonava, inizialmente, come un divertissement: con questa seconda stagione la conferma della bontà del prodotto è arrivata, a partire dall'utilizzo del vecchio sensei di Johnny nonchè villain numero uno - o quasi - del brand cinematografico John Kreese fino all'evoluzione dei personaggi, su tutti proprio quello di Lawrence, scritto benissimo, incredibilmente fallibile e dunque incredibilmente umano.
Il crescendo degli ultimi episodi, impreziositi dalla cornice da commedia romantica del nono e dalla chiusura assolutamente drammatica del decimo - che già alimenta un hype pazzesco per la terza stagione -, mette il sigillo ad un'operazione che, ormai, è una delle certezze più solide che posso avere sul piccolo schermo, e che mi fa immaginare ad un ponte ideale tra la mia generazione e quella dei Fordini. In fondo, dai la cera e togli la cera funziona ancora. E molto bene.
DRAGGED ACROSS CONCRETE (S. Craig Zahler, Canada/USA, 2018, 159')
Zahler, noto al Saloon per aver stupito con l'ottimo Bone Tomahawk ed aver consolidato la sua posizione con Brawl in cell block 99, continua il suo percorso da regista grindhouse confezionando un poliziesco violento e dai ritmi dilatati che almeno fino a mezzora dalla conclusione regala l'impressione di essere un vero e proprio miracolo di gestione: non che il finale sia deludente, ma considerato il percorso del regista, non regala sorprese rispetto a chi, ormai, conosce il suo "modus operandi".
Un film solido, ruvido, lento eppure magnetico, ottimo nel gestire personaggi anche marginali come fossero veri e propri protagonisti, violento nel modo in cui piacerebbe a Tarantino, e non solo, senza speranze ma in qualche modo ottimista: peccato davvero che il marchio di fabbrica, al terzo lavoro, andrebbe modificato quantomeno per non rischiare di lasciare che chi ha seguito dal principio la sua opera possa prevedere tutto, o quasi.
Molto bene Gibson, pulp la rapina, interessanti le riflessioni "sociali" trasmesse attraverso la moglie proprio del charachter dell'attore/regista australiano: sarà sottovalutato, ma non bisognerebbe sottovalutarlo.