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venerdì 22 giugno 2018
Saloon Mundial: Messi non tanto bene
Al secondo giro di giostra - e di partite - i Mondiali cominciano ad emettere i loro verdetti.
Nel gruppo A la Russia e l'Uruguay accedono matematicamente agli ottavi - e si giocheranno il primo posto nell'ultima partita del raggruppamento -, nel B la Spagna e il Portogallo si avviano a conquistare la qualificazione - anche se Cristiano Ronaldo, sempre decisivo, e soci farebbero meglio a non sottovalutare lo scontro con l'Iran -, nel C pare ormai chiaro che saranno Francia e Danimarca ad accedere alla fase successiva - nonostante non brillino particolarmente per spettacolarità, ma del resto al Mondiale non sempre vince lo show -, ma è nel girone D che si sta consumando una delle sorprese più grandi della kermesse calcistica russa: l'Argentina di Leo Messi, erede sbandierato di Maradona, dopo il fiacco pareggio con l'Islanda, porta a casa una sonora batosta contro la Croazia di Modric e Rakitic - anche a causa di una papera da manuale del portiere Ceballos - candidandosi al ruolo che è stato dell'Italia negli ultimi due appuntamenti calcistici iridati in Sudafrica e Brasile.
Se domani, in quella che di colpo è diventata la partita più importante della giornata, la stessa Islanda dovesse superare la Nigeria, l'Albiceleste sarebbe matematicamente fuori dalla rassegna, protagonista di un'eliminazione che oltre a privare la competizione di una delle favorite della vigilia rappresenterebbe per l'Argentina lo stesso dramma sportivo vissuto dal Brasile quattro anni fa nella semifinale persa con punteggio tennistico contro la Germania.
Ma a prescindere dalle scarse possibilità che la squadra sudamericana abbia di passare il turno, la prova che mi aspettavo avrebbe fornito la competizione, ovvero che Messi, talento indiscusso a parte, non sia affatto quel Messia che tanti dipingono, è giunta sul campo: il buon Lionel, che al Barcellona fa faville con alle spalle una squadra di fuoriclasse che lavorano per lui - Rakitic compreso -, con la sua Nazionale - molto forte in attacco, ma dalle fondamenta tutt'altro che solide in difesa - stenta non solo a trovare spazio, gol e prestazioni, ma dimostra come se non fosse già chiaro di essere privo del carattere distintivo dei grandi campioni, lo stesso che il suo rivale Cristiano Ronaldo pare sfoderare in quasi tutti i match.
Il fatto, per quanto mi riguarda, ormai è questo: Messi è incapace di gestire la pressione, è come uno di quei bambini che dicono "la palla è mia" o di quei cattivi capi che al lavoro quando tutto va bene sono prodighi di pacche sulle spalle e grasse risate e poi, quando la musica cambia, trovano sempre qualcuno o qualcosa cui dare la colpa; il fatto è che il talento è un peso difficile da portare sulle spalle, a prescindere dalle responsabilità. E forse, a volte, è quasi meglio che se ne abusi e ci si mostri "cocky" e sbruffoni, quando lo si ha, piuttosto che coprirsi il viso con la mano e fare finta di non esistere anche quando è chiaro che sarebbe impossibile farlo.
La verità è che Lionel Messi è un insulto al suo stesso talento.
Perchè io, se l'avessi, scenderei in campo con lo spirito che animava gente come George Best, o Gascoigne, Cantona, lo stesso Maradona: avrei il coraggio di segnare anche di mano, quasi contando sul fatto che nessuno potrebbe contraddirmi, perchè a farlo sarebbe il migliore.
Lionel Messi è un insulto a tutti quelli che si devono fare il culo a capanna ogni giorno della loro vita, nello sport e nel lavoro, quando uno come lui dovrebbe solo scendere in campo e tirare fuori i coglioni buttando la palla nel sacco.
Lionel Messi ha paura di vincere, a meno che non ci sia qualcuno - o un gruppo di qualcuno - con le spalle abbastanza larghe da assicurarsi il peso della sconfitta, se dovesse arrivare.
E' così nel Barcellona. Non con l'Argentina.
E l'Argentina non è neanche la minima parte di quello che è la vita.
Quindi, caro Lionel, mi auguro che questo, per te, sia un brusco, pessimo, terribile risveglio.
Ma che ti dia il calcio in culo che ti serve per non fare incazzare chi deve sudare anche solo per sognare di avere le tue possibilità.
MrFord
Ieri tifavo Croazia, anche se lo zingaro allenatore sembrava quello dell'Argentina... non sarei tanto d'accordo con la tua analisi su Messi.. è uno che evidentemente soffre la nazionale.. ma questa Argentina era tutta sotto tono.. e gestita da cani.. lasciare Icardi a casa e Dybala in panca è da idioti puri... comunque ricorda come abbiamo vinto noi un Mondiale.. dopo aver raschiato il fondo alle eliminatorie... ;)
RispondiEliminaSoffrire la Nazionale ci può stare, ma secondo me se non fosse con il culo parato, al Barcellona avrebbe gli stessi problemi. Carattere zero, purtroppo.
EliminaThanks a lot for sharing and I have some special things for you. If you are in free time:
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Sei stato un po' duro su Messi, ma ti capisco. Che sia un fuoriclasse nn ci piove, e paradossalmente l'ha dimostrato pure ieri che la sua squadra ha preso una batosta per certi versi storica.
RispondiEliminaPerò, a differenza del suo acerrimo rivale, non è determinante, o lo è solo in determinate circostanze.
Puntavo molto sull'Argentina, pensavo fosse l'anno giusto.
Ma è una squadra che dimostra soltanto che avere i migliori attaccanti del mondo, alcuni dei quali lasciati persino a casa (gente che giocherebbe titolare in qualsiasi nazionale tranne l'Argentina) nn basta per niente.
Ieri infatti si sono scontrati il miglior attacco e il miglior centrocampo del mondiale.
E il campo ha espresso un verdetto chiarissimo!!
Ciao
Vincenzo
Se il miglior attacco del Mondiale segna un gol in due partite qualcosa che non va ci sarà pure, no? ;)
EliminaDetto questo, uno con il talento di Messi che sparisce così deve avere critiche dure, perchè se le merita anche più degli altri.
Quanto sono d'accordo su Messi!
RispondiEliminaE quanto ci godrei a vederlo subito fuori dal Mondiale. Anche se temo che nell'ultima giornata in qualche modo si possa qualificare comunque...
Il talento è nulla senza carattere e Messi ne è la perfetta diapositiva.
Ci godrei tantissimo anch'io, e ci spero.
EliminaAnche se, come ha dimostrato la Germania stasera, i poteri forti contano sempre.