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lunedì 16 ottobre 2017

L'inganno - The beguiled (Sofia Coppola, USA, 2017, 93')





Ricordo la prima volta in cui ebbi modo di incrociare il cammino di uno dei cult più sconosciuti e sottovalutati del Cinema made in USA anni settanta, quel La notte brava del soldato Jonathan, ispirato dal romanzo The beguiled, che prendeva il machismo, il repubblicanesimo e tutto il maschilismo di Don Siegel e Clint Eastwood, due delle icone dei tempi legate a questi concetti, e le ribaltava grazie ad un thriller "femminista" come forse non si erano mai neppure immaginati.
L'idea, dunque, di un remake realizzato più di quarant'anni dopo da una regista dalla carriera altalenante - Sofia Coppola è riuscita a regalarmi graditissime sorprese come Il giardino delle vergini suicide o il troppo bistrattato Somewhere ed altre decisamente più indigeste come il sopravvalutato Lost in translation o il recente e più che vuoto Bling Ring - non mi attirava granchè, consapevole del rischio che lo stesso avrebbe comportato in termini di bottigliate.
Prima, dunque, che i nodi vengano al pettine, meglio specificare le cose: L'inganno non è un film da bottigliate, Sofia Coppola ha realizzato - tecnicamente parlando - davvero un prodotto di livello, rispettando la pellicola originale - considerato che in questo periodo, Blade Runner docet, i remake o seguiti o che dir si voglia rischiano di finire sulla graticola in men che non si dica - e nonostante il ritmo, la cornice ed il genere assolutamente fruibile e scorrevole - l'ho visto al termine di una giornata fuori porta sfiancante in compagnia del suocero Ford sostenuti entrambi da numerosi gin tonic, e senza che si crollasse dal sonno, che in quelle condizioni è tutto dire -.
Eppure, era inevitabile scontrarsi con un eppure.
Questo The beguiled - adattato non al meglio, pur se meglio dell'originale -, infatti, nonostante un comparto tecnico di livello decisamente buono, finisce per perdere il confronto con il suo predecessore principalmente a causa dell'utilizzo e della scelta del suo protagonista: non che abbia necessariamente qualcosa contro Colin Farrell, ma il Caporale McBurney dell'attore irlandese manca quasi completamente del carisma e dell'appeal di quello portato sullo schermo da Eastwood, apparendo più come un viscido approfittatore nella versione della Coppola - scelta che potrebbe essere anche stata voluta, non è da escludere - che non come il maschio alpha che si considera gallo nel pollaio e predatore e finisce inesorabilmente per essere smentito nel peggiore dei modi come in pochi altri film da ribaltamento pronti a sottolineare il vero equilibrio delle forze tra i sessi - originale di Siegel a parte, mi tornano in mente solo Holy smoke e Ritratto di signora -.
La mancanza, da questo punto di vista, di forza da parte del main charachter - o quello che si crede tale - finisce così per minare la resa della pellicola in generale, o quantomeno limitarne la portata, finendo per dare l'impressione del lavoro compiuto soltanto in parte e dunque in grado di arrivare e conquistare soltanto parzialmente la critica "dura e pura" probabilmente legata all'originale così come il pubblico occasionale alle prese con un titolo che finirà per mettere fin troppo a dura prova.
Il tutto senza contare un coraggio non pervenuto che nel millenovecentosettantuno portò Siegel addirittura a dirigere la scena di un bacio tra Eastwood quarantenne e la sua compagna di scena tredicenne, impensabile oggi.
Un vero peccato, perchè il cast femminile al contrario pare decisamente efficace ed azzeccato nelle scelte, e possa piacere oppure no all'occhio maschile che lo guarda tiene perfettamente il palcoscenico ed intriga neppure tutti gli esemplari di ominide fossero di colpo nei panni non troppo fortunati di McBurney, dall'illusione all'inganno, fino all'inevitabile conclusione.
Curioso come, ad ogni modo, uno dei registi più repubblicani della Storia di Hollywood ed il suo attore feticcio siano riusciti, almeno ai miei occhi, a rendere più netta la presa di coscienza dell'Uomo rispetto alla Donna rispetto ad una regista "rosa" resa più sicura dalle coscienze risvegliate del Nuovo Millennio.
Forse è anche questo un inganno.
O forse il bisogno, la solitudine, l'amore, il dolore, l'odio, la passione, finiscono per filtrare la realtà diversamente da quanto non sia.
L'importante, in questo caso, è accorgersi di tutto prima che sia troppo tardi.




MrFord




 



13 commenti:

  1. Ho rivisto l'originale un paio di anni fa e concordo: il film della Coppola perde decisamente il confronto. Io mi sono fermato a due tazze. Possibile che Sofia non avesse di meglio (o di nuovo) da dirigere?

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    1. Me lo sono chiesto anch'io.
      Il film è ben girato, ma non ha le palle e l'anima di quello di Siegel.
      Poteva tentare la strada di una sceneggiatura originale.

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  2. Bello e fine a se stesso.
    Ma le cose belle mi piacciono, sì, quindi poco male.
    Devo recuperare l'originale, assolutamente.

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    1. L'originale va visto senza ombra di dubbio.
      E' un filmone.

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  3. a me è piaciuto, però rispetto all'originale manca la carica emotiva ^_^

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  4. L'originale non l'ho voluto recuperare, e un po' me ne dispiace ora. Perchè come dici la Coppola sì dirige e soprattutto inquadra la bellezza, ma manca di sostanza, di peso.
    Quell'eppure, quindi, ci sta tutto.

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    1. Ci sta senza ritegno.
      Ma ti esorto a recuperare l'originale, merita.

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  5. Non posso fare un confronto con l'originale, che mi aveva fatto addormentare secco dopo pochi minuti manco avessi bevuto troppi gin tonic. Anche perché comunque il gin a me fa diventare cattivo (ancora più del solito) e non mi provoca sonno.

    Per me però il film perde il confronto con gli altri della Coppola (a parte la roba natalizia con Bill Murray) e quindi alla fine sì, è un lavoro ben recitato e ben confezionato tecnicamente, ma lascia comunque con la sensazione di un'occasione mancata e con l'amaro in bocca. Manco si avesse esagerato con il Montenegro, anziché coi gin tonic. :D

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    1. Cattivo tipo hooligan!? Perchè non ti ci vedo! ;)

      Detto questo, il film è senz'altro ben fatto, ma onestamente la Coppola poteva fare di meglio. E magari osare con qualcosa di originale.

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  6. Solo Cannibal potrebbe essere più della Coppola che di Don Siegel! ;)

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  7. Credo di essere l'unico a difendere a spada tratta questo film... che, lo ripeto per la milionesima volta, NON è un remake del film di Siegel ma un'altra versione del romanzo da cui è tratto. E' un film "coppoliano" al 100%, che incarna totalmente lo stile e lo spirito della regista, toccando situazioni ormai note (la frustrazione, l'alienazione, la noia, il desiderio represso, tutti temi cari alla Coppola). Tutto si potrà dire, infatti, di Sofia Coppola tranne il fatto di avere uno stile unico e personalissimo, quasi un marchio di fabbrica. Per questo il confronto con il film di Siegel ha poco senso: "L'inganno" della Coppola non è nè più bello nè più brutto. E' semplicemente un'altra cosa.

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    1. Sinceramente non mi pare di aver parlato di remake, quanto di confronto tra due film tratti dallo stesso romanzo, cosa che mi pare abbastanza normale: seguendo questo ragionamento, dovrei non confrontare L'ultimo uomo della Terra e Io sono leggenda, versioni diverse dello stesso libro con risultati assolutamente diversi. ;)
      In questo caso il divario non è così incredibile, ma senza dubbio il film della Coppola, pur ben realizzato, manca del carattere e della carica disturbante di quello di Siegel.
      E sinceramente resto con il dubbio che la regista, anche sceneggiatrice, potesse tentare la via di un soggetto originale invece di ripescare un romanzo degli anni sessanta dal quale doveva ben sapere fosse stato tratto un film decisamente importante.

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