Ricordo bene quando, da piccolo, come molti "della mia generazione" e delle precedenti, fui spedito a catechismo per iniziare il percorso che portava ai sacramenti "obbligatori": ai tempi non conoscevo nulla delle religioni, erano ancora gli anni ottanta e la globalizzazione probabilmente doveva ancora nascere, almeno da queste parti, e più che film e cartoni animati in cui perdersi, non avevo alcuno strumento razionale, caratteriale ed emotivo per potermi rapportare a concetti come quelli espressi dalla religione in generale.
Ricordo solo che, a catechismo, mi rompevo le palle di brutto.
E che quando pregavo, mi rivolgevo a Dio principalmente per paura, come credo faccia la quasi totalità non solo dei cattolici, ma dei credenti in generale.
Pregavo perchè i miei nonni, i miei genitori e mio fratello non morissero, chiedevo scusa per aver detto qualche parolaccia, o essermi toccato, pregavo, banalmente, per non vomitare quando avevo mal di stomaco, o per non finire in ospedale per un qualsiasi motivo.
Gli anni sono passati, la paura che mi istillò il cattolicesimo mi fece quasi rischiare quando i miei mi fecero passare un pomeriggio con il nostro insegnante di ginnastica delle elementari e quando quest'ultimo mi chiese se avevo già peli pubici io pensai che i miei volessero farmi rimproverare perchè avevo scoperto la meraviglia delle seghe, cominciai a leggere, ascoltare, viaggiare, progettai un fumetto incentrato su uno spree killer che sentenziava "si fanno preti e suore solo i cessi, perchè chiunque sia vagamente bello non se lo sognerebbe neppure, di dover passare la vita a fare finta di non poter fare sesso", ed i miei nonni se ne sono andati quasi tutti.
In particolare, nel corso dell'estate del novantasette, ricordo che passai ogni giorno - anche qui, a dire il vero, tutti tranne il secondo - in ospedale accanto a mio nonno materno, entrato per arginare un tumore alla vescica e mai più uscito: parlammo di tante cose, in quell'estate, anche quando, in reanimazione, da intubato poteva solo indicarmi le lettere su un foglio neanche fossimo agli albori dei tablet, ma mai di quante ne avrei volute, o ne vorrei ora.
Parlammo di me, di come stavo, di quotidianità, della sua Inter che ai tempi acquistò Ronaldo, di cose semplici, come avevamo sempre fatto.
Il giorno del suo funerale, il parroco venuto per recitare quello che doveva e guidare il corteo fino alla chiesa per la messa confuse il suo nome per quello di un altro: forse aveva troppi funerali in agenda.
Quel giorno, in quella chiesa, decisi che ne avevo abbastanza, di tutta quella merda finta e posticcia.
Sono passati quasi vent'anni, ho ancora nostalgia di mio nonno e rimpiango di non averlo avuto accanto negli anni successivi, quando sono cresciuto, e di non averlo qui oggi, per fargli conoscere i miei figli.
D'accordo con Julez, non ci siamo sognati neppure un istante di battezzare i Fordini, e più di una volta abbiamo pensato, per solidarizzare con loro, di fare apostasia.
Probabilmente, attenderemo che siano abbastanza grandi per decidere, e poi ci muoveremo di conseguenza.
Non credo più nelle religioni - pur mantenendo un interesse culturale per le stesse -, o tantomeno in qualsiasi divinità.
Vedo il bello della quotidianità e del mondo, così come il brutto, e penso che la Natura e l'Universo siano regolate da Leggi così grandi ed incredibili da andare oltre ogni conoscenza e percezione, e solo dei presuntuosi megalomani potrebbero pensare che tutto sia stato creato "a propria immagine e somiglianza" giusto per mettersi la coscienza in pace per quando sarà il momento di chiudere la baracca.
L'ultima volta che ho parlato con mio nonno, non l'ho visto spaventato.
Ho visto un uomo che lottava, con la coscienza che avrebbe potuto non farcela.
Ed oggi, il mio nonno paterno, che ha novantatre anni, vive solo, guida ed è totalmente autonomo, risponde che qualsiasi acciacco possa avere tra poco sarà risolto.
Questa, per me, è la Fede. La vita.
Sentire, fare, provare.
Senza pregare nessun dio per paura.
O per qualsiasi altra ragione.
Il bello della consapevolezza. Dell'esperienza. Del sentire.
Il bello di The Young Pope.
Ed è vero che non ne ho parlato, quantomeno in termini canonici.
Posso però dire che la serie di Paolo Sorrentino è assolutamente fenomenale.
E sono assolutamente certo che a Lenny Belardo un post che parli di lui come questo piacerebbe.
Con buona pace di dio.
MrFord
Condividiamo la scelta di non aver battezzato i figli: dalle nostre parti in Romagna è abbastanza frequente. E pensare che da giovane ho frequentato anch'io parrocchia e scuole religiose che hanno contribuito a rendermi agnostico.
RispondiEliminaLa serie l'ho apprezzata: alcune sequenze sono già autentici cult (la canzone di Nada!!). Però mi aspettavo di più. Forse sono troppe 10 puntate; alla lunga la figura di Belardo col suo tormentone dei genitori mi ha un po' rotto i maroni...
Effettivamente, con le puntate sei e sette pare di assistere ad un calo, ma è solo un'illusione.
EliminaPer me, una serie illuminata. In tutti i sensi. ;)
Sono ahimé d'accordo sulla tua posizione nei confronti del catechismo e della religione in generale.
RispondiEliminaSarei d'accordo anche su The Young Pope, se solo ne avessi parlato, anziché incentrare il discorso come al solito su di te, o mio egocentrico nemico. ;)
Ahahah in materia di ego, io sono solo al numero tre dopo Lenny Belardo e te. ;)
EliminaSono d'accordo su tutto, sulla religione, sulle scelte, su Young Pope: bello e profondo proprio come il suo protagonista.
RispondiEliminaVerissimo. Una grande, grande serie con un grande, grande protagonista.
EliminaQuando leggerai il libro che ti ho regalato è facile che prenderai con ancora maggior distacco tutte le balle che ci hanno insegnato in chiesa e a catechismo...
RispondiEliminaLa serie è in fase di recupero, ne stanno parlando tutti bene mi sembra...ho fatto male a snobbarla a priori
;)
Spero di leggerlo al più presto.
EliminaLa serie non mi pare sul tuo genere, ma merita comunque una visione. Mi saprai dire.
Non ho visto la serie e penso che non la vedrò, poiché è lontana eoni dai miei gusti, scrivo solo per farti i complimenti per la profondità e sensibilità di questo post. ;-)
RispondiEliminaTi ringrazio davvero, Pirkaf.
EliminaSe ti capita, fosse anche solo per quello che ho scritto, dalle una possibilità.
Non mi interessa minimamente una serie che parli di religione,preti e cattolicesimo neppure alla vaga.E Sorrentino mi annoia a morte,quindi salto senza rimpianto alcuno.
RispondiEliminaE concordo pienamente sulla religione.
Il post è bello,sono contenta che non abbia parlato della serie,perchè tanto non me ne importava un accidenti XD
Posso capire le questioni Sorrentino e religione, ma la serie merita davvero.
EliminaE grazie per il post. :)