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lunedì 26 settembre 2016

The legend of Tarzan (David Yates, USA/UK/Canada, 2016, 110')









Uno dei piaceri di essere tornato a scrivere quotidianamente è dato dal fatto di essermi liberato ancor più di prima della zavorra di recensore "duro e puro", di critico cinematografico o aspirante tale e soprattutto di radical che mi attanagliava parecchi anni fa: il vecchio non ancora vecchio cowboy di allora avrebbe non solo ripudiato un'uscita in sala come The legend of Tarzan, ma anche sparato a zero su una pellicola assolutamente sacrificata sull'altare dei blockbuster, dallo spiccato gusto anni novanta ed incentrata principalmente, almeno per quanto riguarda la promozione della stessa, sugli addominali scolpiti di Skarsgard, figlio d'arte reduce dalla cavalcata finita in modo decisamente poco trionfale di True Blood.
Fortunatamente, quell'epoca è decisamente tramontata, e mi trovo con onestà ad ammettere di essermi goduto questo reboot - se così si può chiamare, considerato che si tratta di una rilettura - firmato dal David Yates degli ultimi, spenti Harry Potter dal primo all'ultimo minuto neanche fosse una versione riuscita - in termini di qualità ed intrattenimento - di un floppone targato nineties dal quale ai tempi della prima adolescenza aspettavo grandi cose come Spiriti nelle tenebre, di gran lunga tra i titoli "di cassetta" più goduriosi dell'estate appena trascorsa: certo, non posso dire se tra qualche tempo - o al momento della pubblicazione di questo post, che avverrà più o meno ad un mese dalla visione e dalla stesura di questo post, se non di più - non l'avrò completamente rimosso, o se avrà mai un posto nella vasta collezione di dvd e bluray del Saloon, ma senza dubbio lo assocerò per sempre non alla figura senza dubbio mitica di Tarzan - comunque reso discretamente dal fu Erik Northman e già citato Skarsgard - o dall'ormai scontatissimo Waltz - che, comunque, regala la battuta migliore del film con quel "Questo è l'urlo di Tarzan? Me lo aspettavo diverso!" - ma al Fordino, che alle prime avvisaglie di crescita comincia a manifestare interesse per i film dall'inizio alla fine, abbandonando - come in questo caso - addirittura i suoi adorati animali per sedersi sul divano accanto a me e partecipare con emozioni crescenti alla visione.
Guardare il mio piccolo grande uomo stringersi a me per la tensione nel corso del duello tra Tarzan ed il suo fratello scimmia divenuto rivale o saltare in preda all'euforia nel momento della rivincita che la popolazione - umana ed animale - della foresta nera africana sui tentativi dell'uomo occidentale e "civilizzato" di derubare le sue risorse togliendo la vita ai suoi figli rende questo film - a prescindere da quello che è l'effettivo ed oggettivo suo valore artistico - una delle esperienze da spettatore e da uomo più belle che ricordi, e non solo mi fa quasi sperare in un ipotetico sequel, ma anche di aver trasmesso già da ora, una visione dopo l'altra, la stessa passione del sottoscritto per la magia del grande schermo anche a mio figlio, alimentando il desiderio di poter condividere questo tipo di momenti con lui anche in futuro, e chissà, forse un giorno anche uno spazio come questo.
Dunque sì, il Tarzan di David Yates non inventa nulla di nuovo, si appoggia agli effetti ed agli stratagemmi - dagli addominali tarzaneschi a Margot Robbie - come ad una ciambella di salvataggio, sfrutta l'enfasi dell'epica di grana grossa, spoglia l'eredità di un personaggio cult di tutto quello che potrebbe essere anche vagamente autoriale, ma anche fosse una vuota, inutile, campata in aria operazione di marketing, è riuscita in ogni caso a regalare una parentesi di magia ad un bimbo dalle energie e curiosità inesauribili e dalla passione sfrenata per gli animali.
E, spero davvero, anche per il Cinema.
Per me, va più che bene così.





MrFord





13 commenti:

  1. Di solito questi rimaneggiamenti mi trovano abbastanza incuriosito, poi di Tarzan amo molto il film d'animazione, però questo mi aveva un po' annoiato. Non lo so. In parte, colpa di Waltz, che ormai interpreta sé stesso da una vita.
    Però Skarsgard resta l'unica cosa buona uscita da True Blood: qui punta più sull'addominale (per me anche un po' ritoccato al computer, ma sarà l'invidia che parla) ma altrove lo trovo anche molto, molto bravo.

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    1. Anche da un pò di contouring fatto col makeup ;)
      resta bello da vedere comunque!
      No, non parlo del film(che non ho ancora visto) ^^

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    2. Ink, anche secondo me Skarsgard è più bravo di quanto gli addominali non dicano.
      Questo film, invece, me lo sono probabilmente goduto tanto grazie al Fordino.

      Lazy, il film secondo me una visione easy la vale: tanto più se ti interessa l'argomento Skarsgard. ;)

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  2. forse l'avrei anche visto volentieri, ma sono usciti altri film ai quali ho dato priorità, e questo non sono riuscita a vederlo... non ancora!
    aspetto che sky lo dia a ritmo serrato

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    1. Anch'io l'ho visto in ritardo. Quando sarà, una visione la potrai concedere in tranquillità.

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  3. Speravo ne avresti parlato peggio, così avrei avuto uno stimolo per recuperarlo.
    Invece non c'ho proprio voglia di vederlo, nonostante la presenza di Margot Robbie. E ho detto tutto... :)

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    1. Speravo in effetti che la mia recensione ti disturbasse: come capita sempre. ;)

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  4. Volevo quasi vederlo... poi ho letto il nome Yates e mi è passata la voglia XD

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    1. Al Fordino sono bastati tutti gli animali. A volte tornare bambini rende le cose più semplici. ;)

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  5. Ti dico la verità... Non posso dire di essermi annoiato, ma quasi. Durante il film mi distraevo pensando a fregnacce varie.
    Bel blockbuster, ma non mi ha coinvolto più di tanto...

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    1. Posso capirti: io mi sono convinto grazie all'entusiasmo del Fordino. ;)

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