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sabato 10 settembre 2016

Friend request - La morte ha il tuo profilo (Simon Verhoeven, Germania, 2016, 92')


Con l'estate, è regola non scritta del Cinema che si dia spazio, in sala, ad horror più o meno convincenti - spesso meno, ad essere onesti - di ogni genere: slasher, ghost stories o demoni che siano.
Questo Friend Request, diretto da Simon Verhoeven - che, nonostante il cognome, non è figlio d'arte del mitico Paul -, è giunto al Saloon senza troppi entusiasmi da parte del sottoscritto, spinto alla visione principalmente da Julez, come intrattenimento da neuroni in vacanza eccezionalmente da pomeriggio - di norma riserviamo gli horror per la sera, complici l'atmosfera e la nanna dei Fordini -, e devo ammettere che, almeno nella prima parte, ha finito quasi per sorprendere in positivo.
Niente di nuovo sotto il sole, sia chiaro, dai passaggi tipicamente horror all'evoluzione dello script, ma l'idea legata al concetto di "unfriend" figlio dell'epoca dei social che stiamo vivendo ed il crescendo del personaggio di Marina - che ancora una volta, in questa stagione, rievoca il concetto di strega, che pare stia vivendo una sorta di seconda giovinezza in sala, considerato anche il recente VVitch - portano a casa la pagnotta almeno fino a quando non si entra nel vivo dell'azione e del confronto tra la protagonista e la sua spaventosa nemesi rivelando tutte le pecche della scrittura alle spalle della pellicola: a quel punto, infatti, la stessa inanella una serie di epic fails da record, che culmina con uno dei finali più inutili e poco interessanti che il Cinema "di paura" abbia riservato ai suoi fan negli ultimi anni, pronto a far precipitare la valutazione complessiva - che comunque non sarebbe stata certo alta - ben al di sotto del livello della decenza.
Probabilmente, se si fosse curato meglio l'aspetto "social" della vicenda senza preoccuparsi di cominciare a mostrare troppo dei poteri "satanici" di Marina, e non si fosse optato per una scrittura del passato di quest'ultima già letta e riletta decine - e centinaia - di volte, l'intero progetto avrebbe potuto quantomeno ambire ad essere considerato anche dai veterani del genere un film vagamente interessante tra quelli giudicati come mainstream: per il resto, nulla di particolare da segnalare rispetto al cast - che risulterà comunque noto agli appassionati del piccolo schermo -, agli effetti o al fatto che, a poche ore - e neppure giorni - dalla visione il film finisca dritto dritto nel dimenticatoio dell'inutilità.
Resta da ammettere, però, che i jump scare risultano ben congeniati, tanto da essere felicemente accolti da un veterano di questo tipo di pellicole come il sottoscritto, ormai praticamente incapace di cagarsi davvero sotto guardando un horror: sono forse questi la nota più lieta della realizzazione, lontana non solo dalle vette di cult dello stesso genere, ma anche dalla linea di demarcazione tra Cinema da considerarsi tale e quell'altra roba, che allontaniamo senza neppure renderci conto alla mattina, appena svegli.
Senza essere certi che si sia trattato di un incubo che si rispetti.




MrFord
 
 
 
 
 

10 commenti:

  1. Evitabile, ma non bruttissimo.
    Mi aspettavo molto peggio. :)

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    1. Anch'io mi aspettavo di peggio.
      Ma effettivamente brutto. ;)

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  2. Tu alle prese con un teen horror sui nuovi media è come me alle prese con un film sul wrestling girato dai Coen. :)

    Mi aspettavo perciò una stroncatura ben più pesante, ma ormai sei diventato troppo buono...

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    1. Magari arrivasse un film sul wrestling girato dai Coen! ;)

      Detto questo, oggettivamente la prima parte non è così male. Sprofonda nella seconda.

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  3. Saltato a piè pari senza rimpianti ;)

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  4. Anche a me era piaciuto l'inizio, che mi aveva convinta parecchio. Poi vabbé, è andato tutto in Wacca. Meglio Unfriended.

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    1. In vacchissima.
      Peccato, perchè poteva quasi essere guardabile.

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