Pagine

lunedì 22 agosto 2016

Saloon's Bullettin #6




La marcia attraverso quest'estate più rilassata - in termini di visioni e di blog - prosegue la sua marcia verso la conclusione, e come ogni estate che si rispetti - anche se l'ambientazione non rispecchia affatto la stagione - qualche horror finisce per fare sempre capolino sugli schermi: Cell, ispirato da un romanzo di Stephen King e massacrato un pò ovunque nella blogosfera e non, è un'accozzaglia di idee mal scritte e confuse che pescano a piene mani dagli zombie movies, i survival, videogiochi e serial televisivi, partite con un principio anche interessante - l'epidemia originata dall'uso smodato dei cellulari - e naufragate in una fiera del già visto banale, diretta malissimo ed interpretata anche peggio da due bollitissimi John Cusack e Samuel Jackson.
Davvero un peccato per la chance sprecata, per il Maestro del brivido e i due protagonisti - cui ho sempre voluto bene -: un film, però, davvero impossibile da salvare anche in minima parte, già candidato ad un posto di rilievo nella decina del peggio dell'anno (un bicchiere).
E' andata decisamente meglio con Race - Il colore della vittoria, biopic senza dubbio patinato ed hollywoodiano eppure funzionale ed emozionante incentrato sulle imprese sportive di Jesse Owens, che fu eroe alle Olimpiadi del trentasei a Berlino vincendo quattro medaglie in barba al nazismo e ad Adolf Hitler: una pellicola solida e piacevole da vedere, che non inventa nulla ma racconta bene, culminata con i passaggi legati all'amicizia nata proprio dalla rivalità sportiva tra lo stesso Owens ed il saltatore tedesco Luz.
Senza dubbio gli amanti del Cinema d'autore storceranno il naso, eppure lo sport e le vicende pane e salame come questa fanno sempre bene al cuore, soprattutto in momenti complicati come quello che stiamo vivendo: il bello dello sport e delle sue icone, del resto, è anche e soprattutto questo (due bicchieri).
A proposito di film d'essai, invece, ho approfittato della curiosità stimolata da alcuni pareri più che buoni raccolti nella blogosfera per affrontare 11 minuti, pellicola di Jerzy Skolimowski sviluppata come un gioco ad incastro, un mosaico di storie pronte a convergere abbracciando proprio un arco di undici minuti: esperimento decisamente interessante legato alla riflessione sul destino e la casualità, impreziosito da un finale pazzesco ed a suo modo mitico, graziato da un minutaggio perfetto e da un ritmo serrato, finisce di contro per risultare un pò troppo "sconnesso" in alcuni passaggi e forzatamente autoriale in altri.
Un peccato, perchè con un paio di aggiustamenti soprattutto sullo script avrebbe potuto rappresentare una delle sorprese più interessanti dell'estate: quello che vi consiglio, però, è di vederlo comunque, senza informarvi troppo sulla trama e la sua evoluzione prima della visione.
Buttatelo giù d'un fiato come lo shot che scatena il tracollo della sbronza.
Non avrà tutto questo gran sapore, ma di sicuro non lo dimenticherete, nel bene o nel male (due bicchieri).
A chiudere la settimana di visioni prima della mia partenza per il mare - scrivo attorno alla metà di luglio - ho voluto festeggiare ferie e stagione con l'ennesima visione di Weekend con il morto, che ancora oggi mi fa sbellicare dalle risate tanto quanto ai tempi, quando con mio fratello riuscivamo a vederlo almeno tre o quattro volte la settimana non appena finivano le scuole: le peripezie dei due protagonisti con il loro defunto capo Bernie Lomax, per quanto assurde e decisamente di bassa lega, mi paiono funzionare ancora oggi, dalla festa del venerdì sera alla scoperta del piano dello stesso Lomax, fino allo scontro decisivo con il sicario Vito, che fin dai tempi era rimasto nel cuore dei fratelli Ford con quel suo "Sambuca con ghiaccio, minchia!", in originale così come nella versione italiana. Intramontabile (un bicchiere e mezzo).
I viaggi in treno per andare a trovare i Fordini già al mare, invece, hanno veicolato anche la lettura dell'ultimo Nesbo, Sole di mezzanotte, altro romanzo slegato dalla creatura più fortunata della penna dell'autore norvegese, Harry Hole: il successo, l'aumento esponenziale della produzione e la mancanza del detective alcolista, però, paiono non fare troppo bene al buon Jo, che come per Sangue e neve incappa in un mezzo passo falso, rimbalzando da una prima parte interessante legata soprattutto alla descrizione dei paesaggi del Finnmark ad una seconda con poco mordente ed anche parzialmente scontata.
Niente di irreparabile, ed un libro comunque piacevole e scorrevole, ma il vero Nesbo sta da un'altra parte.
Forse ad ubriacarsi con Hole. E forse è il caso di fare un pensierino a proposito del ritorno di quest'ultimo (due bicchieri).




MrFord

14 commenti:

  1. D'accordissimo su Nesbo, che quando non racconta Hole mi lascia sempre un po' meh.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero.
      Mi sa che il meglio lo tira fuori solo con Hole.

      Elimina
  2. Weekend con il morto è un must, per me un piccolo gioiellino degli anni '80, spassoso ed esilarante, hai fatto bene a rivederlo io invece da tanto ma conto di vederlo presto ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non parlarmene: io me lo godo ancora adesso, e l'avrò visto mille volte. ;)

      Elimina
  3. Posso esprimermi solo su 11 minuti, visione davvero esaltante, forse troppo patinata in quella fotografia fredda, ma comunque un gran bel giocattolo in versione film :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un bel giocattolo, è vero, a cui manca però, secondo me, la scintilla per trasformarsi davvero in qualcosa di memorabile.

      Elimina
  4. 11 minuti allora lo devo recuperare. Degli altri, ho visto solo l'orribile Cell (già il libro non era granché, ma il film fa peggio, come al solito succede alle trasposizioni di King). Weekend con il morto mi manca, ma nel mio periodo "rigattiere" recuperò di certo. Nesbo quando mi decido a leggerlo, boh. Mi darà l'input il film con Fassbender?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti manca davvero Weekend con il morto!?!?
      Neuroni zero e recupero prima della fine dell'estate! :)

      Nesbo, soprattutto per la saga di Hole, va letto per forza. :)

      Elimina
  5. Anche a me è piaciuto molto Race, che ho visto nel post-olimpiadi e forse per questo l'ho apprezzato ancora di più!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con l'atmosfera delle Olimpiadi ci stava proprio da dio. :)

      Elimina
  6. Ma ancora con 'sti bulletin fuori dal tempo??? °____°

    Cell brutto, ma non mi è sembrato nemmeno così terribile. Sarà che sono abituato a vedere di peggio. Tipo gli action che mi avevi consigliato tu per la blog war... XD

    Weekend con il morto non mi faceva impazzire manco da ragazzino, figuriamoci adesso che sono (quasi) adulto.

    Race ero tentato di vederlo, ma un servizio del TG5 mi ha spoilerato praticamente tutta la storia e quindi mannaggia a loro!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma cosa doveva essere spoilerato!? La storia di Jesse Owens la sanno tutti, a parte i nerd chiusi in cameretta come te e Donnie Darko! ;)

      Elimina
  7. Cell è davvero l'Abominio. Una delle peggiori trasposizioni kinghiane Ever, ma non è che il materiale di partenza fosse dei migliori...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avevo letto che era brutto e che il materiale di partenza non era dei migliori, ma non mi aspettavo un film davvero così pessimo.

      Elimina