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lunedì 1 agosto 2016
Saloon's Bullettin #3
Preparando con molto anticipo questi primi "episodi" della nuova rubrica del Saloon e finendo per calzare la stessa come la tuta più comoda che possiate immaginare da indossare nei giorni in cui non vi frega nulla del mondo, è curioso affrontare la carrellata dei film della settimana appena trascorsa avendo appena riletto, per questioni di programmazione, uno dei post migliori che abbia scritto prima della decisione di dare una nuova direzione al blog.
Ma il bello del viaggio e dei cambiamenti è dato anche da una certa malinconia, giustamente compensata dall'elettricità delle novità e del futuro, metafora che potrebbe rendere bene l'effetto macchina del tempo delle visioni che troverete di seguito: parlando di Cinema, parto dal ritratto tutto legato all'epoca d'oro dei grandi studios di Marilyn, operazione certo più che patinata ma resa preziosa da un cast stellare - e strepitoso -, da Kenneth Branagh pronto a mettersi nei panni di Lawrence Olivier alla protagonista Michelle Williams, passando per Eddie Redmayne, Judi Dench, Emma Watson ed una marea di altri volti più o meno noti della settima arte anglosassone.
Lo spirito è simile a quello dell'Hitchcock di Sacha Gervasi, solo più concentrato sulle ombre della solitudine da diva di Marilyn che non sull'ironia del biopic dedicato al Maestro del brivido: un film in grado di accontentare il grande pubblico - storia d'amore, volti riconoscibili, messa in scena ineccepibile - così come gli appassionati soprattutto dell'epoca classica della settima arte, rappresentata dal modo di porsi naif e magnetico di una delle dive più amate e sfortunate di sempre (due bicchieri e mezzo).
La macchina del tempo, però, pur se in modo diverso, non smette di funzionare qui: direttamente dal passato del sottoscritto, la prima adolescenza degli anni novanta passati a consumare vhs con mio fratello, una sera abbiamo finito per incrociare in tv Misery non deve morire - tagliato e censurato in modo così terrificante da far apparire la prima versione apparsa ai tempi sulle reti Mediaset una cosa da Tarantino più Roth al quadrato -, uno dei migliori film tratti da Stephen King nonchè uno dei thriller che ancora oggi amo di più, sarà per l'angosciosa performance di Kathy Bates o perchè da ragazzino mi immaginavo scrittore rapito da una fan squilibrata pronto a lottare fino alla fine come Paul Sheldon.
Rivedere la pellicola di Rob Reiner, uno dei mestieranti più sottovalutati di Hollywood, oggi, a distanza di decenni e non so neppure io quante visioni, non ha tolto fascino ad un prodotto claustrofobico e costruito alla grande, dal ritmo serrato e dai meccanismi semplici ma potenti come solo i prodotti semplici ma potenti sanno essere (tre bicchieri).
Ma il Tempo non si ferma, e dunque a sole ventiquattro ore di distanza, eccomi a recuperare il recente 10 Cloverfield Lane, prodotto dai vecchi pazzoidi di Bad Robot - che avranno sempre la gratitudine del sottoscritto per Lost -, nato da una costola del primo - e da queste parti molto amato - Cloverfield seppur lontanissimo dal monster/disaster movie fracassone classico: sfruttando un ottimo John Goodman - che andrebbe goduto in versione originale - ed una serie di twist pronti a cambiare prospettiva davvero niente male, Dan Trachtenberg costruisce una vicenda in grado di mettere a nudo i pericoli dell'essere umano e la capacità di adattarsi anche a fronte dell'incredibile.
E' difficile scriverne senza correre il rischio di rivelare qualcosa che potrebbe nuocere ad una visione "vergine" della pellicola, dunque l'unico consiglio che mi sento di darvi è di viverla come se, nella situazione in cui si trovano i protagonisti, ci foste voi: prendereste per buono quello che vi è stato detto o lottereste per scoprire la verità, per quanto pericolosa, assurda e sconvolgente possa essere (due bicchieri e mezzo)?
Dato, però, che sono in vena di salti temporali, passando al piccolo schermo il balzo corrisponde a qualche secolo ed alla seconda stagione di Vikings: le vicende di Ragnar e della sua famiglia sempre più allargata portano il Jax medievale a fronteggiare minacce interne ed esterne, a partire dal fratello e rivale Rollo fino ai re anglosassoni, passando per il suo stesso sovrano, Oric.
Splendido il lavoro sui charachters di Floki - uno dei più sfaccettati e complessi della serie - ed Athelstan, sesso e violenza come se piovessero, un personaggio femminile che si candida come il più cazzuto dell'anno - e forse degli anni a venire -, Lagertha, ed una prospettiva futura che apre scenari sempre più interessanti per un titolo che pareva partito in sordina - come una sorta di costola di poco conto di Spartacus - ed ora è divenuto uno dei riferimenti per i duri da serie tv (tre bicchieri).
Chiudo in bellezza, sempre a balzi tra le epoche e riferendomi al piccolo schermo, con Vinyl, serie già di culto prodotta da Martin Scorsese e Mick Jagger ambientata nella New York degli anni settanta e dei discografici rappresentati dallo scombinato Ritchie Finestra: nonostante la perfezione tecnica e di cornice, la colonna sonora ed un'ambientazione perfetta per il sottoscritto - per quanto suonare mi rilassi tantissimo, se dovessi lavorare nella Musica adorerei fare il discografico o il manager - ho patito clamorosamente questa serie per una buona metà della stagione, finendo quasi per dare ragione a Julez, che rispetto a prodotti di questo tipo si ritrova come un pesce fuor d'acqua.
L'idea maturata, infatti, fino all'episodio dedicato ad Elvis, era che Vinyl fosse una gran bella confezione priva di contenuto, una sorta di tutto fumo niente arrosto impacchettato con il miglior cazzo di fumo esistente sulla piazza: peccato che, nell'escalation delle ultime puntate, la produzione ingrani una marcia pazzesca, non solo alimentando l'hype per la seconda stagione - che, purtroppo, pare essere stata cancellata a causa dei costi - ma dando un senso a tutta la prima.
E tutto il circo del rock and roll, quel pezzo di stronzo di Finestra, i Nasty Bits ed ogni nota suonata, sudata, scopata o sniffata diventa quello che ogni generazione, ognuno di noi, nel periodo della formazione che è quel buco nero dell'adolescenza, e da lì in avanti, sente dentro quando scopre quali sono gli artisti che cantano quello che vorrebbe cantare nel modo in cui lo canterebbe se fosse lui, davanti a quel dannato microfono.
Pronto a far venire giù l'arena (tre bicchieri).
MrFord
Marilyn mi era piaciuto parecchio, soprattutto per una Williams non particolarmente somigliante, ma bravissima; quell'anno, anziché alla solita Streep, l'Oscar lo avrei dato a lei (che, zitta zitta, ha la stessa sorte di un DiCaprio). Misery l'ho visto per la prima volta da piccolissimo, dopo aver letto il romanzo, e ricordo l'incubo di reperirlo in videoteca: probabilmente, una delle trasposizioni migliori di King (nonostante, nel libro, i piedi glieli mozzasse direttamente con un'ascia). Cloverfield Lane mi è piaciucchiato: peccato che il titolo - e il riferimento al film precedente - spoileri già la fine. Sulla falsa riga, ho preferito Hidden, i cui registi stanno facendo parlare per Stranger Things (che ti farà andare d'accordo col Cannibale, mi sa: è inevitabile). :)
RispondiEliminaHidden mi manca, vedrò di recuperarlo.
EliminaMisery mitico, ancora oggi.
E concordo rispetto alla Streep.
Vynil devo ancora recuperarla, adesso finisco Preacher e Stranger Things poi mi ci metto, giuro. E mi sa che Misery tagliato da mer*aset l'ho beccato anche io, maledetti ed irrispettosi tagliatori della domenica!
RispondiEliminaMaledetti davvero.
EliminaPreacher sono fermo alla prima, proseguirò.
Stranger Things avrà la precedenza, però.
Bollettini fitto fitto, essendo d'accordo su tutto mi limito a dire che Vinyl con me non è riuscito a riscattarsi nemmeno con il finale. Sì, tutto bello, tutti bravi, tutto molto rock ma quanta noia! Salvo solo la puntata di Elvis e quel dialogo splendido tra lui e Finestra, per il resto, non mi sconvolge la cancellazione.
RispondiEliminaLa puntata di Elvis è stata quella che mi ha fatto cambiare idea su tutto il progetto: non essendo stato confermato, però, non avremo modo di parlarne ancora. Peccato.
EliminaVinyl è stata veramente una sorpresa, e la canzone della serie sta pure spopolando, peccato che non ne faranno una seconda.. ;)
RispondiEliminaPeccato davvero, ma del resto quando ci si mette il vil denaro, non ci sono cazzi che tengano, purtroppo.
EliminaMarilyn e Misery non deve morire mi sono piaciuti parecchio, il secondo soprattutto è uno dei miei thriller preferiti e forse anche la mia trasposizione di King preferita - e lo dico da persona che DECISAMENTE non è fan di King.
RispondiEliminaVinyl un capolavoro, pazzesca.
Vinyl molto bella, peccato non sia stata riconfermata.
EliminaConcordo su Misery, e da non fan accanito di King.
Ford, già sulle cose arrivi sempre in ritardo, con questi bulletin poi... :)
RispondiEliminaCerto che ultimamente stai diventando troppo generoso con i voti. Marilyn è una robetta troppo patinata, Misery non deve morire inquietante ai tempi ma ormai superatissimo, Vikings serie valida ma l'ho abbandonata per noia...
Su 10 Cloverfield Lane invece sono d'accordo, per quanto possa essere d'accordo con queste mini-recensioni che non dicono nulla ahahah.
E Vinyl mannaggia a te! L'avevano già riconfermata per una seconda stagione, poi hai cominciato a seguirla tu e l'hanno cancellata. Sarà un caso? ;)
Marilyn sarà patinato, ma è molto meglio di tanta roba che esalti tu.
EliminaMisery è una bomba, tempi oppure no, così come Vikings, praticamente l'equivalente di Sons in versione medievale.
Mi dispiace di essere d'accordo su Cloverfield Lane, mentre sono quasi contento che abbiano cancellato Vinyl solo per fare un dispetto a te! Ahahahahah! ;)