Regia: Alejandro Amenabar
Origine: Spagna, Canada
Anno: 2015
Durata: 106'
La trama (con parole mie): siamo agli inizi degli anni novanta in una cittadina americana come tante altre, quando il detective Bruce Kenner è incaricato di indagare a proposito delle violenze subite dalla giovane Angela Gray, pronta a rifugiarsi nella parrocchia locale a seguito della denuncia all'indirizzo del padre, che pare essere impazzito dopo la morte della moglie, la dipendenza dall'alcool e la fuga da casa del figlio maschio, tanto da legarsi ad una setta che pratica l'adorazione di Satana.
Kenner, affiancato dallo psicologo Kenneth Raines, ripercorre le tappe che hanno condotto Angela sull'orlo della follia a causa di suo padre e degli adepti della setta, cercando di consegnare alla giustizia tutti i colpevoli: ma le cose sono davvero come sembrano?
E quanto ampia è l'influenza della setta?
Kenner, affiancato dallo psicologo Kenneth Raines, ripercorre le tappe che hanno condotto Angela sull'orlo della follia a causa di suo padre e degli adepti della setta, cercando di consegnare alla giustizia tutti i colpevoli: ma le cose sono davvero come sembrano?
E quanto ampia è l'influenza della setta?
Ho sempre considerato Amenabar un fuoco di paglia, un mestierante onesto ma, rispetto a tanti altri, decisamente mediocre, fin dai tempi dei suoi esordi.
Ricordo bene l'entusiasmo di parecchi amici all'uscita di The others - forse, ad oggi, il suo lavoro meglio riuscito -, palesemente ispirato dal precedente Il sesto senso e già allora, almeno per quanto mi riguarda, molto meno sconvolgente di quanto non potesse apparire ad una prima occhiata, la successiva smitizzazione di Mare dentro, titolo eccessivamente celebrato anche dal pubblico americano, la quasi totale bocciatura di Aghora, fino ad arrivare al qui presente Regression, spesso e volentieri massacrato da una critica che pare ormai giunta alla conclusione che il suddetto Amenabar, in realtà, non sia altro che un nome come ce ne sono a mazzi nel giro che conta della settima arte.
Ebbene, devo essere onesto: Regression è un film sostanzialmente inutile, comprensibile quasi dal principio e decisamente poco inquietante o sorprendente, recitato tendenzialmente male da tutti i protagonisti e poco accattivante, eppure mi è parso decisamente meno peggio rispetto a quanto mi aspettassi sia dal suo regista ed autore che dalle recensioni che mi era capitato di leggere in precedenza in rete e non solo.
Neanche fossi tornato di colpo adolescente nel pieno degli anni novanta in un pomeriggio piovoso di autunno inoltrato, Regression ha avuto se non altro il merito di rendere una cornice di quel genere, lontana da classici legati alle possessioni ed al satanismo come Rosemary's baby ma neppure così scarso da far incazzare o pensare di essere di fronte ad uno dei titoli peggiori dell'anno: la vicenda è scritta e portata avanti da Amenabar in modo piuttosto prevedibile e decisamente poco inquietante, eppure, a conti fatti, fotografa discretamente bene la necessità ed il disagio che muovono alcune persone e non pesa particolarmente in termini di tenuta, ritmo e durata.
Non voglio però neppure apparire troppo buono rispetto ad un prodotto che, considerati i protagonisti e la campagna pubblicitaria che quasi ne parlava come fosse una sorta di moderno L'esorcista, risulta davvero essere poca cosa, o più che altro un titolo assolutamente dimenticabile pronto a finire in quell'archivio dalle parti "dei missili Stinger" destinato al cestino della memoria in tempi piuttosto brevi: del resto, scrivo questa recensione a tre giorni dalla visione ed effettivamente ricordo poco, almeno quanto del famigerato e tanto chiacchierato pseudo nudo di Emma Watson, che altro non si rivela se non un fotogramma di spalle probabilmente figlio di una controfigura pronta gentilmente ad offrire il suo culo all'obiettivo in modo da permettere all'ex Hermione di fregiarsi di titoli che, almeno fino a prova contraria, non le competono.
Prova evidente dell'incapacità di "possedere" lo spettatore di questo prodotto è il fatto che la difficoltà di scrivere un post in merito sia decisamente più alta rispetto ad altri pronti ad uscire quasi senza che debba muovere le mani sulla tastiera nella metà del tempo pur prendendo il doppio dello spazio: fondamentalmente, quello che vi dovete aspettare è un film artigianale inserito nella perfetta media dei titoli di cassetta buono giusto per occupare un'ora e tre quarti senza colpo ferire, che probabilmente sorprenderà non tanto i non avvezzi al genere quanto i non avvezzi al Cinema e che finirà per risultare per tutti gli altri come un palliativo rispetto ai tempi d'oro in cui i thriller facevano davvero cagare sotto, pur non portando sullo schermo mostri o presunti tali.
Se non altro, anche in Regression, la paura più grande nasce, cresce e muore con l'Uomo.
Il mostro peggiore che si possa immaginare.
Ricordo bene l'entusiasmo di parecchi amici all'uscita di The others - forse, ad oggi, il suo lavoro meglio riuscito -, palesemente ispirato dal precedente Il sesto senso e già allora, almeno per quanto mi riguarda, molto meno sconvolgente di quanto non potesse apparire ad una prima occhiata, la successiva smitizzazione di Mare dentro, titolo eccessivamente celebrato anche dal pubblico americano, la quasi totale bocciatura di Aghora, fino ad arrivare al qui presente Regression, spesso e volentieri massacrato da una critica che pare ormai giunta alla conclusione che il suddetto Amenabar, in realtà, non sia altro che un nome come ce ne sono a mazzi nel giro che conta della settima arte.
Ebbene, devo essere onesto: Regression è un film sostanzialmente inutile, comprensibile quasi dal principio e decisamente poco inquietante o sorprendente, recitato tendenzialmente male da tutti i protagonisti e poco accattivante, eppure mi è parso decisamente meno peggio rispetto a quanto mi aspettassi sia dal suo regista ed autore che dalle recensioni che mi era capitato di leggere in precedenza in rete e non solo.
Neanche fossi tornato di colpo adolescente nel pieno degli anni novanta in un pomeriggio piovoso di autunno inoltrato, Regression ha avuto se non altro il merito di rendere una cornice di quel genere, lontana da classici legati alle possessioni ed al satanismo come Rosemary's baby ma neppure così scarso da far incazzare o pensare di essere di fronte ad uno dei titoli peggiori dell'anno: la vicenda è scritta e portata avanti da Amenabar in modo piuttosto prevedibile e decisamente poco inquietante, eppure, a conti fatti, fotografa discretamente bene la necessità ed il disagio che muovono alcune persone e non pesa particolarmente in termini di tenuta, ritmo e durata.
Non voglio però neppure apparire troppo buono rispetto ad un prodotto che, considerati i protagonisti e la campagna pubblicitaria che quasi ne parlava come fosse una sorta di moderno L'esorcista, risulta davvero essere poca cosa, o più che altro un titolo assolutamente dimenticabile pronto a finire in quell'archivio dalle parti "dei missili Stinger" destinato al cestino della memoria in tempi piuttosto brevi: del resto, scrivo questa recensione a tre giorni dalla visione ed effettivamente ricordo poco, almeno quanto del famigerato e tanto chiacchierato pseudo nudo di Emma Watson, che altro non si rivela se non un fotogramma di spalle probabilmente figlio di una controfigura pronta gentilmente ad offrire il suo culo all'obiettivo in modo da permettere all'ex Hermione di fregiarsi di titoli che, almeno fino a prova contraria, non le competono.
Prova evidente dell'incapacità di "possedere" lo spettatore di questo prodotto è il fatto che la difficoltà di scrivere un post in merito sia decisamente più alta rispetto ad altri pronti ad uscire quasi senza che debba muovere le mani sulla tastiera nella metà del tempo pur prendendo il doppio dello spazio: fondamentalmente, quello che vi dovete aspettare è un film artigianale inserito nella perfetta media dei titoli di cassetta buono giusto per occupare un'ora e tre quarti senza colpo ferire, che probabilmente sorprenderà non tanto i non avvezzi al genere quanto i non avvezzi al Cinema e che finirà per risultare per tutti gli altri come un palliativo rispetto ai tempi d'oro in cui i thriller facevano davvero cagare sotto, pur non portando sullo schermo mostri o presunti tali.
Se non altro, anche in Regression, la paura più grande nasce, cresce e muore con l'Uomo.
Il mostro peggiore che si possa immaginare.
MrFord
"Safe in the light that surrounds me
free of the fear and the pain
my subconscious mind
starts spinning through time
to rejoin the past once again."
Dream Theater - "Scene One: Regression" -
Cast interessante, trama un po' meno, stasera avrei voglia di un horror ma ho già scelto The Witch!
RispondiEliminaSalvatore vai tranquillo, anche The vvitch è un horror. Non è un film facilissimo -dovrei rivederlo- ma regala bei momenti ed ha un'atmosfera pazzesca.
EliminaBuona visione
Sal, The VVitch molto, molto meglio di questo.
EliminaAnche se, rispetto a Regression, pensavo peggio.
A me è piaciuto molto Witch!aspetto la rece :))))
EliminaPromosso anche per quanto mi riguarda!
EliminaUn signor film horror!
Penso pubblicherò la recensione venerdì.
EliminaQuindi vi tengo in sospeso! ;)
L'ho trovato deludente. Mi aspettavo molto di più...
RispondiEliminaIo l'ho trovato dimenticabile.
EliminaMi aspettavo molto di meno. ;)
Una grande vaccata,prevedibilissima e mal recitata dalla presunta protagonista.Il film lo tiene su il povero Ethan Hawke,ma a fatica.Un bicchiere,dal mio punto di vista,sarebbe stato pure troppo!!!!
RispondiEliminaSarà che avevo aspettative pessime, ma mi è parso più inutile che brutto, sinceramente.
EliminaAvevo digerito molto meno Aghora! ;)
Filmetto bruttarello in cui pure Emma Watson fa una pessima figura.
RispondiEliminaGli avrai mica consigliato di prendere lezioni di recitazione da Stallone, eh Ford? :)
Stallone insegna la vita, non la recitazione! ;)
EliminaLa delusione per l'annunciato nudo di Emma Watson che poi si é rivelato fakeissimo l'ho ancora bene in mente. Per il resto di motivi per vedere il film e ricordarselo non ce ne erano altri...
RispondiEliminaLa delusione per l'annunciato nudo di Emma Watson che poi si é rivelato fakeissimo l'ho ancora bene in mente. Per il resto di motivi per vedere il film e ricordarselo non ce ne erano altri...
RispondiEliminaConcordo: un film che passa e va, fondalmentalmente inutile.
EliminaEppure, rispetto a quanto mi aspettavo, è stato quasi una sorpresa positiva.