Regia: Hiromasa Yonebayashi
Origine: Giappone
Anno: 2014
Durata: 103'
Durata: 103'
La trama (con parole mie): Anna è una ragazzina chiusa ed introversa cresciuta con genitori adottivi con i quali, con il passare del tempo, il rapporto si è molto complicato. Quando, a causa dei problemi con l'asma, da Sapporo per le vacanze estive viene mandata da due parenti della madre putativa in Hokkaido, in modo che il mare possa aiutarla, Anna finisce per incappare nelle stesse complicate dinamiche sociali che la tormentavano in città.
Quando, però, conosce Marnie, misteriosa coetanea che abita in una villa non lontana dalla casa dove è ospite Anna, e finisce per comparirle anche in sogno, tutto cambia: tra le due si crea un legame sempre più forte, che finisce per stimolare entrambe a cercare di trovare la propria strada, la propria identità: questo fino a quando Anna scopre che la villa è in realtà in pieno restauro, e la bambina figlia dei nuovi proprietari le rivela aver trovato un diario appartenuto proprio ad una Marnie.
Quale sarà, dunque, il mistero legato all'amica ormai radicata nel cuore di Anna?
Quando, però, conosce Marnie, misteriosa coetanea che abita in una villa non lontana dalla casa dove è ospite Anna, e finisce per comparirle anche in sogno, tutto cambia: tra le due si crea un legame sempre più forte, che finisce per stimolare entrambe a cercare di trovare la propria strada, la propria identità: questo fino a quando Anna scopre che la villa è in realtà in pieno restauro, e la bambina figlia dei nuovi proprietari le rivela aver trovato un diario appartenuto proprio ad una Marnie.
Quale sarà, dunque, il mistero legato all'amica ormai radicata nel cuore di Anna?
Senza alcun dubbio, anche tra un centinaio di anni, quando si parlerà dello Studio Ghibli, ogni cinefilo che si rispetti si toglierà il cappello di fronte all'operato di questa realtà a dir poco incredibile nata ormai più di trent'anni fa che è stata in grado di regalare al pubblico ed agli appassionati non solo alcuni tra i più grandi Capolavori dell'animazione, ma anche e soprattutto un modo di raccontare la vita e le emozioni che suscita attraverso una semplicità disarmante e profondissima.
Del resto, quando si tratta di Maestri come Miyazaki e Takahata, il risultato è una garanzia, eppure il Ghibli ha finito per rivelare al mondo anche talenti come quello di Hiromasa Yonebayashi, già apprezzatissimo da queste parti per il suo Arrietty: con questo Quando c'era Marnie, firmato dallo stesso Yonebayashi, pare che l'avventura del mitico Studio sia giunta al termine, complice anche il ritiro dello stesso Miyazaki dalle scene.
Sinceramente, mi piace pensare che una delle cose più belle delle cose più belle, è la consapevolezza che giungano, prima o poi, ed inevitabilmente, alla loro conclusione, un pò come la vita - per quanto, se dipendesse dal sottoscritto, farei la firma per l'immortalità, con tutto quello che voglio scoprire, vedere, imparare -, e che a volte il fascino sia anche che non sia tutto perfetto ed infallibile.
Perchè Quando c'era Marnie è un ottimo prodotto dal punto di vista tecnico, ne ho apprezzato tantissimo l'animazione, la placida calma anche nei momenti di maggiore "tensione", lo spirito - tipico del Ghibli - di ricerca della pace interiore attraverso la Natura ed i suoi paesaggi, il passato ed il futuro che si mescolano tra loro, eppure è ben lontano dall'essere una pietra miliare come Il mio vicino Totoro o La storia della principessa splendente.
Fin dalla sua uscita - a prescindere dalla scellerata programmazione italiana, che l'ha visto in sala soltanto per un weekend - questo titolo ha finito per dividere e non poco i fan del Ghibli, pronti a difenderlo a spada tratta o storcere il naso di fronte ad un prodotto di una caratura inferiore rispetto a quelli cui i fondatori dello Studio hanno abituato i loro fan nel corso dei decenni: personalmente ho trovato Quando c'era Marnie debole soprattutto dal punto di vista della sceneggiatura - non ho letto il romanzo dal quale è tratto, ma faccio conto che si parta da zero - e troppo sbrigativo nel finale, quando la risoluzione del mistero che circonda la bionda amica della protagonista diviene finalmente realtà - ed in questo Yonebayashi è caduto in uno dei difetti del suo Maestro Miyazaki, che in un paio di occasioni è partito dal Capolavoro per scendere al "solo" buono proprio per aver accelerato troppo sulla conclusione, quasi si fosse accorto che l'intreccio costruito fino a tre quarti di film andava risolto nell'ultimo quarto d'ora, come accadde per lo splendido a metà Il castello errante di Howl -, quasi ci si volesse accontentare soltanto dell'impatto emotivo che avrebbe avuto la rivelazione a proposito di Marnie sul pubblico così come sulla giovanissima protagonista della vicenda.
Appurato questo, il lavoro del buon Hiromasa resta comunque in grado di interpretare alla grandissima lo spirito del Ghibli e lavorare sulle emozioni ed i sentimenti dell'audience, e malgrado non sia all'altezza delle sue ispirazioni, ha finito per solleticare il cuore del sottoscritto anche a fronte dei suoi difetti, e di trasportarmi in un mondo quasi magico in cui, come da bambino, sognavo di passare le vacanze in luoghi pronti ad affascinarmi ed aprire nuovi orizzonti capaci di cambiare, di fatto, anche la percezione del futuro, e non solo del presente.
Non so se questo sarà l'ultimo film dello Studio Ghibli, ma francamente, anche se dovesse essere così, il saluto di questa straordinaria realtà cinematografica è stato fatto nel pieno rispetto di quelle che sono state, da sempre, le sue linee guida principali.
Ed è difficile, avendo amato tutti i film targati Totoro, non accorgersene ed impedirsi di voler bene anche alla struggente storia di Anna e Marnie.
Del resto, quando si tratta di Maestri come Miyazaki e Takahata, il risultato è una garanzia, eppure il Ghibli ha finito per rivelare al mondo anche talenti come quello di Hiromasa Yonebayashi, già apprezzatissimo da queste parti per il suo Arrietty: con questo Quando c'era Marnie, firmato dallo stesso Yonebayashi, pare che l'avventura del mitico Studio sia giunta al termine, complice anche il ritiro dello stesso Miyazaki dalle scene.
Sinceramente, mi piace pensare che una delle cose più belle delle cose più belle, è la consapevolezza che giungano, prima o poi, ed inevitabilmente, alla loro conclusione, un pò come la vita - per quanto, se dipendesse dal sottoscritto, farei la firma per l'immortalità, con tutto quello che voglio scoprire, vedere, imparare -, e che a volte il fascino sia anche che non sia tutto perfetto ed infallibile.
Perchè Quando c'era Marnie è un ottimo prodotto dal punto di vista tecnico, ne ho apprezzato tantissimo l'animazione, la placida calma anche nei momenti di maggiore "tensione", lo spirito - tipico del Ghibli - di ricerca della pace interiore attraverso la Natura ed i suoi paesaggi, il passato ed il futuro che si mescolano tra loro, eppure è ben lontano dall'essere una pietra miliare come Il mio vicino Totoro o La storia della principessa splendente.
Fin dalla sua uscita - a prescindere dalla scellerata programmazione italiana, che l'ha visto in sala soltanto per un weekend - questo titolo ha finito per dividere e non poco i fan del Ghibli, pronti a difenderlo a spada tratta o storcere il naso di fronte ad un prodotto di una caratura inferiore rispetto a quelli cui i fondatori dello Studio hanno abituato i loro fan nel corso dei decenni: personalmente ho trovato Quando c'era Marnie debole soprattutto dal punto di vista della sceneggiatura - non ho letto il romanzo dal quale è tratto, ma faccio conto che si parta da zero - e troppo sbrigativo nel finale, quando la risoluzione del mistero che circonda la bionda amica della protagonista diviene finalmente realtà - ed in questo Yonebayashi è caduto in uno dei difetti del suo Maestro Miyazaki, che in un paio di occasioni è partito dal Capolavoro per scendere al "solo" buono proprio per aver accelerato troppo sulla conclusione, quasi si fosse accorto che l'intreccio costruito fino a tre quarti di film andava risolto nell'ultimo quarto d'ora, come accadde per lo splendido a metà Il castello errante di Howl -, quasi ci si volesse accontentare soltanto dell'impatto emotivo che avrebbe avuto la rivelazione a proposito di Marnie sul pubblico così come sulla giovanissima protagonista della vicenda.
Appurato questo, il lavoro del buon Hiromasa resta comunque in grado di interpretare alla grandissima lo spirito del Ghibli e lavorare sulle emozioni ed i sentimenti dell'audience, e malgrado non sia all'altezza delle sue ispirazioni, ha finito per solleticare il cuore del sottoscritto anche a fronte dei suoi difetti, e di trasportarmi in un mondo quasi magico in cui, come da bambino, sognavo di passare le vacanze in luoghi pronti ad affascinarmi ed aprire nuovi orizzonti capaci di cambiare, di fatto, anche la percezione del futuro, e non solo del presente.
Non so se questo sarà l'ultimo film dello Studio Ghibli, ma francamente, anche se dovesse essere così, il saluto di questa straordinaria realtà cinematografica è stato fatto nel pieno rispetto di quelle che sono state, da sempre, le sue linee guida principali.
Ed è difficile, avendo amato tutti i film targati Totoro, non accorgersene ed impedirsi di voler bene anche alla struggente storia di Anna e Marnie.
MrFord
"Goodbye Grandma, sleep well tonight
dream of all your younger days
way before time had left you sad
and store yourself away."
and store yourself away."
Elton John - "Goodbye Grandma" -
sarà una delle mie prossime visioni e vedo che anche tu mi spingi a vedere Inside out...
RispondiEliminaBradipo, fossi in te darei la precedenza a quella meraviglia di Inside out.
EliminaPoi, con calma, anche questo.
Magari fosse stato in sala per un weekend, da me è uscito di lunedì, in sala fino al mercoledì, una cosa incivile, e così sarà i primi di ottobre per l'evento su Nausicaa. Comunque mi vedi d'accordo su tutto, film minore, con finale un po' frettoloso, ma prevedibilmente su di me ha fatto presa, mi ha commossa profondamente. E con le prime righe hai riassunto perfettamente tutto!
RispondiEliminaIn realtà io l'ho trovato molto emozionante, anche se certamente lontano dalla grandezza di altri titoli del Ghibli.
EliminaComunque, la distribuzione italiana rispetto a questi titoli è scandalosa a dir poco.
Una visione se la meritatono tutti i film ghibli, anche quelli meno riusciti.
RispondiEliminaConcordo in pieno, senza dubbio.
EliminaIl fatto che sia chilometrica è sempre un buon segno, Bara! :)
RispondiEliminaLa mia storia con lo studio Ghibli già la sai...e questo non mi pare da mettere in alto,nella lista ;)
RispondiEliminaComunque, prima o poi, andrà visto anche questo!
EliminaTu che non esalti a dismisura un film d'animazione?
RispondiEliminaIncredibile!
Ti senti poco bene? :)
Anche per me questo è un filmetto caruccio, ma la sceneggiatura è parecchio debole e la parte finale ampiamente prevedibile. Lo Studio Ghibli ha fatto di meglio. E tu Ford hai di certo fatto di peggio buahahah :D
Mi dispiace davvero di non aver dato il peggio. Quelle sono le volte in cui ci divertiamo di più! ;)
EliminaCredo che lo vedrò tra molto tempo.
RispondiEliminaL'evento non è arrivato al mio cinema, aspeterò quando sarà l'occasione. Di solito Rai4 si spara i film Ghibli: magari lo becco li (sempre quando sarà)..
Ad ogni modo, prima o poi va visto, come tutta la produzione del Ghibli. Recuperalo.
EliminaEppure, a me è riuscito davvero a commuovere. Sarà che ultimamente mi sto rammollendo...
RispondiEliminaSecondo me ci sta che emozioni, è un film giocato in gran parte sull'aspetto sentimentale/emotivo: i suoi difetti sono più strutturali, in fondo. ;)
EliminaIo sono tra quelli a cui ha fatto storcere il naso. Sono d'accordo su quel che dici della sceneggiatura, la storia così come procede è poco interessante, forse con uno script diverso... chissà
RispondiEliminaNon è sicuramente all'altezza dei lavori di Miyazaki e Takahata, ma resta un buon film, toccante ed affascinante nonostante una parte finale per nulla perfetta.
EliminaAd ogni modo, a me non è dispiaciuto.
Io ho adorato Arrietty, e sono proprio curiosa di vedere anche questo. ;-)
RispondiEliminaRispetto ad Arrietty meno convincente, ma comunque da vedere.
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