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lunedì 18 maggio 2015

Master and commander - Sfida ai confini del mare

Regia: Peter Weir
Origine: USA
Anno:
2003
Durata: 138'





La trama (con parole mie): nel pieno delle Guerre Napoleoniche, il Capitano Jack Aubrey, comandante della Surprise, solca i mari del Sud con la missione di intercettare il vascello francese Acheron, responsabile di numerosi attacchi alla marina anglosassone.
Sorpreso ed inizialmente messo alle corde dal rivale alla guida della stessa Acheron, Aubrey, contravvenendo agli ordini che prevedevano il pattugliamento da parte della sua nave delle sole coste del Brasile, si lancia all'inseguimento del nemico circumnavigando il continente sudamericano, finendo per mescolare gli ordini dall'alto al desiderio di vendetta, spesso e volentieri usando come contrappeso al suo carattere il medico di bordo, amico fraterno e naturalista Stephen Maturin.
L'inseguimento e la lotta tra la Acheron e la Surprise diventeranno dunque la cornice della componente umana e della geografia sociale della nave di Jack "Il fortunato".








Ho sempre pensato che uno dei modi migliori per scoprire se il rapporto con una persona è destinato a durare - e parlo di amicizia, così come di storie sentimentali - sia quello di condividere con la stessa un'avventura, un momento destinato a diventare solo di chi lo vive, un viaggio.
Difficilmente, infatti, se le cose non funzioneranno nel corso dello stesso, ci saranno possibilità che si vada oltre la superficiale frequentazione occasionale: Peter Weir questo deve saperlo bene, non solo perchè nell'affrontare le sue pellicole ho la piacevole sensazione di trovarmi a casa in qualunque parte del mondo - e della Storia - il regista australiano mi conduca, ma soprattutto a causa della capacità dello stesso di mostrare quello che è il cuore del concetto stesso di viaggio, l'esperienza.
Buona o cattiva che sia, favorevole oppure no, un'esperienza resterà sempre impressa nei ricordi, nel cuore e sulla pelle.
In questo periodo in cui il gusto per l'epopea "marina" è tornato a farsi prepotentemente sentire nel sottoscritto, grazie a Black Sails, L'isola del tesoro e La vera storia di Long John Silver, non potevo non approfittare per tornare a rispolverare una pellicola che era riuscita a sorprendermi - ed alla grande - ai tempi della sua uscita, finendo per ribaltare il pronostico della vigilia della visione che attendeva al varco il classico polpettone hollywoodiano presentando un'opera dalle spalle larghe, girata alla grande e con partecipazione, pronta a solleticare l'epica del Cinema d'avventura ma anche mostrare la contrapposizione tra passione e ragione, forza ed acume, il roboante romanticismo di Aubrey e l'approccio tanto assertivo quanto curioso di Maturin, le due anime non solo della Surprise, ma della pellicola stessa.
Traendo ispirazione da un romanzo, Weir porta in scena la vita e la geografia sociale di un grande veliero, città galleggiante all'interno della quale, a prescindere dai ruoli e dai gradi, esistono in  egual misura paria e predestinati al successo, uomini in grado di vivere ogni istante come fosse l'ultimo ed altri per nulla in grado di accettare che prima o poi lo spettacolo giungerà alla fine: celandosi, dunque, apparentemente dietro il confronto a distanza tra la Achelon e la Surprise ed il loro inseguimento, il regista de L'attimo fuggente analizza le dinamiche di ciurma dai momenti più rilassati e divertenti - i siparietti musicali e di confronto tra i già citati Aubrey e Maturin, le cene degli ufficiali - a quelli più drammatici - la perdita dei compagni per mare o in battaglia, la sensazione di essere ad un tempo esploratori pronti ad aggredire la Natura così come vittime della sua irresistibile ed indomabile forza, il drammatico destino del Jona, vessato dalle dicerie dell'equipaggio, o dei giovani allievi ufficiali poco più che bambini pronti a dare tutto, da parti di loro stessi alla vita, in nome di uno spirito che, forse, ormai non viene più neppure riconosciuto - prendendosi il tempo per poter delineare anche attraverso pochi dettagli ogni singolo marinaio, soldato o cuoco di bordo.
Un titolo dal sapore di grande Classico, che esalta lo spirito dei viaggiatori e degli esploratori - splendide le sequenze alle Galapagos legate alla scoperta di specie e latitudini ai tempi pressochè sconosciute - ma non dimentica l'importanza della passione e della disciplina - verso se stessi e chi sta sotto e sopra di noi -, elogia la follia dell'istintività ed allo stesso tempo le spalle larghe e la presenza della ragione, si lancia nel cuore di tempeste dai marosi che paiono muri d'acqua pronti ad inghiottire ed affronta a viso aperto la maledizione di una bonaccia forzata.
Uno spirito indomito, dunque, per un film che è una pacchia per i viaggiatori mai sazi per Natura come il sottoscritto: e se "per esigenze della Marina" la rotta dovrà essere cambiata, e cambiata ancora, poco importa.
A quelli come noi basteranno la passione, un pò di follia, compagni fidati ed alcool per brindare alle imprese compiute, o a chi ci siamo lasciati indietro, guardando sempre avanti.




MrFord




"La nave che sbatte è il cicchetto che fuma 
quando vanesio s'incipria di schiuma
per lui è soltanto un balocco
la burrasca che gonfia nel fiocco."
Vinicio Capossela - "L'oceano Oilalà" -






26 commenti:

  1. gran film!
    E sì, un brindisi per l'inizio e uno per la fine di ogni viaggio non dovrebbero mai mancare

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    1. Concordo in pieno.
      Un brindisi all'inizio, uno alla fine.
      Come la vita.
      E gran film davvero.

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    2. ... e quello alla fine risulta difficile anche al pirata più spietato ;)

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    3. Beh, facciamo prima della fine. ;)

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  2. La serie di Aubrey e Maturin (di Patrick O'Brian) è quanto di meglio sia stato scritto in campo marinaresco, un affresco appassionato e documentatissimo della marina britannica alla fine del 1700. La scoprii una decina di anni fa' e ne rimasi travolto (sono una ventina di romanzi, tutti tradotti da Longanesi).
    P.S.: c'è una piccolissima modifica nel film: nel romanzo cui si ispira, il nemico non è francese, bensì statunitense...

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    1. La modifica del film posso immaginare sia dovuta ad esigenze "di produzione". ;)

      Per il resto, buono a sapersi: vedo di cominciare a recuperarli.

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  3. L'ho visto una vita fa,ricordo che mi piacque moltissimo!
    E quella del viaggio come test per capire se il rapporto può essere duraturo l'aveva usata anche il Khal con me XD me lo disse proprio,chiaro e tondo,che mi avrebbe chiesto di andare a vivere con lui pure subito,ma prima voleva fare un paio di vacanze con me per appunto il motivo suddetto ;)

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    1. Il viaggio è sempre determinante, per scoprire come andrà un rapporto, che sia di coppia o di amicizia.
      E fossi in te lo rivedrei: a me è parso anche più bello di quanto ricordassi!

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  4. anche per me è un classico, ma lo è stato sin da subito....

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    1. Immaginavo che potessi apprezzare un titolo come questo.
      Così come immagino che il Cannibale lo avrà detestato! ;)

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  5. Bara, filmone davvero!
    E concordo: uno dei titoli migliori in ambito marinaresco, nonostante io sia sicuramente più un pirata, che non un soldato di Sua Maestà! ;)

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  6. bellissimo
    naturalmente ce l'ho in dvd e me lo rivedo quando sono giù di morale (basta il finale a tirarmi su...)

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    1. Anche io ce l'ho in dvd, e rivederlo è sempre un gran toccasana. :)

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  7. Lo vidi tempo fa e mi piacque tanto. Russellone non mi delude mai. ^__^

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  8. Bombetta, Weir ha un occhio per I dettagli che ti lascia senza fiato. Ottimo film, con un paio di scene da pelle d'oca e un finale stupendo.

    ps: ma non ti stava sul cazzo Vinicio?

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    1. Vinicio mi sta sul cazzo, ma le sue canzoni mi piacciono parecchio! ;)

      Detto questo, super bombetta! :)

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  9. È proprio "Ford, sfida ai confini del mare" il tema del blog in questi ultimi tempi.
    Tra libri e film stai facendo il pieno di avventura, ottima scelta.

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    1. Ahahah vero, anche se domani si torna sulla terra.
      Con il deserto e le macchine rombanti di Mad Max. ;)

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  10. Ma non ne avevi già parlato non troppo tempo fa?
    Boh, ormai con tutte 'ste robette da marinai mi stai mandando in pappa il cervello. :)

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    1. Mandarti in pappa il cervello può essere solo che un bene, Peppa! ;)

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  11. L'avevo visto al cinema alle medie e mi aveva un poco annoiato... poi l'ho rivisto un paio d'anni fa e ricordo che mi era piaciuto un sacco XD

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  12. Gran bel film, non posso che sottoscrivere tutto. :-)

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    1. Ed io sottoscrivo ulteriormente con un bel brindisi! :)

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