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martedì 23 dicembre 2014

Ford Awards 2014: i libri

La trama (con parole mie): come di consueto, e malgrado nel corso di questo duemilaquattordici abbia portato a casa un numero di letture all'attivo inferiore agli ultimi anni - ha influito non da poco il periodo delle ferie, passato praticamente, nel tempo dedicato alla spiaggia, quasi sempre accanto al Fordino con la palla o sui giochi dei bambini -, giunge il Ford Award dedicato alle migliori letture passate al Saloon, un appuntamento che non mi stanco mai di considerare come l'outsider prediletto del sottoscritto.
Le ultime edizioni sono state dominate in tutto e per tutto da Jo Nesbo, autore norvegese meritevole di aver creato uno dei personaggi più importanti della mia carriera di lettore, Harry Hole: anche quest'anno, e pur senza nuove uscite dedicate al detective alcolista, sarà così?




N°10: I FUNERALI DELLA MAMA' GRANDE di GABRIEL GARCIA MARQUEZ


Potrebbe apparire strano, trovare un genio assoluto della Letteratura come Marquez in fondo ad una classifica, eppure I funerali della Mamà grande, recuperato per omaggiare il grande autore subito dopo la sua scomparsa e tra i suoi primi lavori, è stata una lettura intensa ed avvolgente, per quanto acerba, in grado di mostrare la grandezza pronta ad esplodere con Cent'anni di solitudine e le atmosfere di Macondo.
Un vero Maestro. Sempre e comunque.


N°9: LE IRREGOLARI - BUENOS AIRES HORROR TOUR di MASSIMO CARLOTTO


Uno dei drammi più terribili del Ventesimo Secolo e della Storia, il genocidio argentino ed il destino dei desaparecidos, vissuti attraverso la penna, i ricordi e le impressioni di Massimo Carlotto, cuore da America Latina e passione italiana, uomo tormentato e nostrano Edward Bunker, per quanto, di fatto, la sua vicenda sia profondamente diversa da quella dell'autore statunitense.
Un viaggio a volte forse un pò troppo retorico, eppure importante per non dimenticare il dolore di una delle ferite più grandi dell'umanità intera.

N°8: IL PIPISTRELLO di JO NESBO


Il capitolo iniziale della saga dedicata a Harry Hole, finalmente edito anche in Italia, pronto a mostrare la prima avventura del detective alcolista, curiosamente ambientata Down Under, nella mia amata Australia. Un primo capitolo ancora acerbo, se considerati i successivi, eppure già ribollente della passione e della carica del suo protagonista, curiosamente rivisto giovane neanche avessi avuto di fronte un prequel - allo stato attuale dei romanzi Hole dovrebbe essere attorno ai cinquanta, qui aveva appena toccato i trenta -. Una garanzia.


N°7: VITA E MORTE DI BOBBY Z di DON WINSLOW


Un altro grande favorito del Saloon torna in libreria con un recupero dal quale, anni fa, fu tratto addirittura un misconosciuto film con protagonista lo scomparso Paul Walker: una vicenda di amicizia, droga e crescita che porta dentro i semi dei grandissimi romanzi successivi del vecchio Don. In attesa di recensire l'ultimo Missing - New York, un gradito ritorno da queste parti per l'autore del Capolavoro Il potere del cane.



N°6: SKAGBOYS di IRVINE WELSH


I ragazzacci di Trainspotting negli anni precedenti a Trainspotting, in un romanzo fiume decisamente poco fruibile - almeno per il sottoscritto - eppure in grado di comunicare alla grande la sensazione di disagio non solo degli anni della Tatcher e dell'ascesa dell'eroina e dell'AIDS nel Regno Unito, ma anche quella di chi si trova in bilico tra l'adolescenza e l'età adulta, incerto su quello che sarà il futuro. Una sfida che, pur non essendo tra i miei preferiti, Welsh ha sicuramente vinto.


N°5: DEAD CITY di SHANE STEVENS


Altro grande ritorno al Saloon, quello di Shane Stevens, autore del mitico Io vi troverò.
Dead City, esplorazione del piccolo mondo della Mafia del Jersey, è l'incontro letterario dei Soprano con Quei bravi ragazzi, un ritratto della bassa manovalanza criminale amaro e nostalgico, un ritratto dei losers del crimine come pochi sono stati scritti.
Senza dubbio non all'altezza del già citato lavoro di Stevens, eppure in grado di portare un piccolo pezzo del lato oscuro degli States tra le pagine.


N°4: LA FORESTA di JOE LANSDALE


Non poteva mancare, all'appuntamento con i Ford Awards, uno dei beniamini assoluti del sottoscritto, pronto a raccontare una sorta di road movie di Frontiera dedicato al viaggio di un ragazzino in cerca della sorella rapita da una banda di fuorilegge spalleggiato da un gruppo male assortito di improvvisati giustizieri: il mitico nano Shorty - che pare avrà il volto di Peter Dinklage nella trasposizione cinematografica - e la splendida sparatoria finale fanno il resto. Non indimenticabile, ma di pancia. Come piace da queste parti.


N°3: TOXIC di HELGASON HALLGRIMUR


Il romanzo più cinematografico dell'anno, e forse la sorpresa letteraria più lieta di questo duemilaquattordici: ambientato quasi interamente nella Reykjavik della più che tranquilla Islanda consacrata all'Eurofestival come evento dell'anno, la parabola di redenzione di Tom Boksic detto Toxic, reduce della guerra nella Ex-Jugoslavia e killer a pagamento per la mala di New York, è un abile mix di Tarantino e Kaurismaki, Le mele di Adamo e Ho affittato un killer.
Ironia nerissima e morti ammazzati, sentimenti e dolore, speranza e passione.
Perfetto per le seconde occasioni.


N°2: OPEN - LA MIA STORIA di ANDRE AGASSI


Negli ultimi dodici mesi di letture non c'è stato un titolo in grado di appassionarmi più dell'autobiografia - seppur scritta a quattro mani - di uno dei miei idoli tennistici di sempre, Andre Agassi, dall'infanzia segnata dal difficile rapporto con il padre alla prima vittoria a Wimbledon, dagli anni di Brooke Shields e dell'incostanza alla stabilità del suo rapporto con Steffi Graf.
Un viaggio sentito che pare raccontato non tanto da uno sportivo di fama mondiale, quanto da un amico davanti ad un drink nel corso di una serata buona per i ricordi e la nostalgia, con almeno un paio di passaggi così semplici e veri da risultare profondamente commoventi.


N°1: CUJO di STEPHEN KING


E a chiudere questa classifica portandosi a casa il Ford Award dedicato ai libri di questo duemilaquattordici ecco il Re del brivido Stephen King, che con il recupero di Cujo, definito tra i suoi romanzo preferiti, è riuscito a fare breccia nel mio cuore come poche altre volte è accaduto di fronte alla pagina scritta. Il dramma e la profonda realtà filtrati attraverso l'apparenza di una maledizione fungono da simboli per questa rappresentazione del Destino pronto a colpire senza che noi che tanto ci sbattiamo per vivere al meglio le nostre vite si possa fare nulla per preservare non solo noi stessi, ma anche e soprattutto chi amiamo.
Profondo, amarissimo eppure carico di speranza: un romanzo magnifico.




I PREMI
Miglior autore: Stephen King
Miglior personaggio: Tom Boksic, Toxic
Miglior antagonista: Cujo, Cujo
Scena cult: Andrè Agassi vince Wimbledon '92, Open - La mia storia
Premio "brutti, sporchi e cattivi": Hog, La foresta
Premio stile: Shorty, La foresta
Miglior personaggio femminile: Donna Trenton, Cujo
Miglior non protagonista: Pete Sampras, Open - La mia storia
Momento action: Donna Trenton affronta Cujo dopo un assedio durato giorni, Cujo
Atmosfera magica: l'Islanda lunare dalle porte aperte e crimine zero, Toxic



MrFord

26 commenti:

  1. Voglio assolutamente recuperare Open e andrò a leggere i tuoi post su altri romanzi: qualcuno proprio non lo conoscevo. Io pure devo pensare alla mia classifica... Sicuramente in pole position ci sarà una Mazzantini da decidere ancora, ché con la sua prosa così carnale e forte mi ha completamente folgorato, seguita da L'amore bugiardo e Shotgun Lovesongs che, per me, potrebbe piacerti. Storia comunissima, familiare, ma grandi atmosfere da vero romanzo americano. Gli altri in classifica sono da decidere. Magari, in questi ultimi giorni dell'anno, becco qualcosa di notevole. Chissà!

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    1. Di Shotgun lovesongs non sei il primo che sento parlare bene, vedrò di recuperarlo.
      Nel frattempo, ho appena finito l'ultimo Nesbo, e adesso ho in rampa di lancio Winslow e Il lupo di Wall Street.

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  2. Tra i miei sessanta letti quest'anno non ne compare in questa classifica neanche uno, tranne quello di Winslow, che all'ultimo ho deciso di non leggere perché sono convinto che non arriverà mai e poi mai alla brutalità di un libro bellissimo quale "Il potere del cane" e visto che ci sono ti chiedo: se si dovesse fare un film chi vedresti bene come regista?
    Io: l'Oliver Stone di una volta o un Soderbergh più cazzuto.

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    1. Oliver Stone? non ti è bastato "le belve", sempre tratto da Winslow? :)

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    2. Infatti ho specificato "di una volta" ;)
      Quello che dici è una porcata che tenta di rifarsi a uno dei suoi capolavori, e mi è bastato. Tu chi vedresti bene?

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    3. Cazzo, Denny, sessanta!? Si vede che sei giovane e hai tempo da dedicare alla lettura come si deve!

      Comunque, io per Il potere del cane voto Michael Mann tutta la vita, ma pare sia stato già deciso che sarà il regista di A royal affair a dirigere la versione cinematografica di quel Capolavoro!

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    4. Cacchio, hai ragione: Mann sarebbe una scelta superba. Non sapevo fosse già stato deciso... Beh, "A Royal Affair" è un ottimo film in costume, ma la scelta mi lascia un po' perplesso.

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    5. Anche a me lascia perplesso, ma staremo a vedere.
      Certo, con Mann si sarebbe andati sul sicuro! :)

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  3. Ho preso qualche spunto dalla tua classifica per le prossime letture. D'altra parte, certe condivisioni (Nesbo, Winslow,Lansdale) fanno curriculum :)

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    1. Abbiamo molti gusti in comune, in effetti: tra l'altro, ho appena finito l'ultimo di Nesbo - non in tempo per inserirlo in questa classifica - e merita parecchio.

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  4. Recupererò assolutamente Agassi perchè le biografie, se ben scritte, mi affascinano sempre. Riguardo a King, per me il capolavoro è "L'ombra dello scorpione", se non l'hai letto rimedia per il 2015!

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    1. Mi segno L'ombra dello scorpione - vidi la deludente miniserie qualche anno fa -, tu recupera Open. Merita parecchio.

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  5. vedere un libro degli anni '80 in cima a una classifica del 2014 ti conferma come uomo fuori dal tempo, ford ahahah :)
    sui libri però sono fuori dal tempo pure io, visto che non riesco a stare dietro alle nuove uscite e finisco per recuperare più che altro roba vecchia.
    il prossimo anno mi impegnerò a stare più dietro alle novità per sentirmi meno fordiano :D

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    1. La roba vecchia non è necessariamente la roba brutta, caro il mio Peppa.
      E vedi di leggere di più! ;)

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  6. Buona classifica, ho deciso di recuperare Toxic che mi sembra una gran figata, e poi magari mi rileggo Cujo che appena ho letto che c'è un assedio mi si è scaldato il cuore...

    Io ho da poco letto Assurdo universo e ho finito da qualche giorno La vera storia del pirata Long John Silver -che ti consiglio assolutamente, una bomba delle nostre-

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    1. Toxic è una bombetta, sono sicuro che ti piacerà.
      E Cujo pazzesco: specie da genitore.

      Il pirata vedo di recuperarlo, mi sa che merita.

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  7. Letto solo Il pipistrello che come ben dici mostra un Nesbo ancora acerbo. Devo recuperare Dead City e La foresta, ma forse già lo dissi all'epoca delle tue recensioni :D

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    1. Se non li hai letti, recupera Open e Cujo, che meritano parecchio.
      E per un thrillerista come te, anche Toxic spacca.

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  8. vabbè, ma dare il premio "brutti sporchi e cattivi" ad hog è troppo facile, dai!!!! :)

    mi segno "toxic" comunque...

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    1. Non poteva vincerlo nessun altro! ;)

      E Toxic ti piacerà.

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  9. Figata!
    Purtroppo credo di aver letto meno di quest'anno solo quando ancora non sapevo leggere (a meno che non contino blog e manuali di chimica...). Praticamente mi manca tutta la tua classifica, incluso Cujo (amo King, ma quello mi manca), per cui ne farò tesoro per decidere cosa mettere sul comodino.

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    1. Dunque sei una specie di Walter White!? ;)

      Per il resto, recupera Cujo, che è un romanzo splendido.
      Io, intanto, già mi pregusto un inizio anno con titoli che ho una voglia pazzesca di leggere.

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  10. Non ho letto nessuno di questi libri,il mio preferito di quest'anno è Alta fedeltà di Nick Hornby!Fra questi vorrei recuperare la biografia di Agassi,me ne parlano davvero molto bene da più parti ;)

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    1. Open è un libro coinvolgente e sentito, ha davvero perso la battaglia per il primo posto per un soffio!
      Alta fedeltà cultissimo, l'avevo letto già anni fa!

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