Regia: Gareth Evans
Origine: UK, Indonesia, USA
Anno: 2014
Durata: 150'
Durata: 150'
La trama (con parole mie): Rama, sopravvissuto a stento alla missione che lo vide affrontare uno dei boss locali di Jakarta e ritrovare suo fratello, viene reclutato da un ufficiale della polizia che lo vorrebbe come infiltrato per una missione ad altissimo rischio che ha come obiettivo quello di smascherare i dirigenti delle forze dell'ordine in accordo con i boss criminali della città ed assicurare alla Giustizia - in un modo o nell'altro - gli stessi boss.
Rama, inizialmente refrattario all'idea, accetta convinto dalla promessa di una protezione per sua moglie e suo figlio garantita dalla polizia e per vendicare il fratello, nel frattempo ucciso da uno degli astri nascenti della criminalità di Jakarta.
Incarcerato sotto falso nome, il combattivo tutore dell'ordine dovrà trovare il modo di guadagnarsi la fiducia di Uco, figlio di uno dei più importanti padrini della malavita, e partire proprio da lui per cominciare a costruire la vittoria ed il completamento della missione stessa: peccato che la strada sarà lastricata di cadaveri e continui cambi di prospettiva.
Si può dire che fosse dai tempi del magnifico The Raid - Redemption, che i fan in tutto il mondo di Gareth Evans e del Cinema di botte ed action attendevano il secondo capitolo delle avventure di Rama: io stesso, dopo essere rimasto a bocca aperta di fronte al meraviglioso sfoggio di tecnica e di sprezzo del pericolo degli stuntmen nella prima pellicola, non vedevo l'ora di potermi mettere comodo e tuffarmi nell'allora solo annunciato The Raid 2.
In questi casi, la prima domanda è sempre la stessa: il regista sarà stato in grado di mantenere il livello della sua opera o la stessa sarà crollata miseramente sotto il suo stesso peso?
E subito dopo: il talento sarà all'altezza delle ambizioni?
E subito dopo: il talento sarà all'altezza delle ambizioni?
Nel caso di questo titolo in particolare, la risposta è senza dubbio sì.
Non che il lavoro di Evans sia privo di difetti - soprattutto in fase di scrittura, considerato che le coreografie degli scontri, la fotografia, il montaggio e l'eleganza dei movimenti di macchina sono indiscutibili -, o che non si senta la mancanza della naturalezza del primo film, decisamente meno pretenzioso e più pane e salame, ma questo Berandal rappresenta, di fatto, uno di quei pugni nello stomaco in grado di trascendere un genere e renderlo oggetto di culto, mescolando la perizia di un Michael Mann al gusto per l'eccesso che le arti marziali e l'approccio orientale - benchè l'uomo dietro la macchina da presa sia un ragazzone gallese di nascita - hanno fatto loro fin dagli esordi, in Occidente e non.
Due ore e mezza di furia raccontata con un gusto estetico da fotografo d'elite, come se la pittura delle gallerie d'arte d'alto bordo incontrasse le nocche consumate a furia di pugni delle palestre di strada: la seconda impresa di Rama - un grandissimo Iko Uwais, già protagonista del capitolo precedente e dell'esordio del regista Merantau - riesce nell'impresa di ricordare ad un tempo le epopee di Bruce Lee e di tutti i suoi emuli - non solo orientali, si pensi a Van Damme - e la magia poetica di un Johnnie To, con quel gusto crepuscolare ripreso di recente anche da Refn in Solo dio perdona.
Lo script - certamente non il punto forte della pellicola - recupera a piene mani da tutta la mitologia dell'infiltrazione poliziesca, da Infernal affairs a I padroni della notte, mentre le parti dedicate alla lotta sono tra le migliori mai girate, dallo scontro a partire dal bagno del carcere con protagonista Rama all'inseguimento in macchina, senza contare il duello che precede l'epilogo - davvero degno di rivaleggiare con quello che chiuse Redemption - e soprattutto la prodigiosa sequenza con al centro la figura del sicario Prakoso, tradito dalla sua organizzazione e lasciato in balìa di un'orda di avversari decisi a fargli la pelle: il percorso che dal locale porta lo scatenato Yayan Ruhian - già interprete dell'indimenticabile Mad Dog nel film precedente - sulla strada è vera e propria poesia del Cinema di botte, una lezione indimenticabile con la quale tutti i titoli che usciranno da qui in avanti dovranno, volenti o nolenti, confrontarsi se vorranno assurgere al ruolo di cult.
Devo comunque ammettere che, personalmente e nonostante il livello di esaltazione assoluto provato nel corso di questa visione dal primo minuto alla strepitosa chiusura - non vedo già l'ora del terzo capitolo -, il mio cuore è e resta con The Raid - Redemption, un prodotto forse più grezzo eppure privo di quell'aura di autorialità a tutti i costi cercata - giustamente, considerato il talento visivo - da Evans per questo Berandal.
Senza dubbio, il buon Gareth è riuscito a rompere ogni schema e confine che divideva questo tipo di Cinema e proposte dall'Occidente tamarro e dozzinale all'Oriente esagerato e dalla profonda malinconia - si pensi a tutta la prima produzione di John Woo, o allo stesso e già citato Bruce Lee -: per un figlio della nostra cultura, già questo è sinonimo di un successo senza precedenti, reso ancora più clamoroso dalle evoluzioni che Uwais e tutti gli atleti, attori e comparse riescono a fornire per la gioa del pubblico in quest'occasione.
The Raid 2 è una nuova pietra miliare per il suo genere, e forse non solo.
Di fatto, è come se fosse iniziato un nuovo, strepitoso e senza confini geografici capitolo della Storia dell'action dalle ripercussioni enormi sulla settima arte intera: uno tsunami venuto dall'Estremo Oriente a suon di calci, pugni e colpi proibiti - con ogni tipo di arma ed oggetto - orchestrato da un direttore decisamente unico, venuto dalle brughiere di un Galles che con Jakarta pare non avere nulla a che fare.
Evidentamente, a volte, si sbaglia.
Qui non contano geografia o cultura.
Conta il Cinema.
Conta il Cinema.
E The Raid 2 - Berandal è senza dubbio grande Cinema.
MrFord
"Mother Nature's quite a Lady
but you're the one I need
flesh and blood need flesh and blood
and you're the one I need."
but you're the one I need
flesh and blood need flesh and blood
and you're the one I need."
Johnny Cash - "Flesh and blood" -
passo, io solo John Woo e Hong Kong in genere
RispondiEliminaSecondo me questo potrebbe sorprenderti.
EliminaE recupera, ovviamente, anche il primo.
sono contento che ti sia piaciuto...è vero Evans ha voluto dare una impalacatura al suo film da cinema serio ma non se ne sentiva il bisogno..ma quelle scene di lotta bypassano tutto e tutti...per me capolavoro!
RispondiEliminaDavvero bellissimo, nonostante si perda un pò di spontaneità rispetto al primo. Comunque, Evans riferimento assoluto del genere.
Eliminanon vedo l'ora di guardarlo
RispondiEliminaE non vedrei l'ora anche io! ;)
EliminaEnorme. Impressionante. Rispetto al primo gli manca quell'effetto sorpresa, se si può chiamare così, e quella potenza horror data dall'atmosfera marcissima del grattacielo, ma io credo di preferire questo secondo, per la complessità, la lunghezza e la grandiosità di TUTTO :-D
RispondiEliminaForse è perfino troppo complesso, considerato il genere, ma senza dubbio abbiamo di fronte un prodotto impressionante per tecnica e forza, davvero incredibile.
EliminaNon vedo già l'ora del terzo.
Bellissimo, ma anche io dovendo scegliere sceglierei il primo. Questo soffre di una trama troppo ingarbugliata e poco chiara -come in molti altri film orientali- però le scene action sono di una potenza e bellezza strepitosa, il combattimento finale poi è una roba INCREDIBILE, verso la fine avevo la tachicardia e sudavo da schifo.
RispondiEliminaPs: la mazza da baseball incastrata nella fazza è fantastica. ..
Nonostante anche io sia per il primo, questo è stato davvero una cavalcata da paura.
EliminaLe sequenze action sono pazzesche, e quella con protagonista Prakoso per me è da antologia pura.
La mazza, poi, è un colpo di genio.
già il primo mi era sembrata una sopravvalutata robetta tutta botte e con una sceneggiatura da far invidia a un film di michael bay. questo mi sembra proseguire ancora di più in quella direzione...
RispondiEliminaconsiderando che mi devo già sorbire vari action per tu sai cosa, direi che per il momento me lo risparmio volentieri :)
Cazzo Cannibale capisco che l action non sia il tuo genere ma definire the raid una rpbetta è una bestemmia.
EliminaChiaro che la sceneggiatura non fosse il suo punto di forza ma regia fotografia e stunt erano di primo ordine.
Anche io dopo aver visto noi siamo infinito -che non è propriamente il mio genere- non ho avuto problemi a definirlo ottimo.
Cmq il 2 potrebbe stupirti, c'è una trama. Magari un filo ingarbugliata ma c'è
chi ha bestemmiato?!?
EliminaRagazzi, non prendetevela con Cannibale, che dovrà subire una punizione enorme nel corso di quest'estate! ;)
EliminaDetto questo, Peppa, tu bestemmi sul serio! E contro il Cinema, altro che action!
Ho avuto la fortuna di vederlo al far east e in sala era un delirio. Bisogna dire che è scenografico, adrenalico, c'è una buona dose di combattimenti a dir poco creativi (io la palla da baseball non la dimenticherò mai e poi mai) e il ristorante che sembra quello di Solo Dio Perdona (un film che forse non hanno amato in molti, ma io l'ho addirittura adorato). Questo film più in grande lo si vede, meglio è. Grazie per avergli reso giustizia!
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