Regia: Steven Spielberg
Origine: USA
Anno: 2002
Durata: 145'
Durata: 145'
La trama (con parole mie): siamo nel 2054, e a Washington il crimine e gli omicidi fanno ormai parte del passato grazie all'innovativo dipartimento di precrimine.
Sfruttando le visioni di tre giovani allevati per vivere isolati dal mondo ed amplificare al massimo la propria sensibilità e chiaroveggenza, infatti, gli uomini guidati da John Anderton finiscono ogni giorno per arrestare ed assicurare alla Giustizia potenziali assassini colpevoli di delitti non ancora commessi, nel segno di un sogno creato dal loro direttore, Lamar Burgess, ormai in procinto di divenire una realtà nazionale.
Quando Anderton viene a contatto con la più dotata dei PreCog - così sono ribattezzati i sensitivi - e viene predetto un omicidio avvenuto per sua mano, il comandante in campo della Precrimine è costretto a darsi alla fuga nella speranza di poter invertire il corso del destino: purtroppo per lui in visita al dipartimento per verificare la sua funzionalità in vista del passaggio ad organo di controllo degli States interi c'è il giovane agente Danny Witwer, ansioso di fare luce sull'intera vicenda.
Ed i guai, per l'apparentemente inappuntabile John, sono appena cominciati.
Questo post partecipa alle celebrazioni dello Steven Spielberg Day, in compagnia di quelli che portano le firme del branco di squali cinefili qui presenti:
Sfruttando le visioni di tre giovani allevati per vivere isolati dal mondo ed amplificare al massimo la propria sensibilità e chiaroveggenza, infatti, gli uomini guidati da John Anderton finiscono ogni giorno per arrestare ed assicurare alla Giustizia potenziali assassini colpevoli di delitti non ancora commessi, nel segno di un sogno creato dal loro direttore, Lamar Burgess, ormai in procinto di divenire una realtà nazionale.
Quando Anderton viene a contatto con la più dotata dei PreCog - così sono ribattezzati i sensitivi - e viene predetto un omicidio avvenuto per sua mano, il comandante in campo della Precrimine è costretto a darsi alla fuga nella speranza di poter invertire il corso del destino: purtroppo per lui in visita al dipartimento per verificare la sua funzionalità in vista del passaggio ad organo di controllo degli States interi c'è il giovane agente Danny Witwer, ansioso di fare luce sull'intera vicenda.
Ed i guai, per l'apparentemente inappuntabile John, sono appena cominciati.
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Director's Cult
Il Bollalmanacco di cinema
Il Cinema Spiccio
Ho voglia di cinema
In central perk
Le maratone di un bradipo cinefilo
Life functions terminated
Movies maniac
Non c'è paragone
Pensieri Cannibali
Recensioni ribelli
Scrivenny 2.0
The obsidian mirror
Il giorno degli zombi
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Il giorno degli zombi
E' indubbio che, nonostante gli scivoloni degli ultimi anni, Steven Spielberg sia stato e resti uno dei registi dal talento visivo più incredibile del panorama statunitense moderno: il suo tocco, assolutamente magico, è sempre in grado, infatti, di lasciare almeno uno spiraglio aperto per quella meraviglia che, nel corso degli anni ottanta, portò alla realizzazione di opere magistrali come l'indimenticabile E. T., e dettò le regole alla base della generazione dei J. J. Abrams.
Altrettanto indubbia è la potenza del materiale tratto dai romanzi di Philip Dick, uno degli autori di riferimento della sci-fi letteraria di tutti i tempi, garanzia di qualità quasi assicurata per qualsiasi regista decida di lavorare a partire dalle visioni ancora assolutamente avveniristiche dello scrittore di Chicago.
Era dunque praticamente ovvio - come recita il testo di una nota canzone che, guarda caso, era legata al concetto di "altre forme di vita" - che il connubio tra i due producesse un lavoro degno di nota come Minority Report, action thriller di lusso che fila via rapido come gli interventi della Precrimine nonostante le due ore e venti di durata riservando allo spettatore una visione di altissima qualità - ottimi effetti, ritmo serrato ed alcune intuizioni che anticiparono, di fatto, il modo di girare ormai divenuto moda e subordinato al 3D - ed una serie di twist decisamente efficaci in grado di sorprendere anche quando la direzione della storia pare essere ormai definitivamente presa, senza considerare il consueto bagaglio di riflessioni che i lavori di Dick, di norma, finiscono per lasciare in eredità a chi li affronta.
Dunque, alle evoluzioni atletiche di un Tom Cruise scatenato - e per fortuna non travolto dal divismo come sarebbe stato con La guerra dei mondi - troviamo affiancati i risvolti di un dibattito etico legato al concetto stesso del precrimine e dell'essere arrestati per delitti ancora non commessi, senza contare quella che, di fatto, è la schiavitù dei PreCog che contribuiscono in maniera fondamentale al successo degli uomini di Anderton: e se questo non vi sembrasse abbastanza, le figure di Lamar/Von Sydow e Witwer/Farrell forniscono ulteriori sfaccettature ad una vicenda che riesce ad essere lineare ed estremamente complessa ad un tempo, e che all'intreccio macroscopico legato alle vicende del dipartimento unisce quello microscopico del dramma personale del protagonista, caduto nella dipendenza dalle droghe a seguito della scomparsa del figlio, evento che lo portò, anni prima, ad entrare nella speciale divisione precrimine.
Da padre, rivedere Minority Report in quest'ottica ha di molto approfondito l'esperienza della visione, e neppure il leggero calo presente nel finale - che ha il limite di giungere dopo quello che è il vero climax della pellicola, il momento dell'omicidio per il quale Anderton viene perseguito - è riuscito ad intaccare un'esperienza che, onestamente, non ricordavo così coinvolgente: e dall'ottimo scontro con gli ex colleghi nel vicolo sfruttando gli zaini a propulsione all'incursione dei ragni spia nel palazzo dove trova rifugio il tostissimo John, fino ai confronti con Witwer e la questione, per l'appunto, legata alla perdita del figlio, tutto contribuisce a rendere Minority Report uno dei migliori risultati dello Spielberg del Nuovo Millennio.
E se al buon Steven serve Dick per regalarci ancora grandi sogni, ben venga.
Altrettanto indubbia è la potenza del materiale tratto dai romanzi di Philip Dick, uno degli autori di riferimento della sci-fi letteraria di tutti i tempi, garanzia di qualità quasi assicurata per qualsiasi regista decida di lavorare a partire dalle visioni ancora assolutamente avveniristiche dello scrittore di Chicago.
Era dunque praticamente ovvio - come recita il testo di una nota canzone che, guarda caso, era legata al concetto di "altre forme di vita" - che il connubio tra i due producesse un lavoro degno di nota come Minority Report, action thriller di lusso che fila via rapido come gli interventi della Precrimine nonostante le due ore e venti di durata riservando allo spettatore una visione di altissima qualità - ottimi effetti, ritmo serrato ed alcune intuizioni che anticiparono, di fatto, il modo di girare ormai divenuto moda e subordinato al 3D - ed una serie di twist decisamente efficaci in grado di sorprendere anche quando la direzione della storia pare essere ormai definitivamente presa, senza considerare il consueto bagaglio di riflessioni che i lavori di Dick, di norma, finiscono per lasciare in eredità a chi li affronta.
Dunque, alle evoluzioni atletiche di un Tom Cruise scatenato - e per fortuna non travolto dal divismo come sarebbe stato con La guerra dei mondi - troviamo affiancati i risvolti di un dibattito etico legato al concetto stesso del precrimine e dell'essere arrestati per delitti ancora non commessi, senza contare quella che, di fatto, è la schiavitù dei PreCog che contribuiscono in maniera fondamentale al successo degli uomini di Anderton: e se questo non vi sembrasse abbastanza, le figure di Lamar/Von Sydow e Witwer/Farrell forniscono ulteriori sfaccettature ad una vicenda che riesce ad essere lineare ed estremamente complessa ad un tempo, e che all'intreccio macroscopico legato alle vicende del dipartimento unisce quello microscopico del dramma personale del protagonista, caduto nella dipendenza dalle droghe a seguito della scomparsa del figlio, evento che lo portò, anni prima, ad entrare nella speciale divisione precrimine.
Da padre, rivedere Minority Report in quest'ottica ha di molto approfondito l'esperienza della visione, e neppure il leggero calo presente nel finale - che ha il limite di giungere dopo quello che è il vero climax della pellicola, il momento dell'omicidio per il quale Anderton viene perseguito - è riuscito ad intaccare un'esperienza che, onestamente, non ricordavo così coinvolgente: e dall'ottimo scontro con gli ex colleghi nel vicolo sfruttando gli zaini a propulsione all'incursione dei ragni spia nel palazzo dove trova rifugio il tostissimo John, fino ai confronti con Witwer e la questione, per l'appunto, legata alla perdita del figlio, tutto contribuisce a rendere Minority Report uno dei migliori risultati dello Spielberg del Nuovo Millennio.
E se al buon Steven serve Dick per regalarci ancora grandi sogni, ben venga.
MrFord
"But don't you remember,
don't you remember?
The reason you loved me before,
don't you remember?
The reason you loved me before,
baby please remember me once more."
Adele - "Don't you remember" -
Si, hai davvero ragione: uno dei migliori Spielberg del NM.... Giusto per inquadrare il livello di riuscita del resto...
RispondiEliminaBeh, io scarto solo La guerra dei mondi e gli ultimi, ma ricordiamoci che dopo il duemila il vecchio Steven ha regalato perle come Munich e Prova a prendermi!
EliminaGià, giusto.Sono after 2000.Stamattina ho fatto male i calcoli. Entrambi maiuscoli, ovviamente..
EliminaAlle sette meno un quarto è tutto legittimo! ;)
EliminaSpecie coi tre B52 della sera prima... ;)
EliminaImmagino. Io ho dato sabato sera. Domenica ero morto.
EliminaAnche per me è uno dei migliori del nuovo millennio...Buon Steven Spielberg day e piccola comunicazione di servizio: il link che ho dato è sbagliato, quello corretto è http://bradipofilms.blogspot.it/2013/12/steven-spielberg-day-schindlers-list.html
RispondiEliminaSorry Bradipo!
EliminaAppena torno a casa lo correggo! :)
Concordo: uno dei migliori Spielberg. Che però potrebbe pure essere un gioco facile, a me piace proprio di suo, come storia e riflessione di fondo. Poi il ragazzo il suo lavoro con la cinepresa lo sa fare... ;)
RispondiEliminaTecnicamente non è mai stato messo in discussione, più che altro negli ultimi tempi si è decisamente addormentato.
EliminaQuesto, però, merita.
All'epoca mi era piaciuto molto, pur non conoscendo per nulla Dick e i suoi libri.
RispondiEliminaBraverrimo Spielberg!
Buon Spielberg Day!
Io l'ho trovato anche meglio quando l'ho rivisto per l'occasione!
EliminaBuon SSD a te!
un gran bel film, nonostante io non sia un'amante appassionata di fantascienza, questo tom l'ho visto bene
RispondiEliminaDick aiuta anche i non amanti del genere, considerate le riflessioni profonde dei suoi lavori.
EliminaE Tom sempre mitico!
Bello davvero, però non riesco davvero ad inserirlo tra i film imprescindibili di fantascienza.
RispondiEliminaSicuramente non tra gli imperdibili del genere, ma comunque un ottimo prodotto!
EliminaUn film che non mi esalta ma riguardo sempre con piacere. Buon SSD
RispondiEliminaNon è neppure tra i miei preferiti, ma si lascia guardare alla grande.
EliminaQui c'è tutto il talento di Philip Dick. Punto.
RispondiEliminaSe l'avesse girato Neri Parenti (a parità di cast e budget) forse sarebbe stato uguale.
Non so se la resa sarebbe stata la stessa, in caso di Neri Parenti. Ma di sicuro Dick è una garanzia. :)
EliminaVisto quando uscì al cinema. Ho qualche vago ma piacevole ricordo, nonostante la presenza di Cruise (che ha fatto decisamente peggio ne "La guerra dei mondi").Dovrei comunque rivederlo.
RispondiEliminaNon parlarmi male di Tom, che è sempre ben accetto da queste parti! ;)
EliminaUn film che rimane dentro. Buoni festeggiamenti!
RispondiEliminaBuoni festeggiamenti anche a te! E hai ragione: Dick lascia sempre il segno!
EliminaL'ho già detto che io Tom Cruise non lo sopporto proprio? Ecco perchè ho rimosso qualsiasi ricordo di questo film, anche se la trama non era affatto male come idea iniziale!
RispondiEliminaBuon SSD :)
Tom è mitico, come si fa a non sopportarlo!? ;)
EliminaComunque il film, non fosse altro che per la storia e la tecnica, andrebbe visto e rivisto!
decisamente uno dei migliori film dello spielby, ormai ex grande regista.
RispondiEliminaun po' come tu ormai sei un ex grande blogger...
grande...
blogger...
ok, ho cannato del tutto il paragone uahahah
Addirittura ex grande blogger!? Ti stai proprio rammollendo come Spielberg! ;)
EliminaBel film, non eccezionale, ma che si lascia guardare volentieri.
RispondiEliminaCanzone di Adele, ancora più bella.
Buon Steven day!
Buon Steven Day anche a te!
EliminaE hai ragione: film non esaltante, ma sempre godibile.
Rivisto di recente nell'ambito di una personale minirassegna sui film tratti da romanzi e racconti del buon PKD.
RispondiEliminaParafrasando uno dei commenti, in effetti MR è uno dei migliori film tratti dai libri di Dick: e questo lascia intendere il livello -molto basso- della maggior parte delle pellicole. In parte colpa dello scrittore, essendo costui uno dei grandissimi del 900, a parere mio, e quindi i suoi testi sono realmente dei capolavori....
Emmeggì
Emmegì, Dick è stato davvero un grande, e spesso le pellicole tratte dai suoi lavori non gli rendono giustizia, eppure io ho quasi esclusivamente ricordi interessanti sulle opere derivate dai suoi romanzi e racconti!
EliminaAppena avrò modo di posterò qui un po' di titoli....rimuovo con facilità certa roba...poi magari ne riparliamo :-)
EliminaAndata! Potrei anche approfittarne per recuperare qualcosa anche io! :)
EliminaNon è un pò tirato il voto ? Lo trovo visionario e adrenalinico e Tom Cruise quasi recita.
RispondiEliminaPensa che invece l'ho anche alzato con la seconda visione, dato che mi ricordavo un paio di bicchieri! ;)
EliminaMitico questo film! I precog di Spielberg, come anche tante altre cose uscite dalla mente di P.K. Dick, sono ormai diventati un simbolo!!!
RispondiEliminaBUON SSDAY
I precog mitici davvero, anche se in questa nuova visione mi ha colpito di più la vicenda del figlio.
EliminaA me è sempre piaciuto parecchio, anche se col racconto di Dick (forse il mio scrittore preferito) non centra una fava. Dalle mie parti gli ho dato tre stelle e mezza...
RispondiEliminaIo su cinque darei tre.
EliminaComunque si fa guardare alla grande.
Grande lo zio Spilby! Buon film che fila via veloce, e ricordo un paio di sequenze davvero fighe.
RispondiEliminaFratello dovevi recensire lo squalo!!!
Anche se forse mi viene il dubbio che l'hai già recensito....o sbaglio?
In realtà volevo recensire Prova a prendermi, ma me l'ha scippato Antonella!
EliminaLo squalo l'ho recensito se non sbaglio la scorsa estate! ;)
Film molto bello!! Tom Cruise in genere mi piace poco, ma Spielberg in questo film mi ha fatto superare l'instintiva avversione... ;)
RispondiEliminaA me il vecchio e pazzo Tom sta simpatico, quindi non ho avuto problemi di avversione, comunque il film merita! :)
Eliminainvece a me non aveva proprio esaltato! cioè si vede che è un piacere e tutto, ma non ne sono mai stato entusiasta.
RispondiEliminaAnche a me, la prima volta. Eppure rivedendolo mi è parso decisamente meglio di quanto ricordassi!
EliminaMi sa che l'ho visto un secolo fa... Però non hai menzionato la Morton, all'epoca era corteggiata dai produttori, un po' come Anne Heche nei Novanta... Ma le dive passano, i racconti di Dick no! Buon SSD!
RispondiEliminaPuoi dirlo forte! In fondo parliamo di due quasi meteore! ;)
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