Regia: Oliver Stone
Origine: USA
Anno: 2004
Durata: 175'
Durata: 175'
La trama (con parole mie): formato da un'educazione seguita da Aristotele e dall'incontro tra la cultura sanguigna e violenta del padre Filippo e quella cospiratrice e mistica della madre Olimpiade, Alessandro fu uno dei più grandi conquistatori della Storia.
Unificata la Grecia sotto il suo comando, partì per un'impresa al limite dell'impossibile più di trecento anni prima di Cristo: sconfiggere l'immenso impero persiano e spingersi oltre ogni confine, giungendo ai limiti del mondo conosciuto per trovarsi alla testa di un regno talmente vasto da intimidire perfino gli Dei che l'avrebbero benedetto.
Il viaggio, le battaglie, la vita e la morte di uno dei più grandi geni militari e politici di tutti i tempi specchiate attraverso la sua lotta più dura: quella con se stesso.
Ammetto, forse, di essere di parte, quando parlo di qualcosa che riguarda Alessandro Magno, uno dei miei personaggi storici favoriti di tutti i tempi: il giovane conquistatore macedone, con le sue imprese ed il coraggio, l'ego di dimensioni divine e gli squilibri passionali dei più scombinati degli uomini è da anni una delle mie "fisse", tanto da essere almeno parzialmente responsabile del fatto che uno dei due nomi del Fordino sia proprio Alessandro.
Il film di Stone, che ai tempi attendevo con un hype pazzesco, massacrato spesso e volentieri dalla critica e sicuramente traboccante di difetti è e resta, infatti, uno dei miei guilty pleasures nell'ambito del Cinema epico - che, comunque, finisce sempre per conquistarmi, da Braveheart a Il gladiatore, passando per Il signore degli anelli -, e non ho contato una sua visione senza che l'emozione mi abbia travolto in un crescendo che bilancia la decisamente poco interessante prima parte con una seconda visivamente splendida ed emotivamente larger than life, legata al progressivo allontanarsi di Alessandro dai concetti ellenici che l'avevano formato per una visione cosmopolita ed avveniristica del mondo, nonchè al desiderio sempre più impellente del sovrano di continuare a trovare confini da valicare, in un'eterna lotta con la Terra e le sue Colonne d'Ercole, se stesso e gli dei che avevano creato entrambi.
Proprio il delirio di conquista del giovane guerriero alimenta ad ogni visione la capacità del sottoscritto di andare oltre le parti dedicate alla sua giovinezza - abbozzate e quasi televisive - e alla Grecia per concentrarsi sul grande viaggio che condusse il suo "regno in movimento" da Babilonia fino alle pendici dell'Himalaya, e poi a Sud, nel cuore dell'India, inseguendo un sogno che molti dei luogotenenti dell'irrequieto monarca giudicavano folle ed incomprensibile: probabilmente lo stesso Stone ha subito la fascinazione del processo di "imbarbarimento" di Alessandro, partendo da una messa in scena nitida e dai colori pastello ad una filtrata da un velo rosso come il sangue e la passione, che finisce per tingere la splendida battaglia che vede l'ormai stremato - nella mente, oltre che nel corpo - esercito macedone opporsi agli elefanti guidati dai misteriosi sovrani delle tribù della Valle dell'Indo, un mondo che, ai tempi, era l'equivalente di un pianeta remoto da piena fantascienza oggi.
La realizzazione di un progetto indubbiamente enorme, dunque, vive una sorta di doppia natura - e risultato - raccordata dalla narrazione esterna di un invecchiato Tolomeo, tra i luogotenenti più fidati di Alessandro che si divisero il regno alla sua morte, avvenuta a Babilonia, quando il grande condottiero, appena trentatreenne, progettava una nuova campagna che avrebbe condotto i suoi eserciti in Arabia, di nuovo alla ricerca di limiti del mondo da valicare: in questo senso il regista è senza dubbio stato in grado di inquadrare alla grande il carattere votato alla grandiosità di Alessandro Magno, pronto a sacrificare tutto - dalla sua vita a quella dei suoi uomini, come nel celebre episodio che lo vide uccidere il fedelissimo Clito, già braccio destro del padre Filippo, in un impeto d'ira - pur di realizzare quello che mai prima d'allora era stato compiuto - e neppure in seguito, oserei dire -, raccogliendo l'eredità dei due più grandi imperi dei tempi e trasformandoli in un'unica realtà di sangue e cultura mescolate in un calderone che, millenni dopo, avrebbe assunto le sembianze di un "melting pot" ai giorni nostri globalizzato.
Forse l'idea di Alessandro è giunta troppo presto, e forse anche Stone ha finito per forzare la mano finendo per trasformare quello che poteva essere il suo Capolavoro in un un abbozzato carrozzone dalle ambizioni assolutamente più alte dell'effettiva loro portata.
Io, comunque, continuo a considerare questo lavoro straordinariamente affascinante anche nelle sue parti meno riuscite, e a preferire alla Grecia patinata della Jolie e di Farrell ossigenato e sbarbato il grande Oriente dei capelli lunghi e zozzi e di una Rosario Dawson di una bellezza straripante.
Forse perchè anche io non ho mai amato i confini, o forse perchè dentro posso capire il desiderio che animava i folli sogni di questo personaggio così oltre: il vecchio Tolomeo di Hopkins afferma che Alessandro è stato il più grande, anche negli errori, essi stessi in grado di superare i successi più incredibili di chi gli stava accanto.
Oliver Stone ha commesso parecchi errori, realizzando questo film.
Ma ha centrato lo spirito del suo indiscusso ed indiscutibile protagonista.
E questo insuccesso è senza dubbio preferibile ad una più convenzionale approvazione "accademica".
Il film di Stone, che ai tempi attendevo con un hype pazzesco, massacrato spesso e volentieri dalla critica e sicuramente traboccante di difetti è e resta, infatti, uno dei miei guilty pleasures nell'ambito del Cinema epico - che, comunque, finisce sempre per conquistarmi, da Braveheart a Il gladiatore, passando per Il signore degli anelli -, e non ho contato una sua visione senza che l'emozione mi abbia travolto in un crescendo che bilancia la decisamente poco interessante prima parte con una seconda visivamente splendida ed emotivamente larger than life, legata al progressivo allontanarsi di Alessandro dai concetti ellenici che l'avevano formato per una visione cosmopolita ed avveniristica del mondo, nonchè al desiderio sempre più impellente del sovrano di continuare a trovare confini da valicare, in un'eterna lotta con la Terra e le sue Colonne d'Ercole, se stesso e gli dei che avevano creato entrambi.
Proprio il delirio di conquista del giovane guerriero alimenta ad ogni visione la capacità del sottoscritto di andare oltre le parti dedicate alla sua giovinezza - abbozzate e quasi televisive - e alla Grecia per concentrarsi sul grande viaggio che condusse il suo "regno in movimento" da Babilonia fino alle pendici dell'Himalaya, e poi a Sud, nel cuore dell'India, inseguendo un sogno che molti dei luogotenenti dell'irrequieto monarca giudicavano folle ed incomprensibile: probabilmente lo stesso Stone ha subito la fascinazione del processo di "imbarbarimento" di Alessandro, partendo da una messa in scena nitida e dai colori pastello ad una filtrata da un velo rosso come il sangue e la passione, che finisce per tingere la splendida battaglia che vede l'ormai stremato - nella mente, oltre che nel corpo - esercito macedone opporsi agli elefanti guidati dai misteriosi sovrani delle tribù della Valle dell'Indo, un mondo che, ai tempi, era l'equivalente di un pianeta remoto da piena fantascienza oggi.
La realizzazione di un progetto indubbiamente enorme, dunque, vive una sorta di doppia natura - e risultato - raccordata dalla narrazione esterna di un invecchiato Tolomeo, tra i luogotenenti più fidati di Alessandro che si divisero il regno alla sua morte, avvenuta a Babilonia, quando il grande condottiero, appena trentatreenne, progettava una nuova campagna che avrebbe condotto i suoi eserciti in Arabia, di nuovo alla ricerca di limiti del mondo da valicare: in questo senso il regista è senza dubbio stato in grado di inquadrare alla grande il carattere votato alla grandiosità di Alessandro Magno, pronto a sacrificare tutto - dalla sua vita a quella dei suoi uomini, come nel celebre episodio che lo vide uccidere il fedelissimo Clito, già braccio destro del padre Filippo, in un impeto d'ira - pur di realizzare quello che mai prima d'allora era stato compiuto - e neppure in seguito, oserei dire -, raccogliendo l'eredità dei due più grandi imperi dei tempi e trasformandoli in un'unica realtà di sangue e cultura mescolate in un calderone che, millenni dopo, avrebbe assunto le sembianze di un "melting pot" ai giorni nostri globalizzato.
Forse l'idea di Alessandro è giunta troppo presto, e forse anche Stone ha finito per forzare la mano finendo per trasformare quello che poteva essere il suo Capolavoro in un un abbozzato carrozzone dalle ambizioni assolutamente più alte dell'effettiva loro portata.
Io, comunque, continuo a considerare questo lavoro straordinariamente affascinante anche nelle sue parti meno riuscite, e a preferire alla Grecia patinata della Jolie e di Farrell ossigenato e sbarbato il grande Oriente dei capelli lunghi e zozzi e di una Rosario Dawson di una bellezza straripante.
Forse perchè anche io non ho mai amato i confini, o forse perchè dentro posso capire il desiderio che animava i folli sogni di questo personaggio così oltre: il vecchio Tolomeo di Hopkins afferma che Alessandro è stato il più grande, anche negli errori, essi stessi in grado di superare i successi più incredibili di chi gli stava accanto.
Oliver Stone ha commesso parecchi errori, realizzando questo film.
Ma ha centrato lo spirito del suo indiscusso ed indiscutibile protagonista.
E questo insuccesso è senza dubbio preferibile ad una più convenzionale approvazione "accademica".
MrFord
"I'm breaking through
I'm bending spoons
I'm keeping flowers in full bloom
I'm looking for answers from the great beyond."
I'm bending spoons
I'm keeping flowers in full bloom
I'm looking for answers from the great beyond."
R. E. M. - "The great beyond" -
Giusto questa sera guardavo uno spezzone di "Le Ali della Libertà" - film lunghissimo, oltre 136', e pensavo «Accidenti, è un film lunghissimo eppure non mi stanca mai vederlo e rivederlo!».
RispondiEliminaEcco invece un film che rappresenta tutto il contrario! Pesantissimo, assolutamente pesantissimo! Visto una volta, mi viene difficile immaginare di rivederlo a breve distanza di tempo.
Sicuramente un titolo che fa e farà discutere, ma che io continuerò a trovare interessante proprio nella sua imperfezione. ;)
EliminaL'ho trovato mortalmente noioso e inconcludente - come molti, del resto. Le uniche scene che ho apprezzato sono quella con la Jolie e la Dawson succinte, vero motivo d'interesse dopo mezz'ora di film.
RispondiEliminaComunque pure io amo Alessandor Magno come perosnaggio, ho divorato pure la trilogia di "Alexandros" di Valerio Massimo Manfredi
Alessandro Magno è uno dei personaggi più importanti ed interessanti della Storia antica, senza dubbio.
EliminaPer il resto io ho sempre trovato questo film affascinante proprio per i suoi difetti. Un pò come doveva essere il condottiero stesso.
Colpo apoplettico alla bellezza "straripante" della Dawson ma non posso che agree con te. Mannaggia. Qui lo dico e lo scrivo nero su bianco: la Dawson é la tua "puoi scopartela senza ritorsioni".
RispondiEliminaQuesto commento lo tengo buono nel caso remoto in cui dovessimo incrociarla nella nebbia di queste parti! ;)
EliminaTelepatia!Lo salvavo rispetto a Troy ieri mattina sotto la doccia con Dolcetesso'.
RispondiEliminaFondamentalmente per tre cose: Filippo interpretato p e r f e t t a m e n t e da un Val Kilmer mai cosi' dai tempi di Jim Morrison.Babilonia e la sua panoramica.La battaglia finale. (Rosario ignuda me l'ero tenuta per me).
E'Bestione'?Ne vogliamo parlare de quel manzotim-ido per soli uomini?Ancora rido...
Dunque devo considerarlo come un commento positivo?
EliminaTra l'altro, rispetto a quel problema tecnico con Blogger, è stato un mio errore di pubblicazione. Quel post arriverà tra un mesetto! :)
Non proprio positivo.Salvabile rispetto a Troy che e' lammmmmerda,per i motivi di cui sopra.E basta.L'interprete principale una chiavica molto al di sotto delle proprie capacita' attoriali,Ebestione,Opkins,la Jolie al suo peggio...Un pianto.
EliminaTroy è una schifezza leggendaria, concordo.
EliminaComunque sappi che ho apprezzato molto il neoconiato Ebestione. ;)
non ce l'ho mai fatta a vederlo: preso chissà quanti anni fa a uno scatolone delle offerte dvd al supermercato ma non ho mai avuto il coraggio nemmeno di togliergli il cellophan ...e dubito che per un po' ce la faccia...
RispondiEliminaIo l'ho sempre trovato imperfetto e sopra le righe, eppure non riesco a resistergli.
EliminaSarà che ho l'anima del condottiero! ;)
pure io non ce l'ho mai fatta a vedere più di qualche scena.
RispondiEliminagiusto un re della noia come te ford può apprezzare un mattone del genere...
Mattone!? Ma se scorre via in scioltezza!?
EliminaTu i film noiosi non sai neanche dove stanno di casa!
Anzi, sì: quelli come The tree of life! Ahahahahahah!
Per quanto stimi Oliver Stone per avermi regalato "Wall Street" o "Ogni maledetta domenica" (tra gli altri) sto "Alexander" è 'na gran minchiata.
RispondiEliminaDenny, io continuerò a sostenerlo sempre: è l'emblema della poetica larger than life di Stone. ;)
EliminaMollato a metà....
RispondiEliminaHai fatto male, la seconda metà è incredibilmente superiore alla prima!
EliminaMi è piaciuto. Anche se non quanto Troy o Il Gladiatore. Ecco.
RispondiEliminaPer me è meglio di entrambi. Ecco. :)
EliminaIo lo vidi al cinema quando uscì e contemporaneamente stavo seguendo un corso monografico su di lui per l'esame di Storia Greca con tanto di lettura in originale delle Vite di Plutarco e devo dire che mi aveva lasciato piuttosto freddina nei suoi confronti. Ma del resto mi accade sempre quando vedo le trasposizioni (quasi tutte americanate) dei grandi classici greci (non fatemi parlare di Troy che mi rivoltano le budella), il mio spirito grecista si rifiuta di accettare certe cose!
RispondiEliminaQuoto in toto.
EliminaSiborney, su Troy siamo perfettamente d'accordo, mentre questo Alexander l'ho sempre trovato davvero affascinante, pur se scombinato ed inesatto.
EliminaIn fondo è la celebrazione di un mito. :)
Concordo con te su tutto, è un film pieno di difetti ma di cui ho un ricordo SPLENDIDO - e alcune scene per me rimangono memorabili, da antologia per esempio i lunghi incitamenti di Alessandro al suo esercito, dialoghi mai così belli, intensi, enfatici. :-)
RispondiEliminaSimone, sfondi una porta aperta.
EliminaSaremo soli contro tutti, ma che ci frega.
La penso esattamente come te.
Quasi quasi me lo riguardo, è ormai il momento, direi. :-)
EliminaDirei proprio di sì! :)
EliminaUhm! No, stavolta dissento. Non mi è piciuto: troppo patinato ed "ossigenato". I film epici mi piacciono ma preferisco quelli più ruvidi. L'omo ha da puzzà ;)
RispondiEliminaBeh dai, di OMO ce ne era parecchio, eh
Elimina:D :D :D
EliminaDi OMO ce n'era parecchio, e secondo me puzzavano fortissimo! ;)
EliminaQuoto anche io El Gae... Ho fatto un periodo nel quale il mio uomo mi faceva vedere tutti questi film "Epici" o "storici" qual si voglia, e questo è quello che mi è piaciuto meno.
RispondiEliminaTralasciando il sesso che mi facevano Leto e la Jolie...
Dipende da quali erano gli altri! Comunque molto meglio la Dawson della Jolie! ;)
EliminaMmmm.... A me la Jolie piace tanto!
EliminaSecondo me negli anni si è abbruttita, la vecchia Angelina. E comunque con Rosario Dawson non c'è paragone! :)
EliminaNoiosetto ma bello
RispondiEliminaIo non l'ho trovato noioso affatto, bello a tratti, affascinante molto. :)
EliminaFilmaccio lungo e noioso, con un attore protagonista odioso. Pieno di inesattezze. E quella maledetta voce narrante. Si capisce che non mi piace, vero?
RispondiEliminaSi capisce eccome: io continuo a considerarlo, invece, splendidamente imperfetto. ;)
EliminaAnche a me non ha mai convinto, lungo e noioso.
RispondiEliminaNon fa per me questo titolo.
;)
Attento Fratello, che tra ieri e oggi ti sei già guadagnato un bel pò di bottigliate! ;)
Eliminaall'epoca non l'ho trovato così stonato, sarà che venivo dalla lettura di Alexandros di Valerio Massimo Manfredi quindi ero super gasatissima! con tutte le sue pomposità mmrrigane, lo promuovo!(Gaugamela!!!!!)
RispondiEliminaAlessia, a me gasa tantissimo ancora oggi! :)
EliminaE più che Gaugamela, mi esalta la battaglia in India!