Regia: Peter Jackson
Origine: Nuova Zelanda, USA
Anno: 2001
Durata: 228' (versione estesa)
Durata: 228' (versione estesa)
La trama (con parole mie): millenni fa, nel cuore nero della Terra di mezzo, la vulcanica Mordor, si tenne una battaglia che vide opposte le forze di uomini, nani ed elfi a quelle dell'Oscuro signore Sauron, che forgiò un anello in grado di mettere in ginocchio i poteri dei re di tutti gli altri popoli.
Quando Isildur, paladino degli uomini, troncò le dita del mostruoso essere e conquistò l'anello, però, non lo distrusse, e corrotto dal suo potere portò il buio nel mondo: l'anello restò per quasi tremila anni in silenzio, sfruttando dapprima lo stesso Isildur, dunque la sfortunata e tormentata creatura chiamata Gollum, per finire nelle mani dell'innocuo Bilbo Baggins della Contea, pacifica zona rurale abitata dagli hobbit, dediti alla cura dei loro campi e al cibo.
Giunto a centoundici anni di età, Bilbo decide di partire per il suo ultimo viaggio lasciando tutti i suoi averi - anello compreso - al giovane Frodo, che è ancora ignaro del destino che si prefigge per lui: Sauron, infatti, si è destato dal suo torpore, e ha intenzione di rimettere le mani sull'anello.
L'hobbit, aiutato dallo stregone Gandalf il grigio, inizierà dunque un'avventura che lo porterà a scoprire il resto del mondo e che è volta alla distruzione dell'anello, unica speranza di fermare le forze risorte dell'Oscuro signore: a proteggerlo un manipolo di combattenti che verrà battezzato "La compagnia dell'anello".
Quello che i nostri non sanno, però, è che alle loro calcagna non ci sono soltanto i terrificanti servi di Sauron, ma anche i terribili Uruk-Hai creati da Saruman, stregone passato al male, incrocio di orchi e goblin e combattenti impareggiabili: per non parlare dell'anello, che è in grado di esercitare la sua influenza negativa su chi gravita nelle sue vicinanze.
Era davvero parecchio tempo che attendevo l'occasione giusta per presentare qui al Saloon la trilogia cinematografica più importante dei nostri tempi, frutto dell'eccezionale lavoro di Peter Jackson e di migliaia di tecnici, artigiani, artisti, attori e chi più ne ha, più ne metta nonchè, di fatto, equivalente del nuovo millennio di quello che fu Guerre stellari a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.
La cosa curiosa è che, dal punto di vista letterario, ho sempre giudicato il lavoro di Tolkien clamorosamente palloso, roba per nerd senza speranza e ritegno che, nella mia vita di lettore, ho affrontato e clamorosamente abbandonato ben tre volte - ed io cerco sempre di portare a termine le mie letture, anche le peggiori -: il grande merito, in questo senso, del buon Jackson - regista che ho sempre stimato fin dai tempi dei suoi esordi clamorosamente splatter -, è di aver donato la meraviglia del Cinema ad una materia decisamente non per tutti rimanendo comunque fedele all'opera originaria, confezionando un'epopea che è stata ed è una vera e propria impresa, in grado di lasciare a bocca aperta il pubblico, coinvolgere, emozionare e stupire neanche fossimo tornati nel cuore degli eighties dei miracoli dominati da Spielberg e Lucas.
Come se non bastasse, la meraviglia per questi tre film splendidi è resa ancora più grande dalla prima possibilità per il sottoscritto di visione delle versioni estese - anche se sarebbe più corretto affermare director's cut - giunte come richiestissimo regalo di compleanno grazie a Julez nello splendido cofanetto in bluray arricchito da tanti di quei documentari sulla realizzazione che vi parrà di aver preso parte alle riprese una volta esplorati tutti i loro capitoli.
Ma torniamo al film e mettiamo subito le carte in tavola: La compagnia dell'anello è senza ombra di dubbio il mio preferito della trilogia, perfetta sintesi di quello che è stato l'incredibile lavoro del Peterone nostro e dei suoi soci nonchè dello spirito che anima un certo tipo di Cinema, quello dei sogni proiettati sullo schermo e delle bocche spalancate per lo stupore, nonchè dell'idea di avventura come viaggio in equilibrio tra l'entusiasmo e la malinconia, una specie di perenne stato da vacanze - quelle che ti esaltano come non mai, ma che sai che, più prima che poi, giungeranno al termine -.
Dalla lunga introduzione dedicata alla storia antica dell'anello e di Sauron e alla parentesi bucolica della Contea, dall'inizio del viaggio di Bilbo a quello dei quattro giovani hobbit partiti pensando di giungere appena oltre i confini della loro terra d'origine senza sapere di essere destinati a qualcosa di decisamente più grande fino all'incontro con Gran Passo e ai faccia a faccia con i Nazcul, da Gran Burrone ed il mondo fatato degli elfi ai paesaggi sconfinati e all'oscurità delle miniere di Moria - dovessi scegliere una sequenza all'interno di tutta la saga, sarebbe sicuramente quella ambientata nelle profondità del mondo dei nani, tesissima tra l'incontro con orchi e goblin ed il sopraggiungere del Balrog -, dal drammatico scontro con gli Uruk-Hai di Saruman alla presa di coscienza del potere sconfinato dell'anello e della sua influenza rispetto non solo a chi lo porta, ma a chiunque sia nelle vicinanze di esso, tutto pare incarnare alla perfezione l'ideale del film dal respiro epico e magico ad un tempo, quell'emozione che si riesce a provare davvero solo quando si è bambini riportata miracolosamente anche al dialogo con il pubblico adulto, grazie a tematiche profonde quali la fedeltà a se stessi e la tentazione del potere, la voglia di cambiare il mondo e quella di vivere qualcosa di troppo grande anche per le leggende tramandate di padre in figlio.
Non si contano i passaggi già cult di un film gigantesco sotto tutti i punti di vista che è riuscito a conquistarmi visione dopo visione - in particolare, per quanto impegnativa rispetto alla durata, consiglio a tutti di recuperare questa versione estesa, in grado di dare maggiore spessore soprattutto agli avvenimenti "di raccordo" di quelle passate in sala -, e che ancora oggi riesce a coinvolgermi come se fosse la prima volta: lo struggimento di Boromir, perfetto esempio delle debolezze umane, o la scelta di sacrificarsi di Gandalf, o il drammatico susseguirsi di eventi in parallelo allo scontro con gli Uruk-Hai della Compagnia dell'anello sono il sale del Cinema e della straordinaria capacità che questo mezzo spettacolare ha di far sognare il suo pubblico.
In questo senso - sicuramente aiutato da un impianto produttivo, tecnico ed attoriale pressochè perfetto - Peter Jackson è divenuto interprete di un nuovo capitolo della Storia della settima arte, che continuerà a stupire anche le generazioni dopo la nostra, che potranno osservare ammirate la potenza di un incantesimo ben più forte di quello dell'anello del potere le cui vicende vengono così magistralmente narrate.
La cosa curiosa è che, dal punto di vista letterario, ho sempre giudicato il lavoro di Tolkien clamorosamente palloso, roba per nerd senza speranza e ritegno che, nella mia vita di lettore, ho affrontato e clamorosamente abbandonato ben tre volte - ed io cerco sempre di portare a termine le mie letture, anche le peggiori -: il grande merito, in questo senso, del buon Jackson - regista che ho sempre stimato fin dai tempi dei suoi esordi clamorosamente splatter -, è di aver donato la meraviglia del Cinema ad una materia decisamente non per tutti rimanendo comunque fedele all'opera originaria, confezionando un'epopea che è stata ed è una vera e propria impresa, in grado di lasciare a bocca aperta il pubblico, coinvolgere, emozionare e stupire neanche fossimo tornati nel cuore degli eighties dei miracoli dominati da Spielberg e Lucas.
Come se non bastasse, la meraviglia per questi tre film splendidi è resa ancora più grande dalla prima possibilità per il sottoscritto di visione delle versioni estese - anche se sarebbe più corretto affermare director's cut - giunte come richiestissimo regalo di compleanno grazie a Julez nello splendido cofanetto in bluray arricchito da tanti di quei documentari sulla realizzazione che vi parrà di aver preso parte alle riprese una volta esplorati tutti i loro capitoli.
Ma torniamo al film e mettiamo subito le carte in tavola: La compagnia dell'anello è senza ombra di dubbio il mio preferito della trilogia, perfetta sintesi di quello che è stato l'incredibile lavoro del Peterone nostro e dei suoi soci nonchè dello spirito che anima un certo tipo di Cinema, quello dei sogni proiettati sullo schermo e delle bocche spalancate per lo stupore, nonchè dell'idea di avventura come viaggio in equilibrio tra l'entusiasmo e la malinconia, una specie di perenne stato da vacanze - quelle che ti esaltano come non mai, ma che sai che, più prima che poi, giungeranno al termine -.
Dalla lunga introduzione dedicata alla storia antica dell'anello e di Sauron e alla parentesi bucolica della Contea, dall'inizio del viaggio di Bilbo a quello dei quattro giovani hobbit partiti pensando di giungere appena oltre i confini della loro terra d'origine senza sapere di essere destinati a qualcosa di decisamente più grande fino all'incontro con Gran Passo e ai faccia a faccia con i Nazcul, da Gran Burrone ed il mondo fatato degli elfi ai paesaggi sconfinati e all'oscurità delle miniere di Moria - dovessi scegliere una sequenza all'interno di tutta la saga, sarebbe sicuramente quella ambientata nelle profondità del mondo dei nani, tesissima tra l'incontro con orchi e goblin ed il sopraggiungere del Balrog -, dal drammatico scontro con gli Uruk-Hai di Saruman alla presa di coscienza del potere sconfinato dell'anello e della sua influenza rispetto non solo a chi lo porta, ma a chiunque sia nelle vicinanze di esso, tutto pare incarnare alla perfezione l'ideale del film dal respiro epico e magico ad un tempo, quell'emozione che si riesce a provare davvero solo quando si è bambini riportata miracolosamente anche al dialogo con il pubblico adulto, grazie a tematiche profonde quali la fedeltà a se stessi e la tentazione del potere, la voglia di cambiare il mondo e quella di vivere qualcosa di troppo grande anche per le leggende tramandate di padre in figlio.
Non si contano i passaggi già cult di un film gigantesco sotto tutti i punti di vista che è riuscito a conquistarmi visione dopo visione - in particolare, per quanto impegnativa rispetto alla durata, consiglio a tutti di recuperare questa versione estesa, in grado di dare maggiore spessore soprattutto agli avvenimenti "di raccordo" di quelle passate in sala -, e che ancora oggi riesce a coinvolgermi come se fosse la prima volta: lo struggimento di Boromir, perfetto esempio delle debolezze umane, o la scelta di sacrificarsi di Gandalf, o il drammatico susseguirsi di eventi in parallelo allo scontro con gli Uruk-Hai della Compagnia dell'anello sono il sale del Cinema e della straordinaria capacità che questo mezzo spettacolare ha di far sognare il suo pubblico.
In questo senso - sicuramente aiutato da un impianto produttivo, tecnico ed attoriale pressochè perfetto - Peter Jackson è divenuto interprete di un nuovo capitolo della Storia della settima arte, che continuerà a stupire anche le generazioni dopo la nostra, che potranno osservare ammirate la potenza di un incantesimo ben più forte di quello dell'anello del potere le cui vicende vengono così magistralmente narrate.
MrFord
"Get on board, this train ain't going to stop.
Where it's going, I don't know. You know, you know, you know.
Wheels on fire, fields of decent desire.
Punch your ticket, it's time to go......
There's a force around the bend, that drives this engine."
Where it's going, I don't know. You know, you know, you know.
Wheels on fire, fields of decent desire.
Punch your ticket, it's time to go......
There's a force around the bend, that drives this engine."
Smashing Pumpkins - "The fellowship" -
Questo film merita non tre, ma quattro bicchieri...Ford...correggi il voto hahaha XD Scherzo ;)
RispondiEliminaAhahahah quattro bicchieri sono davvero tanti, un privilegio di pochissimi film.
EliminaComunque questo è sicuramente un prodotto eccezionale!
Eh, qua siamo alle stelle. Anche io quoto arwen!
RispondiEliminaEddy, posso capire. Ma anche senza i quattro bicchieri, resta un supercult!
EliminaPsss! ...E' Grampasso. Non GraN-Passo. ;)
RispondiEliminaLa scelta di sacrificarsi di Gandalf fu la diretta ispirazione, dichiarata da Lucas, per la scena di Obi-Wan nell'episodio IV.
Soprattutto Lucas,ha poi dato una grossa mano per mettere su la Weta su stampo e figura dell ILM.E i risultati si vedono.
Giocher, hai ragione! Sarà che sono abituato alla N della prima parte del mio nome! ;)
EliminaLa mano di Lucas è sempre utile, questo è indubbio.
ho speso un patrimonio per comprare le edizioni monstre estese di tutta la trilogia...ricordi bellissimi che non vorrei fossero annebbiati dallo Hobbit...
RispondiEliminaBradipo, sto leggendo solo bene de Lo Hobbit, io dovevo vederlo ieri sera ma è saltato. Spero di recuperare in questi giorni.
EliminaLe edizioni estese sono state un regalo fantastico di Julez - in versione bluray, così si sfrutta un pò il televisore -. ;)
io invece il libro di Tolkien l'ho letto addirittura tre volte :D film che ha segnato la mia infanzia e il mio immaginario in generale. Amore estremo ed assoluto!
RispondiEliminaGiacomo, complimenti per le tre letture del libro! Io ci ho provato, ma non ce l'ho proprio fatta! :)
EliminaComunque, grandissima trilogia: il Guerre stellari di questo millennio.
ho come l'impressione che ci toccherà una carrellata tolkieniana su whiterussian nei prossimi giorni...
RispondiEliminada non appassionato di fantasy, la saga ai tempi mi aveva sorpreso parecchio in positivo, adesso però non penso c'avrei voglia di riaffrontarmi l'intera visione..
e comunque il migliore è il ritorno del re!
Un pò come le tue classifiche, no!? ;)
EliminaMi ricordavo che anche tu eri rimasto colpito dalla trilogia, quindi per una volta troviamo un prodotto "per tutti" che mette d'accordo anche noi!
Per prepararmi a Lo hobbit ho fatto un'intera domenica sul divano! Una trilogia epica che, nonostante la durata, rivedrei e rivedrei!
RispondiEliminaLisa, ti capisco in pieno. Ogni autunno mi viene sempre voglia di rivedere tutti e tre i film, ovviamente in versione estesa!
EliminaPeter Jackson è uno dei miei pupilli splatter, attendo Ford! ;)
RispondiEliminagrande inizio cmq con la compagnia dell'anello, concordo.
Lorant, anche io adoro il Jackson splatter!
EliminaComunque, La compagnia dell'anello è un inizio stupendo per la trilogia!
Fratello, ancora una volta fratello. Per il solo fatto di avere ammesso la verità inconfessabile: Tolkien è una palla mostruosa.
RispondiEliminaQuesta triologia però è stata proprio ben fatta e, nonostante mia moglie sia una rompipalle quando si tratta di guardare film fantasy, me la sono goduta.
Mio fratello, quando si sposò, inaugurò la casa con una nonstop di tutti e tre i film in versione estesa (tipo dalle due del pomeriggio fino a mezzanotte) con continuo approvvigionamento di snak e bevande varie. I tre che son riusciti a resistere per tutto il tempo hanno avuto gli occhi incapaci di lacrimare per due giorni. Memorabile
Gae, concordo in tutto e per tutto, dal libro all'idea della super maratona con tanto di snack e beveraggi a profusione.
EliminaChissà che prima o poi non si riesca, in qualche modo, ad organizzare un bell'incontro di fratellanza! :)
Anche a me è l'episodio che più è piaciuto dei 3, resta cmq una signora trilogia realizzata splendidamente da quel pazzo che è Jackson.
RispondiEliminaMentre nutro forti perplessità su questo Lo hobbit, spero di sbagliarmi.
Fratello, ma hai visto il trailer italiano di PACIFIC RIM?
No perchè io ho già l'hype che vola nei cieli.
;)
Se venissimo a trovarvi tipo sabato pomeriggio voi potete?
In settimana di sera non ce la faccio ed ho il week end serale mega impegnato.
Fratellino, Pacific Rim ancora non sono andato a spulciarlo, mentre invece ti dico che in giro sto leggendo solo bene de Lo Hobbit. Se riesco vado mercoledì, poi ti faccio sapere.
EliminaPer sabato purtroppo io sono al lavoro. Se volete possiamo fare in orario aperitivo.
Fammi sapere!
Questo è forse il migliore della trilogia perché c'è ancora tanto spazio per la vita reale, per vedere come si è creata la compagnia e si riesce a respirare quello spirito di avventura che negli altri film è invece sostituito dalla paura di non riuscire a portare a termine la missione.
RispondiEliminaIo sono stato un grandissimo amante del libro, e tante cose non mi sono andate giù come la cancellazione di personaggi non fondamentali ma assolutamente affascinanti. Ma è comprensibile, Peter Jackson può tutto sì, ma i miracoli ancora sono difficili :D
Pesa, anche io amo moltissimo questo film: riesce a trovare la sintesi perfetta tra l'epica e la semplicità, unendole al concetto di viaggio, quello di amicizia ed una delle sequenze più spettacolari del Cinema recente, quella di Moria.
EliminaBellissimo.