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venerdì 9 novembre 2012

Bug

Regia: William Friedkin
Origine: USA
Anno: 2006
Durata: 102'




La trama (con parole mie): Agnes White, che vive in un motel sperduto in Oklahoma cercando continuamente di fuggire ai fantasmi di un figlio scomparso dieci anni prima e di un marito violento, conosce per caso il veterano della Guerra del Golfo Peter Evans, un ragazzo chiuso che per la prima volta da tempo rappresenta per la donna la speranza di un rapporto davvero profondo, per quanto appena nato.
Il legame tra i due - e le rispettive solitudini - diviene quasi immediatamente strettissimo, tanto da tagliare fuori il mondo dalla loro storia: quando, però, Peter comincia a manifestare inquietudini legate a presunti esperimenti condotti su di lui dal Governo nel corso del periodo sotto le armi e convince anche Agnes di essere portatore di minuscoli insetti che nidificano sottopelle, il rapporto diviene morboso e supera ogni confine, tanto da allarmare il dottor Sweet, psichiatra di Evans già da diversi anni.




Il recente sconvolgimento provocatomi dalla visione del già mitico Killer Joe ha riportato in auge in casa Ford William Friedkin, uno dei più arcigni tra i vecchi Maestri del Cinema USA, a quasi ottant'anni ancora "contro" e scomodo come ai tempi dell'Oscar vinto dal durissimo Il braccio violento della legge.
Complici molte recensioni più che positive, ho provveduto a recuperare il film che ha segnato il suo ritorno ai favori della critica, questo Bug che in Italia non ha conosciuto neppure una distribuzione in sala, uscendo direttamente per il mercato home video come l'ultimo degli horror di serie b che spesso abbracciano questo destino: ovviamente un'interpretazione di questo tipo è quantomeno errata, considerato che l'opera in questione, oltre ad essere un signor film "da camera" - mi ha ricordato, nel chiaro background teatrale, La morte e la fanciulla di Polanski -, appare più che altro come una sorta di allucinato thriller costruito su una storia d'amore nata per finire male - anzi, malissimo -, l'incontro di due solitudini, di due reietti che la società ed il mondo per bene non vorrebbero mai per le strade delle loro città, e dunque destinano ad un'esistenza di frontiera e tormenti, lontano da tutto ciò che potrebbero sporcare anche solo con la loro presenza.
Ma non si limita a dipingere l'incontro delle disperazioni di Agnes e Peter, il vecchio Friedkin: perchè Bug è anche un allucinato excursus in territori che sarebbero stati congeniali al Maestro delle mutazioni - e mutilazioni - David Cronenberg, inserendo nel climax della storia tra i due amanti l'elemento dei misteriosi e microscopici insetti che infestano il corpo - ma più che altro la mente - del reduce finendo per suggestionarlo al punto tale da riuscire a "contagiare" la compagna.
In una qualche misura, si potrebbe addirittura osare ed affermare che il sentimento che lega i due protagonisti - bravissimi entrambi, Michael Shannon pare nato per il ruolo di psicopatico - sia un ritratto, pur se distorto, di ogni storia sentimentale del mondo: riflettendo, nel corso della nostra vita, quante volte abbiamo avuto un "codice" con la persona con cui stavamo, quante volte abbiamo parlato in un linguaggio che soltanto noi potevamo capire, o ci siamo sentiti al di fuori rispetto al tutto, incapace di cogliere le sfumature di quella che, in quel preciso istante, era per occhi, cuore e cervello la volta buona, quella perfetta?
Agnes e Peter sono vittime del mondo che le ha rifiutate, offese, umiliate, ma anche, di fatto, del loro amore: perchè in qualche modo, l'amore è una malattia, un disagio che può dare tutto ed essere meraviglioso ed al contempo prendersi anche di più: e nel passaggio - non solo di scrittura, ma cromatico e scenografico - dalla prima alla seconda parte, notiamo come le conseguenze della sua presenza possano coinvolgere l'esterno - cornice polverosa ed oscura, sudicia e fatta di carne e sangue, carta moschicida e pinze - e l'interno - alluminio, luce algida e azzurrognola, atmosfera onirica e glaciale, un freddo che solo il fuoco dello stesso sentimento potrà allontanare dalle ossa -.
Se Take shelter - pellicola con diversi punti in comune, oltre al protagonista, con questo lavoro di Friedkin - rappresenta in qualche modo un viaggio verso la salvezza dell'amore, il suo essere un rifugio, Bug mostra la parte più oscura dello stesso, prendendo per mano i suoi protagonisti e conducendoli, ferita dopo ferita, insetto dopo insetto, ad un sacrificio condiviso ma, forse, troppo grande per due losers come Agnes e Peter, che più che trovare forza l'uno nell'altra, finiscono per trascinarsi in un buco nero destinato inesorabilmente ad inghiottirli.
In fondo, l'amore è una dipendenza, che ti entra sottopelle, e scava a fondo fino a raggiungere il cuore.
E non tutti sono in grado di poterci convivere.


MrFord


"You and me have a disease,
you affect me, you infect me,
I'm afflicted, you're addicted,
you and me, you and me
I'm on the edge,
get against the wall,
I'm so distracted,
I love to strike you,
here's my confession,
you learned your lesson,
stop me before I do it again."
Bad Religion - "Infected" -



8 commenti:

  1. L'ho visto un paio di volte, il che vuol dire che mi è piaciuto:) film originale e insolito...

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    1. Nico, concordo. Non il miglior Friedkin, ma comunque decisamente valido. E Michael Shannon bravissimo come sempre.

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  2. com'è? sei riuscito a programmare un post prima di andare in ospedale?
    secondo me è un Bug di sistema
    uahahah, che battuta! :D

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    1. Più di uno, a dire il vero! ;)
      Ti sorprendo sempre di più, ormai!

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  3. uh sta lì in attesa, ma devo vederlo!

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  4. Anche io mai visto, ma ne ho sentito e letto bene. Recupero!

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