Regia: Tony Scott
Origine: Usa
Anno: 1996
Durata: 116'
La trama (con parole mie): Bobby Rayburn, star del baseball e tre volte MVP della lega, approda ai San Francisco Giants, squadra del cuore del venditore di coltelli Gil Renard, appassionato tifoso dal piglio decisamente maniacale.
Tutto pare coronare il sogno dell'uomo, che vede il giocatore più forte del momento divenire il primo battitore del suo team preferito, pronto a portare la squadra ai vertici e al successo: peccato però che la stagione assuma per Rayburn connotati decisamente negativi fin dal principio, e che l'ascesa del nuovo astro Juan Primo eclissi la fama di Bobby fino a farlo apparire agli occhi dei sostenitori come una sorta di soprammobile di lusso acquistato per una cifra spropositata ed eccessiva dalla società.
Renard, però, non è d'accordo, e con l'intento di proteggere il suo idolo si spingerà oltre ogni confine, in bilico tra lo stalking e la psicopatia da serial killer.
Trascinato dalla riscoperta di quelli che erano i piatti forti delle "liste estive" di film che con mio fratello ai tempi della scuola ci sparavamo a ripetizione riempiendo le nostre vacanze in attesa del mare, torno su uno dei titoli passato più volte in assoluto sugli schermi dell'allora casa Ford, quel The fan che ogni adolescente con un certo tipo di background - parlo di tamarrate action, sostanzialmente - cinematografico avrà visto e rivisto fino allo sfinimento nel pieno degli anni novanta, un thriller troppo spesso sottovalutato eppure funzionale e decisamente divertente, perfetto per questo periodo e senza dubbio uno dei lavori migliori dello Scott minore - insieme a Domino, senza dubbio -.
Costruito su un impianto abbastanza classico e giocato sul concetto di stalking - che ai tempi non appariva così d'attualità come ora -, poggiato sulle spalle di quello che è stato l'ultimo, vero, grande Robert De Niro prima dell'infilata di pseudo horror e commedie imbarazzanti degli ultimi anni, il lavoro del regista di Man on fire risulta credibile ed appassionante, e sfodera anche una parentesi interessante sulla scaramanzia che incombe sul mondo del baseball professionistico - ma football e basket non sono da meno -, all'interno del quale giocatori, allenatori e tifosi sono quasi patologicamente legati a rituali, numeri di maglia, gesti propiziatori visti, di fatto, come responsabili in buona misura degli eventuali successi.
Da questo punto di vista è interessante riflettere sul personaggio di Bobby Rayburn - che già con Wesley Snipes ad interpretarlo raccoglie punti a profusione -, così ossessionato dal numero conservato negli anni dei suoi più grandi trionfi da indossare una casacca che porta lo stesso sotto quella ufficiale in modo da preservare il "fluido" per battute sempre vincenti: prima che Renard invada, di fatto, la sua vita pubblica e privata, la prima minaccia per il giocatore risulta essere se stesso, limitato nell'inserimento all'interno di un nuovo spogliatoio - uno degli aspetti più complessi di ogni sport di squadra - proprio per le difficoltà originate dal suo status - e dall'atteggiamento - di superstar.
A fare da antagonista sul campo e in ambito sportivo del buon Snipes, un Benicio Del Toro ai tempi ancora quasi sconosciuto ai più nel ruolo di Juan Primo, giocatore dal talento esplosivo, in rampa di lancio rispetto al già affermato Rayburn, spocchioso e sbruffone eppure, di fatto, vittima sacrificale del gioco al massacro orchestrato da Renard a seguito del suo progetto di riportare al top il suo giocatore favorito.
Ed è qui che entra in campo il vecchio leone De Niro, mai così in forma dai tempi delle sue migliori fatiche scorsesiane: prestando ghigno ed incedere ad uno psicopatico che pare una sconcertante via di mezzo tra Max Cady ed un cattivo di stampo hitchcockiano, il Bob scatenato sfodera una serie di sequenze assolutamente cult - la sua presentazione del set di coltelli è da antologia -, nonchè un crescendo di follia nella parte conclusiva della pellicola che rende bene l'idea del climax di violenza tipico dei serial killers giunti al punto di rottura a seguito dell'esplosione del loro fattore scatenante - nel suo caso, il rapporto andato progressivamente incrinandosi con Rayburn -.
Una pellicola che non scontenterà i fan dell'action abituati alle esibizioni più tamarre di Tony Scott e che potrebbe perfino riuscire a soddisfare i palati più fini, regalando una serata senza troppo impegno intellettuale ma decisamente portata a casa con successo grazie ad un ritmo ben equilibrato ed una struttura tutto sommato solida impreziosite da una colonna sonora pazzesca.
Inoltre - ed è cosa da non sottovalutare - The fan rappresenta, di fatto, un'occasione non così nota al grande pubblico di riscoprire un'interpretazione da urlo di quello che, di fatto, può essere ormai - e tristemente - considerato un ex grande attore.
MrFord
"If you start me up
if you start me up I'll never stop
if you start me up
if you start me up I'll never stop
I've been running hot
you got me ticking gonna blow my top
if you start me up
if you start me up I'll never stop
never stop, never stop, never stop."
if you start me up I'll never stop
if you start me up
if you start me up I'll never stop
I've been running hot
you got me ticking gonna blow my top
if you start me up
if you start me up I'll never stop
never stop, never stop, never stop."
The Rolling Stones - "Start me up" -
beh si ma riesce comunque a tenerti ben piantato sulla sedia, oggi non sono capaci di fare film così e se li fanno è perchè sono registi capaci :)
RispondiEliminaArwen, è vero. Nel suo genere, davvero un buon prodotto che non sfigura neanche a distanza di anni.
Eliminaoddio, ma sono davvero passati tutti questi anni da questo film?????e ho decisamente apprezzato di più Snipes che De Niro (che ovviamente rimane sempre un grande!)
RispondiEliminaLaura, ebbene sì!
EliminaComunque lo rivedo sempre volentieri, e mi godo sia Snipes che De Niro.
Io me lo ricordo come una bufala inquietante.Forse mi sbaglio, ma avrei fatto partire le bottigliate :)
RispondiEliminaE invece ti esorto a fare un altro tentativo. :)
EliminaNon è davvero niente male.
De Niro disturbato e disturbante, Snipes davvero bravo (non è una novità).
RispondiEliminaDecisamente meritevole di attenzione.
Hey, complimenti...
Hai un gran bel localino...
...anch'io nel mio piccolo...
Ciao
Magar, muchas gracias, e benvenuto nel saloon! :)
EliminaConcordo in pieno, tra l'altro, su Snipes e De Niro, almeno in questo film.
Se ami la musica ed il buon cinema vieni a trovarmi su "La Scighera"
RispondiEliminamagar, ford non ama nè la musica (tranne quella pessima) nè tanto meno il buon cinema uahahah :D
EliminaMagar, vengo volentieri a farmi un giro!
EliminaCannibale, ovviamente non amo la musica ed il cinema radical chic e spocchioso che piacciono a te! Ahahahahahah! ;)
visto un sacco di tempo fa, ricordo che non era malaccio...
RispondiEliminae a te lascio il ruolo di mio fan maniacale eheh :)
comunque il meglio di tony scott è top gun, senza dubbio!
Potrei effettivamente rispolverare Top gun, che non rivedo da un paio di milioni di anni. Vedrò di recuperarlo insieme a Cocktail, sempre per rimanere in tema Cruise.
EliminaPer il resto, eventualmente sono io che lascio a te il ruolo di mio fan maniacale: sei molto più adatto tu al ruolo di persecutore armato di coltelli, io al massimo ti sparo un paio di mazzate con una bottiglia! ;)