Regia: Christopher Nolan
Origine: UK
Anno: 2012
Durata: 165'
La trama (con parole mie): sono trascorsi otto anni dalla morte di Harvey Dent e dalla sparizione di Batman, che si addossò la responsabilità dell'accaduto. Otto anni di esilio per Bruce Wayne, otto anni di apparente tranquillità per Gotham City, lasciata in mano a politicanti e ad un Commissario Gordon sempre più schiacciato dal senso di colpa e di responsabilità verso la città.
La tempesta, però, è in agguato: Bane, esiliato dalla Setta delle ombre di cui fece parte anche Wayne, addestrato dal suo vecchio mentore Ra's Al Ghul, piove sulla città con l'intento di distruggerla e seminare il caos instaurando una sorta di legge marziale mascherata da rivoluzione del popolo.
Batman sarà così costretto a tornare in campo, ma la strada per la salvezza sarà lunga e dolorosa, e forse non basteranno gli aiuti del fedele Alfred, Lucius Fox, lo stesso Gordon, della non sempre alleata ladra Selina Kyle e del giovane detective Blake, per compiere quella che pare davvero essere la sua ultima missione.
Solo superando ogni confine ed ogni maschera, infatti, l'Uomo pipistrello troverà la risposta che cerca.
Il cerchio si è chiuso.
La più grande, spettacolare, incredibile trilogia cinematografica del dopo Signore degli anelli si è conclusa.
Uno dei film evento dell'anno, attesissimo già da quando, quattro anni fa, uscii entusiasta dalla sala fresco della visione de Il cavaliere oscuro.
L'ultima fatica del vero erede del miglior Spielberg, l'illusionista del Cinema Christopher Nolan, che nel frattempo tra il secondo e terzo capitolo non si è certo risparmiato andando a piazzare il colpo magico che fu Inception.
Il cavaliere oscuro - Il ritorno è un film gigantesco, travolgente ed ipertrofico come Bane - doppiato in maniera vergognosa da Filippo Timi ma fortunatamente salvato dalla recitazione con gli occhi e le mani di Tom Hardy -, elegante e tecnico come Selina Kyle, teatrale come Batman: un viaggio entusiasmante ed un'interpretazione magistrale di quello che dovrebbe essere il blockbuster perfetto, costruito come fosse un'opera d'autore e scandito da una serie incredibile di scene madri pazzesche per esecuzione ed effetti.
Eppure, con tutta la sua forza, le qualità ed i mezzi, c'è qualcosa che manca, alla resa finale di questo ultimo (?) capitolo delle avventure dell'Uomo pipistrello: se, infatti, Batman begins costituì una sorta di anno zero per un personaggio reso cult da Tim Burton e bistrattato da Joel Schumacher ed un ritorno per Bruce Wayne ad atmosfere più dark ed action e con Il cavaliere oscuro si aggiunsero una componente profondamente autoriale - la sequenza d'apertura con la rapina in banca - ed il valore aggiunto di un'interpretazione sensazionale - quella del Joker del compianto Heath Ledger -, con quest'ultimo capitolo al buon Chris pare essere in parte scoppiata la bomba tra le mani, pur se non per demeriti.
Il problema principale, a mio parere, è legato alla mancanza di fluidità in una sceneggiatura che non sempre appare lucida e chirurgica, e non potendo contare sulle geometrie illusionistiche del già citato Inception e del mio favorito The prestige finisce per apparire "a singhiozzo": il motivo di questo zoppicare dello script è da ricercarsi nella volontà dei fratelli Nolan - autori dello stesso - di realizzare la miglior conclusione possibile inserendo quanti più elementi si potessero inserire nel rispetto dei precedenti capitoli e della mitologia batmaniana che questa incredibile avventura cinematografica ha di fatto creato, sdoganando il genere supereroistico e portandolo a livelli prima mai raggiunti - e forse, ineguagliabili -.
Dunque, ho covato nel cuore l'impressione che, seguendo la sceneggiatura di casa Nolan, il film sarebbe durato quasi il doppio - impossibile, dunque, proporlo in sala in un'unica soluzione, così come "spezzarlo" nello stile degli ultimi Harry Potter andando ad intaccare l'escalation emotiva del pubblico -, e che la post-produzione abbia finito per limitare la reale portata di quello che sarebbe potuto effettivamente diventare il punto di non ritorno del genere ed il suo vertice assoluto.
Come se non bastasse, poi, a giocare contro l'impatto della pellicola sono la mancanza di quella scintilla che aveva reso geniali altri film del regista inglese - Memento e The prestige su tutti, ma anche Il cavaliere oscuro riservava almeno un paio di colpi da Maestro da rimanere a bocca aperta - e della teatralità estrema che aveva reso assolutamente epico il duello tra il Cavaliere oscuro ed il Joker nel capitolo precedente: sarà che la clamorosa apertura e la sequenza nello stadio durante la partita di football erano già state svelate dal trailer, che Bane, preso dal suo fervore "politico", non eguaglia la presenza scenica dello scombinato e davvero anarchico pagliaccio ledgeriano, che l'ansia da prestazione da conclusione abbia reso più fredda la mano di Nolan, ma l'impressione di un'incompiuta di fondo resta, nonostante tutta la forza esibita dalla pellicola.
Ma non voglio che il post si concentri soltanto sugli aspetti che hanno resto questa chiusura di trilogia meno grande di quanto mi aspettassi, perchè parliamo in ogni caso di un'opera monumentale e complessa, clamorosa e dirompente, ed assolutamente - per quanto possa negarlo Nolan - politica: il personaggio di Bane ed il suo ruolo, infatti, non lasciano che l'audience passi indenne da riflessioni legate alle tirannie fatte passare per rivoluzioni del popolo - in questo senso, il ridicolo tribunale istituito dagli uomini del mercenario e presieduto dal buon vecchio Spaventapasseri è un esempio lampante - almeno quanto i ruoli del Commissario Gordon e del giovane Blake, vera e propria sorpresa del film con tanto di finale in stile Ispettore Callahan e Point break.
E poi, c'è Batman. Eroe e giustiziere, protettore e vigilante, figlio del benessere quanto della sofferenza.
Cosa può muovere Wayne rispetto all'innocenza che portò fuori da un pozzo infernale il figlio di Ra's Al Ghul? In fondo, anche il giovane Bruce conobbe una nuova vita dopo essere precipitato in un pozzo.
"Perchè cadiamo? Per poterci rialzare", affermava suo padre per tranquillizzarlo.
"Il salto della Libertà può essere possibile solo con la paura", sussurra il vecchio detenuto che conobbe l'orrore da cui Bane è riemerso.
Ed è un innocente, ad averlo compiuto.
Ma cos'è, l'innocenza, se non qualcosa che il mondo ci insegna a perdere?
Bruce Wayne lo sa bene, così come l'erede di Ra's.
Eppure non è detto che la speranza debba necessariamente essere sepolta con lei.
E pare proprio questo, il messaggio della magnifica escalation finale, vero pezzo forte del film: la speranza di Selina Kyle di riuscire per una volta a tornare indietro, e cancellare tutto quello che l'ha portata sulla cattiva strada. Quella di Alfred - un magnifico Michael Caine - di prendersi un Fernet Branca a Firenze, e scoprire guardando tra i tavoli del caffè che la sua vita alle spalle della famiglia Wayne ha avuto un senso.
Del Commissario Gordon, di liberarsi di una colpa nata soltanto dall'eccesso di responsabilità.
Di Bane, di lasciare il dolore alle spalle anche a costo di ricacciarlo indietro con la sola rabbia per un legame che non sarà mai e poi mai possibile vivere.
Di Gotham City, perchè possa tornare ad aprire gli occhi senza avere paura.
Di Blake, perchè una maschera non servirà a lui, ma alle persone che ama.
Di Bruce Wayne, perchè cadiamo sempre per rialzarci.
E di Batman: perchè non è tanto quello che sei, ma quello che fai, che ti qualifica.
E passando oltre la politica ed i piloti automatici, la Giustizia ed il Crimine, Batman è una cosa sola: un Eroe.
E soprattutto un Uomo.
MrFord
"I could be wrong, I could be right
I could be black, I could be white
I could be right, I could be wrong
I could be white, I could be black
your time has come your second skin
the cost so high the gain so low
walk through the valley
the written word is a lie."
Public Image Limited - "Rise" -
Il problema principale, a mio parere, è legato alla mancanza di fluidità in una sceneggiatura che non sempre appare lucida e chirurgica, e non potendo contare sulle geometrie illusionistiche del già citato Inception e del mio favorito The prestige finisce per apparire "a singhiozzo": il motivo di questo zoppicare dello script è da ricercarsi nella volontà dei fratelli Nolan - autori dello stesso - di realizzare la miglior conclusione possibile inserendo quanti più elementi si potessero inserire nel rispetto dei precedenti capitoli e della mitologia batmaniana che questa incredibile avventura cinematografica ha di fatto creato, sdoganando il genere supereroistico e portandolo a livelli prima mai raggiunti - e forse, ineguagliabili -.
Dunque, ho covato nel cuore l'impressione che, seguendo la sceneggiatura di casa Nolan, il film sarebbe durato quasi il doppio - impossibile, dunque, proporlo in sala in un'unica soluzione, così come "spezzarlo" nello stile degli ultimi Harry Potter andando ad intaccare l'escalation emotiva del pubblico -, e che la post-produzione abbia finito per limitare la reale portata di quello che sarebbe potuto effettivamente diventare il punto di non ritorno del genere ed il suo vertice assoluto.
Come se non bastasse, poi, a giocare contro l'impatto della pellicola sono la mancanza di quella scintilla che aveva reso geniali altri film del regista inglese - Memento e The prestige su tutti, ma anche Il cavaliere oscuro riservava almeno un paio di colpi da Maestro da rimanere a bocca aperta - e della teatralità estrema che aveva reso assolutamente epico il duello tra il Cavaliere oscuro ed il Joker nel capitolo precedente: sarà che la clamorosa apertura e la sequenza nello stadio durante la partita di football erano già state svelate dal trailer, che Bane, preso dal suo fervore "politico", non eguaglia la presenza scenica dello scombinato e davvero anarchico pagliaccio ledgeriano, che l'ansia da prestazione da conclusione abbia reso più fredda la mano di Nolan, ma l'impressione di un'incompiuta di fondo resta, nonostante tutta la forza esibita dalla pellicola.
Ma non voglio che il post si concentri soltanto sugli aspetti che hanno resto questa chiusura di trilogia meno grande di quanto mi aspettassi, perchè parliamo in ogni caso di un'opera monumentale e complessa, clamorosa e dirompente, ed assolutamente - per quanto possa negarlo Nolan - politica: il personaggio di Bane ed il suo ruolo, infatti, non lasciano che l'audience passi indenne da riflessioni legate alle tirannie fatte passare per rivoluzioni del popolo - in questo senso, il ridicolo tribunale istituito dagli uomini del mercenario e presieduto dal buon vecchio Spaventapasseri è un esempio lampante - almeno quanto i ruoli del Commissario Gordon e del giovane Blake, vera e propria sorpresa del film con tanto di finale in stile Ispettore Callahan e Point break.
E poi, c'è Batman. Eroe e giustiziere, protettore e vigilante, figlio del benessere quanto della sofferenza.
Cosa può muovere Wayne rispetto all'innocenza che portò fuori da un pozzo infernale il figlio di Ra's Al Ghul? In fondo, anche il giovane Bruce conobbe una nuova vita dopo essere precipitato in un pozzo.
"Perchè cadiamo? Per poterci rialzare", affermava suo padre per tranquillizzarlo.
"Il salto della Libertà può essere possibile solo con la paura", sussurra il vecchio detenuto che conobbe l'orrore da cui Bane è riemerso.
Ed è un innocente, ad averlo compiuto.
Ma cos'è, l'innocenza, se non qualcosa che il mondo ci insegna a perdere?
Bruce Wayne lo sa bene, così come l'erede di Ra's.
Eppure non è detto che la speranza debba necessariamente essere sepolta con lei.
E pare proprio questo, il messaggio della magnifica escalation finale, vero pezzo forte del film: la speranza di Selina Kyle di riuscire per una volta a tornare indietro, e cancellare tutto quello che l'ha portata sulla cattiva strada. Quella di Alfred - un magnifico Michael Caine - di prendersi un Fernet Branca a Firenze, e scoprire guardando tra i tavoli del caffè che la sua vita alle spalle della famiglia Wayne ha avuto un senso.
Del Commissario Gordon, di liberarsi di una colpa nata soltanto dall'eccesso di responsabilità.
Di Bane, di lasciare il dolore alle spalle anche a costo di ricacciarlo indietro con la sola rabbia per un legame che non sarà mai e poi mai possibile vivere.
Di Gotham City, perchè possa tornare ad aprire gli occhi senza avere paura.
Di Blake, perchè una maschera non servirà a lui, ma alle persone che ama.
Di Bruce Wayne, perchè cadiamo sempre per rialzarci.
E di Batman: perchè non è tanto quello che sei, ma quello che fai, che ti qualifica.
E passando oltre la politica ed i piloti automatici, la Giustizia ed il Crimine, Batman è una cosa sola: un Eroe.
E soprattutto un Uomo.
MrFord
"I could be wrong, I could be right
I could be black, I could be white
I could be right, I could be wrong
I could be white, I could be black
your time has come your second skin
the cost so high the gain so low
walk through the valley
the written word is a lie."
Public Image Limited - "Rise" -