Regia: Baltasar Kormakur
Origine: Usa
Anno: 2012
Durata: 109'
La trama (con parole mie): Chris Farraday è un ex mago del contrabbando, un Houdini dei traffici navali ritiratosi da qualche anno per aprire una propria attività legale e badare alla moglie e ai due figli.
Quando il cognato Andy, giovane dalle ambizioni simili a quelle del "vecchio" Chris, si mette nei guai per un trasporto finito male, l'uomo è costretto a riprendere la mano con i suoi trascorsi e tornare a bordo di una nave per organizzare un affare di banconote false tra gli States e Panama in modo da coprire il debito del ragazzo.
Quando il cognato Andy, giovane dalle ambizioni simili a quelle del "vecchio" Chris, si mette nei guai per un trasporto finito male, l'uomo è costretto a riprendere la mano con i suoi trascorsi e tornare a bordo di una nave per organizzare un affare di banconote false tra gli States e Panama in modo da coprire il debito del ragazzo.
Purtroppo per lui il lavoro sarà più complicato del previsto, considerata la delicata situazione del suo vecchio socio Sebastian, la mina vagante Tim Briggs pronta a minacciare la sua famiglia e la geografia criminale di Panama, decisamente cambiata dai tempi in cui lui stesso imperversava da quelle parti regolarmente.
L'estate, come se ci fosse davvero bisogno di ricordarlo, è e resta la stagione simbolo del relax e dell'abbandono delle alte mire intellettuali, il momento nell'anno in cui anche il cervello finisce per cercare refrigerio in proposte che lo massaggino senza impegno in attesa delle nuove avventure dell'autunno: di buona norma, dunque, tra luglio e agosto finiscono per popolare le sale principalmente titoli horror o action dalle pretese molto basse che, in qualche caso, finiscono addirittura per rivelarsi sorprese discretamente piacevoli.
All'inizio del mese scorso era stato Viaggio in Paradiso a farla da padrone, con un ritrovato Mel Gibson in versione action hero, mentre ora tocca a Contraband interpretare la parte del leone nel cuore di questo rovente luglio: in realtà la pellicola firmata Kormakur ricorda più i crime drama tosti delle ultime stagioni, da The departed a The town, che non le sguaiate tamarrate in bilico tra gli eighties ed il gusto figlio dell'estetica di Robert Rodriguez, eppure, nonostante il tono serioso e la qualità che non riesce - ovviamente, direi - a pareggiare lo spessore dei lavori di Scorsese ed Affleck, porta a casa un risultato discreto ed un titolo che riesce a farsi seguire con attenzione ed interesse dall'inizio alla fine nel giusto equilibrio tra il riposo dei neuroni ed un approccio non completamente privo di logica.
Del resto, le vicende criminali risolte in famiglia, condite da amicizie tradite e ferite profonde, sono un must per ogni appassionato del genere fin dai tempi de Il padrino, e la via scelta da Kormakur risulta azzeccata nel mescolare un cast in buona forma e sicuramente in parte - con un Giovanni Ribisi che pare riproporre una versione aggressiva del suo personaggio di The rum diary a fare da jolly sopra le righe - ed una dose corposa di action che passa dalle sparatorie - ottimo lo scontro attorno al furgone portavalori a Panama City - alle lotte contro il tempo - standard, ma ben realizzato, il rocambolesco ritorno sulla nave di Faraday e soci, sempre a Panama -, arrivando addirittura ad impreziosire il risultato finale con un crescendo - quello riferito al contrabbando di denaro falso - che pare un omaggio alle illusioni - di ben altro livello, sia chiaro - cui ci ha abituati Christopher Nolan.
Ben lungi dal sottoscritto l'idea di propinare Contraband come una sorta di oasi per tutti gli appassionati di action d'autore in cerca di un nuovo erede di Michael Mann e delle sue epopee, eppure - specialmente, come già sottolineato, in questo periodo dell'anno - mi sento di poter consigliare senza particolari dubbi la visione per godersi un prodotto che si pone in quel giusto mezzo che vi permetterà di non tenere nascosto il titolo del film che avete visto in sala la sera prima con gli amici e di sentirvi allo stesso tempo adeguatamente gasati dalle capacità di un protagonista "vecchio stampo" e da un compagno/antagonista caratterizzato molto bene da un Ben Foster troppo spesso ai margini delle produzioni che contano, e che in casa Ford è visto più che bene dai tempi dell'ottimo Oltre le regole.
Proprio il personaggio di Sebastian rappresenta uno dei cardini dell'intera storia, forse telefonato in alcuni suoi aspetti eppure accattivante quanto basta per ritagliarsi una grossa fetta di attenzione nonostante un minutaggio sicuramente minore rispetto a quello ovviamente dedicato a Marc Wahlberg/Faraday: la sua fallibilità e la tendenza al caos lo rendono decisamente magnetico anche se confrontato con la forza e la decisione del suo vecchio compare, tanto da incuriosire a proposito di quello che sarebbe stato se a scriverne le gesta fosse stato uno sceneggiatore di alto livello al servizio, per l'appunto, di un Michael Mann nella forma migliore.
Ma già queste domande suonano troppo eccessive, per Contraband e per l'estate.
Ringraziamo che esistano prodotti d'intrattenimento "alti" come questo e godiamoceli.
Prima che arrivi troppo in fretta l'autunno.
All'inizio del mese scorso era stato Viaggio in Paradiso a farla da padrone, con un ritrovato Mel Gibson in versione action hero, mentre ora tocca a Contraband interpretare la parte del leone nel cuore di questo rovente luglio: in realtà la pellicola firmata Kormakur ricorda più i crime drama tosti delle ultime stagioni, da The departed a The town, che non le sguaiate tamarrate in bilico tra gli eighties ed il gusto figlio dell'estetica di Robert Rodriguez, eppure, nonostante il tono serioso e la qualità che non riesce - ovviamente, direi - a pareggiare lo spessore dei lavori di Scorsese ed Affleck, porta a casa un risultato discreto ed un titolo che riesce a farsi seguire con attenzione ed interesse dall'inizio alla fine nel giusto equilibrio tra il riposo dei neuroni ed un approccio non completamente privo di logica.
Del resto, le vicende criminali risolte in famiglia, condite da amicizie tradite e ferite profonde, sono un must per ogni appassionato del genere fin dai tempi de Il padrino, e la via scelta da Kormakur risulta azzeccata nel mescolare un cast in buona forma e sicuramente in parte - con un Giovanni Ribisi che pare riproporre una versione aggressiva del suo personaggio di The rum diary a fare da jolly sopra le righe - ed una dose corposa di action che passa dalle sparatorie - ottimo lo scontro attorno al furgone portavalori a Panama City - alle lotte contro il tempo - standard, ma ben realizzato, il rocambolesco ritorno sulla nave di Faraday e soci, sempre a Panama -, arrivando addirittura ad impreziosire il risultato finale con un crescendo - quello riferito al contrabbando di denaro falso - che pare un omaggio alle illusioni - di ben altro livello, sia chiaro - cui ci ha abituati Christopher Nolan.
Ben lungi dal sottoscritto l'idea di propinare Contraband come una sorta di oasi per tutti gli appassionati di action d'autore in cerca di un nuovo erede di Michael Mann e delle sue epopee, eppure - specialmente, come già sottolineato, in questo periodo dell'anno - mi sento di poter consigliare senza particolari dubbi la visione per godersi un prodotto che si pone in quel giusto mezzo che vi permetterà di non tenere nascosto il titolo del film che avete visto in sala la sera prima con gli amici e di sentirvi allo stesso tempo adeguatamente gasati dalle capacità di un protagonista "vecchio stampo" e da un compagno/antagonista caratterizzato molto bene da un Ben Foster troppo spesso ai margini delle produzioni che contano, e che in casa Ford è visto più che bene dai tempi dell'ottimo Oltre le regole.
Proprio il personaggio di Sebastian rappresenta uno dei cardini dell'intera storia, forse telefonato in alcuni suoi aspetti eppure accattivante quanto basta per ritagliarsi una grossa fetta di attenzione nonostante un minutaggio sicuramente minore rispetto a quello ovviamente dedicato a Marc Wahlberg/Faraday: la sua fallibilità e la tendenza al caos lo rendono decisamente magnetico anche se confrontato con la forza e la decisione del suo vecchio compare, tanto da incuriosire a proposito di quello che sarebbe stato se a scriverne le gesta fosse stato uno sceneggiatore di alto livello al servizio, per l'appunto, di un Michael Mann nella forma migliore.
Ma già queste domande suonano troppo eccessive, per Contraband e per l'estate.
Ringraziamo che esistano prodotti d'intrattenimento "alti" come questo e godiamoceli.
Prima che arrivi troppo in fretta l'autunno.
MrFord
"Through these fields of destruction
baptisms of fire
I've witnessed your suffering
as the battles raged higher
and though they hurt me so bad
in the fear and alarm
you did not desert me
my brothers in arms."
Dire Straits - "Brothers in arms" -
baptisms of fire
I've witnessed your suffering
as the battles raged higher
and though they hurt me so bad
in the fear and alarm
you did not desert me
my brothers in arms."
Dire Straits - "Brothers in arms" -
un filmetto del tutto evitabile.
RispondiEliminava bene il disimpegno, però giusto te puoi consigliare una robetta stereotipata, telefonata e prevedibilissima del genere :D
Prima ancora di leggere il tuo commento sapevo dove saresti andato a parare: mi sa che ti conviene trovare qualche nuova tecnica di antagonismo, se non vuoi diventare stereotipato, telefonato e prevedibilissimo! Ahahahahahah!
Eliminastavolta la penso più come il cannibale..è un film uguale a trilioni di altri...un paio di bottigliate alle gengive di Ribisi però gliele avrei date ben volentieri perchè la Beckinsale non si tocca neanche con un fiore!
RispondiEliminaBradipo, a me la Beckinsale non dice molto, e comunque per quanto uguale a molti altri questo Contraband si lascia guardare più di tante schifezze made in Cannibalandia! ;)
Eliminami associo al Cannibale Bambino... film che definirei sgraziato, senza una recitazione degna di tale nome... sebbene anche io apprezzi la Beckinsale
RispondiEliminaPatalice, benvenuta da queste parti!
EliminaAssociarsi al Cannibale, comunque, non è mai una buona cosa! ;)
Il film sarà sgraziato, o più che altro banalotto, ma funziona ed è onesto, per il suo genere, secondo me!
io sono con te james :D
RispondiEliminaè un filmetto, vero, ma si lascia guardare e soprattutto riprende un modo di fare action in stile "vecchia scuola", senza cose esagerate o roba ipertecnologica. sono però curioso di vedere quello originale... ma penso sia difficile da recuperare!
Frank, noi della vecchia scuola certe cose le capiamo al volo! ;)
EliminaConcordo in pieno, e anche io vorrei recuperare l'originale, almeno con i sottotitoli in inglese!
Il cinema di genere è un cinema come dire...di genere. Vive di stereotipi per definizione ed anzi, è il suo affamato pubblico cinefilo che ne fa golosa domanda. Se così non fosse non sarebbe "di genere" ma sarebbe di altro...genere. E' un cane (gay) che si morde la coda.
RispondiEliminaChe poi "di genere" non è che la definizione perbene di cinema di serie B o trash che dir si voglia, laddove gli ultimi 10 anni di cinema di un Van Damme rappresentano gloriosamente anche un'onesta serie H con tanti saluti al cine-bon ton. Seagal per certi versi ci da dentro con la serie Z, eppure da un certa critica è osannato anche per le recenti baracconate megatamarre, definito quasi una presenza surreale e fumettosa per le sue impagabili esibizioni di dance-martial arts da bombolone umano.
Con questo che voglio dire? Boh, probabilmente un cazzo di niente. E' che il cinema di genere è cosa dei cinefili di genere, difficile appiccicarci etichette o passarci i raggi x, il trash-detector è un arnese ancora molto poco affidabile da queste parti, diversamente oggettivabile.
Mi sparerò "Contraband" perché già solo il trailer e la faccia di Wahlbergh mi trasmettono una dose tosta che voglio e basta, e sono certo che sarà festa anche se io so già di quale pasta.
Defezionario, il tuo commento è illuminante.
EliminaConcordo in pieno, e anche se non mi spingo fino a Seagal e la sua serie z, continuerò a sostenere tutti i Van Damme del Cinema!
Alla grande Ford ;)
RispondiEliminaComunque gli ultimi di Seagal sono di un brutto talmente brutto da risultare quasi paradossalmente artistici, na cosa rara, da studiare.
Defezionario, in un certo senso hai ragione: ma sono anche così brutti che non riesco proprio a concedere più di mezzo minuto alle visioni! ;)
Eliminaovvio... ;)
EliminaComunque sto cercando di recuperare tutti i Van Damme che mi mancavano, da buon tamarro! :)
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