Regia: Fabio Cento
Origine: Italia
Anno: 2012
Durata: 15'
La trama (con parole mie): Pasquale è un giovane soldato dalle ambizioni di pittore confinato in una trincea nel corso della Seconda Guerra Mondiale. In un momento di tregua è avvicinato da Salvatore, un uomo più grande e dai sogni decisamente più terreni dei suoi: quest'ultimo, infatti, aspetta solo la fine del conflitto in modo da poter tornare dalla sua famiglia e costruire una casa dove vivere con la moglie ed il figlio.
Pasquale, invece, è legato all'incertezza di un futuro che ancora non riesce a vedere, che passa attraverso visioni che poco si addicono alla vita dura del fronte.
Una granata segnerà le esistenze di entrambi.
Quando, ormai più di due anni fa, inauguraii questo saloon, mai mi sarei aspettato che sarebbe durato, o che sarebbe divenuto qualcosa di più grande di un angolo quasi esclusivamente personale in cui parlare dei film passati sugli schermi di casa Ford: invece, passo dopo passo, eccomi pronto ad ospitare per la seconda volta dopo Michele Torbidoni ed il suo La cosa in cima alle scale un altro regista italiano alla ricerca di un suo spazio all'interno della complessa distribuzione nostrana.
Ovviamente un'iniziativa di questo tipo non può che essere un piacere per il sottoscritto, specie quando, come in questo caso, mi ritrovo quasi a sentirmi un "fratello maggiore" dell'autore in questione: Fabio Cento, l'uomo dietro la macchina da presa di questo interessante corto, ha infatti la stessa età di mio più giovane brotha, e si ritrova come il sottoscritto ai tempi della pubblicazione del mio primo libro di racconti - molti, molti anni prima rispetto a quello del Cannibale, ahahahahhaahah! - a dover fare i conti con tutti i disequilibri che si trovano quando, di fatto, la voglia di dimostrare il proprio talento deve giocarsi il palcoscenico con il bisogno effettivo di raccontare.
Mud Lounges, girato con discreta perizia e prodotto ottimamente pur essendo un corto realizzato quasi esclusivamente dal buon Fabio, si presenta come un esperimento come più spesso se ne dovrebbero incontrare in rete, nei Festival e nelle sale italiane, sfruttando ad esempio uno spazio prima della proiezione dei lungometraggi da affiancare ai consueti trailer delle nuove uscite.
So già che vi starete chiedendo, dunque, il perchè delle bottigliate nonostante questo inizio promettente: il fatto è che Fabio ha, a mio parere, la mano giusta per poter realizzare davvero qualcosa di interessante nel panorama del Bel Paese, ma, come tutti i giovani autori, pare non avere ancora trovato l'equilibrio giusto in merito alla questione narrazione/tecnica cui accennavo poco sopra.
Il suo corto è di impatto visivo notevole per il tipo di prodotto, e risulta più "completo" visivamente di titoli dal successo notevole nell'ambiente del Cinema alternativo italiano come Radice quadrata di tre - che ho amato tantissimo - o Il bosco fuori, soprattutto per quanto riguarda la resa video e la fotografia.
Quello che manca, a conti fatti, è una certa immediatezza di fondo - incarnata dal personaggio di Salvatore - sacrificata per dare uno spazio maggiore alla componente autoriale anche nell'ambito dei testi, a tratti quasi soffocanti rispetto all'energia messa dal regista nel suo lavoro nel loro rimando a quello che, di fatto, è l'eredità lasciata da Malick con La sottile linea rossa.
In questo senso, interessante la scelta di proporre un'umanizzazione dei protagonisti ed un'effettiva assenza della violenza esplicita della guerra - sempre fuori campo - così come quella di proporre una visione della stessa attraverso le aspettative dei protagonisti rispetto al futuro.
Ed è proprio tra Pasquale e Salvatore che pare dibattersi Mud Lounges, indeciso se porsi come un film d'autore o d'emozione: quello che mi sento di consigliare a Fabio è di non perdere il tocco, ma non pensare che sia la sola perizia a fare grande una pellicola.
Nel video del backstage sulla realizzazione del cortometraggio, sono rimasto colpito da una scena in particolare che mi pare perfetta da citare in ottica futura rispetto alla carriera di questo giovane regista: Pasquale e Salvatore - o almeno, i loro interpreti -, al culmine di uno dei dialoghi più intensi rispetto al rapporto tra l'arte del primo e la vita "pane e salame" del secondo, si ritrovano a dover fronteggiare una vespa improvvisatasi comparsa.
Pur senza alcun errore da parte dei due - e nonostante la perfetta spontaneità dell'insieme - viene chiamato lo stop: ed è proprio questo che posso rimproverare, a Mud Lounges e al suo ideatore.
Non essersi fidato troppo dell'energia, almeno a dispetto della tecnica.
E a Fabio, che potenzialità ne ha, eccome, dico: fratellino, lasciati più andare, e non permettere al peso di un Malick di minacciare lo sviluppo di quello che sei e puoi diventare - come ti auguro - sul grande schermo.
Anche perchè, a volte, anche essere così in alto non preserva dalle cadute.
Il fango è materia di ognuno di noi, come il sangue che finiamo per sputarci sopra in modo da poter pensare di aver realizzato quello che volevamo.
O almeno di portarci a casa il tentativo.
MrFord
"My name is Mud
not to be confused with Bill or Jack or Pete or Dennis
my name is mud and it's always been
'cause I'm the most boring sons-a-bitch you've ever seen."
Primus - "My name is mud" -
Ovviamente un'iniziativa di questo tipo non può che essere un piacere per il sottoscritto, specie quando, come in questo caso, mi ritrovo quasi a sentirmi un "fratello maggiore" dell'autore in questione: Fabio Cento, l'uomo dietro la macchina da presa di questo interessante corto, ha infatti la stessa età di mio più giovane brotha, e si ritrova come il sottoscritto ai tempi della pubblicazione del mio primo libro di racconti - molti, molti anni prima rispetto a quello del Cannibale, ahahahahhaahah! - a dover fare i conti con tutti i disequilibri che si trovano quando, di fatto, la voglia di dimostrare il proprio talento deve giocarsi il palcoscenico con il bisogno effettivo di raccontare.
Mud Lounges, girato con discreta perizia e prodotto ottimamente pur essendo un corto realizzato quasi esclusivamente dal buon Fabio, si presenta come un esperimento come più spesso se ne dovrebbero incontrare in rete, nei Festival e nelle sale italiane, sfruttando ad esempio uno spazio prima della proiezione dei lungometraggi da affiancare ai consueti trailer delle nuove uscite.
So già che vi starete chiedendo, dunque, il perchè delle bottigliate nonostante questo inizio promettente: il fatto è che Fabio ha, a mio parere, la mano giusta per poter realizzare davvero qualcosa di interessante nel panorama del Bel Paese, ma, come tutti i giovani autori, pare non avere ancora trovato l'equilibrio giusto in merito alla questione narrazione/tecnica cui accennavo poco sopra.
Il suo corto è di impatto visivo notevole per il tipo di prodotto, e risulta più "completo" visivamente di titoli dal successo notevole nell'ambiente del Cinema alternativo italiano come Radice quadrata di tre - che ho amato tantissimo - o Il bosco fuori, soprattutto per quanto riguarda la resa video e la fotografia.
Quello che manca, a conti fatti, è una certa immediatezza di fondo - incarnata dal personaggio di Salvatore - sacrificata per dare uno spazio maggiore alla componente autoriale anche nell'ambito dei testi, a tratti quasi soffocanti rispetto all'energia messa dal regista nel suo lavoro nel loro rimando a quello che, di fatto, è l'eredità lasciata da Malick con La sottile linea rossa.
In questo senso, interessante la scelta di proporre un'umanizzazione dei protagonisti ed un'effettiva assenza della violenza esplicita della guerra - sempre fuori campo - così come quella di proporre una visione della stessa attraverso le aspettative dei protagonisti rispetto al futuro.
Ed è proprio tra Pasquale e Salvatore che pare dibattersi Mud Lounges, indeciso se porsi come un film d'autore o d'emozione: quello che mi sento di consigliare a Fabio è di non perdere il tocco, ma non pensare che sia la sola perizia a fare grande una pellicola.
Nel video del backstage sulla realizzazione del cortometraggio, sono rimasto colpito da una scena in particolare che mi pare perfetta da citare in ottica futura rispetto alla carriera di questo giovane regista: Pasquale e Salvatore - o almeno, i loro interpreti -, al culmine di uno dei dialoghi più intensi rispetto al rapporto tra l'arte del primo e la vita "pane e salame" del secondo, si ritrovano a dover fronteggiare una vespa improvvisatasi comparsa.
Pur senza alcun errore da parte dei due - e nonostante la perfetta spontaneità dell'insieme - viene chiamato lo stop: ed è proprio questo che posso rimproverare, a Mud Lounges e al suo ideatore.
Non essersi fidato troppo dell'energia, almeno a dispetto della tecnica.
E a Fabio, che potenzialità ne ha, eccome, dico: fratellino, lasciati più andare, e non permettere al peso di un Malick di minacciare lo sviluppo di quello che sei e puoi diventare - come ti auguro - sul grande schermo.
Anche perchè, a volte, anche essere così in alto non preserva dalle cadute.
Il fango è materia di ognuno di noi, come il sangue che finiamo per sputarci sopra in modo da poter pensare di aver realizzato quello che volevamo.
O almeno di portarci a casa il tentativo.
MrFord
"My name is Mud
not to be confused with Bill or Jack or Pete or Dennis
my name is mud and it's always been
'cause I'm the most boring sons-a-bitch you've ever seen."
Primus - "My name is mud" -
grazie per la citazione, per quanto fosse una presa per il culo, più che una citazione ehehe :D
RispondiEliminacomunque complimenti per la stroncatura, non è facile in queste situazioni in cui si viene contattati dall'autore...
Cannibale, invece era proprio una citazione: che io fossi arrivato primo è solo una questione di età! In fondo, nel febbraio del 2000 tu eri ancora chiuso nella tua cameretta teen! Ahahahahahah! :)
EliminaPer il resto, non la definirei proprio una stroncatura: sono bottigliate d'incoraggiamento alla Gran Torino, dato che, effettivamente, Fabio è stato molto bravo a livello realizzativo, anche se non chirurgico nella direzione da dare al corto.
Bravo James!
RispondiEliminaMi piace che tu resti comunque obiettivo nelle tue recensioni.
Hai la mia stima!
Melinda, muchas gracias!
EliminaSpero abbia fatto piacere anche a Fabio il fatto che abbia sottolineato pregi e difetti del suo interessante lavoro!