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venerdì 3 febbraio 2012

L'ultima caccia

Autore: Joe R. Lansdale
Origine: Usa
Editore: Fanucci
Anno: 1998 (in Italia 2006)


La trama (con parole mie): nel cuore del Texas della Grande Depressione, nell'estate del 1933, il quindicenne Richard Dale, uomo di casa in assenza del padre impegnato con la lotta tra una fiera e l'altra per raccogliere il denaro che fatica ad arrivare con i magri raccolti, si trova a difendere terreni e famiglia dal famigerato Vecchio Satana, un cinghiale leggendario che nessuno è mai riuscito a catturare o uccidere, responsabile della menomazione di Pharaoh, il grande vecchio della comunità, cacciatore provetto, che perse le gambe proprio in uno scontro con la bestia.
Accanto al giovane Richard c'è Abraham, suo amico inseparabile: spinti dal coraggio un pò folle dell'età, i due ragazzini si lanceranno nella caccia sperando di fare la storia, ingannare quel diavolo d'un Vecchio Satana e riportare a casa la pelle. Anche perchè se così non fosse, chi li sentirebbe i loro vecchi!?




E così, Lansdale è tornato a casa.
Casa Ford, più che il Texas.
Grazie ad uno dei regali di Nachele di Julez sono riuscito ad assaporare una volta ancora le atmosfere semplici e dirette del buon Joe, riscoprendo i luoghi che da sempre caratterizzano l'operato dello scrittore e segnano lo spirito cui, più recentemente, l'autore della fortunata serie dedicata agli idoli Hap e Leonard si è abbandonato per la realizzazione di Cielo di sabbia, sua più che piacevole opera più recente.
Avevo sempre sentito parlare un gran bene, di questo L'ultima caccia, romanzo breve per ragazzi scritto nello spirito della formazione e dedicato all'avventura classica, in parte - come di consueto per il lavoro di Mr. Joe - autobiografico e giocato sul sottile filo della nostalgia e dell'affezione ai luoghi che,  senza dubbio, si rivelano fondamentali per la geografia lansdaliana.
I giovani Richard e Abraham ricordano, in qualche modo, quelli che saranno i già citati Hap e Leonard: legati da un'amicizia indissolubile forgiata lontano da tutti i pregiudizi razziali del periodo e destinati a vivere le loro più grandi imprese uno accanto all'altro, i due sono pronti a sacrificare quanto più possibile per se stessi e per l'amico sapendo, tutto sommato, di perseguire lo stesso fine con i medesimi mezzi.
L'incedere della storia, scandita con ritmo veloce grazie alla schiettezza di una prosa che non potrà certo mai essere "alta", e che eppure continua a risultare credibile e sincera, è legato a doppio filo ad un'avventura unica nelle vite dei due giovani protagonisti, spinti dalla vendetta e dal coraggio scombinato della loro età verso un'impresa incredibilmente più grande di loro - almeno sulla carta - che segnerà il passaggio dalla giovinezza all'essere adulti, dai giochi e le fantasie ad una responsabilizzazione legata agli affetti più importanti delle loro vited.
Ma non occorrono paroloni o chissà quali filippiche, per parlare di questo lavoro di Lansdale: quello che serve è uno spirito alla Stand by me, l'estate che incombe, il caldo da togliere il fiato, la voglia di evadere, un pò di amarcord e l'idea che una grande avventura possa essere costruita a partire dal potere della nostra fantasia, che trasforma una bestia selvaggia in un nemico diabolico ed un avversario che arranca, come noi, per sbarcare il lunario ed arrivare al giorno seguente in un'incarnazione indomita e quasi sovrannaturale in grado di andare ben oltre la realtà di stenti che la quotidianità è in grado senza troppi indugi di riservarci.
Certo, forse un libro dedicato più a noi vecchi Goonies mai domi o agli appassionati seguaci dell'autore texano che non al grande pubblico, eppure l'ennesima conferma di un talento indubbiamente non cristallino ma di pancia abbastanza per conquistare lo spazio che tutti gli outsiders come Lansdale - e come noi, chissà - meritano, proprio perchè cacciatori senza posa di una vita che non basta mai, di un'emozione che induce sempre al potenziale errore, o all'impresa irripetibile.
Nel film di Richard Donner dedicato ai giovani avventurieri di Astoria si parla di scarti: Richard e Abraham lo sarebbero altrettanto, cresciuti ai margini di una società ancora acerba - come ora, a ben guardare - e disposti a giocarsi il tutto per tutto per una manciata di sogni messi insieme a partire dai racconti di un vecchio cacciatore e di una pila di fumetti noir, animati dal fervore di una vendetta che passa tutta attraverso le regole di Madre Natura.
Io sto con loro, e con Lansdale.
Perchè si deve vivere fino in fondo, o il cinghiale del diavolo che sta dentro e fuori di noi finirà per non divertirsi neppure a ballare la danse macabre che porterà uno alla leggenda, e l'altro alla morte.
E non divertirsi, quando si vive fino in fondo, è un delitto anche più grande del morire.


MrFord


"Going down to the swamp
gonna watch me a hound dog catch a 'coon
well, I'm going down to the swamp
gonna watch me a hound dog catch a 'coon
you know the hound dog make a music
on a summer night under a full moon."
Lynyrd Skynyrd - "Swamp music" -

11 commenti:

  1. bella recensione..un libro che non conoscevo

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  2. Luigi, muchas gracias!
    E' un libro molto carino, ma se devo scegliere qualcosa di Lansdale, vado sempre e solo su Hap&Leonard.
    Una saga fantastica.

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  3. Il cinghiale protagonista del libro lo sento molto vicino, data la mia nuova natura di facocero.

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    1. Occhio, perchè il facocero del libro è clamorosamente abnorme, una roba tipo il cinghiale posseduto dai demoni de La principessa Mononoke.
      Non scherza mica, quella bestiaccia!

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    2. Il facocero del libro che, tra l'altro, facocero non è, ma cinghiale.
      Vabbè, è venerdì e non è ancora finita la settimana lavorativa.

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    3. Ma io mi sento comunque parente, perchè entrambi suini. Sul fatto d'essere posseduta dal demonio, dammi ancora quelle 9 ore poi vedi ;)

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    4. I suini sono da sempre troppo sottovalutati.
      Io li sostengo dal Cinema - Babe - alla mia tavola, incondizionatamente.

      Per la possessione, ti capisco. Il lavoro fa spesso questo effetto anche dalle mie parti. :)

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  4. ford, leggere sempre gli stessi 2 o 3 autori non fa di te automaticamente un intellettuale, ricordalo ahahahah :D

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    1. Cannibale, ma io non mi spaccio affatto per intellettuale! Sono o non sono un bruto? ;)

      E poi, meglio quei due o tre autori che niente, caro il mio finto lettore radical chic! Ahahahahahah!

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  5. Di lansdale ho letto solo il primo libro del ciclo di Hap e Leonard e non mi aveva detto nulla di particolare, carino quello sì, ma ci avevo trovato dentro parecchi stereotipi ormai abusati. A casa ho ancora Le notti del Drive-In (che non ho ancora letto). Il ciclo di Hap e Leonard migliora nei libri successivi?

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    1. Firma, premesso che qui al saloon non si può parlare male di Hap e Leonard senza ricevere un sacco di bottigliate, della loro serie secondo me il migliore è il secondo, Mucho mojo. Quindi riprendi la lettura! ;)

      Detto questo, Le notti del drive in non sono male.
      Ne scrissi un annetto e mezzo fa, nell'estate del 2010: eventualmente recupera il post! :)

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