Regia: Jean Pierre Ameris
Origine: Francia
Anno: 2010
Durata: 80'
La trama (con parole mie): Angelique è una giovane pasticcera specializzata in cioccolato alle prese con un enorme problema legato alla sua cronica timidezza. Quando, infatti, è al centro dell'attenzione, finisce inevitabilmente per perdere i sensi: così, per proteggersi dal suo stesso talento, inventa un misterioso eremita grazie al quale mascherare la sua opera come produttrice di irresistibili cioccolatini.
Assunta da una piccola fabbrica sull'orlo del fallimento, la donna troverà modo di confrontarsi con le sue paure e trovare l'amore nel solo apparentemente burbero principale Jean Renè, afflitto anch'egli dal problema di un'emotività esagerata.
Qualche tempo fa, nel corso della puntata natalizia della rubrica settimanale dedicata alle uscite in sala che condivido con quello scellerato del Cannibale, avevo dato libero sfogo ai miei pregiudizi definendo Emotivi anonimi una sorta di Lezioni di cioccolato costruito ad arte per tutti quei radical chic che, mossi da smielato e finto romanticismo, avrebbero voluto tanto correre in sala a vedere i due film con protagonista Luca Argentero ma, bloccati dal timore di risultare troppo "popolari", avevano deciso di rimanere a casa e dedicare una visione agli stessi in gran segreto, lontani dagli occhi indiscreti degli amici del cineforum.
In effetti, avevo centrato in pieno il bersaglio.
Quello firmato da Ameris, infatti, più che un brutto film, appare come una proposta assolutamente anonima - ma guarda un pò, il titolo per una volta c'entra qualcosa! -, buonista al limite della sopportazione e confezionata ad arte strizzando entrambi gli occhi a Il favoloso mondo di Amelie - vero e proprio blockbuster d'autore che, devo ammetterlo, non ho mai particolarmente amato - restando su un livello decisamente più basso della convincente opera di Jeunet.
Tutto, dal tono fiabesco ai colori pastello, dalla più classica e scontata delle storie d'amore fino alle macchiettistiche ed irritanti interpretazioni dei due protagonisti, suona posticcio e fasullo, nel pieno rispetto della costruzione tutto fumo e niente arrosto tipica del radicalchicchismo, fenomeno che qui nel saloon osteggio fermamente a suon di bottigliate selvagge praticamente da sempre.
Pur contando su un minutaggio molto limitato - fortunatamente - la pellicola non decolla mai davvero, e giocando sui clichè del genere praticamente inventato dalla naif Amelie sfrutta una sceneggiatura davvero poco plausibile ed assolutamente irritante nei toni, incorniciata dalla trovata degli "emotivi anonimi" che non solo mi pare di cattivo gusto rispetto all'idea dei gruppi di sostegno motivati da qualcosa di più serio della timidezza ma anche assolutamente poco incisiva rispetto all'utilizzo magistrale della stessa che Fincher mostrò nel suo Fight club.
L'unica cosa effettivamente vera rispetto al ritrovo di sfigati più o meno pronunciati frequentato da Angelique alle sedute sta nel fatto che i limiti imposti dal carattere, fondamentalmente, vengono superati spesso e volentieri una volta trovato qualcuno con cui condividere il letto - e, chissà, se va bene anche la vita -, ma per questo tipo di lezioni - non di cioccolato - bastano il Maestro Kubrick con il suo meraviglioso Eyes wide shut, oppure il decisamente più azzeccato e divertente Crazy stupid love, tra le commedie più riuscite dell'anno appena trascorso.
Un'opera, dunque, facilmente dimenticabile giusta giusta per casalinghe disperate del Cinema, piccoli radical chic che crescono e vecchie signore impellicciate cui piace tanto, ma proprio tanto, fingersi alternative, di cultura e di mondo prima di tornare ai bei salottini borghesi mettendo il fazzoletto a proteggere i loro grinzosi deretani da tutti i germi che gli stranieri lasciano quando prendono l'autobus insieme a loro.
Avrebbero bisogno di un gruppo di sostegno come si deve: quello delle bottigliate.
Che non sono affatto anonime.
Portano una firma ben chiara, come quella qui sotto.
MrFord
"This is the straw, final straw
in the roof of my mouth as I lie to you
just because I'm sorry doesn't mean
I didn't enjoy it at the time."
in the roof of my mouth as I lie to you
just because I'm sorry doesn't mean
I didn't enjoy it at the time."
Snow Patrol - "Chocolate" -
questo film mi ispira talmente poco, che nemmeno una tua stroncatura mi sa che può bastare per farmelo vedere... :D
RispondiEliminaCannibale, per una volta, posso dire che fai bene a non seguire l'istinto del nostro antagonismo.
RispondiEliminaTi risparmi davvero una fuffa. ;)
...E alla fine le bottigliate sono arrivate e belle spietate ahahahah! A me, come ho scritto nel mio post, è piaciuto proprio per la sua piacevole inconsistenza, per la sua delicata leggerezza...sarà anche che l'ho visto dopo il casino e la stanchezza del capodanno :)
RispondiEliminaMargherita, penso che il tuo giudizio sia stato offuscato dai bagordi dei cenoni! ;)
RispondiEliminaInsopportabilmente melenso. Finale ridicolo. Un film da evitare con decisione.
RispondiEliminaConcordo in pieno, Alessandro. Un filmetto da nulla.
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